Articolo a cura di Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Ritorniamo a parlarvi dei bianchi del Friuli Venezia-Giulia. Dopo avervi già introdotto ai vini di questa regione, con la nostra prima parte, attraverso il racconto delle eccellenze enologiche di Chardonnay, Friulano, Malvasia e Pinot Bianco, oggi tocca alla seconda parte. Per certi versi è anche quella di maggior peso e aspettativa, in quanto, quando si parla di Pinot Grigio, Sauvignon, uvaggi o assemblaggi, se chiedete alla gente quali secondo loro e dove vengono prodotte le più importanti espressioni di questi vitigni, in molti vi risponderanno citando i vini del profondo nord-est. Pensiamo di avervi messo a disposizione una panoramica importante ed abbastanza esauriente, del meglio di questa regione, pur volendo conservare, il pieno rispetto delle altre produzioni, anche di vitigni e aziende non raccontati sulla nostra Guida.
Due piccole premesse, prima di lasciarvi al racconto dei vini. La prima, riguarda l’inserimento di due vini, all’interno delle nostre sessioni, che riguarda un’azienda che, nonostante i nostri contatti via mail e telefonici, non abbiamo ottenuto l’adesione da parte loro e quindi il conseguente invio dei campioni. Di conseguenza, abbiamo ritenuto doveroso, per una completezza di informazioni, di acquistare le bottiglie dei due vini di punta, della produzione di Silvio Jermann: Il Vintage Tunina ed il Capo Martino. Al momento di chiusura delle nostre sessioni, abbiamo trovato soltanto la 2006 in commercio, con la speranza, già dalla prossima edizione, di averli presenti in Guida e di potervi quindi raccontare le anteprime in tempo reale, delle annate di futura commercializzazione. La seconda invece, riguarda alcuni vini bianchi piemontesi, inseriti come virus all”interno delle nostre sessioni. Tali vini sono stati contrassegnati con l’asterisco.
Per prima cosa la nostra consueta piccola legenda su come orientarsi all’interno dei nostri articoli riguardanti la nostra Guida dei Vini. Al primo punto troverete subito la graduatoria finale, che è scaturita al termine delle nostre sessioni.Veingono visualizzati in questo punto, i soli punteggi. Per quanto riguarda il Friuli Venezia-Giulia, tale graduatoria, è stata suddivisa per vitigno, punteggio e in caso di medesima valutazione, è stato seguito l’ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale, dove potrete accedere a dati, recapiti e, a breve, alle corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
Non ci resta che augurarvi buona lettura…
1) LA GRADUATORIA:
Pinot Grigio
88/100 – Isonzo Pinot Grigio Rive Alte Sot Lis Rivis Ronco del Gelso 2008 (Cat. C)
87/100 – Collio Pinot Grigio Colle Duga 2008 (Cat. B)
87/100 – COF Pinot Grigio Livio Felluga 2008 (Cat. B)
87/100 – Collio Pinot Grigio Riserva Mongris Marco Felluga 2006 (Cat. C)
87/100 – Collio Pinot Grigio Toros 2008 (Cat. D)
87/100 – Collio Pinot Grigio Villa Russiz 2008 (Cat. B)
87/100 – COF Pinot Grigio Ipso Volpe Pasini 2006 (Cat. D)
86/100 – Collio Pinot Grigio Castello di Spessa 2008 (Cat. B)
86/100 – Isonzo Pinot Grigio Gris Lis Neris 2007 (Cat. C)
85/100 – Collio Pinot Grigio Colmello di Grotta 2008 (Cat. B)
85/100 – Collio Pinot Grigio Mongris Marco Felluga 2008 (Cat. A)
84/100 – Collio Pinot Grigio Livon 2008 (Cat. B)
84/100 – Collio Pinot Grigio Russiz Superiore 2008 (Cat. C)
83/100 – COF Pinot Grigio La Viarte 2008 (Cat. B)
83/100 – Collio Pinot Grigio Schiopetto 2008 (Cat. B)
83/100 – Collio Pinot Grigio Jesera Venica 2008 (Cat. B)
83/100 – COF Pinot Grigio Zuc di Volpe Volpe Pasini 2008 (Cat. B)
81/100 – COF Pinot Grigio Le Vigne di Zamo’ 2008 (Cat. B)
81/100 – COF Pinot Grigio Rocca Bernarda 2008 (Cat. A)
Sauvignon
88/100 – Collio Sauvignon Renato Keber 2007 (Cat. E)
88/100 – COF Sauvignon Scubla 2008 (Cat. B)
87/100 – Collio Sauvignon Segrè Castello di Spessa 2008 (Cat. D)
87/100 – Isonzo Sauvignon Picol Lis Neris 2007 (Cat. )
87/100 – Collio Sauvignon Russiz Superiore 2008 (Cat. C)
87/100 – Collio Sauvignon Ronco del Cerò Venica 2008 (Cat. C)
*87/100 – Langhe Bianco Bricco Rovella Parusso 2006 (Cat. D)
86/100 – Collio Sauvignon Colle Duga 2008 (Cat. B)
86/100 – COF Sauvignon Livio Felluga 2008 (Cat. B)
86/100 – Collio Sauvignon Grici Renato Keber 2005 (Cat. E)
86/100 – COF Sauvignon Ronchi di Manzano 2008 (Cat. B)
86/100 – Collio Sauvignon Riserva Russiz Superiore 2005 (Cat. D)
86/100 – Collio Sauvignon de La Tour Villa Russiz 2008 (Cat. E)
86/100 – Langhe Bianco Matteo Correggia Correggia 2006 (Cat. D)
85/100 – Collio Sauvignon Schiopetto 2008 (Cat. B)
85/100 – COF Sauvignon Zuc di Volpe Volpe Pasini 2008 (Cat. B)
85/100 – Collio Sauvignon Ronco delle Mele Venica 2008 (Cat. E)
84/100 – COF Sauvignon La Viarte 2008 (Cat. B)
83/100 – Collio Sauvignon Colmello di Grotta 2008 (Cat. B)
82/100 – COF Sauvignon Rocca Bernarda 2008 (Cat. A)
81/100 – COF Sauvignon Le Vigne di Zamo’ 2008 (Cat. B)
I Blend
*93/100 – Vdt St Marsan Bertelli 2003 (Cat. F)
92/100 – Collio Bianco Studio di Bianco Borgo del Tiglio 2007 (Cat. F)
90/100 – Venezia Giulia IGT Capo Martino Jermann 2006 (Cat. F)
89/100 – Venezia Giulia IGT Bianco Lis Lis Neris 2006 (Cat. E)
89/100 – Collio Bianco Zuani 2007 (Cat. D)
88/100 – COF Rosazzo Terre Alte Livio Felluga 2007 (Cat. F)
88/100 – Venezia Giulia IGT Vintage Tunina Jermann 2006 (Cat. F)
88/100 – Collio Bianco Jelka Picech 2007 (Cat. B)
87/100 – COF Rosazzo Ronco delle Acacie Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. D)
87/100 – Venezia Giulia IGT Mario Schiopetto Schiopetto 2007 (Cat. D)
87/100 – COF Bianco Pomèdes Scubla 2007 (Cat. D)
87/100 – Collio Bianco Vigne Zuani 2008 (Cat. C)
*87/100 – Monferrato Bianco Pafoj Icardi 2008 (Cat. D)
86/100 – COF Bianco Illivio Livio Felluga 2007 (Cat. D)
85/100 – Venezia Giulia IGT Bianco Arbis Blanc Borgo San Daniele 2007 (Cat. D)
84/100 – Collio Bianco Rosenplatz Livio Felluga 2007 (Cat. B)
84/100 – COF Bianco Liende La Viarte 2008 (Cat. B)
84/100 – Venezia Giulia IGT Blanc des Rosis Schiopetto 2008 (Cat. B)
83/100 – Collio Bianco Speziale Scubla 2008 (Cat. B)
83/100 – Venezia Giulia IGT Ronco di Corte Le Vigne di Zamò 2007 (Cat. C)
Attenzione!!! I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Pinot Grigio
88/100 – Isonzo Pinot Grigio Rive Alte Sot Lis Rivis Ronco del Gelso 2008 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Grandissima prova del Sot Lis Rivis di Giorgio Badin, che colpisce già all’aspetto visivo per la sua veste color paglierino intenso con riflessi verde-mare. Una volta portato al naso non si lascerà scordare tanto facilmente. E’ un intrigo di aromi di pesca, pera, melone, arancia candita, geranio e mandorla. Al gusto è caratterizzato, come tutti i suoi vini, da una base di grande morbidezza e avvolgenza, dove si fa spazio con temperamento, degli acuti di freschezza, dati da acidità e sapidità. Chiusura elegante. Bel vino. Anzi, di più!
87/100 – Collio Pinot Grigio Colle Duga 2008 (Cat. B)
Ancora un’ottima prestazione per Damian Princic, che ancora una volta riesce a produrre un Pinot Grigio che conquista e convince per uno spettro aromatico che nobilita questa varietà, dando uno stile abbastanza originale. Con quel suo carattere un po’ “vanitoso”, che si guarda con piacere e si mostra al suo consumatore con piacevolezza, ma senza trascurare mai il peso e la misura.
87/100 – COF Pinot Grigio Livio Felluga 2008 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Crediamo di aver di fronte, per quanto concerne i vini monovitigno della Livio felluga, una delle prove più convincenti mai prodotte da questa azienda. Un vino di peso, ma che si mantiene agile e fresco, senza mai indugiare, cosa alquanto rara quando si parla delle diverse interpretazioni aziendali nella “lavorazione” di questo vitigno. Dorato alla vista e consistente nella scorrevolezza, con richiami di pesca, pera, iris e glicine. La gustativa è ricca e variegata, scattante e articolata, lunga e sostanziosa.
87/100 – Collio Pinot Grigio Riserva Mongris Marco Felluga 2006 (Cat. C)
Un vino convincente, dove constatiamo una pregevole attenzione nel processo di “elevage”, scegliendo di affinare solo un terzo della massa in botti da 5 hl. che non svilisce nel carattere il frutto del vino. Un colore dorato pieno, carico e attraente, delle profumazioni mirabolanti con effluvi di vaniglia, caffè, creme, spezie e tanto altro. Ingresso caldo e deciso, acidità presente ed integrata a svolgere la sua mansione ed un finale tostato accattivante. Un vino che si può definire di ottima fattura ed interpretazione che posa le basi per un futuro, anche nei prossimi millesimi, radioso e che sarà capace di mostrare maggior carattere. Per ambire a ben altre sfere.
87/100 – Collio Pinot Grigio Toros 2008 (Cat. D)
Certo, non ci voleva di certo il Pinot Grigio 2008 per convincerci e per assodare la netta conferma della qualità vinicola di questa azienda magistralmente condotta da Franco Toros. Tant’è, che risulta difficile trovare molte altre aziende, che presentano una qualità così elevata su tutti i vini e presentare una dimostrazione di coerenza stilistica e rispetto del carattere dell’uva, in perfetta simbiosi. Tutto perfetto, tutto al suo posto, nessuna sbavatura, tanto da credere che quella tendenza amarognola sul finale della gustativa, sia decisamente voluta.
87/100 – Collio Pinot Grigio Villa Russiz 2008 (Cat. B)
Possiamo cambiare le carte, possiamo cambiare anche gioco, ma se sommiamo gli addendi riguardanti le note sensoriali di un vino nel bicchiere, ci portano come risultato, uno stile caratteriale e stilistico molto riconoscibile e riconducibile al timbro aromatico che hanno tutti i vini di questa azienda. Tratti aromatici caldi e suadenti, rinfrescati da sentori di erba medica. Al palato è subito secco, prima di dare spazio ad una passeggiata lunga e potente, dipanandosi attraverso un profilo lineare e suadente.
87/100 – COF Pinot Grigio Ipso Volpe Pasini 2006 (Cat. D)
Vi suonerà strano, sentire parlare di un vino targato 2006, come di un esemplare che avrà ancora bisogno di tempo per esprimersi appieno. Il profilo aromatico, in questo momento, attraversa una fase di chiusura aromatica bisognosa di molta ossigenazione nel bicchiere, prima di poterlo apprezzare. Un frutto caldo, dolce e maturo, si alterna a note di frutta ancora croccante e molto fresca, ravvivata da note rinfrescanti di salvia e pietra focaia. Al palato è avvolgente, morbido, ancora in cerca del suo equilibrio e della sua stabilità, con un’acidità presente e vivace. Da attendere.
86/100 – Collio Pinot Grigio Castello di Spessa 2008 (Cat. B)
Il Collio Pinot Grigio del Castello di Spessa, presenta anch’esso, i medesimi tratti aziendali marcati sulla morbidezza e sulle sensazioni pseudo caloriche date da alcolicità abbastanza evidenti. Li ritroviamo sia al naso, con sentori caldi, dolci, di frutta matura e di frutta esotica, sia in bocca, dove gioca tutte le sue carte sulle prime battute di equilibrio e morbidezza, salvo tralasciare lo sviluppo gustativo in seconda battuta.
86/100 – Isonzo Pinot Grigio Gris Lis Neris 2007 (Cat. C)
Se vi fermate ad “ascoltare” il bicchiere dei 2007 di Lis Neris, avrete quasi la convinzione che in ognuno di essi, vi sia un racconto che vede come protagonista, un Alvaro Pecorari non al 100% soddisfatto di questa annata. Motivo in più se vi accingete a degustare un Pinot Grigio, che rappresenta più di ogni altro, il vitigno di riferimento di Alvaro e attraverso il quale, soprattutto in annate come la 2006, esprime attraverso il vino, tutta la sua passione e l’amore per questa terra. Il risultato è tutto racchiuso in un profilo aromatico elegante ed invitante come al solito, ma con un frutto che tratteggia aromi “più cotti” del normale, con rimandi che sfumano addirittura sulle foglie di tè. Vero è, che stiamo parlando di un’annata calda, ma il rilievo palatale mette in mostra e raddrizza il vino su binari lineari, regalando dei percorsi mentolati, certamente sapidi e minerali. Alla luce di tutto questo, comprendiamo per l’ennesima volta che, se è vero che il vino si fa’ in vigna, è altrattanto vero, che la mano del vigneron è allo stesso modo importante.
85/100 – Collio Pinot Grigio Colmello di Grotta 2008 (Cat. B)
Passo dopo passo, annata dopo annata, vino dopo vino, ecco che la proposta vinicola di Colmello di Grotta si fa sempre più convincente. Splendido l’impianto olfattivo che regala note di mela golden,pera e riflessi di susina bianca. La bocca è molto fresca e leggiadra, con fedele riproduzione aromatica e contrappunti minerali che esauriscono l’analisi. Un pizzico di complessità e di personalità in più e chissà…
85/100 – Collio Pinot Grigio Mongris Marco Felluga 2008 (Cat. A)
Un vino attraverso il quale, ci piacerebbe trovare da parte di Marco Felluga, maggiore personalità, viste le possibilità e la passione che ci mette in questo vitigno. Un vino che attualmente si limita a piacere (e molto…) ma non a sbilanciarsi più di quel tanto, buon frutto e buona fruttosità dei profumi, beva di sostanza, lineare e di buona freschezza. Viste le caratteristiche di classe ed eleganza della “sua” riserva, sicuramente lo vedremo e lo vorremmo in futuro, con un piglio più deciso.
84/100 – Collio Pinot Grigio Livon 2008 (Cat. B)
Rimane una netta conferma della tipologia, anche se una ricercata piacevolezza a tutti i costi in questa versione, limita personalità e punteggio. Caudalies di mela renetta, pera bianca e nocciola, frutto succoso, croccante e incisivo, ove un’articolazione di grande rilievo unisce acidità e morbidezza, svolte minerali e avvolgenza. Peccato che viene finalizzato il tutto, un po’ troppo presto.
84/100 – Collio Pinot Grigio Russiz Superiore 2008 (Cat. C)
All’olfatto offre sicuramente una prova più articolata ed un frutto più polposo rispetto alla versione prodotta dall’altra azienda di proprietà di Marco Felluga. Ma è il palato ad offrire una caratteristica in apertura molto asciutta, che ne compromette lo sviluppo al palato. Da dimenticare ancora in bottiglia per qualche mese, prima di rivederlo in maggiore forma.
83/100 – COF Pinot Grigio La Viarte 2008 (Cat. B)
Cosa dire di nuovo per il Pinot Grigio 2008 de La Viarte, di quanto già ripetuto nelle spiegazioni degli altri vini? Quello che possiamo fare invece, è di chiedergli in futuro, di voler osare un attimo di più sul piano del carattere e dell’incisività. Di dare una maggiore espressività aromatica, oggi troppo in linea e troppo vicina a quanto già espresso attraverso il frutto degli altri vitigni.
83/100 – Collio Pinot Grigio Schiopetto 2008 (Cat. B)
Il Pinot Grigio di Schiopetto, non cambia mai di una virgola. Sta tutto rinchiuso (e racchiuso…) con le proprie cose, ognuna al suo (fin troppo…) posto. Vorremmo chiedergli ai fratelli Schiopetto di ricercare maggiormente dei rischi, al fine di riscontrare maggiore personalità nei loro vini? Voi lo chiedereste ad un pittore classicista di tramutare il suo stile in una versione più moderna? Noi non ce la sentiamo. Quindi, passato, presente e futuro che sono una garanzia con il timbro dato nuovamente alla sicurezza di non sbagliare mai. Quando si sceglie un vino di questa casa.
83/100 – Collio Pinot Grigio Jesera Venica 2008 (Cat. B)
Di un’azienda che concettualmente “targa” i propri vini in maniera coerente e con uno stile del tutto riconoscibile, non resta molto da puntualizzare, se non il fatto di poter rilevare in modo costante azzeccate interpretazioni di uve e terroir, anche se concettualmente facciamo fatica a “digerire” questo tipo di versioni dorate tendente all’aranciato, per via della breve macerazione a contatto con le bucce. Al naso offre sentori di mela, fragola e lampone, caldo e fresco, tocco minerale che accosta il frutto e lo rende agevole e molto fresco, anche nella beva.
83/100 – COF Pinot Grigio Zuc di Volpe Volpe Pasini 2008 (Cat. B)
Un Pinot Grigio concettualmente ben fatto e senza sbavature frutto della sapiente e capace arte di vinificazione di questa azienda. Un frutto al suo posto, senza volontà di strafare, elegante e pulito, con un lieve accenno speziato. In bocca è equilibrato, non di grandissimo spessore, con un’acidità viva ed integrata e la giusta sapidità sul finale. Siamo convinti che troveremo in futuro, una maggiore presa di posizione anche sulla personalità dei vini della linea Zuc di Volpe.
81/100 – COF Pinot Grigio Le Vigne di Zamo’ 2008 (Cat. B)
Inutile ribadire che continuiamo a non comprendere se hanno un senso, le versioni cosiddette ramate del Pinot Grigio ottenute con la parziale macerazione delle bucce. Quello di Le Vigne di Zamo’ si offre quindi con la sua veste color buccia di cipolla, al naso si apre con effluvi di ribes e carruba. Ma è il palato a rallentare il passo, che detta una discreta freschezza del frutto, ma lo sviluppo è frenato da una sensazione quasi tannica che lo asciuga e ne compromette l’eleganza in chiusura di bocca.
81/100 – COF Pinot Grigio Rocca Bernarda 2008 (Cat. A)
Generalmente segue la linea degli altri monovitigno di Rocca Bernarda, anche se nel Pinot Grigio la correlazione naso-bocca è più contraddistinta da una maggiore persistenza sul piano gustativo, ottima spinta acida con un finale spezie piccanti del frutto e una inusuale ma piacevole nota di fiori di camomilla che chiude l’assaggio.
Sauvignon
88/100 – Collio Sauvignon Renato Keber 2007 (Cat. E)
Proprio così. Una volta scoperte le bottiglie, riscontriamo che il Sauvignon “normale” di Keber l’ha spuntata sul Grici dello stesso produttore. Ritroviamo un espressione ed un’espressività nel Sauvignon di Renato Keber che vira verso un profilo vegetale e agrumato, per poi sfoderare ampiezza freschezza, con estrema nitidezza e timbro di grande articolazione, che ci ha fatto esclamare: “Ah…però!”
88/100 – COF Sauvignon Scubla 2008 (Cat. B)
Si tratta semplicemente di un’attenzione e di una trasformazione del frutto uva che riesce a raggiungere vette talvolta atipiche ma con delle componenti sgargianti e curiose, a cui si aggiunge una rappresentazione che oltre alla forma coniuga tanta sostanza. Ecco, vi abbiamo descritto semplicemente…il Sauvignon di Roberto Scubla.
87/100 – Collio Sauvignon Segrè Castello di Spessa 2008 (Cat. D)
Anche la versione 2008 del Sauvignon Segrè del Castello di Spessa, si conferma una tra le più importanti interpretazioni stilistiche regionali di questo vitigno. Riscontriamo come la sensazione pseudo-calorica data dall’alcol, caratteristica abbastanza normale nei vini di questa azienda, sia gradevolmente assorbita e “digerita” in presenza di uno spessore più importante e con un’acidità più “nervosetta” che ne rinfresca la beva e lascia lo spazio all’articolazione della sapidità sul finale. Applausi.
87/100 – Isonzo Sauvignon Picol Lis Neris 2007 (Cat. )
Quest’anno è il Sauvignon Picol ad aggiudicarsi la pole position tra i cru di Alvaro Pecorari. Al naso esprime un frutto sicuramente più agile e più verde, ancora in divenire, con tonalità erbacee fresche. Al palato si offre con pizzico in più di “nervosismo”, dato dagli acuti dell’acidità e della sapidità. Siamo stati piacevolmente stupiti, in quanto, le sensazioni calde e mature date dalla 2007 che avevano già dato il loro avvertissement già sui vini freschi aziendali lo scorso anno e che avevano coinvolto anche il Sauvignon “base”, abbia avuto un risvolto nel Picol, trasformandosi, mettendo la freccia e cambiando la marcia. E via per mille altre nuove avventure…
87/100 – Collio Sauvignon Russiz Superiore 2008 (Cat. C)
Il Sauvignon di Russiz Superiore è sempre una garanzia, confermata anche in questa versione, con un varietale che non si limita alle espressioni verdi e vegetali del vitigno, ma è arricchita da una prova di maturità delle uve, attraverso l’espressione del frutto con sensazioni di mela golden e pesca che lascia spazio al finale esotico molto intrigante. In bocca è un campione positivo di “tensione nervosa” data dall’acidità e dalla beva molto rinfrescante, verde e cristallina. Finale sapido ed elegante.
87/100 – Collio Sauvignon Ronco del Cerò Venica 2008 (Cat. C)
Ormai possiamo dire di essere abituati alle sorprese nelle nostre degustazioni. Anche quando i risultati, nel caso di Venica, dicono che il Ronco del Cerò ha avuto la meglio sul Ronco delle Mele, ovvero il fratello (mica poi tanto maggiore…) che gode di maggior fama. Che bel vino! Dotato di una splendida colorazione cristallina. Al naso abbiamo mango e papaya, menta e basilico, pietra e sale; disposizione guidata dalla freschezza, sviluppo corrispondente senza intercedere, finale in souplesse con passione minerale. Vino da bere!
*87/100 – Langhe Bianco Bricco Rovella Parusso 2006 (Cat. D)
Conoscendo la proverbiale passione dedita alla coltivazione del Sauvignon di Marco Parusso, abbiamo pensato di introdurlo come virus, proprio quì. Insieme ai “mostri” dell’enologia friulana. Con la 2006, Marco raggiunge una delle vette più alte mai prodotte dal suo Bricco Rovella e dove l’annata è stata sicuramente di aiuto, dando quella giusta maturazione al vitigno, in una zona “difficile” come la Langa, visto che siamo vicini al Tanaro e non all’Isonzo o alla Loira. Il frutto è magnificamente in equilibrio con la “dolcezza” del legno. Sensazioni esotiche del vitigno che si fondono con quelle del rovere. Il vegetale che fa capolino senza mostrare cedimenti. Una gustativa lunga, fresca e vivace ed un finale molto elegante. Espressione anch’esso del nuovo corso di Marco Parusso.
86/100 – Collio Sauvignon Colle Duga 2008 (Cat. B)
E’ remota la storia vinicola di Damian Princic, ma è attualissima la sua concezione di intendere i vini del suo territorio, e in questo vino c’è eloquenza, coerenza stilistica e trasparenza cristallina. Frutto e note vegetali a prevalere senza disturbare, con una corrispondenza di bocca che traspare e riprende le note in piacevole armonia. Chiusura guizzante e fragrante.
86/100 – COF Sauvignon Livio Felluga 2008 (Cat. B)
Ottima espressione nobile del vitigno, manifestata con la classe stilistica di una delle più prestigiose aziende della regione. Il 2008 non delude, impronta olfattiva che danza tra note tipiche della varietà a tratti più gentili e femminei, con un seguito che non lascia dubbi. Al palato è suadente, franco, rapportato all’olfattivo in modo chiaro, sicuro e pieno di sé.
86/100 – Collio Sauvignon Grici Renato Keber 2005 (Cat. E)
Sicuramente la forza, la potenza e la prestanza del Sauvignon Grici di Renato Keber, vorrebbe fare assumere al vino, un ruolo di primissimo piano del panorama regionale. L’interpretazione stilistica, così come il bagaglio di personalità di questo vino, non è sicuramente da mettere in discussione. Quello che ci risulta discutibile, tanto da preferire di gran lunga la sua espressione “normale” raccontata sopra, è che ostenta degli elementi aromatici e gustativi, fin troppo “presenti” nel suo DNA. Anche attraverso il racconto di lievi accenni riconducibili allo zafferano, che ci proiettano in un viaggio con la mente con destinazione i vini dolci di Bordeaux, ma che alla fine risultano piacevoli ed intriganti, ma fondamentali al fine di poterlo gustare in armonia e con facilità di beva.
86/100 – COF Sauvignon Ronchi di Manzano 2008 (Cat. B)
Vi avevamo già parlato della conduzione aziendale sicura e di grande valore di Roberta Borghese, coniugata ai diversi climats dei “Colli”. Così come vi abbiamo già parlato che insieme potessero dare risultati molto soddisfacenti. Vino tipicamente vegetale con netti lampi fruttati ed uno sviluppo generale che va di pari rango, fresco e lineare, aromatico e avvolgente.
86/100 – Collio Sauvignon Riserva Russiz Superiore 2005 (Cat. D)
Perfetta riuscita per il Sauvignon Riserva di Marco Felluga, che ritrova i caratteri dominanti del vitigno e una nitidezza dichiarata che si ripropone alla gustativa con uno stampo fresco, lungo e armonico. Tra qualche anno, con un pizzico in più di esperienza in questa tipologia e in presenza di annate di qualità superiori, lo vedremo sicuramente navigare in piani molto più alti.
86/100 – Collio Sauvignon de La Tour Villa Russiz 2008 (Cat. E)
Il de La Tour è un simbolo ed un fuoriclasse in questa denominazione. E dal vino prodotto dall’azienda diretta con celebre maestrìa di vinificazione, dal Dott. Menotti, ci saremmo però aspettati di più. Il vino è qualitativamente valido e tecnicamente ben fatto come suo solito, ma avvertiamo nell’analisi generale del vino, un qualcosa di “incompleto”, che in questo momento ci fa pensare ad un pezzo mancante del puzzle e preferire la splendida versione del 2007. Si tratta solo di un passaggio momentaneo?
86/100 – Langhe Bianco Matteo Correggia Correggia 2006 (Cat. D)
Eccoci dunque ad un altro virus, proiettato nella “mischia” in questa sessione, proprio perchè convinti delle reali caratteristiche espresse dal Sauvignon dell’azienda condotta da Ornella Costa. Esaltata maggiormente dall’eleganza tutta al femminile di questa 2006, regalandoci un profilo olfattivo, non di grandissima complessità, ma molto particolare ed intrigante. In questo momento è preferibile di gran lunga nella fase olfattiva già piacevolmente equilibrata, mentre la gustativa ha ancora molta strada da fare, prima di trovare un suo assetto. Come dite? Stiamo parlando di un bianco del 2006? Di Langa?
85/100 – Collio Sauvignon Schiopetto 2008 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Nell’analisi organolettica del vino, riscontriamo che siamo chiaramente davanti all’ennesima prova positiva di uno dei tanti vini prodotti da questa storica casa, di una qualsiasi annata. La valutazione in centesimi è lì a dimostrarlo, pur non offrendo delle reali prove di personalità, capaci di andare oltre alle qualità intrinseche del vino. La decisione di accollare a questo vino la nostra valutazione più alta, ovvero l’Altissimo Ceto, è data dalla sua abilità di mostrarsi molto aggrazziato e di favorire una grandissima facilità di beva, già da subito e senza compromettere il suo futuro sviluppo in bottiglia.
85/100 – COF Sauvignon Zuc di Volpe Volpe Pasini 2008 (Cat. B)
Rispetto alle prove espresse dagli altri vitigni di pari linea della Volpe Pasini, ci saremmo aspettati un pizzico di vigore in più, date dalle reali possibilità di questa casa. Probabilmente, riconoscendo l’enorme potenziale che offre questo vino nello sviluppo, già ora espresso nella notevole versione targata 2007, potrà sicuramente crescerenei prossimi mesi. Così come siamo altresì convinti che avremmo potuto trovare, nella 2008, un frutto più dettagliato e variegato. Un vino da comprare e da abbandonare qualche mese in cantina, prima di cominciare a stappare le prime bottiglie.
85/100 – Collio Sauvignon Ronco delle Mele Venica 2008 (Cat. E)
Vi abbiamo già introdotto, parlando del Ronco del Cerò, come la nostra commissione si sia trovata unita nell’esprimersi in maniera sostanziale nei verdetti dei due Sauvignon di casa Venica. Così troviamo che la cremosità e l’esuberanza del Ronco delle Mele abbia trovato delle difficoltà di apprezzamento generale, rispetto all’eleganza, la gentilezza e la linearità del Ronco del Cerò, pur riconoscendogli la loro diversa collocazione sul piano dello spessore.
84/100 – COF Sauvignon La Viarte 2008 (Cat. B)
Naturale, lineare, diretto e cristallino e il 2008 del Sauvignon de La Viarte. Un vino che acquista maggiore definizione del frutto, rispetto alla versione passata, con tonalità molto più vivaci e vigorose. Un corpo snello, che non colpisce per il suo spessore, ma che si offre gentile, sottile, immediato e molto equilibrato.
83/100 – Collio Sauvignon Colmello di Grotta 2008 (Cat. B)
Il colore riflette le tonalità vivaci e la luminosità di un vino bianco da ultima vendemmia. Il profumo vira su percorsi che rimandano al timo e all’alloro, con deviazioni molto apprezzate di pomodoro candito. Al gusto è caldo, morbido, anche se questa sua morbidezza rimane un limite, penalizzando una facilità di beva satura, dove la presenza di maggiore vivacità gustativa avrebbe segnato un vino, che poteva ambire ad altre posizioni.
82/100 – COF Sauvignon Rocca Bernarda 2008 (Cat. A)
Vino che mostra un bouquet atipico, speziato e tropicale, con un sorso che rivela una distinta sensazione pseudocalorica, accentuando la morbidezza di fondo. Pieno e fruttato con una scia stabile, ma poco rilanciata.
81/100 – COF Sauvignon Le Vigne di Zamo’ 2008 (Cat. B)
Purtroppo non ci è stato inviato il Vigna 50 anni, così ci troviamo ad analizzare il solo prodotto base dell’azienda. Un prodotto semplice, diretto e beverino che presenta i suoi maggiori limiti nella progressione gustativa, dove tende a congedarsi velocemente.
I Blend
*93/100 – Vdt St Marsan Bertelli 2003 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Un altro virus, questa volta introdotto nella degustazione dei blend friulani. Il St Marsan di Aldo Bertelli è un vino esotico, ricco, intrigante ed elegante, ottenuto dalla lavorazione delle uve di Marsanne e Roussanne, due varietà che trovano nel Rodano i loro vertici espressivi. Con questa annata, nonostante tutte le sue difficoltà, ha dimostrato che anche Costigliole d’Asti è diventata una meravigliosa culla per la coltivazione di questi due vitigni. Un vino di una complessità estrema, capace di mixare tonalità calde a sensazioni verdi e balsamiche. Una pienezza di bocca, esaltata sicuramente anche dal calore del millesimo di origine, con una lunghezza e una dinamicità che sembra non trovare fine, senza mai appesantire la beva, tenuta in piedi da una gradevole freschezza acido-sapida.
92/100 – Collio Bianco Studio di Bianco Borgo del Tiglio 2007 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Un vino emozionante, capace di tener testa alla grandezza della versione precedente, ottenuto dalla vinificazione e l’affinamento in legno di tre uve completamente diverse tra loro, che solo una mano ed un cervello appartenenti a quel personaggio imprevedibile che si chiama Nicola Manferrari, potevano prendere forma e corpo in perfetto equilibrio e fusione. Stiamo parlando di Tocai, Riesling e Sauvignon. Ognuno di questi vitigni è capace di donare il suo contributo, senza prevalere sul carattere del compagno di viaggio. Troviamo un frutto molto più caldo ed avvolgente. Molto più facile da bere nell’immediato, che non la 2006 e che ci (e vi) consiglia di mettere da parte quest’ultima e stappare prima la 2007. Oggi, semplicemente grande.
90/100 – Venezia Giulia IGT Capo Martino Jermann 2006 (Cat. F)
Nell’introduzione vi abbiamo introdotto dicendovi che Jermann, nonostante i contatti avuti con quest’azienda, non ci ha inviato i campioni per le nostre sessioni. Abbiamo quindi optato per l’acquisto delle bottiglie in enoteca e preferito di valutare la 2006, quello che, a detta di molti, è una delle maggiori interpretazioni del Capo Martino. Il risultato è un vino che ha, ancora oggi, molta voglia di crescere e di trovare maggiore armonia, cosa già riscontrabile e riscontrata in altre annate passate. Un frutto complesso, ricco di sfumature aromatiche, apportate da ogni singolo vitigno utilizzato. Una gustativa lunga e dinamica, in cerca, come detto, di una fusione tra le varie componenti, nonostante non venga mai a mancare la piacevolezza emotiva nello stappare una bottiglia oggi.
89/100 – Venezia Giulia IGT Bianco Lis Lis Neris 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Anche in questa splendida versione targata 2006, il Lis di Alvaro Pecorari, non delude pur mostrando la consueta fatica ad “uscire” dal bicchiere in maniera immediata. Ci vuole una certa “dose” di ossigeno per renderlo estroverso, “socializzante” e per mettersi in sintonia con le vostre capacità emotive. Con la promessa di non mollarvi, una volta che avete raggiunto lo zenit con lui. Esperienze, che ci portano a conoscere la sua storia, fin da quando a cominciato a muovere i suoi primi timidi passi con il millesimo 1999, ci fanno pensare che il percorso di crescita ed educativo, molto rigoroso da parte di Alvaro, è ancora lungo e sarà presto capace di proiettarlo in un prossimo futuro, a sfondare la fatidica soglia dei 90 punti. Ma intanto godiamocela oggi, con i suoi 89/100, l’Altissimo Ceto, una pacca sulle spalle….e tanti applausi.
89/100 – Collio Bianco Zuani 2007 (Cat. D)
Fa sicuramente piacere trovare il vino di punta dell’azienda condotta da Antonio Zanon, primeggiare con i “mostri sacri” dell’enologia friulana, pensando al suo passato abbastanza recente. Ottenuto con un uve di Friulano, Chardonnay, Pinot Grigio e Sauvignon, raccolte a maturità completa, se non addirittura tardiva. Il profilo aromatico, proprio per questo, rimane un po’ frenato sulla vigorìa, se paragonato con l’annata precedente, regalando una tonalità fume’ all’insieme, che non disturba, ma che gli impedisce di fare il salto oltre la soglia dei 90/100. In bocca è caldo, avvolgente, di bella lunghezza ed un finale minerale davvero importante.
88/100 – COF Rosazzo Terre Alte Livio Felluga 2007 (Cat. F)
Un Terre Alte che non commette nessuna sbavatura, collocandosi in simmetrica linea con il blasone del suo nome e confermando ciò che l’annata ha dettato, seppur sfoderando una prova meno vigorosa rispetto alla 2006. Mostra la sua consueta base aromatica, con un’apertura importante e variegata con degli accenni “caldi” molto vivaci. Mentre al palato tutto procede sui canali che portano ad apprezzarlo con grande piacere, disponibilità, rinfrescato da un’acidità presente e d integrata.
88/100 – Venezia Giulia IGT Vintage Tunina Jermann 2006 (Cat. F)
La prova targata 2006 del Vintage Tunina è grande ma con la “g” minuscola. Era dai tempi della vendemmia 2001 che non si trovava un’espressività stilistica, come quella riscontrata in questa 2006. Così come riscontriamo che l’esperienza, la classe e le capacità di Silvio Jermann, hanno dato merito alla realizzazione di un grande vino simbolo dell’enologia italiana, ma che ci saremmo aspettati di poterlo valutare, in occasione delle nostre degustazione alla cieca, con tutto un altro tipo di punteggio.
88/100 – Collio Bianco Jelka Picech 2007 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Ricetta per la preparazione dello Jelka. Ingredienti: prendete tre vitigni come il Friulano, la Ribolla e la Malvasia, coltivatele su un terreno magico come quello di Cormòns. Preparazione: Usufruite per la lavorazione di una cantina tecnologica, con barriques e botti grandi per l’affinamento. Lavorazione: Raccogliete le uve solo a maturità completa e datele in mano ad un “personaggio” chiamato Roberto Picech, il quale sarà il solo, in grado di dare la giusta personalità ed equilibrio, affinchè le tre uve possano esprimersi senza sovrapporsi e trovare il giusto equilibrio con il boisè del legno. Risultato: solo così avrete provveduto alla realizzazione di uno dei più importanti vini del panorama regionale. Che Roberto ha voluto dedicare a sua mamma Gabriella (Jelka in Sloveno) e ringraziarla se, oggi, tutto questo è possibile.
87/100 – COF Rosazzo Ronco delle Acacie Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. D)
Chiamato all’esame di un’ottima prova, il Ronco delle Acacie nella sua veste sgargiante edizione 2006 non delude. Le versioni dove il legno la faceva da padrone, appartengono ormai al passato. Certo, il legno è ancora lì, vigile, presente, ma pronto per fondersi al frutto in un futuro raggioso di una lunga e serena vita a due. Vibrante e vigoroso al palato, sfodera agilità e dinamismo. Unica nota negativa, c’è sempre quel finale che lascia al palato, una sensazione di asciutto e di astringenza, quasi come fosse un timbro della casa.
87/100 – Venezia Giulia IGT Mario Schiopetto Schiopetto 2007 (Cat. D)
Il Mario Schiopetto è una perfetta fusione di uve Chardonnay e Friulano, provenienti da due vigneti che cadono su due diverse denominazioni. Sapientemente vinificato come tutti i vini della Maison ed elevato in legni grandi per rispetto alla filosofia del fondatore, il quale non tollerava l’utilizzo delle barriques sui vini bianchi. E così, sempre come vuole la tradizione, il frutto deve essere messo in risalto con la solita finezza ed eleganza. Da un lato sensazioni dolci di frutta matura date dallo Chardonnay e dall’altro i sentori “spigolosi” e appuntiti di frutta secca come le mandorle e le nocciole. Al palato si deve ancora fare, dove la morbidezza del millesimo 2007 viene messa in evidenza, supportato da una bella freschezza e sapidità.
87/100 – COF Bianco Pomèdes Scubla 2007 (Cat. D)
Nonostante la prova convincente del suo Pomédes, crediamo che le capacità stilistiche e la bravura di Roberto Scubla siano messe a maggiore servizio dei suoi vini monovitigno, dando espressioni molto più ricche di personalità. Tuttavia, in questo blend dove la maggior percentuale è ottenuta dalle uve di Pinot Bianco, seguite da Friulano e Riesling ed elevate in legno, spiccano notevoli qualità aromatiche i frutta matura, spezie ed una tonalità vegetale molto rinfrescante. Un legno ben bilanciato, ma ancora da digerire. Al palato è avvolgente, pieno, spesso e di buona lunghezza. Difetta solo un po’ per una leggera mancanza di freschezza, nel sostegno di tutta questa pienezza.
87/100 – Collio Bianco Vigne Zuani 2008 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Ottenuto con le stesse uve dello Zuani, ma questa volta vinificate solo in acciaio, riscontriamo una magnifica prova del Vigne di Antonio Zanon, dove la semplicità e la linearità vengono ben espresse e sono capaci di emozionare nella loro genuinità. Un frutto maturo, fresco e citrino al tempo stesso, lampi balsamici segno di grande freschezza e vivacità. Al palato ostenta vigore nella sua avvolgenza, una buona corrispondenza naso-bocca ed un finale marcato all’insegna della tantissima sapidità gustativa.
*87/100 – Monferrato Bianco Pafoj Icardi 2008 (Cat. D)
Secondo voi quale occasione migliore di una degustazione come questa, per mettere “alla prova” un vino ottenuto da uve Chardonnay e Sauvignon prodotte dalla “lontana” Castiglione Tinella. Sì perchè, non sappiamo come mai, ma c’è un feeling particolare che lo fa sentire molto più vicino a questa regione di quanto non lo sia realmente. Una delle migliori prove di sempre del bianco di punta di Claudio Icardi. Andando oltre, a quanto espresso tradizionalmente dal frutto di questo vino. C’è molto di più. C’è polpa, stoffa e grinta. Un ventaglio aromatico fatto da sensazioni molto “verdi” che lascia presagire una lunga vita davanti, confermato anche dal taglio gustativo, caldo e avvolgente, reso vivace da un bagaglio di freschezza notevole. Valigia pronta per la partenza dunque…
86/100 – COF Bianco Illivio Livio Felluga 2007 (Cat. D)
Continua la tradizione “blendistica” di questa casa con l’Illivio. Giallo paglierino carico, naso di buona aromaticità, pulito, frutto fresco con note agrumate, a cui fa seguito a rintocchi di ananas e mango. Al palato è di sottile predisposizione, con una minore espressivitàdi quanto espresso al naso, ma che sul finale si eleva con un tono minerale e fragrante.
85/100 – Venezia Giulia IGT Bianco Arbis Blanc Borgo San Daniele 2007 (Cat. D)
Concettualmente è un vino che vuole “essere diverso” da tutti gli altri. Lo si intuisce attraverso un frutto divergente con entità ed intensità per lo più affilate e dove ogni vitigno impiegato sembra svolgere il suo compitino, senza prevaricare sugli altri. Pertanto, la valutazione che il nostro collettivo ha colto, è la modalità un po’ troppo “esile” del suo svolgimento, tant’è che fa il suo debutto in centro-bocca, anche con discreta grassezza e acidità, per poi finire e congedarsi in maniera molto discreta, ma rapida.
84/100 – Collio Bianco Rosenplatz Livio Felluga 2007 (Cat. B)
Tra i blend di casa Felluga, il Rosenplatz è riconoscibile anche alla cieca per la sua immediata verticalizzazione in stile renano che punge e offre verdi tonalità aromatiche con un frutto che appare citrino e vigoroso pur non offrendo una loquace complessità. Al palato è diretto e lineare, con una lingua che “stridula” sotto il suo carattere verde e vigoroso. Non sappiamo se esista la volontà da parte dell’azienda di affidargli maggiore spessore in futuro, perchè potrebbe ambire ad una migliore rivalutazione ed un arricchimento della personalità.
84/100 – COF Bianco Liende La Viarte 2008 (Cat. B)
A differenza di molte altre aziende, esiste (almeno sembra apparire, in seguito al giudizio del vino…) una precisa volontà da parte di questa cantina, di mantenere il suo blend sullo stesso livello di collocazione dei suoi fratelli aziendali, anzichè elevarlo e dargli una maggiore posizione di ambizione. Un profilo aromatico sottile, delicato e diretto, senza voler stravolgere o voglia di apparire. Al palato si incanala su una strada diritta e senza curve, mostrando solo qualche spigolo quì e là, lasciando presagire la necessità di passare ancora qualche mese di sosta in bottiglia, prima di poter inserire la marcia.
84/100 – Venezia Giulia IGT Blanc des Rosis Schiopetto 2008 (Cat. B)
Il Blanc des Rosis sembra soffrire, più di quanto invece abbiano fatto gli altri vini di Casa Schiopetto, nel valutarli in questo momento. Tutto quello che possiamo dirvi è che la sua precocità attuale fatta da un frutto ancora da fondere tra gli elementi aromatici dei diversi vitigni impiegati, lascia presagire un futuro dove crediamo possa incominciare a muovere i suoi passi e incominciare a parlare, soltanto alla soglia della prossima estate.
83/100 – COF Bianco Speziale Scubla 2008 (Cat. B)
Il frutto citrino e la vivacità di beva della Ribolla, in felice matrimonio con le tonalità aromatiche appena accentuate e alla morbidezza della Malvasia. Un vino in presa diretta, immediato, da cogliere come un fiore di campo e farsi cullare più dalla sua melodia olfattiva, di quanto invece esprima il profilo gustativo, fatto comunque di notevole freschezza.
83/100 – Venezia Giulia IGT Ronco di Corte Le Vigne di Zamò 2007 (Cat. C)
C’è tanta volontà ed aspettativa qualitativa nel Ronco di Corte de le Vigne di Zamo’. Anche noi siamo stati forse un pizzico più severi nel chiedergli chissà cosa. Forse perchè riconosciamo le indubbie qualità dei fratelli Zamo’ e siamo sempre pronti a chiedergli sempre il meglio? Siamo comuque consapevoli delle reali e diffuse difficoltà di espressione stilistica di annate come la 2007 e possiamo già anticiparvi che la batteria dei rossi presentata quest’anno da Silvano e Pierluigi, sia su livelli maggiori, rispetto a quanto proposto attraverso i bianchi. Ma siamo pronti a scommettere un pronto rilancio “bianchista” già a partire dal prossimo anno.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Diverse denominazioni, tante zone, sottozone, terreni e climi per un unico grande vigneto chiamato “Friuli”. Regione dal grande fascino enogastronomico, tra i più importanti in Italia e con un’importante e storica tradizione vinicola, molto conosciuta nel Mondo, soprattutto per quanto concerne i vini bianchi. Il Friuli Venezia-Giulia incarna un patrimonio molto ricco e variegato fatto da vitigni autoctoni e alloctoni. Gli autoctoni con in testa i vari Friulano, Malvasia Istriana, Refosco dal peduncolo rosso e oggi anche grazie a varietà come il Tazzelenghe hanno raggiunto vette di grande importanza qualitativa e con rosee prospettive future, sempre che si continuerà sulla strada intrapresa della diversificazione e della personalità dei vini data dai numerosi Vignerons di questa regione, regalando vini che rappresentino quel giusto legame vino-territorio. Sono ancora troppi e numerosi i vini, che dal punto di vista enologico, risultano tecnicamente ben fatti, ma dove il risultato è finalizzato a caratteri poco espressivi sul piano della personalità. Ed è proprio su quest’ultimo punto che oggi cercano i propri orientamenti i consumatori finali. Lo abbiamo ripetuto più volte e lo ricordiamo ancora adesso.
Sappiamo anche che il prestigio, la “credibilità”, l’autorevolezza e la fama che ha conseguito la regione si è resa via via più importante, anche grazie alle varietà bianche internazionali come Chardonnay e Sauvignon, ottenendo grandi risultati e felici “acclimatazioni”. Ma proprio per quanto riguarda questi due vitigni, si è cercato, da parte di alcuni produttori, il “sovraccarico” aromatico, “forzando” parecchio sulla maturazione delle uve o l’utilizzo di alcuni lieviti selezionati che potessero regalare dei bagagli odorosi atipici e originali, anzichè “ascoltare” la voce della propria terra. Altro punto di “svantaggio” è da ricercare nelle migliaia di rappresentazioni di bianchi troppo esili e beverini, che vengono venduti in fasce di prezzo troppo elevate per poter competere con rappresentanze di pari livello di altre regioni.
Affrontiamo ora il discorso delle interpretazioni “ramate” del Pinot Grigio, dove abbiamo sottolineato più volte in questo articolo, la nostra mancanza di comprensione verso questo genere di “decodificazione” stilistica. Spesso e volentieri si è visto tra i produttori, non solo quelli raccontati su queste pagine, che in molti optano a questo tipo di “conversione” più per soddisfare una richiesta di mercato dei vini rosati, che negli ultimi anni si è fatta sempre più importante, che per una loro convinzione di filosofia aziendale. Leggi anche per un discorso di moda. Detto questo, crediamo che oggi ci siano delle profonde differenze, non solo organolettiche, tra le proposte di un vino rosato ed un pinot grigio “ramato”. Ci riferiamo da un lato, ad una precisa difficoltà di collocazione di questi vini sul mercato odierno e dall’altra, alle difficoltà di apprezzamento generale da parte dei consumatori, penalizzate dalla volontà di imprimere a questo vitigno, un timbro stilistico che debba per forze di cose, essere diverso.
In conclusione, una panoramica generale e veloce sulle annate presentate nelle sessioni di degustazione. Partiamo dalla 2008, qualitativamente molto valida e che dovrà sopportare ancora uno sviluppo in bottiglia nei prossimi mesi, prima di poter essere apprezzati all’apice delle loro possibilità. La 2007, che presentava già dal suo esordio una più immediata facilità di beva, dolcezze del frutto e acidità meno nervose e più armoniche, rivelando vini, davvero godibili e originali, più nelle interpretazioni monovitigno che nei blend. La 2006, secondo i produttori Friulani, sembra che sia irripetibile e noi concordiamo, se non altro per una franchezza notevole dei campioni degustati che non denunciano “stanchezze” evolutive e soprattutto per una profondità e dinamicità delle sensazioni che li rende gustosi e avvolgenti. La 2005, risulta abbastanza emblematica nonostante i pochi vini degustati. Una sorta di crocevia per gli stili aziendali che abbandonano finalmente le continue ricerche spasmodiche delle morbidezze del passato, svoltando e imboccando la strada di una maggiore personalizzazione dei vini. Soprattutto parlando di quel vitigno chiamato Tocai Friulano, che si trova a dover rinunciare, dal punto di vista legale, al percorso storico. Ma che ha tanta voglia di riappropriarsi della “sua” vicenda umana, ricca e suggestiva.
Articolo redatto da:
Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto. Si ringrazia l’amica Alice Forti per il supporto tecnico.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Friuli Venezia-Giulia
-I vini bianchi (prima parte). Chardonnay, Friulano, Malvasia e Pinot Bianco.
Toscana
Sicilia
-I vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I vini binchi e rossi di Sicilia.
Un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
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