Articolo a cura di Cristiano Cini
Referente regionale per la Toscana.
Prefazione di Ivano Antonini
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto.
“Chiedo scusa all’amico Cristiano, se prendo in prestito alcune righe del suo spazio, ma volevo approfittare di un argomento così importante come Montalcino, perchè volevo prima di tutto ringraziare pubblicamente tutti i collaboratori per il prezioso lavoro fin quì svolto all’interno della nostra Guida dei Vini on-line. In quello che consideriamo un po’ il nostro anno zero, dobbiamo essere più che soddisfatti per i complimenti che ci giungono giornalmente e gli attestati di stima di tutti i produttori che hanno creduto fin da subito alla bontà (almeno crediamo…) del nostro lavoro. Certo, sono ancora molti i produttori che nutrono dubbi a riguardo del potenziale del web e di Internet, ma crediamo di essere sulla strada giusta ed il continuare a lavorare con la medesima serietà ci porterà nei prossimi mesi a raccogliere altri frutti. Ma il vero scopo di questo mio intervento interessa la situazione che ha vissuto (e che sta vivendo…) Montalcino in questi mesi. Ci sentirete parlare solo in parte di tutto questo, volendo assumere un ruolo super partes da questa vicenda, soprattutto perchè pensiamo che non è nostro compito esprimere giudizi riguardanti questi avvenimenti e che esistano degli organi ben più autoritari di noi, chiamati in causa a svolgere il loro ruolo di tutela dei consumatori affinchè i disciplinari vengano rispettati. Parleremo quindi principalmente di vini, aerali e annate. In questo bellissimo racconto di Cristiano Cini, ci saranno solo parole scritte per tradurvi le sensazioni emerse dalle nostre sessioni di assaggio. Un’ultima precisazione riguarda la raccolta di campioni di una Cantina che segue una filosofia aziendale di non inviare i campioni alle Guide. I titolari, sono nostri assidui lettori e per nostra volontà di rispettare le loro scelte, ma anche quelle dei nostri lettori, abbiamo deciso di acquistare le loro bottiglie in enoteca e di inserirle comunque nelle nostre sessioni, tutto in maniera assolutamente bendata. Avrete capito che stiamo parlando di Gianfranco Soldera e della simpaticissima figlia Monica. Non me ne vorranno…, ma potevamo raccontarvi delle eccellenze di Montalcino, senza prendere in considerazione il prestigio di un’azienda come Case Basse?
Com’è andata? La risposta spetta Cristiano a raccontarvela…
Buon divertimento! ”
Carissimi lettori del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Cominciamo il nostro viaggio tra le eccellenze di Toscana, proprio dal territorio che volutamente rispecchia più di altre, tutto il carattere e il sapore della terra di Toscana attraverso il suo vitigno di predilizione, ovvero Montalcino. Montalcino rappresenta l’essenza stessa del Sangiovese. Ogni sorso di Brunello, racchiude una storia affascinante che va ascoltata, perchè capace di regalarvi straordinarie emozioni. Ma non ci limiteremo soltanto alle descrizioni dei vini della denominazione più prestigiosa, ma includeremo anche Rosso, Sant’Antimo ed IGT. Di quì, la volontà di suddividere il nostro racconto per denominazione. Diamo subito spazio ai risultati e alle note di degustazione, ma vi consiglio di seguirci fino in fondo, perchè ci sarà modo di darvi molte informazioni riguardanti le ultime annate e le caratteristiche che possono emergere dal vostro bicchiere, se avrete modo di degustare vini che provengono dai quattro principali aerali vinicoli. Però tutto questo sarà fatto nelle nostre considerazioni finali.
Buona lettura…
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Rosso di Montalcino
91/100 – Rosso di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2006 (Cat. F)
89/100 – Rosso di Montalcino Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2006 (Cat. D)
89/100 – Rosso di Montalcino La Gerla 2006 (Cat. B)
88/100 – Rosso di Montalcino Lisini 2007 (Cat. B)
88/100 – Rosso di Montalcino Mastrojanni 2007 (Cat. B)
87/100 – Rosso di Montalcino Casanova di Neri 2007 (Cat.B)
87/100 – Rosso di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2007 (Cat. E)
86/100 – Rosso di Montalcino Fanti-San Filippo 2006 (Cat. A)
86/100 – Rosso di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2007 (Cat. B)
85/100 – Rosso di Montalcino Castiglion del Bosco 2006 (Cat. A)
85/100 – Rosso di Montalcino Ignaccio Il Marroneto 2006 (Cat. B)
85/100 – Rosso di Montalcino Poggio Salvi 2007 (Cat. A)
84/100 – Rosso di Montalcino Tenuta di Sesta 2007 (Cat. B)
83/100 – Rosso di Montalcino Casato Prime DonneCinelli-Colombini 2005 (Cat. B)
83/100 – Rosso di Montalcino Col d’Orcia 2007 (Cat. A)
83/100 – Rosso di Montalcino Villa I Cipressi 2007 (Cat. n.d.)
Brunello di Montalcino
96/100 – Brunello di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2004 (Cat. H)
95/100 – Brunello di Montalcino Mastrojanni 2004 (Cat. F)
94/100 – Brunello di Montalcino Tenuta di Sesta 2004 (Cat. F)
93/100 – Brunello di Montalcino Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2004 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2004 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino Tenuta Nuova Casanova di Neri 2004 (Cat. F)
92/100 – Brunello di Montalcino Il Paradiso di Manfredi 2001 (Cat. F)
92/100 – Brunello di Montalcino Villa I Cipressi 2004 (Cat. n.d.)
91/100 – Brunello di Montalcino Canalicchio di Sopra 2004 (Cat. F)
91/100 – Brunello di Montalcino Greppone Mazzi Ruffino 2004 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Casanova di Neri 2004 (Cat. E)
90/100 – Brunello di Montalcino Sugarille Pieve di Santa Restituta 2004 (Cat. H)
90/100 – Brunello di Montalcino Manachiara Tenute Silvio Nardi 2004 (Cat. G)
89/100 – Brunello di Montalcino Campo del Drago Castiglion del Bosco 2004 (Cat. F)
89/100 – Brunello di Montalcino Cupano 2004 (Cat. H)
89/100 – Brunello di Montalcino Fanti-San Filippo 2004 (Cat. F)
89/100 – Brunello di Montalcino Tenuta La Fuga Folonari 2004 (Cat. E)
89/100 – Brunello di Montalcino Il Marroneto 2004 (Cat. E)
89/100 – Brunello di Montalcino La Gerla 2004 (Cat. E)
89/100 – Brunello di Montalcino Lisini 2004 (Cat. F)
89/100 – Brunello di Montalcino Pian delle Vigne-Antinori 2004 (Cat. F)
89/100 – Brunello di Montalcino Poggio Salvi 2004 (Cat. F)
88/100 – Brunello di Montalcino Castiglion del Bosco 2004 (Cat. E)
88/100 – Brunello di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2004 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino Cinelli-Colombini 2004 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie Il Marroneto 2004 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino Rennina Pieve di Santa Restituta 2004 (Cat. H)
86/100 – Brunello di Montalcino Col d’Orcia 2004 (Cat. E)
86/100 – Brunello di Montalcino La Rasina 2004 (Cat. F)
85/100 – Brunello di Montalcino Prime Donne Cinelli-Colombini 2004 (Cat. F)
Brunello di Montalcino Riserva
94/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2002 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Poggio al Vento Col d’Orcia 2001 (Cat. G)
86/100 – Brunello di Montalcino Riserva Casato Prime Donne Cinelli-Colombini 2003 (Cat. F)
85/100 – Brunello di Montalcino Riserva Tenuta di Sesta 2003 (Cat. G)
Sant’Antimo
89/100 – Sant’Antimo Ombrone Cupano 2006 (Cat. F)
87/100 – Sant’Antimo Rosso di Casanova di Neri Casanova di Neri 2007 (Cat. B)
86/100 – Sant’Antimo Nearco Col d’Orcia 2005 (Cat. E)
86/100 – Sant’Antimo Olmaia Col d’Orcia 2005 (Cat. E)
85/100 – Sant’Antimo Fanti-San Filippo 2007 (Cat. A)
85/100 – Sant’Antimo Merlot Tenute Silvio Nardi 2006 (Cat. B)
Vini ad I.G.T.
87/100 – Dainero Castiglion del Bosco 2005 (Cat. nd.)
86/100 – San Biagio Lisini 2007 (Cat. A)
85/100 – Pietradonice Casanova di Neri 2006 (Cat. G)
85/100 – San Pio Mastrojanni 2006 (Cat. C)
84/100 – Poggio D’Arna Tenuta di Sesta 2007 (Cat. B)
83/100 – Spezieri Col d’Orcia 2008 (Cat. A)
Attenzione!!! I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Rosso di Montalcino
91/100 – Rosso di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2006
Altissimo Ceto
Setosità, succulenza del frutto, scorrevolezza gustativa, armonia ed eleganza. Che dire di più? Per noi è un “piccolo Brunello”. Di grande equilibrio, dove la qualità tannica è perfettamente integrata con la struttura e ben supportata dalla freschezza. Per chi ama il Sangiovese. Oppure per chi cerca di capire cosa sia il Sangiovese, com’è fatto e per chi è al primo approccio… Questo campione rappresenta un elegante biglietto da visita!
89/100 – Rosso di Montalcino Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2006
Trasparente, permeabile, sul bordo dell’anello si scarica ancora di più il già flebile rubino. Risultato? Sangiovese grosso tout court, interpretato dalla più storica azienda di Montalcino. Al naso un frutto pieno, croccante, da addentare, dove emergono note di lamponi e piccoli frutti rossi che stanno percorrendo il proprio tragitto, iniziando il loro viaggio verso la confettura. Eccellente compagna di scorribande in questa fase irruenta è la viola mammola leggermente appassita. Risultato? Idem come sopra. L’impatto olfattivo di questa versione targata 2006 è di buon equlibrio, quasi quasi da ritenersi pronta. Di grande freschezza, buona la trama tannica, con quel tannino che stridula un po’, ma più per ragioni stilistiche e di interpretazione e che lo faranno proiettare nel tempo. Anche se si parla di Rosso. Risultato? Ve lo abbiamo già detto che stiamo parlando di Sangiovese Grosso? E che stiamo parlando di Biondi-Santi?
89/100 – Rosso di Montalcino La Gerla 2006
Bingo! Vedremo, considerazioni ripetute anche nel caso del Brunello, come La Gerla rappresenti un’azienda che ci ha piacevolmente sorpreso. Un’azienda che piano piano sta riconquistando i suoi meritati spazi (oppure non li aveva mai lasciati e nessuno se n’è accorto?) e dove sembra ormai conoscere a memoria su cosa trarre dai propri vigneti per dare la massima espressione che l’annata può regalare, al fine di dare la più tradizionale espressione del vitigno. Il Rosso è ben quadrato e composto, come uno scolaretto diligente, a tratti scorrevole in bocca ma anche molto pulito ed elegante. Il plus è da ricercare nel suo lasciarsi bere con estrema facilità. Piacevole anche da degustare tutti i giorni, senza mai annoiarci.
88/100 – Rosso di Montalcino Lisini 2007
Quella finezza tipica del vitigno in Montalcino unita ad uno spessore che ne fa un vino completo con molte cose da raccontare. Non è un centometrista, non è un fondista, ma un grande campione del mezzofondo, un “Rosso” che osa qualcosa senza trasgredire, ma riuscendo a far quadrare il cerchio in maniera pulita.
88/100 – Rosso di Montalcino Mastrojanni 2007
Accattivante già dall’olfatto. Potente, ma anche variegato: frutto polposo, fragrante, amarena, balsamicità rinfrescante, accenno di geranio. Anche al palato giusto mix tra potenza, succosità e eleganza. Anche se il tannino non è ancora perfettamente domato e scalcia un po’ nel finale, gli dobbiamo riconoscere di essere una bellissima espressione di un’ottima azienda, che ha un perfetto feeling con il territorio dove opera.
87/100 – Rosso di Montalcino Casanova di Neri 2007
Non possiamo che elargire applausi al lavoro di Giacomo Neri ed i suoi vini. Qui, come ci ripeteremo anche nel caso dei suoi Brunelli, gli dovremo concedere ancora molto tempo per apprezzarlo al meglio e aspettare prima che il legno si integri con il frutto. Però la forza e l’espressione di questo vino è facilmente leggibile e comprensibile, dove i piatti della bilancia in questo 2007 in analisi, non sono del tutto in perfetto equilibrio e dove risulta pendere dalla parte concentrazione, a discapito di una serbevolezza un po’ frenata, che ritroverà soltanto con il tempo.
87/100 – Rosso di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2007
Esplosivo, con carattere e personalità eccellenti, come tutte le creature di “babbo Giulio”. In questo caso, siamo di fronte ad un bimbo che ha appena imparato a camminare e dobbiamo naturalmente concedergli del tempo, prima di vederlo correre. Quello che possiamo dire che quando inizierà a farlo sarà dura fermarlo. E siamo sicuri che farà impazzire i genitori e chiunque gli capiterà sulla sua strada.
86/100 – Rosso di Montalcino Fanti-San Filippo 2006
Naso interessante, molto minerale e per certi versi atipico con lievi accenni di toni resinati. Vino parecchio vivo e dinamico, di buon nerbo. Esce dai canoni di molti Rossi assaggiati, partendo dal suo presentarsi con una tonalità più ricca nel colore, appare anche al gusto succoso e grassottello. Esemplare che gode di perfetta salute, ma con le guance un po’ rosse. Gli va riconosciuta l’ottima fattura e la piacevolezza con cui si assaggia.
86/100 – Rosso di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2007
Un esempio di Sangiovese certamente ben espressivo del territorio di origine. Buona la beva, caratterizzata in primis dalla sua freschezza, rimane leggermente sopra le “righe” per via di quella nota pseudo-calorica data data dall’alcol, che lo frena nel raggiungere degli step più elevati. Ma il Rosso di casa Nardi ci convince per tipicità e per il facile approccio con cui si pone.
85/100 – Rosso di Montalcino Castiglion del Bosco 2006
Oltre al territorio, si esprime per via di un forte legame all’annata. Rappresentata, in sintesi, dal buon equilibrio generale da un frutto meno polposo e concentrato di molti 2007 degustati, un frutto più fragrante, meno “alcolico”, espressivo al naso con quel tocco di balsamicità che lo rende ancor più intrigante. Le caratteristiche migliori ve le potrà regalare, portandolo e stappandone una bottiglia in tavola, dove vedrete che finirà ancor prima che vi possiate accorgere. Davvero ben fatto.
85/100 – Rosso di Montalcino Ignaccio Il Marroneto 2006
Le caratteristiche stilistiche di questa azienda, vengono già messe in evidenza a partire dal suo Rosso. Troviamo degli interessanti elementi che ruotano intorno ad una freschezza marcata, seppur ben integrata, rendendo il vino piacevole da bere, ma anche con un’indole vivace e simpatica, quest’ultima caratterizzata anche da un bellissimo fruttato.
85/100 – Rosso di Montalcino Poggio Salvi 2007
Seducente nell’impatto olfattivo con un susseguirsi di frutto, macchia mediterannea e note resinate. Un Sangiovese ben rappresentato nella sostanza, con un’interessante sviluppo gustativo, decisamente lineare e scorrevole con una freschezza che lo snellisce al palato, altro vino ben rappresentativo. Non aspettatevi un quadro astratto, ma bensì un bel paesaggio dipinto con uno stile di facile comprensione. Consigliato per tutti.
84/100 – Rosso di Montalcino Tenuta di Sesta 2007
Un altro esempio di Sangiovese ben espresso. Vino fine, ci verrebbe da dire quasi esile, ma equilibrato e molto delicato. Consigliato sicuramente, a chi non ama i “palestrati”. Ovvero quei vini senza muscoli e concentrazioni. Possiamo rappresentarlo sotto forma di una bella signora di carnagione pallida, tutta acqua e sapone, capace però di sfoggiare eleganza, ricca di fascino e capace su come valorizzarsi al meglio.
83/100 – Rosso di Montalcino Casato Prime Donne Cinelli-Colombini 2005
Nonostante sia un 2005, è un Rosso in piena evoluzione che deve trovare ancora il suo zenit. Dotato di un naso interessante e abbastanza ricco con sensazioni che spaziano dal frutto incisivo per arrivare al tabacco, cuoio e caffè. In bocca è pieno anche se ancora non armonizzato dato da un tannino un po’ troppo stridulo in chiusura di bocca. Caratteristica che potrebbe essere riconducibile all’annata in questione, ma che ci ha visti nel doverlo rivalutare nel punteggio. Peccato, perchè per il profilo olfattivo avrebbe meritato qualcosina in più.
83/100 – Rosso di Montalcino Col d’Orcia 2007
Ecco invece un vino che va “letto” al di là di quanto invece il punteggio possa esprimere. Un Rosso diretto, immediato e che esprime un buon carattere del Sangiovese, nonostante lo faccia in regime di semplicità. Molto lineare, pulito e ben fatto, trova la sua giusta collocazione anche come vino quotidiano.
83/100 – Rosso di Montalcino Villa I Cipressi 2007
Valutando l’ottima prova che vi racconteremo parlandovi dell’ottimo Brunello, sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa in più da questo Rosso. Ci piacerebbe rivederlo, con le prossime annate, in versioni con qualche chilo in più a livello di spessore. Ora, ci ritroviamo con una componente data dalla freschezza, che svolge un bellissimo ruolo di spina dorsale, ma tesa a sorreggere un corpo un po’ troppo snello. Tuttavia, si lascia consumare con facilità, un vino immediato. Se servito ad una temperatura più fresca, potrebbe essere sicuramente più piacevole.
Brunello di Montalcino
96/100 – Brunello di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2004
Altissimo Ceto
Pensare ai coniugi Palmucci, che solo nel 1989 hanno acquistato i primi terreni a Castelnuovo dell’Abate e vederli come abbiano raggiunto le posizioni di vertice nel territorio ilcinese in poco tempo, ci fa sicuramente piacere. Così come ci fa altrettanto piacere, assegnare l’Altissimo Ceto ad una versione come la 2004 che, a nostro modesto parere, lo potremmo semplicemente definire (non ce ne vogliano gli altri…): Il Brunello. Come tutti i vini di Palmucci, si offre (indubbiamente) scarico nel colore, quasi a far esprimere il terroir di Castelnuovo dell’Abate in maniera trasparente. Il profilo olfattivo è già fin d’ora di “facile” lettura. Per gli amanti del genere, espressivo nei suoi toni fruttati e floreali con una complessità minuta ma interminabile ed un uso del legno encomiabile. Ma tutte queste sono solo delle “piccole” caratteristiche di quanto poi ritroverete di lì a poco al palato. Capace di esprimere forza, potenza, autorità e carattere, tuttavia conservando quel classico timbro della casa, caratterizzato da uno sviluppo, muovendosi sui binari della leggiadrìa e della scorrevolezza. Sorprende già per il suo equlibrio, per la trama tannica di ottima fattura ed elegante, che fanno da preludio di una persistenza senza fine. A chi pensa, che il Sangiovese sia un cavallo zoppo e che abbia sempre bisogno di “qualcosa” per aiutarlo a stare in piedi, consigliamo di correre ad assaggiare questo Brunello per ricredervi. Certo non sarà un Brunello di facile comprensione, non apparterrà ad un certo tipo di “gusto” e vi risulterebbe difficile piazzarlo in alcuni mercati. Mettiamoci anche le difficoltà che per produrlo così, dovreste avere dei vigneti posti nei migliori cru, coltivarli in biologico, raccogliere le uve a completa maturazione prendendovi qualche rischio e vinificarle con sapienza, attenzione e naturalità. Ma solo allora, potrete concedervi il prestigio e la presunzione di aver prodotto semplicemente… il Brunello!
95/100 – Brunello di Montalcino Mastrojanni 2004
L’azienda Mastrojanni è come la Locatelli nel famoso spot pubblicitario: Fa sempre le cose per bene. In un quadro rispettoso dell’annata originaria, si colloca per prestigio e classe ad un passo di quel “fuori quota” chiamato Poggio di Sotto e come primo vino tra i “terrestri”. Il quadro olfattivo è di grande ricchezza con pennellate dallo stile armonioso, quadrato, composto e dove tutte le componenti svolgono il loro ruolo in perfetta integrazione, senza che nessuno prevalga. Potremmo anche definirlo quasi come una grande metropoli, dove la moltitudine dei diversi ceti razziali, hanno trovato un regime di perfetta convivenza, creandosi dei presupposti per coabitare con una eccellente qualità nello stile di vita. Eccellente anche sottolineare come in degustazione, ciascun elemento interpellato parli della purezza del vitigno di provenienza con un linguaggio di carattere e grande classe. Nei piccoli particolari incide per l’espressione minerale e quella tonalità floreale molto suadente, diventando poi quasi inutile parlare del riscontro della lunghezza post-gustativa. Un vino infine, che definirlo “tipico” rappresenta una tra le migliori definizioni. Da applausi.
94/100 – Brunello di Montalcino Tenuta di Sesta 2004
Altissimo Ceto
Premiato con i 94/100, perchè semplicemente Grande. Premiato con l’Altissimo Ceto perché semplicemente Emozionante. Un vino che offre un linguaggio chiaro, conciso e nitido di come si possa rappresentare un territorio di origine. Di come si faccia un Sangiovese a Montalcino. Azienda storica, una tra le prime imbottigliatrici a Montalcino e da sempre magistralmente e sapientemente condotta dalla famiglia Ciacci, trova una delle migliori espressioni mai fatte, con questa 2004. Di estrema piacevolezza e serbevolezza, lineare, ricorda al palato l’eleganza di un fazzoletto di seta, con la trama tannica di grande ricamo che lo conduce su livelli altissimi. Talmente espressivo e fortemente radicato nel territorio, che per i Toscani potrebbe un po’ rappresentare “casa” od esplicemente ricondurre al “latte della mamma” con il quale sono cresciuti. Un altro chiaro esempio di come si possa fare un grande vino mantenendo anche la piacevolezza di beva e di come rapidamente possa terminare se portata in tavola. Non tardereste a richiedere la seconda bottiglia in poco tempo…
93/100 – Brunello di Montalcino “Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2004
Altissimo Ceto
Rubino scarico, con quel tipico bordo che vira già sull’aranciato, caratteristica del Brunello di Biondi-Santi e con quella cromaticità che rimarrà immortale. Naso che si esprime voluttuosamente bene, su note di frutta rossa in confettura, rosa e un finale che richiama delle sensazioni speziate dolci ed un accenno di vaniglia una sensazione. Strepitoso al gusto, con l’impatto dato dalla freschezza e che sosterrà all’infinito questa 2004, direttamente in prima persona. In questa fase, lo sviluppo si muove ancora giustamente sulle durezze, avrà come al solito bisogno di decenni (o secoli?) prima di integrarsi perfettamente. Voi siete per i Brunelli da apprezzare nell’immediato? Allora, cambiate strada. Oppure siete iscritti al partito dei vini che vanno bevuti molto maturi? E volete magari lasciare un’eredità enologica, segno del vostro riconoscimento, ai vostri figli? Nipoti? Ecco, sarebbe troppo scontato dire che il Brunello Biondi-Santi, non deve assolutamente mancare nella vostra cantina. Qualche riga sopra vi abbiamo descritto come quello di Palmucci, sia semplicemente il Brunello, mentre questo invece è semplicemente il Brunello Biondi-Santi. Ancora una volta, in un’annata come la 2004, incarna la storia di famiglia iniziata con la prima annata targata 1888. Come si è arrivati a mantenere la storia su livelli altissimi? La conoscenza così profonda dei propri vigneti. La volontà di fare in modo che ogni anno, il protagonista rimanga sempre lui… il Sangiovese BBS. La determinazione nell’imporre la propria personalità attraverso il proprio vino, senza preoccuparsi di tutto quello che gira intorno nel mondo enologico moderno e difendere la propria identità ad ogni costo. A casa Biondi-Santi il tempo non si è mai mosso. Tutto è rimasto intatto. Anche in questa 2004. Perchè questo è semplicemente…il Brunello Biondi-Santi.
92/100 – Brunello di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2004
Altissimo Ceto
Se potessimo introdurre una “scala emozionale” nei punteggi in centesimi, i vini del “piccolo-grande” Giulio Salvioni, avrebbero tutti 5 punti in più. Quindi andrebbero letti con un occhio diverso di quanto non si faccia utilizzando il concetto critico tout-court del giudizio del vino e produrre quindi un vino da Altissimo Ceto. Capace di produrre dei grandi Brunelli in annate difficili, i vini de La Cerbaiola, assumono caratteristiche immense in annate come la 2004. La storia di Giulio Salvioni ebbe inizio nel 1985 e da sempre i suoi vini (non ci riferiamo soltanto ai Brunelli…) sono stati caratterizzati dalla grande finezza supportata sempre da grandi freschezze gustative. Da qualche anno, accanto a queste caratteristiche, abbiamo assistito ad un rivalutazione sul piano della struttura, acquisendo più polpa e più spessore, senza intaccare di nulla la loro apprezzabilità. Questo 2004 è rappresentabile per classe, razza e stoffa ad un grande cavallo di razza. Pronto per vincere molte gare già oggi, ma capace di gareggiare tra qualche anno, accanto ai più grandi campioni mondiali. Senza sfigurare.
92/100 – Brunello di Montalcino Tenuta Nuova Casanova di Neri 2004
Il cru che nasce da due vigneti come il Pietradonice e Le Cetine, le quali sono due tra le massime espressioni di due diversi areali ilcinesi, come Castelnuovo dell’Abate e Sant’Angelo in Colle. La volontà del Tenuta Nuova, è sempre quella di creare un vino di carattere e personalità cercando di ottenere il meglio di quello che si ha a disposizione. Cosa dire? Che anche quest’anno si conferma ai vertici dell’enologia di Montalcino e non solo, mettendo in campo un prodotto che riesce ad unire potenza ed eleganza in perfetta sinergia. Il naso è ancora un po’ chiuso, caratterizzato da quella nota precoce prevaricante di legno, solitamente riscontrabile in gioventù, nei vini di Giacomo Neri, ma che sicuramente si fonderà insieme alle altre componenti, con l’evoluzione nel tempo. In bocca, ha ancora l’irruenza ed il carattere indomabile di un giovane puledro, pronto a diventare con il tempo, un purosangue di razza con una cavalcata imperiosa ma allo stesso tempo agile e scattante.
92/100 – Brunello di Montalcino Il Paradiso di Manfredi 2001
Altissimo Ceto
Un’azienda famigliare “gioiello” quella chiamata Il Paradiso di Manfredi, perchè facilmente immaginabile ad un paradiso, per l’aria che si respira in quei luoghi e dove il savoir-fair di babbo, mamma e le figlie viene fatto in maniera divina. Siamo contentissimi di ospitare in Guida un’azienda come la loro, sapere che sposiamo i medesimi concetti votati nel lavoro di eccellenza e ringraziamo per averci inviato il loro Brunello 2001, questo per farci capire e per far comprendere al nostro lettore, che esistono ancora aziende che decidono di immettere sul mercato il proprio vino, soltanto nel loro momento ideale e solo quando lo ritengono degno di portare il nome di battesimo. Quindi, il Brunello del Paradiso, non poteva che essere come loro. Splendido nell’espressione territoriale per naturalità e spiccatamamente minerale, con un bouquet giocato molto sul frutto ma capace di spaziare in tonalità evolute come il tabacco. Attacca il palato con estema delicatezza, con un carattere ed una personalità da lord inglese, elegante e composto nei modi, ma che allo stesso tempo si fa notare al suo passaggio. Un Brunello che non lascia indifferenti.
92/100 – Brunello di Montalcino Villa I Cipressi 2004
E’ estremamente facile da raccontare ed è un ottima espressione di Brunello che interpreta in maniera superba le caratteristiche dell’annata 2004. L’equilibrio è il primo elemento distintivo da mettere in evidenza, ben impostato al palato, composto, esplicito ma allo stesso tempo di carattere e un’indole vigorosa, tutta ilcinese. Una grandezza già nella sua massima espressione evolutiva, da saper cogliere nell’immediato o per altrettanti 5-6 anni. Perfetto, per chi non vuole aspettare a stappare una bottiglia di un grande Brunello, sconsigliato a chi invece, il Brunello ha l’attitudine di dimenticarlo in cantina.
91/100 – Brunello di Montalcino Canalicchio di Sopra 2004
Altissimo Ceto
Un Brunello di carattere che conferma le migliori doti già a partire dal naso nell’analisi immediata, dove si esprime un ventaglio particolare con note di susina, talco e tabacco dolce da pipa, singolare, intrigante e sui generis. Grande eleganza anche nell’espressione gustativa, espressa con tannini fini, rotondi e supportato da una freschezza marcata, ma allo stesso tempo ben integrata nello scheletro del vino. Un plauso agli eredi del nonno fondatore, il grande Primo Pacenti, ai quali va tutto il nostro sostegno psicologico di incoraggiamento, nel continuare l’azienda su livelli qualitativi invidiabili e mantenere i piedi ben piantati a terra. Sì, quella chiamata Montalcino!
91/100 – Brunello di Montalcino Greppone Mazzi Ruffino 2004
Un vino che gioca la sua arma migliore, non nello spessore, ma nei canoni di grande finezza del Sangiovese. Appreziamo i notevoli sforzi nella continua ricerca qualitativa, compiuti dai Folonari della Ruffino e rispettosa nel dare la loro migliore impronta di fronte all’annata di origine. Nel caso di questa 2004, con equilibrio e con ottima corrispondenza gusto-olfattiva. In questo momento, ci riserviamo di promuoverlo più in favore del primo aspetto e anche per il quadro tannico pregevole e minuto, capace di portarlo avanti molto bene nel tempo.
90/100 – Brunello di Montalcino Casanova di Neri 2004
Ottenuto dalle uve di Sangiovese provenienti dai vigneti adiacenti alla cantina, Fiesole e Poderuccio, visibili anche da lontano mentre si sale dal lato nord-est in direzione verso il cuore del paese, nasce quello che si potrebbe definire il Brunello “base” di Giacomo Neri. La premessa e la valutazione stanno a dimostrare, quanto spesso questi termini siano decisamente riduttivi per il valore intrinseco del vino e del lavoro svolto per ottenerlo. Infatti, può capitare che in mezzo ad una degustazione alla cieca come quelle svolte nelle nostre sessioni, si possa riscontrare come questi campioni emergano perchè possiedono due grandi pregi, di solito non facilmente riscontrabili in altre aziende, dove la medesima produzione verte su due profili: “base” e “top”. Stiamo parlando di spessore e stoffa, che spiccano attraverso un frutto di grande concentrazione, un legno più integrato se paragonato agli altri vini aziendali degustati. Valori uniti ad agilità e scorrevolezza, che lo pongono di diritto tra i grandi ilcinesi.
90/100 – Brunello di Montalcino Sugarille Pieve di Santa Restituta 2004
Siamo convinti, che quello che vi stiamo per raccontare, sia la migliore versione mai espressa, del Sugarille di tale Angelo Gaja. Il vino è sempre dotato di estrema finezza ed eleganza e qualcuno lo ha anche definito un Sangiovese nebbioleggiante. Con l’annata 2004, ha pure messo su un po’ più di spessore e questo non gli guasta. In bocca si rivela avvolgente, morbido, con un buon tenore alcolico perfettamente integrato. Le sensazioni di durezza sul finale sono più spostate verso la rigidità del tannino, che non per la vivacità dell’acidità. Avrà bisogno di molto tempo per smussarsi. Di grande eleganza è la chiusura. Qualcuno pensa che Gaja possa essere il numero uno a Barbaresco ma non a Montalcino. Allora noi chiediamo: “quanti altri produttori sarebbero in grado di proporre prodotti di eccellenza nelle due più rinomate zone produttive d’Italia, ovvero Langa e Montalcino?”
90/100 – Brunello di Montalcino Manachiara Tenute Silvio Nardi 2004
Ottenuto dalle uve provenienti dal vigneto aziendale di punta, il Manachiara appunto. Si conferma il vero cavallo di razza aziendale, per via delle sue qualità che vanno al di la’ della semplice suddivisione tra “base” e “top”. Uno stallone che ancora si mostra irruento, ma che galoppa già forte e deciso. Mostra in questo momento un naso leggermente chiuso che va aspettato più del solito, confermando che le carte migliori sono quelle giocate al gusto, mostrando struttura, trama tannica e una bella freschezza che determinano eleganza e tanta longevità.
89/100 – Brunello di Montalcino Campo del Drago Castiglion del Bosco 2003
Un Brunello che si presenta già piacevole nel complesso, con una buona struttura e altrettanta finezza. Naso potente, con note di frutta macerata e una speziatura gia integrata con il bouquet. Al palato mostra un ingresso avvolgente, con sensazioni di piccoli frutti rossi che si ripresentano creando una bella corrispondenza gusto-olfattiva. Peccato, per quella componente alcolica che contribuisce a renderlo piacevole nel quadro della morbidezza ma che lo penalizza sul piano della serbevolezza e che avrebbe portato ad ottenere qualcosina in più, sul piano del punteggio.
89/100 – Brunello di Montalcino Cupano 2004
Ricco, carnoso, ma anche suadente ed elegante, sono le migliori caratteristiche. Crediamo fortemente nei valori qualitativi di questa azienda, ma che ci piacerebbe riscontrare attraverso vini che abbiano qualche chilo in meno, in virtù di uno sviluppo più snello. Al momento è un vino che può essere consigliato agli amanti del Sangiovese panciuto, dalle grandi rotondità. La trama tannica di questo 2004 è di grande livello per tessitura, che dona nella progressione gustativa, un vero colpo di classe.
89/100 – Brunello di Montalcino Fanti-San Filippo 2004
E’ un vino che gioca sulla piacevolezza e sulla facilità di beva, con un bouquet armonioso e una bocca già equilibrata, un frutto ben presente ed un richiamo deciso al vitigno. Magari non avrà la potenza di una Ferrari o una Porsche, ma sicuramente ha l’eleganza di un’ammiraglia che potrà percorrere tranquillamente molti chilometri donandoci forti suggestioni, forse con qualità meno intense se paragonate ad altri Brunelli, ma che potranno regalare altrettante emozioni e che rimarranno indelebili nella nostra memoria.
89/100 – Brunello di Montalcino Tenuta La Fuga Folonari 2004
Avrà bisogno di tempo, prima di poterlo vedere perfettamente integro nelle componenti, a livello olfattivo. Abbiamo ancora delle tonalità boisè in evidenza e che fanno capolino sul frutto, fatto di tanti piccoli frutti neri polposi. La ricchezza che si percepisce al naso si riscontra anche al gusto, carnoso, succoso, pieno, paragonabile ad un peso massimo in piena forma fisica che si sta preparando a disputare il mondiale. Un vino ben fatto, consigliato agli amanti della “prestanza”.
89/100 – Brunello di Montalcino Il Marroneto 2004
Un vino che sorprendentemente è uscito dalle nostre degustazioni con maggiore piacevolezza ed aprezzabilità, se rapportato al “cru” della Casa. Forse per le sue doti di finezza e di disinvoltura, che mostrano carattere e danno vita ad un prodotto di maggior eleganza, sia al naso che in bocca. Al palato accertiamo una buona avvolgenza, unita alla buona struttura senza alcun cedimento, con un notevole supporto dato dall’acidità. Completano il quadro i tannini nobili di questo Brunello che gli assicurano un futuro più che dignitoso.
89/100 – Brunello di Montalcino La Gerla 2004
etichetta non disponibile
Questi sono gli imprevisti che sono sempre in agguato in occasioni di degustazioni bendate. Così può capitare che un Brunello spunti la medesima valutazione del Rosso della stessa Casa. Ora, è vero che se messi in confronto, ci si possa accorgere realmente che lo spessore sia diverso ed evidente, così come sia altrettanto lampante la differente volontà di collocazione. Ma le giustificazioni sono date prendendo in esame il valore del Brunello, di ottima fattura, sapientemente vinificato, dove magari vorresti trovare qualcosa in più, visto le reali potenzialità in origine e ti ritrovi con un Brunello piacevole, equilibrato, armonico e capace di regalarti molte emozioni. Già, ma così è anche il Rosso…
89/100 – Brunello di Montalcino Lisini 2004
Il Brunello di Lisini è da sempre riconosciuto per essere un vino di difficile lettura per chi non conosce il territorio di Montalcino ed i suoi vini. Specie se poi si unisce lo stile tradizionale aziendale al valore dell’annata, avremo come risultato, quello di avere un vino ancora “crudo” e che avrà bisogno di molto tempo prima di poterlo cogliere in forma. Il frutto si deve ancora sviluppare, ma è dotato di un naso interessantissimo, dove troviamo una nota balsamica molto rinfrescante e una leggera speziatura, con sentori pungenti di chiodi di garofano. Con lo sviluppo al palato abbiamo l’interpretazione “mascolina” data principalmente da un tannino scontroso in cerca del suo assetto, che accentua la sensazione di astringenza, frenando e limitando nella valutazione in questa fase, quella progressione tutta “femminile” fatta di eleganza e finezza. Un vino di lunga persistenza, con un ottimo bilanciamento tra alcol e freschezza, che avrà bisogno di essere dimenticato in cantina prima di poterlo rivalutare. Anche nel punteggio.
89/100 – Brunello di Montalcino Pian delle Vigne-Antinori 2004
La famiglia Antinori si dimostra all’avanguardia anche a Montalcino ed evidenzia, nonostante la fama ormai consolidata, la continua voglia di integrarsi e di entrare sempre più a fondo nei territori delle sue aziende. Pian delle Vigne è la testimonianza e la sintesi di tutto questo. Un vino che potremmo ancora definirlo “lavori in corso” ma che anno dopo anno, acquista personalità e riconducibilità ad un areale ben definito. Con l’annata 2004 ci presenta un Brunello che si basa su una bellissima freschezza e che riesce a bilanciare la struttura non eccessivamente potente con una decisa piacevolezza e serbevolezza.
89/100 – Brunello di Montalcino Poggio Salvi 2004
Se dovessimo catalogare questo vino lo potremmo definire l’outsider della competizione, il classico vino che non ti aspetti, perché rispetto al passato, ha fatto un notevole salto di qualità. Intendiamoci, il vino è sempre stato, stilisticamente parlando, ineccepibile dal punto di vista qualitativo, ma forse avevamo proprio bisogno delle qualità di un’annata come la 2004 per vedere in più quel taglio netto e tangibile con il territorio di Montalcino, sintesi di una maggiore riconducibilità al sangiovese, con quelle note di piccoli frutti rossi più spiccate nel bouquet ed una maggiore freschezza e finezza all’esame gustativo. Ci auguriamo che l’azienda continui su questa linea regalandoci ogni anno delle emozioni sempre crescenti.
88/100 – Brunello di Montalcino Castiglion del Bosco 2004
Un plauso anche per la notevole fattura del Brunello “base”. Risulta essere interessante per la sua personalità, la potenza, la struttura ed una concentrazione non troppo accentuata. Tuttavia, così come nel caso del Campo del Drago raccontato sopra, avvertiamo una nota calorica decisa che va’ a caratterizzare la chiusura di bocca. Responsabile già da prima, della sensazione di avvolgenza avvertita in ingresso, che lo fa apparire, anche se solo per pochi secondi, morbido e rotondo, salvo poi “rinfrescarsi”, evidenziando un’acidità di base riequilibrando la beva e il vino stesso.
88/100 – Brunello di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2004
Il Brunello d’annata di casa Nardi è paragonabile ad un caratteristico e tipico costume in stile Toscano, dove ci sarebbe da sistemare qualche piccolo dettaglio risultante fuori posto. Il “cappello” andrebbe ristretto, perchè di una misura di troppo, facendo riferimento ad una nota alcolica fuori misura, avvertibile sia all’olfatto che al gusto. Mentre la giacca andrebbe “smussata”, visto che al gusto si rivela con un tannino non perfettamente maturo. Lo slancio nell’insieme è perfetto, in quanto per freschezza e finezza, viene facilmente identificato sia il vitigno che l’areale.
87/100 – Brunello di Montalcino Cinelli-Colombini 2004
I vini della capace e simpatica signora Donatella, andrebbero sempre e comunque premiati per il notevole lavoro, i sacrifici e gli sforzi compiuti per la promozione di tutto il territorio ilcinese. Non nascondiamo che per il nostro gusto e per come “vediamo” noi il Brunello, ci piacerebbe trovare maggiore slancio, perchè spiccano dalla nostra degustazione, come vini impostati sulla stoffa e sulla potenza, paragonabili ad una motore di grossa cilindrata con tanti cavalli da scaricare a terra. Vini che tuttavia, risultano essere perfetti per gli estimatori del genere. Dimostrazione che il territorio di Montalcino, oltre a differire tra zona e zona, si differenzia per i diversi stili interpretativi, atti a soddisfare le diverse e motivate differenze di gusto dei singoli consumatori finali.
87/100 – Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie Il Marroneto 2004
Altri “tranelli” che si nascondono dietro ad una degustazione bendata, sono le sorprese che si hanno, dopo aver soperto le bottiglie, che il vino top di un’azienda prenda due punti in meno, rispetto al vino “base” della medesima cantina. Presto spiegato il perchè. Un vino che espone il cartello dei lavori in corso, ancora in cerca della propria identità per il tempo che ci impiegherà per equilibrarsi e avere un’armonia tra tutte le componenti. Al gusto poi, si rivela con una freschezza data dall’acidità che risulta essere la colonna portante del vino, ma che si rivela un tantino stridula. Infine, se doveste chiederci qual’è secondo noi il vino che compreremmo per dimenticare in cantina. La risposta, la trovereste qualche riga più sopra.
87/100 – Brunello di Montalcino Rennina Pieve di Santa Restituta 2004
Lo stacco tra i due Brunelli di Angelo Gaja, si sente tutta. Vengono ancor più ampliati quando di fronte ci troviamo l’annata 2004, dove lo spessore, la trama tannica, la freschezza, l’equilibrio determinano in maniera perentoria, le differenze tra di loro. A questo aggiungiamo un’eleganza più frenata nello sviluppo nel Rennina, se confrontata con il Sugarille.
86/100 – Brunello di Montalcino Col d’Orcia 2004
Come successo nel caso del Rosso, anche per il Brunello d’annata di Col d’Orcia, dovremmo parlarne a prescindere dal punteggio. Un vino che potremmo definirlo il “Brunello per tutti”, per la sua facile interpretazione sia per chi è alle prime armi, sia per i palati già più allenati e vogliono ogni tanto bersi un vino ben fatto, “spensierato”, magari da accompagnare alle classiche serate “bevitorie” con gli amici. Facilmente comprensibile e riconoscibile anche in una degustazione alla cieca, non promette mari e monti o voli pindarici, ma gioca a carte scoperte sin dal primo approccio. Averne…
86/100 – Brunello di Montalcino La Rasina 2004
In questa fase di sviluppo, abbiamo di fronte un vino ancora alla ricerca della sua quadratura del cerchio. Si offre un po’ scomposto, ma di indubbie qualità molto interessanti, poichè le potenzialità lette dentro al bicchiere ci sono davvero tutte. Azienda in continua crescita, con la versione 2004, offre un campione che possiede due spalle, date da alcol ed estratto, larghe e possenti, offre un vino a cui manca un’po’ di freschezza e che avrebbe regalato maggiore dinamicità e facilità di approccio.
85/100 – Brunello di Montalcino Progetto Prime Donne Cinelli-Colombini 2004
Ci è piaciuta molto di meno la prova del Prime Donne, rispetto al Brunello d’annata della Signora Donatella. Un vino che definiremmo muscolare, con una trama connettiva in salute, ma che spinge troppo sulla forza, aiutata anche da una sensazione alcolica rilevante. Al naso è di largo raggio con sentori di frutti neri, spezie, marasca e frutta sottospirito, ma secondo noi già fin troppo improntato sull’evoluzione. Al gusto è concentrato, di spessore e stoffa, lungo al gusto, ma pecca sul finale in finezza e serbevolezza. Un vino per palati forti, per cibi impegnativi a lunga cottura. Ci piacerebbe però trovare in futuro maggiore freschezza, maggiore slancio. Ovvero l’immagine di vedere finalmente un Brunello elegante, femminile ed affascinante. Come la Signora Donatella.
Brunello di Montalcino Riserva
94/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2002
Altissimo Ceto
Avevamo proprio ragione nel voler inserire a tutti costi ( e sapete bene quali sono questi costi…) il Brunello di Gianfranco Soldera. In questo 2009 l’annata in commercio è la Riserva 2002. Sì, sì, avete capito proprio bene. Riserva 2002. Da un’annata che non ti aspetti, ecco il vino che non ti aspetti. O forse sì quando l’etichetta porta la scritta Case Basse? La risposta è inconsciamente positiva. Il “sciur Gianfranco”, un milanese con origini trevigiane e con passaporto ilcinese, ha lasciato tutti di stucco, riuscendo a trovare la quadratura del cerchio. Tutti sappiamo in generale le difficoltà riscontrate nell’annata. Quest’etichetta esula, si differenzia. Granato con venatura aranciata, scarico come deve essere nella trama colorante. Naso che ci mette molto ad aprirsi, ma poi si lascia leggere con estrema facilità, raccontando una storia fatta di confettura di lamponi, viola appassita, tabaccco dolce da pipa ed in particolare ci piace la chiusura di naso, ancora con un forte richiamo di frutta rossa, ma di grande dolcezza. Al gusto impersonifica la finezza, l’eleganza, la saporosità, la lunghezza, dopo averlo deglutito ci siamo accorti che il vino ha scalato di marcia, ha messo la freccia, ha superato e se ne è andato via. Soldera si conferma un fuoriclasse anche in un’annata così impegnativa per Montalcino (e non solo), ormai un punto di riferimento costante dell’alta qualità Ilcinese. Altra conferma che questo vitigno, se curato e coccolato con le attenzioni che si hanno per un bimbo, può regalare vini tra i più grandi al mondo. La scorrevolezza, la facilità di beva, l’eleganza, sono caratteristiche uniche che il sangiovese regala grazie a questo straordinario apporto dell’acidità, che perfettamente integrata a tannini e scheletro, lo rende unico nel panorama mondiale. Motivo in più se fai Brunello. Motivo in più se ti chiami Gianfranco Soldera e ti trovi a Case Basse. Non puoi sbagliare, perchè la gente da te si aspetta sempre il massimo.
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Poggio al Vento Col d’Orcia 2001
Altissimo Ceto
Dire che ci saremmo aspettati qualcosa in più da un vino che spunta 92/100 in degustazione, vi potrà sembrare molto strano. Motivo in più se abbiamo davanti ad un vino che ha spuntato anche l’Altissimo Ceto. Soprattutto parlando di un vino che rispecchia in tutto e per tutto, il legame territoriale, il valore di un’annata e quello stile della casa, già raccontato più volte, che trova espressione in un bouquet aperto ed espressivo, centrato sul frutto e in fase di evoluzione, nuance di frutta rossa in confettura, cioccolato e un elegante sentore minerale di grafite. Anche al gusto si conferma in perfetto equilibrio, di bell’armonia ed elegante con tannini rotondi ,completo ed ottimo da degustare in questa fase della sua vita. Crediamo che con un periodo di affinamento in bottiglia ulteriore, possa arrivare alla massima espressione rivelandosi in tutta la sua elegante complessità. Tutte caratteristiche riconducibili alla grandezza di un vino eccezionale, che osando un po’ di più e con un pizzico di personalità in più, avrebbe toccato vette ben più alte.
86/100 – Brunello di Montalcino Riserva Casato Prime Donne Cinelli-Colombini 2003
Parlare delle caratteristiche qualitative di un’azienda come la Cinelli-Colombini risulta facile e abbastanza scontato, ma risulta difficile quando di fronte abbiamo un vino che porta i “segni” di un’annata difficile come la 2003. Come tanti altri vini figli di quest’annata, anche la loro Riserva, risulta di non facile approccio. In primis, abbiamo un vino dotato di una struttura importante, quasi imponente, non facilmente supportato da un’adeguata freschezza e che si presenta con un’espressione tannica di difficile governabilità, responsabile secondo noi, dalla conseguenza di una non ottimale maturazione fenolica delle uve, risultando particolarmente asciutto nella beva e che difficilmente assisteremo ad un ridimensionamento degli stessi, mantenedosi su questi standard per tutto il resto della vita del vino.
85/100 – Brunello di Montalcino Riserva Tenuta di Sesta 2003
L’annata lascia “giustamente” il segno anche su questa Riserva, anche se rimane comunque protagonista in assoluto nel panorama di Montalcino, come una delle migliori interpreti del Sangiovese. Registriamo un vino dove i tannini risultano essere un po’ duri e prevaricanti e non permettono di trovare qull’equilibrio che tanto abbiamo apprezzato quando vi abbiamo paralto del Brunello d’annta 2004. Quello che ci piace sottolineare come timbro distintivo dell’azienda è comunque quel forte legame tra vitigno e territorio che Tenuta di Sesta possiede.
Sant’Antimo
89/100 – Sant’Antimo Ombrone Cupano 2006
Altissimo Ceto
Ci ha colpito per l’eleganza con la quale si esprime sia all’olfatto, con un giusto alternarsi tra frutto e spezie dolci, ma soprattutto al gusto. In apertura di palato si apre con un buon tenore alcolico, piacevolmente integrato, che lo instrada su avvolgenza e morbidezza, per poi proseguire il proprio percorso basato su tannini di ottima qualità, accarezzevoli come delle piccole sfere, per poi chiudere altrettanto bene con frutto nero che rimane a lungo nella persistenza.
87/100 – Sant’Antimo Rosso di Casanova di Neri Casanova di Neri 2007
Ce lo siamo immaginati come un quadro ricco di particolari, magari non tutti di facile lettura, ma sicuramente abbondanti. Vegetali, frutti neri e spezie dolci in quest’ordine danno il via di degustazione, per poi riversarsi coerentemente anche al palato, mostrando caratteristiche date da una pseudo-dolcezza espressa grazie al tenore alcolico. Discreta risulta essere la freschezza che fa capolino in punta di piedi in maniera educata, fino a poco prima del finale di bocca, dove a causa dei tannini un po’ troppo rigidi, rompono lo sviluppo fino a questo momento lineare ed elegante.
86/100 – Sant’Antimo Nearco Col d’Orcia 2005
Vino dal forte impatto. Decisamente giocato sulla potenza, sostenuto da uno spessore rilevante e diretto è pure il tenore alcolico. E’ consigliato per palati forti, per chi ricerca una struttura fisica possente. Volutamente racconta l’altra pagina di Montalcino quello che in fondo questa denominazione vuole (dovrebbe) rappresentare.
86/100 – Sant’Antimo Olmaia Col d’Orcia 2005
Attacco decisamente vegetale con un frutto più nascosto. Con questo esemplare si va’ a rappresentare la forza, come un tipo che ha frequentato lezioni di body-building e ha “scolpito” il proprio fisico. Ne sono dimostrazione i tannini decisi che caratterizzano il passo gustativo. E’ un cabernet di questo areale ma, per favore, non chiedetegli di filosofeggiare perchè è uno che arriva dritto al punto.
85/100 – Sant’Antimo Fanti-San Filippo 2007
Il profilo olfattivo si apre con note di peperone grigliato, salvo poi posizionarsi su toni vegetali durante tutta l’analisi olfattiva. Risulta non essere perfettamente omogeneo, tra le varie componenti nello sviluppo gustativo, apparendo un po’ slegato. E’ l’unico vino aziendale che non ci colpisce per pulizia e nettezza. Potrà anche magari migliorare con il tempo e assumere un ruolo più coerente. Purtroppo non lo sappiamo, quindi non ci resta che raccontarlo per le impressioni che ci ha lasciato.
85/100 – Sant’Antimo Merlot Tenute Silvio Nardi 2006
Polposo, ricco nelle sfumature di frutti neri, leggeri accenni vegetali, sottobosco ed un finale fatto di spezie dolci. Potente al palato, avvolgente nell’ingresso e morbidezza in evidenza, gli manca un po’ di agilità nel finale. Lo crediamo rappresentativo come Merlot in Montalcino di una bella versione targata 2006, dove si va a favorire la spiccata concentrazione a discapito di una maggiore ed auspicabile finezza.
Vini ad I.G.T.
87/100 – Dainero Castiglion del Bosco 2005
etichetta non disponibile
Vino ottenuto da uve Merlot in prevalenza, ci regala un quadro aromatico interessante, piacevole l’alternarsi tra frutti neri e note più dolci come la cannella ed una chiusura che richiama il sottobosco. L’equilibrio è di casa tutto il lungo della degustazione. Piacevole e definito, con una nota alcolica ben bilanciata da tannini e discreta freschezza. Questo vino è una bella caratterizzazione alla Toscana del vitigno Merlot. Cosa assolutamente da non sottovalutare, ovvero il cercare di improntare in fase di vinificazione, un vitigno internazionale che mantenga dei caratteri territoriali e che possano distinguerlo per riconducibilità, dal resto della produzione mondiale. Bravi!
86/100 – San Biagio Lisini 2007
Un vino che si offre con un netto distacco tra naso e bocca. L’approccio olfattivo pare non regalarci grandi emozioni, apparendo nel frutto con note quasi evolutive che non si addicono al vino in questione. Tutt’altra storia invece, quanto proposto al gusto, dove ci colpisce per picchi di eleganza quasi inaspettati per via delle difficoltà premesse, che lo fanno scorrere con estrema piacevolezza, dando un piacevole e pronto richiamo ad un nuovo assaggio.
85/100 – Pietradonice Casanova di Neri 2006
Anche per il Pietradonice vale la regola, come per tutti i vini di Giacomo Neri, di dargli tempo in bottiglia per potersi affinare e trovare quel giusto equilibrio tra frutto-legno. Noi, purtroppo lo abbiamo colto in una fase di “digestione” ancora in corso, quindi non in un momento di facile interpretazione. Ancor di più dei Brunelli. Si è mostrato ai nostri occhi, come una scorbutica signora dal non facile approccio, slegato nelle componenti e con tannini abbastanza rigidi. Può darsi, che questa signora possa diventare affascinante ed attraente un giorno, sperando anche che sia ricca di argomenti interessanti, piacevoli da ascoltare. Magari emozionando.
85/100 – San Pio Mastrojanni 2006
Piacevole ed espressivo, Mastrojanni non delude neanche con il suo IGT. Avrebbe potuto raggiungere step superiori se non fosse per una discordanza tra olfatto, potente con note di frutto sottospirito, tra cui la marasca, che non donano particolare finezza, ed il gusto. Al palato si è fatto apprezzare di più, orientato sui binari della finezza, senza troppi muscoli, anzi si distente bene con giusta integrazione tra le varie componenti, regalandoci un finale fruttato e di discreta freschezza. L’azienda si conferma con tutta la gamma degustata padrona del territorio, che rimane sempre presente. Sia che si parli di DOCG, DOC o IGT.
84/100 – Poggio d’Arna Tenuta di Sesta 2007
Non cerca complessità o la volontà di stupirti tramite effetti speciali. Il Poggio Arna ha una faccia sola e te la mostra con gentilezza. Fruibile senza pensarci troppo su, creando anche delle caratteristiche interessanti. Perché in questo meraviglioso panorama che è Montalcino, non si ha sempre voglia di bere Brunello, Rossi o vini troppo importanti, ma possono avere anche il loro spazio anche questi vini, magari per quei pochi che a questo territorio non si sono ancora avvicinati.
83/100 – Spezieri Col d’Orcia 2008
Pecca al naso di eleganza, basandosi già da subito su toni vegetali. Tuttavia, risulta godibilissimo al gusto, facile da bere, lineare, diretto e senza impegno. Ci troviamo di fronte ad un vino base di assoluto rispetto.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Siamo giunti dunque alle nostre considerazioni finali e vogliamo incominciare a parlarvi delle annate provate. Note che non tengono conto soltanto dei limiti che possono nascere da sessioni di degustazione per alcuni versi ridotti, quando si vuole parlare soltanto di eccellenza, ma che si ampliano grazie ad un discorso professionale fatto di continui assaggi sul campo, anche al di fuori della Guida. Iniziamo dalla 2001. Davvero un’annata interessante per qualità e longevità, si esprime attraverso vini già di facile interpretazione aromatica, anche se, per gli esemplari più importanti, conseguenti alla vinificazione di uve dalla ottima maturazione fenolica, il loro processo di maturazione e di evoluzione del profilo olfattivo è molto rallentato ed avrà bisogno di tempo prima di potersi esprimere con i giusti tratti. Al palato si caratterizzano, mettendo in risalto il giusto equilibrio tra estratto e acidità. Ci sarebbe invece da sorvolare quando si vuole analizzare gli aspetti della 2002. Un’annata molto difficile, dove in molti non hanno prodotto Brunello, anche se, mettendoci molto coraggio, qualcuno lo ha prodotto, riducendo drasticamente la produzione e scegliendo di vinificare, viste le continue pioggie, soltanto le uve dall’aspetto sanitario perfetto. Ci sarebbe da dire che, chi possiede qualche bottiglia in cantina di questo millesimo, di non credere di avere dei vini immortali e di non ritardare di molto la stappatura. Sempre che sull’etichetta non compaia il nome di un certo Gianfranco Soldera, perchè allora il discorso cambierebbe di molto. Anche raccontare di un’annata come la 2003 è problematico. Come tutti ormai sappiamo, è stata altrettanto difficile, anche se per effetti contrari alla 2002. Troppo calda. Le temperature elevate presenti durante tutto il processo di maturazione delle uve, ha scaturito una corsa a salvare in qualche modo il raccolto, ricorrendo ad una vendemmia anticipata, al fine di salvaguardare quel poco di acidità che era rimasta e per riuscire a controbilanciare in qualche modo delle concentrazioni zuccherine elevate, con la conseguenza disastrosa, ai fini degli equilibri, di un’imperfetta maturazione fenolica. Per quanto ci riguarda, tutti noi avremmo preferito che nella maggior parte dei casi, non fosse prodotto vino, ma sappiamo le difficoltà che si sarebbero verificate, nel produrre Brunello per due anni di fila, dimenticandosi come più volte in passato, si sono verificare queste problematiche e chiedendo sacrifici da parte dei produttori, ben più elevate. Infatti, ora questi risultati sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo vini che impersonificano delle strutture importanti vedi imponenti, spessori massicci, non adeguatamente sostenuti dalle freschezze, con astringenze importanti dati da tannini spesso troppo evidenziati, in seguito a queste maturazioni fenoliche non ottimali, che ne frenano la progressione. E vogliamo parlare dei profili aromatici con sentori marmellatosi o frutti troppo “cotti” ? La 2004 invece è considerata una bellissima annata. Ha dato risultati ottimi, con vini giocati sui binari dell’equilibrio, dotati di un frutto fragrante ed quel giusto e lieve accenno di speziatura. Stranamente, abbiamo rilevato come tantissimi vini, si presentino da sempre con quadri aromatici già ben aperti e già particolarmente serbevoli nella beva, aiutati anche da tannini minuti, fini e ben integrati. Ci sarebbero delle premesse che farebbero pensare a vini non longevi, ma daranno modo di dimostrare di sfidare il tempo. La 2005, è stata salutata come un’annata calda, pur non avendo ovviamente gli estremismi della 2003. Ci verrebbe da definire discreta, con risultati che si dimostreranno più o meno positivi e fondamentali ai fini della longevità, a seconda delle provenienze aerali delle diverse uve. Ma di questa 2005, ne avremo modo di parlarne in maniera più ampia il prossimo anno, quando affronteremo appunto le degustazioni dei Brunelli di questo millesimo. La 2006 si dimostra già molto interessante. Premesse avute grazie ai positivi assaggi premonitori dei “Rossi”, vini dotati di spessore, agilità e di una buona tenuta nel tempo. Si può definire quindi un’annata più che positiva in generale. La 2007, ha delle caratteristiche per certi versi simili alla 2006, anche se i “Rossi” presentano delle acidità più nervosette, spessori più densi e delle sensazioni pseudo-caloriche più marcate, date dall’alcol. Parlare ora della 2008 sarebbe abbastanza prematuro. Quello che possiamo dirvi in questo momento, è l’ottimismo raccolto in giro tra i diversi produttori, riportandoci le loro impressioni che si rivelano molto rosee. Sempre che questo sia vero e che non sia giunto anche a Montalcino, il virus che dice che ogni anno è l’annata del secolo.
Abbiamo parlato di aerali ed è quindi arrivato il tempo di spiegare cosa siano. Prima di tutto permetteteci di dire quello che per noi rappresenta Montalcino nel mondo. I recenti scandali non sono stati sufficienti ad abbattere questa roccaforte vinicola. Così come non sono bastate, a scalfirne in parte la solida roccia, le più pessimistiche previsioni da parte di quei “avvoltoi”, che sembravano essere arrivati a scrivere definitivamente la parola fine e cancellare con un colpo di spugna la prestigiosa storia vinicola di questo paese. Anzi, sembra quasi che tutto questo abbia toccato nel profondo l’animo condottiero e nobile degli ilcinesi e li abbiano portati ad assumere un ruolo di maggiore coalizione. Più incisivo e più forte di prima, mantenendosi oggi in una posizione ancora molto salda.
Questa realtà, tolte quel pugno di aziende che controllano la maggior parte della produzione ilcinese, è rappresentata da tanti piccoli produttori che del vino e per il vino, vivono. Reagendo con onore e con spirito battagliero, i continui attacchi mediatici. Tali produttori hanno sempre mantenuto nel tempo una coerenza filosofica produttiva che non è stata mai attaccabile da alcuna influenza esterna. Ancora oggi, il loro modo di “lavorare” la terra, il loro modo di “trattare” e di “amare” il Sangiovese, li ha portati ad avere dei risultati su quale sia il loro terroir di origine, sempre più riscontrabili in bottiglia. Elogiabile è anche l’aspetto di come, durante tutto il corso della vinificazione e l’affinamento di questi vini, che siano Rossi o Brunelli, riescano a mantenere sempre intatto il loro modo di lavorare, all’insegna del più naturale possibile e nel pieno rispetto del Sangiovese. Il bellissimo risultato è quella di avere oggi, vini, che presentano complessità aromatiche fatte di piccole sfumature. Sensazioni difficili da tradurre in parole scritte, che si modificano in positivo con il lento passare del tempo e che vedono giocare le migliori carte nel tempo, mettendo in rilievo tutta la loro finezza ed eleganza. Caratteristiche che poi si riversano al palato con la medesima sintonia, svolgendo un ruolo da apripista a strutture non iperconcentrate e invadenti e dove l’acidità risulta piacevolmente articolata dalla sapidità e dalla mineralità. Tutte caratteristiche queste che danno aspetti caratteriali ben precisi, non solo di riconoscibilità territoriale ma anche di riconducibilità ogni singola annata.
E’ comunque molto difficile e troppo generalista, pretendere di dare delle descrizioni precise ai profili stilistici, per esempio di Sant’Angelo in Colle o Castelnuovo dell’Abate, questo perchè la collina di Montalcino si è formata in più ere geologiche. Quest’ultime capaci di dare dei profondi stacchi di conformazione, anche all’interno dello stesso vigneto. Quindi sappiamo come tutto questo può incidere in maniera determinante sui vini, se per esempio dovessimo degustare due esemplari, provenienti da due produttori diversi all’interno dello stesso aerale e “uguale” nel loro tipo di vinificazione. Cerchiamo invece di dare risalto, nelle spiegazioni degli aspetti caratteriali dei quattro areali, più che altro dando maggiore importanza alle tipologie climatiche e dei terreni in generale. Incominciamo dall’aerale nord. Presenza di terreni fertili, ricchi e sciolti che sulla carta, sarebbero traducibili in Brunelli robusti, di buon corpo e dove il quadro aromatico può cambiare sensibilmente, più di altre zone, tra un’annata e l’altra, questo perchè il clima continentale viene condizionato dalle temperature, a seconda della frequenza dei “soffi” di Tramontana. L’aerale sud, presenta terreni ricchi di scheletro e calcare, meno fertili, ove si producono Brunelli dotati di profondità e con una maggiore componente alcolica presente, date da concentrazioni zuccherine che risultano sovente essere sopra la media per via delle temperature medie più elevate rispetto ad altre zone. Questo per il fatto che ci troviamo in una conca naturale riparata. L’aerale est ha terreni più difficili da catalogare. Si trova di fronte al Monte Amiata, zona notoriamente ventosa, dove i vigneti sono posizionati ad una maggiore altitudine e dove si producono vini più “freddi”, dotati di una acidità più spiccata, più snelli e meno profondi di quelli prodotti a Sud. L’aerale ovest, sente i condizionamenti dovuti alla “vicinanza” dal mare che dista ad una quarantina di Km circa in linea d’aria. I terreni sono per lo più sassosi e più grossolani, di conseguenza abbiamo vini che possiedono una buona struttura e sono di natura molto serbevoli.
Vorremmo chiudere il nostro lungo discorso su Montalcino ed i suoi vini, dandovi ulteriori informazioni sulle annate in commercio. L’annata 2004, attualmente in vendita, è stata valutata come eccezionale avendo avuto come riconoscimento, il punteggio massimo dato dal Consorzio. Maggiore valore è stato dato anche per il fatto di essere venuta dopo due vendemmie difficili. Tuttavia, questo non ha facilitato l’approccio verso il consumatore finale ed ha presentato delle notevoli difficoltà, fin dal suo esordio sul mercato, nella loro promozione. Con questo, non ci riferiamo soltanto all’atteggiamento sfiduciato e perplesso del consumatore, in seguito alle vicende giudiziarie che ha coinvolto Montalcino, ma imputiamo un ruolo determinante alla situazione di crisi generale dell’intero comparto vinicolo, nonchè ristorativo. Detto questo, noi oggi possiamo solo guardare al futuro adottando una condotta ottimistica, a costo di sembrare ridicoli nell’apparenza, dicendo che mai come oggi, abbiamo a Montalcino un numero così elevato di vini di altissimo livello, fatte di numerose proposte che incarnano uno spirito naturale e che parlano sempre di più la lingua del Sangiovese. Capaci di esprimere quelle differenze già dette più volte nel nostro articolo, in virtù di una loro maggiore riconoscibilità territoriale. Vogliamo dire tutto ciò con orgoglio e con gioia, riconoscendo le mille problematiche e riconoscendo che a Montalcino si possa e si debba fare ancora molto. Ma questa fierezza la dobbiamo esportare, facendo sapere a tutto il Mondo che non esistono solo la Borgogna e le Langhe, se uno vuole trovare in un bicchiere di vino, quelle differenze territoriali nei vini di una regione, dando modo a tutto il comparto ilcinese di scendere da quel piedistallo fatto dal ruolo elitario che si assumeva in passato, quando ci si poteva permettere di bere una bottiglia di Brunello. Come? Iniziando a lavorare sulla promozione e sulla comunicazione di quei vini chiamati Rosso di Montalcino, approfittando di due annate come la 2006 e la 2007. Diverse, ma entrambe molto buone. La loro comunicazione deve essere effettuata in maniera diversa da quanto fatta fino ad oggi, dove questi vini venivano spesso consumati come ripiego dato dal “vorrei ma non posso”, se uno non si poteva permettere di bere Brunello. Quel famoso rapporto qualità-prezzo che in molti predicano e pretendono, può davvero rappresentare il loro plus. Quindi, devono essere ulteriormente ridimensionati nei prezzi di acquisto per permettere a sempre più gente di incominciare ad allenarsi con il palato ed avvinicinarsi a quello che è il reale carattere del Sangiovese e lasciare alla denominazione Sant’Antimo, lo svolgimento del ruolo di raccoglitore di vini piacioni e beverini, adatti anche ad un certo tipo di palato. Invochiamo quindi maggiore fruibilità dei Rossi, presentarsi alla gente come biglietto da visita ed essere pronti, quando i “fratelli maggiori” di pari annata saranno pronti a scendere in campo, a vincere la partita della loro vita.
NON ABBIAMO POTUTO DEGUSTARE…
– Purtroppo non ci sono stati inviati i campioni di Brunello di Montalcino Vigna degli Angeli La Gerla e di Brunello di Montalcino Ugolaia Lisini, due importanti capisaldi della produzione ilcinese, sempre collocati ai vertici.
Articolo a cura di Cristiano Cini
Referente regionale per la Toscana.
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Sicilia
– I vini bianchi e rossi dell’Etna
Le sessioni di degustazione si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
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Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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