Articolo a cura di Luisito Perazzo.
Referente regionale della Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Dopo avervi parlato della produzione riguardante i Metodo Classico, proseguiamo il viaggio in Trentino Alto-Adige, portandovi il resoconto dei risultati delle sessioni dei vini bianchi regionali e rinnovandovi presto l’appuntamento anche con i vini rossi ed i vini dolci.
I vini degustati sono tanti e quindi lasciamo subito loro, lo spazio che si meritano.
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco vengono segnalati i virus, ovvero vini che non appartengono alla denominazione trattata, ma che possono avere, per certi versi, delle profonde somiglianze.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Gli Chardonnay:
93/100 – A.A. Chardonnay Cantina di Terlano 1997 (Cat. H)
90/100 – A.A. Chardonnay Löwengang Lageder 2006 (Cat. E)
89/100 – A.A. Chardonnay Sanct Valentin San Michele Appiano 2007 (Cat. D)
87/100 – A.A. Terlano Chardonnay Sophie Manincor 2008 (Cat. B)
87/100 – A.A. Chardonnay Baron Salvadori Nals-Margreid 2007 (Cat. C)
85/100 – A.A. Chardonnay Kleinstein St. Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
I Gewürztraminer:
*91/100 – VdT Plissè Poderi A. Bertelli 2004 (Cat. F)
91/100 – A.A. Gewürztraminer Nussbaumer Terminum Tramin 2008 (Cat. D)
90/100 – A.A. Gewürztraminer Exilissi Baron di Pauli 2007 (Cat. E)
90/100 – A.A. Gewürztraminer Lunare Cantina di Terlano 2007 (Cat. E)
90/100 – A.A. Gewürztraminer Kolbenhof Hofstätter 2008 (Cat. D)
90/100 – A.A. Gewürztraminer Sanct Valentin San Michele Appiano 2008 (Cat. D)
89/100 – A.A. Gewürztraminer Baron Salvadori Nals-Margreid 2008 (Cat. C)
89/100 – A.A. Gewürztraminer Kastelaz Elena Walch 2008 (Cat. E)
88/100 – A.A. Traminer Aromatico Franz Haas 2008 (Cat. B)
87/100 – A.A. Valle Isarco Gewürztraminer Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. C)
86/100 – A.A. Gewürztraminer Brenntal Cortaccia 2008 (Cat. C)
86/100 – A.A. Gewürztraminer Kleinstein St.Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. B)
84/100 – A.A. Gewürztraminer Amistar Peter Sölva & Söhne 2008 (Cat. A)
I Pinot Bianco:
89/100 – A.A. Pinot Bianco Riserva Vorberg Cantina di Terlano 2006 (Cat. C)
87/100 – A.A. Pinot Bianco Barthenau Vigna S. Michele Hofstätter 2007 (Cat. C)
86/100 – A.A. Pinot Bianco Klaser Niklas 2006 (Cat. A)
86/100 – A.A. Pinot Bianco Tauris Tramin 2007 (Cat. B)
86/100 – A.A. Pinot Bianco Kastelaz Elena Walch 2008 (Cat. B)
85/100 – A.A. Pinot Bianco Dellago St Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
84/100 – A.A. Pinot Bianco Haberle Lageder 2008 (Cat. B)
84/100 – A.A. Pinot Bianco Sirmian Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
82/100 – A.A. Pinot Bianco Franz Haas 2008 (Cat. A)
I Pinot Grigio:
86/100 – A.A. Pinot Grigio Unterebner Tramin 2008 (Cat. B)
84/100 – A.A. Pinot Grigio Benefizium Porer Lageder 2008 (Cat. C)
84/100 – A.A. Pinot Grigio Punggl Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
83/100 – Vallagarina IGT Pinot Grigio Letrari 2008 (Cat. A)
I Sauvignon:
90/100 – A.A. Sauvignon Quarz Cantina di Terlano 2007 (Cat. E)
89/100 – A.A. Sauvignon Sanct Valentin San Michele Appiano 2008 (Cat. D)
88/100 – A.A. Sauvignon Castel Ringberg Elena Walch 2008 (Cat. C)
87/100 – A.A. Sauvignon Niklas 2008 (Cat. A)
87/100 – A.A. Sauvignon De Silva Peter Sölva & Söhne 2008 (Cat. A)
86/100 – A.A. Sauvignon Mantele Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
86/100 – A.A. Sauvignon Montan Tramin 2007 (Cat. B)
85/100 – A.A. Sauvignon Mock St. Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
83/100 – Vigneti delle Dolomiti Sauvignon Pojer & Sandri 2008 (Cat. B)
I Blends:
88/100 – A.A. Terlaner Riserva Nova Domus Cantina di Terlano 2006 (Cat. E)
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Manna Franz Haas 2008 (Cat. C)
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Faye Pojer & Sandri 2006 (Cat. D)
87/100 – A.A. Terlaner Thanhammer Lageder 2006 (Cat. C)
86/100 – Trentino Sup. Bianco Villa Margon Lunelli 2007 (Cat. A)
85/100 – A.A. Bianco Mondevinum Niklas 2006 (Cat. B)
85/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Besler Pojer & Sandri 2008 (Cat. B)
85/100 – A.A. Bianco Stoan Tramin 2008 (Cat. B)
84/100 – A.A. BD Lageder 2008 (Cat. B)
83/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Masetto Bianco Endrizzi 2007 (Cat. A)
82/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Myrto Foradori 2007 (Cat. A)
80/100 – VdT Ewa Elena Walch 2008 (Cat. A)
Alcune interpretazioni di “altri” vitigni:
90/100 – A.A. Valle Isarco Kerner Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. B)
86/100 – A.A. Valle Isarco Sylvaner Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. B)
84/100 – A.A. Riesling Castel Ringberg Elena Walch 2008 (Cat. B)
83/100 – A.A. Kerner Strasserhof 2008 (Cat. A)
83/100 – A.A. Müller Thurgau Graun Cortaccia 2008 (Cat. A)
83/100 – A.A. Riesling Rain Lageder 2008 (Cat. B)
83/100 – A.A. Riesling Strasserhof 2008 (Cat. A)
82/100 – Vigneti delle Dolomiti Palai Müller Thurgau Pojer & Sandri 2008 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Gli Chardonnay:
93/100 – A.A. Chardonnay Cantina di Terlano 1997 (Cat. H)
Altissimo Ceto.
Nel panorama delle Cantine Alto-atesine, la Cantina Terlano occupa senza dubbio un posto di assoluto livello. Un ruolo maturato a ragione, nel corso degli anni per l’estrema tipicità e complessità legate ai vitigni prodotti, i quali incarnano una perfetta simbiosi territoriale, con l’eleganza di grandi borgogna e con un DNA capace di sfidare i decenni. I vini prodotti a Terlano, sono quasi immortali e riescono anche ad esprimere una creatività che sembra apparire non voluta, ma magistralmente ben espressa e sicuramente ben definita. Venendo alla particolarità del vino in questione, deriva da una filosofia aziendale che, con la regolarità a cadenza quasi annuale, questa Maison inserisce sul mercato un prodotto che abbia alle spalle almeno 10 anni di maturazione e che ha la volontà e l’intenzione di tradurre i livelli di assoluta costanza qualitativa e di competenza enologica, che solo le grandi case possono esprimere. Questa volta è toccato allo Chardonnay targato 1997, per il quale, vorremmo una volta tacciare sull’ampiezza del bagaglio aromatico e soprattutto sulla sua mutevolezza, poichè non basterebbero poche righe. E comportarsi analogamente per il suo carattere gustativo, che parrebbe talmente “pronto” nella sua curva evolutiva, senza però dare cenni sullo stato evolutivo e mostrando un’indole fresca nell’incisività e mai doma. In poche parole… semplicemente esaltante!
90/100 – A.A. Chardonnay Löwengang Lageder 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
Con l’annata 2006, possiamo tranquillamente affermare che siamo di fronte al vino che tutti ci aspettavamo da Alois Lageder. Persona che non ha bisogno di presentazioni e di cui vi abbiamo abbondantemente parlato sulle nostre pagine. Uno Chardonnay Löwengang inebriante. A cominciare dal trovato equilibrio tra frutto, sostanza e legno. Il profilo aromatico in profondo mutamento verso una maggiore incisività ed una importante personalità. Quest’ultima sicuramente aiutata dalla conversione che stanno subendo i vigneti verso una coltivazione, il più naturale possibile. Fondamentale anche il ruolo che ha giocato l’annata. Figlio di una vendemmia felice, lo Chardonnay colpisce per una veste dorata e vivace, l’impatto olfattivo campeggia con un ventaglio aromatico di carattere esotico, proveniente da un legno, come dicevamo, felicemente integrato. Convoglia melone e ananas sciroppata, che si accompagnano a sensazioni di burro e noce moscata e si ravviva con note balsamiche, vaniglia e cioccolato bianco. Al palato si fa’ subito secco, quasi asciutto, prima di liberarsi nella sua avvolgenza con lo spessore che lo contraddistingue, morbido, caldo e con immensa freschezza. L’intensità del frutto si dipana in maniera larga e sontuosa, un vino immediato e convincente, che si corteggia con un fin di bocca minerale e speziato. Un vino da applausi e che ci auguriamo possa crescere in futuro con il cambiare dei millesimi.
89/100 – A.A. Chardonnay Sanct Valentin San Michele Appiano 2007 (Cat. D)
Una delle migliori performances per lo Chardonnay 2007 di Hans Terzer. Anche se lontana da quella 1996 da urlo, si posiziona su una scala di tutto rispetto ad un soffio dalla soglia della super-eccellenza. Bisognoso di una buona boccata di ossigeno, dimostra in seguito una gamma di profumi davvero notevole e tanto diversificata da offrire temi floreali e fruttati con dolce speziatura ben amalgamata. Dell’assaggio si potrebbe dire tutto o quasi, con un frutto in primo piano, croccante quasi da mordere e che si allunga con una splendida (e abbastanza inusuale per questa tipologia…), sensazione minerale. C’è solo una nota calorosa evidente, che frena gli entusiasmi e quel dinamismo che gli avrebbe permesso di volare più in alto.
87/100 – A.A. Terlano Chardonnay Sophie Manincor 2008 (Cat. B)
Vino abbastanza singolare, come del resto è tutta la gamma di questa azienda condotta magistralmente dal Conte Michael Goëss-Enzenberg e che fa della viticoltura biodinamica, il suo portabandiera. Insolito, in quanto rientrano anche delle percentuali di Viognier e Sauvignon, che non incidono in maniera importante, ma sicuramente aiutano nell’originalità del quadro aromatico. Premesso che nessuno si aspetta da questa azienda dei vini che colpiscano per forza e potenza, poiché la linea della filosofia aziendale, segue quelli della linearità ed eleganza nobiliare con quel carattere di grande bevibilità. Un vino di carattere, anche se la storia dice che le migliori espressioni ottenute fino a questo momento da questa Maison, sono più da attribuirsi ai vini rossi. Dedicato alla moglie, la contessa Sophie, questo 2008 ha uno splendido colore paglierino compatto e luminoso, con un tocco boisè a tratti piacevole, che si congeda con una bocca morbida e fruttata. Un vino, di per sé capace di regalare buone sensazioni ed elementi, come anticipato, che attirano la piacevolezza e la serbevolezza. E senza tanti grilli per la testa. Adatto anche per un pubblico più ampio.
87/100 – A.A. Chardonnay Baron Salvadori Nals-Margreid 2007 (Cat. C)
Una cantina di viticoltori in grande e costante crescita qualitativa. E per certi versi anche nuova per il panorama alto-atesino, grazie alle specificità selettive ed al rigore che lo staff aziendale, con a capo Harald Schraffl, rivolge ad ogni vigneto, cercando di esaltare le caratteristiche peculiari per ogni cultivar. Ed è cosi che ci ritroviamo con alcune espressioni, simbolo della produzione, attraverso la linea Baron Salvadori, la quale rappresenta un po’ il simbolo ed i vertici qualitativi aziendali. Onestamente, da questa 2007, ci saremmo aspettati un vino più completo e progressivo, in virtù anche della passione, dell’entusiasmo e della professionalità che ci mette il giovane e bravo enologo Harald. Il profumo rimanda a frutta esotica ed erbe aromatiche, con un’apertura di spezie e burro. Bocca calda e morbida, ove il frutto appare frenato per un senso di maturità abbastanza spiccato, che tuttavia rende piacevole l’assaggio e di estrema prontezza di beva.
85/100 – A.A. Chardonnay Kleinstein St. Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
Azienda che elabora una serie numerosa ed illimitata di vini, con delle precise articolazioni aromatiche di indiscussa qualità sensoriale, molto legati al vitigno di origine. In particolare per alcune delle Riserve aziendali, più prestigiose. Mentre le valutazioni inerenti alle altre tipologie hanno il comune denominatore della piacevolezza. Magari peccano di originalità o di quel pizzico di complessità che gli permetterebbero di scalare delle posizioni, ma che risultano sempre centrate in funzione delle uve e della provenienza dei vigneti che le ospitano. Il tutto, con costanza e regolarità che ne fanno un simbolo di garanzia e che non farà restare deluso il proprio consumatore. In mancanza della Riserva nelle nostre sessioni di degustazione, possiamo notare come lo Chardonnay Kleinstein segni il passo rispetto alle altre interpretazioni regionali, ma per volontà propria di dimostrare una grande verve per equilibrio, bevibilità e sapidità, nella sua “semplicità”, contraddistinta anche per il timbro fruttato impressa. Amata soprattutto per chi non ama i vini bianchi con “passaggio” in legno.
I Gewürztraminer:
*91/100 – VdT Plissè Poderi A. Bertelli 2004 (Cat. F)
I professionisti nel mondo del vino fanno sempre la differenza, anche quando si tratta di signori, pardon, di professori universitari, che in apparenza nulla hanno a che fare con il vino. In realtà l’azienda ha profonde radici con il nettare di Bacco da moltissimi anni e che cerca di sviluppare nella maniera più naturale e più salutare possibile. La produzione si distingue sempre per un timbro di grande personalità e vocazione, tanto da coniugare uve tipiche del territorio e uve lontane per origini e tradizioni. Il risultato è il medesimo, nonostante la pluralità delle proposte. Il Plissè, è un vino bianco con poco più di un lustro di vita, il quale mostra dapprima una colorazione inusuale, nel girone dei vini prodotti in assenza di bucce, poi origina sensazioni odorose più vicine ad una grande Vendange Tardive Alsaziana, e quando il campione viene in contatto con i sensi del gusto, questi si traducono in percezioni dolci-non dolci, dalle personalità ricche e suadenti, incisive ed aromatiche, magari di difficile collocazione a tavola, ma con una dinamicità dei descrittori che interessano solo i grandi vini. E dunque… Chapeau Monsieur Bertelli!
91/100 – A.A. Gewürztraminer Nussbaumer TerminumTramin 2008 (Cat. D)
Anche nel 2008, il Nussbaumer si conferma una delle migliori interpretazioni regionali di questo vitigno. Pur non avendo l’articolazione della versione 2007, non ci resta che registrare la prova aromatica di grande eleganza dell’azienda più storica, situata nella culla più storica del Gewürztraminer. Apertura di grande vivacità con un naso tanto esotico quanto infinito nelle sue varianti, il tutto avvolto da un fascio di leggiadrìa ed eleganza, che anticipa una fase fresca e speziata, e che si sviluppa senza incedere cosi fino alla chiusura, soffusa e aristocratica, lenta e indelebile con le sue caudalies. Cosa non da poco per un vino di 15°.
90/100 – A.A. Gewürztraminer Exilissi Baron di Pauli 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
La Baron di Pauli è una piccola azienda di proprietà della Cantina di Caldaro e di recente fondazione. In pochi anni si è saputa guadagnare delle posizioni di vertice, non solo nel panorama delle cantine alto-atesine, ma anche tra le preferenze degli addetti ai lavori e di quel consumatore che è alla ricerca di personalità “stravaganti”, che il magico terroir di Sella (frazione di Termeno) è capace di regalare. A cominciare dal suo vitigno di elezione, il Gewürztraminer. L’Exilissi, si colloca con prepotenza sulle posizioni di vertice, capace di “rivaleggiare” con le interpretazioni storiche alto-atesine. Il profilo aromatico disegna dei tratti meno esuberanti di altri, ma molto più singolari ed esotici nel modo di porsi. Lodevole anche la cornice speziata ricamata intorno al frutto. Al palato si mostra subito di grande morbidezza, grazie anche all’apporto del suo tenore alcolico, ma non palesando dei cenni di cedimento, dovuti ad una freschezza acida perfettamente integrata e da una sapidità che riesce dare anche articolazione.
90/100 – A.A. Gewürztraminer Lunare Cantina di Terlano 2007 (Cat. E)
Quello che differenzia il Lunare della Cantina di Terlano, dagli altri grandi Gewurz della zona, sta proprio in una interpretazione della paletta aromatica, che si scosta per un timbro molto più deciso, meno importante nel profilo aromatico e giocato più sull’evoluzione del frutto, “aiutato” anche dall’impronta data dall’annata, così da apprezzare effluvi di zenzero e rosa bulgara. Da registrare nella sua complessità, note di erba citronella, miele e pepe rosa. Al gusto è piacevolissimo, succoso e carnoso, con una tagliente acidità che conferma e sottoscrive la filosofia del vino in casa Terlano. Nobile ed equilibrato con una struttura che ne stabilisce la lunghezza e si evolve in un finale ammandorlato.
90/100 – A.A. Gewürztraminer Kolbenhof Hofstätter 2008 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Vino di razza! Anche per la versione 2008 del Kolbenhof e che rappresenta il fiore all’occhiello per la compagine di Martin Foradori, tanto da investire anche in un progetto all’interno della tenuta, che è rivolto a diffondere la conoscenza del vitigno dai toni seducenti ed a esaltarne le sue peculiarità. Naso potente dal largo bouquet, con indici netti e variegati e sfumature esotiche ed ammalianti. Bocca definita da un tessuto pieno e vellutato con binomio alcol-acido che ne amplifica il vigore, tale da decretare un giusto equilibrio, sempre esaltato da profondità aromatiche e minerali.
90/100 – A.A. Gewürztraminer Sanct Valentin San Michele Appiano 2008 (Cat. D)
Riesce a sfoggiare una prova d’eccellenza anche il Gewürztraminer della “San Michele” di Hans Terzer, grazie ad una consistenza ricca e cremosa, dalla cornice dei profumi di ginestra, lavanda e fiori di sambuco, che racchiude altresì un quadro agrumato e di frutta esotica. Vino di tono, che elargisce calore, spessore e persistenza, e che, attraversando una trama gustativa dritta e morbida, ripercorre le note odorose coadiuvate da una gradevole componente minerale e salina.
89/100 – A.A. Gewürztraminer Baron Salvadori Nals-Margreid 2008 (Cat. C)
Questa volta il buon Harald Schraffl è riuscito nella sua scommessa e può ritenersi soddisfatto di questo vino che si ferma ad un soffio, dalla soglia della super eccellenza. Quello che lo ha frenato nella sua progressione, è una sensazione gustativa che risulta di grande spessore, eleganza, ma un po’ contratta e limitando il rilancio nello sviluppo. Nonostante ci sia un’acidità rinfrescante, presente e perfettamente integrata. Stile prettamente esotico e sgargiante. Una grande promessa per il futuro.
89/100 – A.A. Gewürztraminer Kastelaz Elena Walch 2008 (Cat. E)
Si ferma ad un passo dalla soglia dei 90 punti, anche il Gewürztraminer Kastelaz della signora Walch. La versione 2008 è un grande vino che denota stoffa e carattere, ma che si colloca un po’ distante dalla maestosa 2007, che rientra di diritto nella storia dei grandi vini regionali. Dicevamo ” un po’ ” perchè non si tralascia nulla rispetto alla tipicità del vitigno, a cui si aggiunge una densità da super campione che offre un richiamo netto e franco di quell’anima che incarna il vigneto Kastelaz. Rapido l’attacco olfattivo di grande ricchezza con fiori, frutti e spezie. Mentre al palato rimane inconfondibile il calore che si solleva del calice, correndo per lungo tempo in maniera lineare e con tutta l’eleganza della sua titolare.
88/100 – A.A. Traminer Aromatico Franz Haas 2008 (Cat. B)
Franz Haas è forse maggiormente riconosciuto per il suo Pinot Nero, ma è incredibile come i fatti raccontino che tutta la linea produttiva è di alto livello. Non solo a livello qualitativo, ma anche per l’espressività che scaturisce attraverso la personalità dei vini, sia per quanto riguarda i vari monovitigno, sia per gli assemblaggi. Nello specifico abbiamo assaggiato un Traminer Aromatico (!) molto piacevole e di grande fattura, pur non possedendo la “grassezza” dei vini sopra citati, i nostri sensi sono rimasti appagati per l’articolazione e soddisfatti in ragione di una struttura setosa, fresca e persistente.
87/100 – A.A. Valle Isarco Gewürztraminer Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. C)
Risulta di grande interesse, anche se lontano dalle migliori versioni aziendali del passato, quello proposto dalla storica Cantina della Valle Isarco, in quanto denota un timbro nel frutto più maturo e più giocato sul carattere speziato. Adatto per chi è alla ricerca di un vino di questa tipologia, che sia più snello e più dinamico, in questa 2008 abbiamo un impianto olfattivo molto più pronto, con l’evolversi di sentori di erbe aromatiche. Al palato è orientato su tratti di media lunghezza e quei sapori di indole “montana” tipici di questa azienda.
86/100 – A.A. Gewürztraminer Brenntal Cortaccia 2008 (Cat. C)
Non possiamo di certo imputargli una mancanza di opulenza e grassezza. Peccato, che il Brenntal 2008, ostenti dei tratti evidenti e molto forti in questo senso, facendogli mancare quel briciolo di tensione e dinamicità che gli avrebbe agevolato una migliore distensione. Un vino che sfoggia una cromìa dorata e pimpante, dalle stille intense e calde nel frutto, l’apertura è speziatamente dolce, con nuances di miele e agrumi, che precedono un velo di albicocca e melone. L’assaggio rivela una spiccata morbidezza, una sensazione pseudocalorica data dal tenore alcolico, che non trova riscontro nell’equilibrio e nel bilanciamento con l’acidità e lo fa viaggiare con il freno a mano tirato.
86/100 – A.A. Gewürztraminer Kleinstein St.Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. B)
Un Kleinstein 2008 che sembra viaggiare su toni minori abbastanza inconsueti, conoscendo molto bene la storia che ha le spalle. Potrebbe essere stato vittima di un’annata buona, ma che non verrà di certo ricordata in futuro. Pronti a scommettere che sarà capace di riscattarsi già dalla prossima annata è guadagnarsi le posizioni di vertice che gli spettano. La 2008, comunque offre un calice in perfetta sintonia con il territorio, tanto da riuscire ad abbinare tipicità e diversità, lo slancio è piacevole con un finale che invoglia alla beva.
84/100 – A.A. Gewürztraminer Amistar Peter Sölva & Söhne 2008 (Cat. A)
Certo, lo stacco produttivo delle versioni bianchiste di Casa Sölva, rispetto a quelle “in rosso” sono notevoli e ci sarà molto da lavorare in questo senso, anche se possiamo apprezzare gli sforzi compiuti, per arrivare a produrre un Gewürztraminer degno di nota. Ci sarà da lavorare, per esempio, per riuscire ad imprimere più vibrazioni nell’aspetto odoroso del vino, sia nella maturità del frutto che nella grinta speziata. Mentre al palato, deve pervenire nel donare maggiore freschezza di sostegno al volume e all’avvolgenza di oggi. E non solo sul piano dell’acidità…
I Pinot Bianco:
89/100 – A.A. Pinot Bianco Riserva Vorberg Cantina di Terlano 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto.
Bello, piacevole ed elegante il Vorberg, con i suoi deliziosi aromi floreali e di frutta bianca, sempre in simbiosi con la delicata speziatura che lo definisce inequivocabile nel tempo e che lo eleva nel ruolo di capo-banda della tipologia in regione, dimostrando un carattere di assoluta nobiltà, la quale, in regione, viene spesso erroneamente riferita ad altre varietà. Non sbaglia un colpo! Non solo è etichetta di grande affidabilità, ma è pure vino di grande terroir, tecnica sicura e splendido equilibrio.
87/100 – A.A. Pinot Bianco Barthenau Vigna S. Michele Hofstätter 2007 (Cat. C)
Ancora un’ottima prova (e che prova…) per i vini di Hofstätter, che nella 2007, ci regala un campione che si impone con concretezza e rilevante ritmicità aromatica. Dal colore paglierino, brillante nei tratti, il profilo aromatico si offre con grandi sensazioni, mela e arancia, mango e kiwi. Al gusto, coniuga spessore e freschezza, con sapori in armonia tra di essi che scortano un finale piacevole ed efficace.
86/100 – A.A. Pinot Bianco Klaser Niklas 2006 (Cat. A)
Se non fosse stato per alcuni canoni sensoriali troppo marcati nella cadenza aromatica, di decisa impronta caratteriale ma di forti mutamenti evolutivi, ecco che il Klaser di Niklas poteva ambire a posizioni maggiori. Resta il fatto che il campione degustato era una versione 2006 di questo vino, ma ci piacerebbe trovare in futuro dei temperamenti più improntati sulla vitalità e freschezza, al fine di acquisire maggiore convinzione. Apprezziamo comunque la maggiore vigorìa mostrata al palato, con un ingresso disposto con sofficità e calore in cui il frutto polposo rappresenta il nucleo delle sensazioni che si accompagna con vigore e finalizza un timbro aromatico netto e deciso.
86/100 – A.A. Pinot Bianco Tauris Tramin 2007 (Cat. B)
Un vino tutto giocato su un’indole di grande correttezza e linearità. Tonalità vivida e vivace, dagli impulsi di salvia e pomodoro che quasi “sauvignoneggiano”. Un vino che dimostra avvolgenza e centralità nel suo gusto, fresco e di grande delicatezza.
86/100 – A.A. Pinot Bianco Castel Ringberg Elena Walch 2008 (Cat. B)
Di sicuro è il Pinot Bianco tra i più “grassi” dell’Alto-Adige. Ottenuto da uve provenienti dal vigneto Kastelaz in quel di Termeno, scaturisce un bicchiere che lancia polposa frutta e fiori gialli, in una cornice che mette insieme spiccata morbidezza e toni gustativi in cui l’acidità segna un passo deciso e meticoloso. Il tutto in un quadro di equilibrio e briosità di beva.
85/100 – A.A. Pinot Bianco Dellago St Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
Abbiamo già scritto della specificità dei vini e delle diverse cuvèe di questa meravigliosa azienda che è la Produttori di Bolzano, magistralmente capitanata dalla sapiente mano tecnica di Stephan Filippi. Impronta che si trova anche in questa versione del Pinot Bianco Dellago, per dinamismo e piacevolezza, cosi bene rapportato all’intensità del frutto e alla relativa profondità del profilo.
84/100 – A.A. Pinot Bianco Haberle Lageder 2008 (Cat. B)
Un vino al tempo stesso, peculiare e speculare… dove i timbri sono molto caratteristici. Provenienti da una varietà che se lavorata al meglio, non può che emergere e far conoscere i suoi tratti fruttati di pesca bianca e agrumi, una florealità che distingue fiori di zagara e gardenia e poi l’apertura dettata da quello stile Alois Lageder, con una gustativa che appare calda e morbida, larga e sapida, cosi da terminare lineare e rinfrescante.
84/100 – A.A. Pinot Bianco Sirmian Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
Ha ben figurato nelle nostre sessioni, il Sirmian versione 2008 di Nals-Margreid. Una buona figura, che tuttavia ha le potenzialità per ambire ad un più forte consolidamento. Pur considerando la pregevole sottigliezza delle sfumature floreali, abbinata a frutta esotica e piacevole speziatura, l’approccio del campione a livello gustativo, resta troppo leggiadro nei modi. Un aspetto caratteriale che può essere magari sottolineato dalle caratteristiche di certi aspetti difficili dell’annata, vista l’esperienza del passato.
82/100 – A.A. Pinot Bianco Franz Haas 2008 (Cat. A)
Tra i vini che ci sono stati inviati dal valoroso e competente vigneron alto-atesino Franz Haas, il Pinot Bianco 2008 resta quello che meno ci ha convinto, pur sottolineando il punteggio che risulta assolutamente egregio, ma che non riflette completamente, il carattere e la stoffa che il consumatore si deve aspettare a questi livelli. A cominciare dal profilo aromatico elegante e di gradevole pulizia enologica, ma abbastanza monocorde e privo di slanci emozionali. Stessa coerenza al gusto, che in seguito all’avvolgenza del primo impatto con il palato, la strada si fa più sottile e scorre via abbastanza facilmente.
I Pinot Grigio:
86/100 – A.A. Pinot Grigio Unterebner Tramin 2008 (Cat. B)
Non avrà la pienezza della versione che lo ha preceduto, ma il taglio decisamente più varietale dell’Unterebner targato 2008, è alquanto originale nell’orientamento. Sembra quasi passato in rassegna presso un hair-stylist per rifarsi un nuovo look, dove incide, più che in passato, con maggiore tipicità legata ai canoni del vitigno, servendo uno sviluppo ancorché giovane e giovanile nel carattere, un’aromaticità della gamma che contempla tratti vegetali e fruttati, con veli di spezie dolci e che non tralascia una distensione dei sapori, includendo una struttura carnosa e sapida con una scia finale che si gode vigorosa e con ricordi minerali.
84/100 – A.A. Pinot Grigio Benefizium Porer Lageder 2008 (Cat. C)
Un vino che si manifesta all’assaggio con un carattere abbastanza interlocutorio per essere un vino di Lageder. Complessità aromatica che si percepisce attraverso dei canoni che descrivono l’ottima mineralità del calice accoppiata ad un profilo del frutto, con un timbro che lo elegge fresco e beverino, con felici sprazzi di aromi di erbe di montagna. A cui fa seguito uno sconfinamento gustativo, con dei forti richiami di note surmature e pastose. Possiamo considerarlo come un estro nello stile?
84/100 – A.A. Pinot Grigio Punggl Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
Un vino che si presenta in maniera coerente ed abbastanza in linea con il resto della produzione, ovvero tutti vini originali e caratteristici nella dimensione vitigno-terroir. Il comune denominatore sta nella ricercatezza della costanza qualitativa la distinguibilità di uve e vini. L’ultima interpretazione del Punggl è definito da discreta morbidezza unita a profumazioni lievi e dalla statura contenuta. Ci piacerebbe trovarlo in futuro in abbinamento ad un maggiore spessore.
83/100 – Vallagarina IGT Pinot Grigio Letrari 2008 (Cat. A)
E’ proprio il caso di valutare uno sconfinamento, non solo i confini territoriali, ma anche nell’approccio stilistico del vino, con un carattere tutto trentino. La fase aromatica si presta a sensazioni ampie e nitide, mostrando un ridimensionamento delle sensazioni, con sfumature meno “calorose” nel frutto e dei tratti che denotano maggior freschezza. Anche al palato si pregusta di moderata espressività dei sapori e di una acidità più contratta, ma ben integrata.
I Sauvignon:
90/100 – A.A. Sauvignon Quarz Cantina di Terlano 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
Che dire? La solita grande conferma, di una solida realtà, tenente di princìpi di eterna verità. Tutti i vini si comportano sempre bene e nella peggiore delle ipotesi si muovono “solo” bene… in altri casi invece benissimo. A patto che poi si è disposti a ricevere molto da questo vino, tendendo l’orecchio alle numerose sfaccettature sensoriali che è capace di donare. A patto che l’olfatto, il nostro olfatto, sia in grado di sensibilizzarlo nella progressione, a patto che il gusto, il nostro gusto sia educato nei suoi confronti, pronto ad accoglierlo nel migliore dei modi. A patto che il piacere significhi anche convinzione! E noi, ci riteniamo piacevolmente convinti…
89/100 – A.A. Sauvignon Sanct Valentin San Michele Appiano 2008 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
A detta di molti, rappresenta l’emblema della denominazione. Un mito, inteso come espressione della cultivar in Alto-Adige. Un vino sempre solido, compatto e sicuro. Capace di assecondarsi a ciò che è dettato da madre natura e sempre privo di alcuna sbavatura nella sua interezza. Sempre smagliante nella sua vocazione, con un 2008 che migliora in alcuni passaggi problematici evidenziati con la 2007, migliorando sotto l’aspetto della vivacità e della freschezza. E’ il vino bianco più legato ai canoni dell’eccellenza di Hans Terzer, che ripercorre la raffinatezza del vigneto atesino e che ne celebra la sua eccezionalità. E’ un vino dedicato a tutti coloro che vogliono impadronirsi di colori, profumi e di sapori assolutamente unici.
88/100 – A.A. Sauvignon Castel Ringberg Elena Walch 2008 (Cat. C)
Semplicemente aristocratico nelle sue spartite odorose. Naturalmente elegante e femminile nei tratti. Genuinamente marcato nel timbro olfattivo e centrato nel frutto e che non prende facili deviazioni esotiche delle sfumature. Agevolmente plebeo nella sua distribuzione immediata al gusto. Un vino da bere, un sauvignon dall’approccio amichevole, dove c’è l’ananas maturo, il fieno e il fiore di sambuco che lo rendono più articolato. E poi il centro-bocca burroso, suadente e intenso e la chiusura morbida e vanigliata.
87/100 – A.A. Sauvignon Niklas 2008 (Cat. A)
La versione 2007 del Sauvignon annata firmato Dieter Sölva, è disegnata negli elementi con un quadro aromatico che richiama in maniera abbastanza marcata nei tratti, che sembra rilanciare gli aspetti esotici del distretto neo-zelandese di Marlbourogh. Lontani per latitudine ma non per attitudine, considerando che Caldaro e dintorni, si riescono a confezionare vini bianchi di estrema finezza e precisione. A cui si aggiunge, lunghezza e profondità del bagaglio aromatico e post gustativo, con una continuità in fase gustativa, che rivela spazi compiuti e splendide energie di sapori.
87/100 – A.A. Sauvignon De Silva Peter Sölva & Söhne 2008 (Cat. A)
Un bianco sicuramente in costante crescita qualitativa, il Sauvignon di Peter e Stephan Sölva che ha colpito e quasi “affondato”. Grandissimo naso, bello, esauriente e molto aperto. L’attacco si divide con freschezza di fondo che contraddistingue il calice e una nota di frutto croccante che lo determina per forza e gravità, manifestando un vino piacente e svincolato, morbido e dalla lodevole caratteristica di grande serbevolezza.
86/100 – A.A. Sauvignon Mantele Nals-Margreid 2008 (Cat. A)
Quella targata 2008, è una bella prova, anche se potrebbe essere considerata una delle uscite meno persuasive tra tutte quelle prodotte da Harald Schraffl. Abbiamo avuto come la netta sensazione di un vino che svolge interamente il suo compitino a livello olfattivo, ma senza prendere grandi rischi per portare a casa maggiore incisività e maggiore spinta, mentre al palato notiamo come ci sia un rallentamento nel dinamismo, dovuto ad un’acidità un po’ frenata, che per certi aspetti lo fa un po’ “sedere”. Pronti ad aspettarsi già dei passi in avanti. A partire dalla prossima vendemmia.
86/100 – A.A. Sauvignon Montan Tramin 2007 (Cat. B)
Altissimo Ceto.
Un vino che sembrerebbe vivere all’ombra del più conosciuto Nussbaumer della stessa cantina, oppure se confrontato con altre tipologie di riferimento della denominazione. Eppure Montan ha tutte le caratteristiche per stupire e colpire per la sua personalità. Lo fa in maniera più semplice e soffusa, ma entra nei nostri bicchieri in maniera vibrante e grintosa, sprizzando energia da tutte le sfumature. Non troverete la complessità aromatica di un Quarz o di un Sanct Valentin, ma è dedicato per chi cerca particolarmente un tessuto sapido e rinfrescante, dagli aromi verdi e agrumati e con la svolta gustativa che risulta scattante, aromatica e inesorabile.
85/100 – A.A. Sauvignon Mock St. Magdalena Produttori di Bolzano 2008 (Cat. A)
Avremo modo e lo spazio per celebrare l’ottima prova dei vini rossi, messi alla prova quest’anno dalla importante “joint venture” bolzanina. Perché, se confrontati, i bianchi non hanno tenuto decisamente il passo. Ed in questo vortice è scivolato anche la versione targata 2008 del Mock che lascia sul campo qualche errore di “battitura”, tanto da turbare le nostre narici per un’imprecisa ed insolita imperfezione nella definizione aromatica e per un palato che mostra stoffa e spessore, ma con un taglio delle componenti estrattive che appaiono meno centrate e meno vocate per un possibile equilibrio armonico in futuro.
83/100 – Vigneti delle Dolomiti Sauvignon Pojer & Sandri 2008 (Cat. B)
Il punteggio raggiunto dal Sauvignon di Mario e Fiorentino, andrebbe visto con una chiave di lettura diversa. Prima di tutto perchè potrebbe apparire abbastanza ingeneroso fare un confronto Trentino vs Alto-Adige, almeno per quanto riguarda il profilo aromatico che in maniera generale offre un risultato sicuramente più svantaggioso per quanto riguarda quel lembo di terra di “lingua italiana”. Ma in soccorso arriva la sapiente mano enologica di Mario Pojer nel trattare questa varietà per offire al consumatore, anche grazie ai suoi sistemi di vinificazione, dei profili olfattivi e gustativi sicuramente originali. Al ventaglio aromatico vegetale molto piacevole, trova seguito uno sviluppo gustativo altrettanto fresco e sapido e dal grande appeal immediato.
I Blends:
88/100 – A.A. Terlaner Riserva Nova Domus Cantina di Terlano 2006 (Cat. E)
Se possiamo avanzare una personale considerazione a questa tipologia della produzione della cantina di Terlano, si dovrebbe sottolineare il suo approccio decisamente più tecnico e meno intrigante rispetto alle altre top selections della prestigiosa Cantina in questione. Un vino che ha bisogno di molti anni di bottiglia alle spalle prima di riuscire ad emozionare. Dorato e riflettente, denso e consistente. Declina con profumi di melone maturo e pan brioche, spezie dolci e noce moscata. Un legno, gli va riconosciuto, molto più discreto ed integrato che in passato. Un ingresso al palato orientato verso spiccate morbidezze, inserite in una figura che pone accenti, ora minerali, ora succosi, ora esotici, ora più fruttati. Vino che non tradisce un perfetto bilanciamento del frutto a cui delega un rinnovato interesse del bere.
88/100 – Vigneti delle Dolomiti IGT Manna Franz Haas 2008 (Cat. C)
Altissimo Ceto.
Ecco il vino che tutti si attendono da una così importante azienda. Grande complessità, coniugata a grande carattere e grande bevibilità. In questo vino ci sono tecnica ed anima, incisività e singolare duttilità. Un vino che sembrerebbe raccontare tutto così! Dove le uve sembrerebbero miscelate a “mestiere”, per dare maggiore impronta ai caratteri ruffiani del vino ma che lasciano spazio in seguito al dinamismo e alla profondità del grande vino. Dove tutte contribuiscono alla buona riuscita del Manna, tanto giovane, quanto già pieno di sé. Mostra esuberanza e carattere, varietà delle sensazioni ed intreccio delle stesse. Un grande vino bianco, dicevamo, che tutti si aspettano da Franz Haas e che non riusciremmo mai a stancarci, nel berlo…
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Faye Pojer & Sandri 2006 (Cat. D)
Una delle migliori interpretazioni del Bianco Faye, dove quella piccola percentuale di Pinot Bianco in mezzo all’infinità di grappoli di Chardonnay, sembra dargli quel briciolo di croccantezza aromatica ed un taglio floreale fresco abbastanza evidente che rendono più spiccato e caratteriale, l’approccio con il bicchiere. Ma andrebbe sottolineato quello spessore e quella grassezza che sembrerebbe non appartenere al villaggio di Faedo in Trentino, in virtù anche delle profonde e nette similitudini con i forti richiami burrosi e speziati d’oltralpe. Elegante e raffinato, aperto e progressivo. Insieme alla versione in rosso della medesima annata (di cui vi racconteremo prossimamente), forma una delle coppie più invidiate d’Italia. Il giorno che avremo anche un maggior equilibrio con la parte aromatica, data dai legni, sarà pronto a sfondare la soglia della super-eccellenza.
87/100 – A.A. Terlaner Thanhammer Lageder 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto.
Alois Lageder, non ci stancheremo mai di dirlo, è tra i più efficaci interpreti tra quelli che riescono a “centrare”, in maniera precisa con una affidabilità quasi maniacale, relativamente a quello che è il sottile gioco del legame varietale e territoriale, rilasciando delle brillanti interpretazioni personali di carattere. E quando sembrava che uno dei vini meno compresi, sotto questo aspetto, come il Tannhammer, sembrava soccombere ad una legge involutiva perfida se raffrontato al resto della produzione top di questa cantina, ecco che vediamo Alois tirare fuori il coniglio dal cilindro! Offrendo una prova magistrale e dove avrà bisogno in futuro, di aggiungere solo maggiore dinamismo.
86/100 – Trentino Sup. Bianco Villa Margon Lunelli 2007 (Cat. A)
Altissimo Ceto.
Grande e convincente prova per il Villa Margon dei Lunelli, tanto da far apparire, con la nuova, fresca e giovanile generazione, uno sprint ed una incisività ai vini, mai vista prima. Un vino a base Chardonnay, con l’apporto anche di altre uve, risulta “terribilmente” tipico e con un profondo legame territoriale, senza infinite complessità ma con lodevole sviluppo. Al palato non vuole colpire per grassezza e spessore, ma vuole incidere per precisione ed energia. In un finale di grande equilibrio.
85/100 – A.A. Bianco Mondevinum Niklas 2006 (Cat. B)
Tutto sommato una prova lineare, diretta e molto corretta per l’uvaggio Mondevinum di casa Niklas. Preferiremmo trovare maggiore energia e freschezza nel frutto, capace di andare oltre di quanto non incida la naturale evoluzione dello stesso, dovuta al soggiorno in bottiglia. Ma offre degli spunti davvero originali, al limite dell’aromatico. Chardonnay, Sauvignon e Pinot Bianco (e secondo noi, anche qualche grappolo di Gewürztraminer è finito dentro…), trovano una perfetta coesione tra di loro, senza che nessuno prevarichi in maniera decisa. Al palato offre tanta avvolgenza e morbidezza senza riuscire ad imprimere grinta, con un’acidità che dovrebbe essere più tagliente.
85/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Besler Pojer & Sandri 2008 (Cat. B)
L’unicità e la stravaganza aromatica del Besler, hanno trovato in questa annata anche quel briciolo di spessore in più, di cui è stato carente più volte in passato. Ottenuto da un’unione di diversi vitigni, riesce a convogliare nel bicchiere la pulizia e la definizione aromatica, tipica dei vini di questa cantina. Effluvi con un tocco di fumè alle sfumature di pesca gialla e susina. L’assaggio detta una discreta struttura a sostenere un profilo sapido e minerale e dove lo slancio appare un po’ contratto al primo impatto con l’assaggio e bisognoso di prendere contatto con l’ossigeno, prima di rilanciarsi.
85/100 – A.A. Bianco Stoan Tramin 2008 (Cat. B)
Solito bagaglio aromatico deciso e coinvolgente, di ottima apertura, soprattutto in fase di assaggio ritroviamo uno stile quasi inconfondibile con l’eleganza e la “taratura voluta” per ogni diverso vino elaborato dall’abile Willi Sturz. Riesce pure a dare l’impressione, che risulti essere più convincente rispetto alle ultime annate, senza nulla perdere in termini del suo spessore molto leggiadro e nella bevibilità.
84/100 – A.A. BD Lageder 2008 (Cat. B)
Abbiamo come l’impressione, che ne sentiremo parlare molto di questo vino in futuro. Nello stato attuale in cui si trova, esibisce una posizione di lavori in corso e che ciò che ci verrà regalato con le prossime versioni, sarà di tutt’altra caratura. BD sta per Biodinamico ed è il progetto chiaro, preciso ed intenzionale delle idee di Alois Lageder, di ricercare un legame più profondo con la “sua” terra. Luminosa la tonalità dorata a cui segue una profumazione che elegge frutta esotica e deliziosa speziatura. Non di grandissima complessità, ma un vino che si lascia apprezzare per un ritmo graziatamente fresco e per un’identità che richiama armonie e piacevolezze di beva.
83/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Masetto Bianco Endrizzi 2007 (Cat. A)
Tra i vini presentati da questa prestigiosa cantina trentina, il Masetto Bianco è quello che meno ci ha convinti. Moto buono risulta lo slancio dato dal quadro olfattivo e dotato di un buon carattere, mentre una ricaduta viene registrata al momento dell’esame gustativo, che si manifesta senza la medesima progressione avuta all’olfatto, con un commiato precoce e senza lasciare il segno sul piano dell’incisività.
82/100 – Vigneti delle Dolomiti Bianco IGT Myrto Foradori 2007 (Cat. A)
Speriamo che si tratti solo di un passaggio a vuoto e non di un vero e proprio cambiamento di rotta. Poiché se in realtà fosse veramente così, avremmo più di un dubbio a riguardo. Partendo dal presupposto di voler preferire l’aspetto più dinamico e leggiadro riscontrato più volte in passato. Registriamo una colorazione molto marcata nel bicchiere con alcuni cedimenti sul piano delle rifrazioni delle tonalità, tanto da farlo apparire quasi “stanco”. Le impressioni purtroppo si confermano anche al naso, dove lo slancio e la grinta regalati dall’apporto del Sauvignon, sono “offuscati” da alcune pesantezze aromatiche nella polposità del frutto con un indice di maturità piuttosto elevate. In bocca appare avvolgente, denso e dotato di una buona stoffa, ma appare abbastanza slegato negli elementi che lo compongono, non riuscendo ad imprimere la giusta profondità ad una lunghezza comunque presente.
80/100 – VdT Ewa Elena Walch 2008 (Cat. A)
Tutto al suo posto, tutto in ordine, tutto sufficiente, senza voler strafare… Eh sì… perchè Ewa è esattamente quello che vuole essere. Un vino profumato, piacevole e armonico nella sua semplicità. Diretto, preciso, pulito e immediato. Coglietelo per l’equilibrio e l’armonia che vuole donare, mentre se siete alla ricerca di spessore e potenza, allora, girategli alla larga.
Alcune interpretazioni di “altri” vitigni:
90/100 – A.A. Valle Isarco Kerner Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. B)
Altissimo Ceto.
Al primo istante ci ha lasciati abbastanza perplessi, per la sua carica “singolare”, piuttosto tenue e celata. Meno di quanto possa aver inciso con le versioni di un recente passato. Ma non avevamo fatto i conti con quello che è poi avvenuto grazie all’ossigenazione, la quale è riuscita a trasmettere i giusti tempi e diffondere tutta la sua complessità, minuta, ma battendo un ritmo aromatico impressionante e costante, con suggestioni eccellenti ed originali. Erbe aromatiche e mentolo, toni marini e di rose bianche, fanno da contorno ad un frutto centrato nell’impostazione ed incisivo per fragranza. Al palato, incanta e si rinnova, con morbidezza di fondo ed un carattere minerale presente e deciso. Il profilo gustativo esaurisce con un frutto in equilibrio tra le diverse misure e le succose percezioni. Chapeau!
86/100 – A.A. Valle Isarco Sylvaner Praepositus Abbazia di Novacella 2008 (Cat. A)
Un vino che sembrerebbe segnare il passo, rispetto al suo “compagno di viaggio” descritto in precedenza. Ma a nostro modo di vedere, il Sylvaner dell’Abbazia di Novacella è tra le migliori interpretazioni europee, di questo vitigno. Certo, non avrà la caratura ed il carattere della 2007, ma è pur sempre un gran bel vino. Le note spiccatamente fruttate e talvolta terrose di questa rappresentazione, appaiono in evidenza, lasciando il campo ad una buona complessità, sempre sigolare nella sua proposta. L’ assaggio non giganteggia ma si snoda sul filo sottile della sapidità e della freschezza. Urban Von Klebelsberg è persona sana e giusta. Artefice, con la complicità dell’enologo Celestino Lucin, come sempre di esecuzioni convincenti, che ispirano e traducono emozioni, magnificamente connessi alla territorialità della Valle Isarco.
84/100 – A.A. Riesling Castel Ringberg Elena Walch 2008 (Cat. B)
Pur non raggiungendo velocità sostenute e/o profondità eccessive, di ciò che è capace di regalare questo vitigno, il Riesling di Elena Walch è in costante crescita. Pulito, fine ed elegante come ogni vino di questa produttrice, mette sul campo una buona complessità, con toni verdi e minerali, anche se abbastanza scontati. In bocca è di buona grassezza, ma senza mai dare segni di cedimento per quanto riguarda la grande freschezza di fondo.
83/100 – A.A. Kerner Strasserhof 2008 (Cat. A)
Strasserhof è una piccola azienda poco distante dall’Abbazia di Novacella, situata a Varna, in Valle Isarco. Condotta da Hannes Baumgartner, riesce a donare dei vini che non si faranno ricordare per spessore e grassezza, ma giocano più sugli aspetti della finezza e la delicatezza, spuntando dei buoni indici di personalità. A cominciare da questo Kerner, di cui si apprezzano sintomi aromatici che rimandano alla deliziosa frutta tropicale, e che regala uno sviluppo morbido senza eccedere e senza ingannare. Su un tessuto di grande sapidità e notevole grinta.
83/100 – A.A. Müller Thurgau Graun Cortaccia 2008 (Cat. A)
Othmar Donà è l’enologo di questa cantina. Capace di elaborare sempre una serie di vini che colpiscono in modo netto per franchezza delle uve in funzione anche dell’ambizione di ogni tipologia. Graun identifica un vino sincero e divertente. Ed è infatti, un Müller Thurgau degno di nota, lodevole per la sua fragranza ed esemplare nella sua gradevolezza nella beva.
83/100 – A.A. Riesling Rain Lageder 2008 (Cat. B)
Il Rain di Lageder si conferma perfettamente in linea con la direzione impostata dal suo titolare. Tuttavia, non riesce ad incidere in maniera importante, come è capitato con altri vini, non andando oltre alla soglia della correttezza aromatica-gustativa. Sappiamo che Alois è capace di marchiare a fondo i suoi vini con la sua personalità. Cosa che auspichiamo avvenga presto anche con questa tipologia.
83/100 – A.A. Riesling Strasserhof 2008 (Cat. A)
Il risultato replica in piacevolezza e si conferma nella sua declinazione. Crediamo che certi aspetti difficili importati dalle uve con la vendemmia 2008, abbiano inciso sul risultato di questo vino. Con il profilo olfattivo che si dimostra discreto, un frutto di grande freschezza. Mentre al palato si dimostra lineare e diretto, fresco ma non stuzzicante. Come Baumgartner è invece capace di regalare…
82/100 – Vigneti delle Dolomiti Palai Müller Thurgau Pojer & Sandri 2008 (Cat. A)
Distinto e disinvolto come sempre. L’incrocio “svizzero” si manifesta dall’enclave di Faedo con i suoi delicati accessori, netti, decisi e molto floreali. Si attesta sempre nelle sue buone posizioni. Quelle che Mario e Fiorentino hanno saputo guadagnarsi con il lavoro in questi anni. Le eccellenze di questa cantina, saranno anche altre…ma il Müller Thurgau di Pojer & Sandri, è pur sempre il Müller Thurgau di Pojer & Sandri…
3) CONSIDERAZIONI FINALI.
Non siamo sicuramente i primi a sostenere che, il semplice menzionare dell’Alto-Adige, significa parlare soprattutto di un territorio ampiamente consolidato per standard qualitativi e perpetue conferme di vini, spesso diversi tra di loro, ma sempre mirati e ben riusciti. Ma questa posizione di assoluto rispetto, se lo è guadagnato con il lavoro, l’intelligenza e la capacità dei suoi interpreti. A cominciare dal ruolo fondamentale, dato dalle “cantine sociali”, che riuscivano (e riescono) a coniugare il concetto di qualità al numero elevato di bottiglie prodotte.
Ma a questi risultati si è arrivati per gradi e nel corso degli anni abbiamo assistito a dei cambiamenti notevoli. A cominciare dal piano dello spessore dato ai vini, in funzione delle fasce di prezzo delle diverse scale qualitative di ogni singola cantina. Non solo. Riuscendo anche ad abbinare volumi e grassezze a vini che, prima, giocavano solo sull’aspetto propriamente aromatico. Indipentemente dal vitigno usato. Grassezze che sono arrivate anche in seguito all’utilizzo delle barriques.
Abbiamo osservato nel corso degli anni, come “l’invasione” delle barriques, non era solamente una prerogativa di tipo “italico”, ma che a breve, si sarebbe radicata anche nell’estremo nord, con la conseguenza di vedere i camion che le trasportavano, prendere anche l’autostrada del Brennero ed andare a riempire gli spazi di queste cantine. Andando a sostituire, nella maggior parte dei casi, quelle botti di notevoli dimensioni, pregevoli per l’aspetto estetico in quanto molte riportavano figure deliziosamente intarsiate nel legno, ma che non avevano più nullla da dire per quanto riguarda la bontà dello scopo del loro utilizzo. Anche a Bolzano e dintorni è dovuto passare del tempo, prima di fare “esperienza” su di esse ed ottenere il meglio dal loro impiego e capire che su alcune varietà potevano essere addirittura screditanti. Oggi siamo ancora in fase, qualifichiamola così, di trasformazione e molte cantine vivono una sorta di cambiamento direzionale della strada percorsa fino ad oggi. Trasformazione che non riguarda solo i legni, ma anche i vitigni. Dove la parte del leone è rappresentata dal vitigno aromatico per eccellenza, il Gewürztraminer, che trova sempre più consensi, sia da parte di consumatori “occasionali”, che quelli viceversa più esperti. Anche se i primi non sempre vedono di buon occhio le gradazioni elevate dei vini più rappresentativi, che spesso viaggiano tra i 14,5° ed i 15°, mentre i secondi continuano a preferire quelle di origini alsaziane.
Ma la strada intrapresa è quella giusta. L’elemento più evidente è la costante e progressiva mutazione dei caratteri aromatici, che prevedono sfumature e concentrazioni di profumi più fini a se stessi, meno dolciastri nelle tonalità e con frutti tendenti più a privilegiare l’incisività e meno l’indice di maturità. Quest’ultime, talvolta rese complici in passato, di alcune pesantezze registrate nell’approccio con il bicchiere. Incisività che si riconducono anche al palato, con acidità che sono comunque in grado di supportare le grassezze e l’alcolicità di richiamo e che trovano maggiore spazio negli abbinamenti con la nostra cucina, rispetto alle versioni più grasse e più “dolci” prodotte invece dai cugini.
A seguire a ruota, in un’ipotetica scala di consensi, abbiamo quelle derivanti dal vitigno Sauvignon, che insieme al “collega” descritto sopra, non vede di buon occhio il passaggio in legno, salvo qualche caso, come ad esempio la Cantina di Terlano, che usa in parte anche dei tonneaux da 500 lt. per la fermentazione e l’affinamento di questi vini. Vini che stanno abbandonando la causa tutta improntata sul varietale del passato, con quelle venature e richiami vegetali nelle sfumature che risultavano anche talvolta banali. Stanno pian piano acquisendo quel tocco di esotismo, ed una polposità del frutto sempre maggiori, assurgendo ad un ruolo autoritario di tutto rispetto in ambito nazionale e non.
Diventa invece molto più difficile dare, oggi, un ruolo interpretativo a quanto è capace di regalare invece lo Chardonnay. A parte un carattere nel varietalism, unico nel suo genere tra quelli proposti a livello italiano e che in linea generale, possono offrire la più vasta gamma qualitativa prodotta nello stivale. Tuttavia, le difficoltà pervengono quando si tratta invece di dare un ruolo ben preciso ad un presupposto stile. E non ci riferiamo a quel equilibrio tra frutto, sostanza e legno, difficile da codificare e che va molto a gusti, ma ad un registro aromatico bisognoso di maggiore identità territoriale. Sempre che si possa arrivare a codificarlo.
Ma l’aspetto, per certi versi, più interessante, vengono dalle progressioni avute sui Pinots. Di quello “nero”, vi parleremo alla prossima puntata, mentre è lodevole l’attenzione focalizzata nelle sessioni a quello “bianco” e quello “grigio”, seppur lontani da contrastare il ruolo primario dei tre vitigni citati in precedenza. Abbiamo notato come i produttori, nelle ultime versioni, abbiano più possibilità che in passato, di sbizzarrirsi con essi. Regalando prove originali, innovative ed inedite, sia sul piano aromatico che quello gustativo, senza perdere in finezza od eleganza.
Altra considerazione è da rivolgere ai blends. Una categoria che sarebbe inutile e riduttivo, dare una propria interpretazione, proprio dovuto al fatto di usare i più svariati vitigni. Oggi, assomigliano molto a quanto prodotto nel vicino Friuli e che sono da ricercare anche in funzione del prezzo proposto, ma che trovano le loro punte di eccellenza, soprattutto nelle versioni passite (di prossima narrazione). Mentre vitigni come Sylvaner, Kerner, Müller Thurgau, continuano offrire le sempre valide e convincenti vette qualitative, nelle cantine produttive di riferimento.
In conclusione, vogliamo approfittare di questo spazio per scusarci con i produttori e con i lettori, se il racconto dei vini bianchi del Trentino Alto-Adige arriva solo ora, ma la raccolta dei campioni in degustazione è stata oggetto di numerose difficoltà che si sono protratte per diversi mesi e che hanno visto solo ora, il loro concretizzarsi attraverso la pubblicazione.
Con la speranza e la promessa di essere più “in tempo reale” con le prossime annate.
Articolo redatto da:
Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Sommelier Professionista Freelance. Esperienze come Sommelier da Gualtiero Marchesi e al Savini di Milano.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia 2005 e Miglior Sommelier della Lombardia 2004.
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini rossi ed alcune “chicche” dolci.
TOSCANA
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
Per chiudere, un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
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