Articolo a cura di Luisito Perazzo.
Referente regionale della Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Per quanto riguarda la produzione enologica di eccellenza del Trentino Alto-Adige, vi abbiamo già parlato nella degustazione dei vini ottenuti a metodo classico e poi quella inerente ai vini bianchi. Questa volta tocca ai vini rossi. Per renderla ancor più divertente ed interessante abbiamo inserito anche qualche virus. Com’è andata? Lo vedrete nel corso della lettura…
Attenzione! Una premessa è doverosa e riguarda il Pinot Nero Schweizer di Franz Haas. Al momento della raccolta dei campioni, era già terminato. Sarebbe stato inutile per loro sottoporlo ai nostri assaggi, quindi l’azienda ha preferito non inviarlo. Lo avremo nelle prossime sessioni, quando sarà pronta la nuova annata.
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco vengono segnalati i virus, ovvero vini che non appartengono alla denominazione trattata, ma che possono avere, per certi versi, delle profonde somiglianze.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Cabernet:
89/100 – A.A. Cabernet Sauvignon Riserva Castel Ringberg Elena Walch 2004 (Cat. F)
89/100 – A.A. Cabernet Cor Romigberg Lageder 2004 (Cat. F)
88/100 – A.A. Cabernet Sauvignon Freienfeld Cortaccia 2006 (Cat. D)
88/100 – A.A. Cabernet Franc Amistar Peter Sölva & Söhne 2007 (Cat. D)
87/100 – A.A. Cabernet Riserva Baron Salvadori Nals-Margreid 2006 (Cat. D)
85/100 – Trentino Cabernet Grener Dorigati 2004 (Cat. C)
81/100 – Trentino Cabernet Sauvignon Letrari 2004 (Cat. B)
Lagrein:
91/100 – A.A. Lagrein Riserva Porphyr Cantina di Terlano 2006 (Cat. F)
88/100 – A.A. Lagrein Riserva Praepositus Abbazia di Novacella 2006 (Cat. D)
88/100 – A.A. Lagrein Riserva Grieser Prestige Line Produttori di Bolzano 2007 (Cat. D)
87/100 – A.A. Lagrein Riserva Taber St. Magdalena Produttori di Bolzano 2007 (Cat. E)
87/100 – A.A. Lagrein Sanct Valentin San Michele Appiano 2005 (Cat. E)
86/100 – A.A.Lagrein Edizione De Silva Peter Sölva & Söhne 2007 (Cat. C)
*86/100 – Langhe Dolcetto Visadì Domenico Clerico 2008 (Cat. A)
*86/100 – Dolcetto d’Alba Priavino Roberto Voerzio 2007 (Cat. B)
85/100 – A.A. Lagrein Lindenburg Lageder 2005 (Cat. D)
85/100 – A.A. Lagrein Urban Tramin 2006 (Cat. D)
Merlot:
91/100 – A.A. Merlot Brenntal Cortaccia 2006 (Cat. D)
90/100 – A.A. Merlot Franz Haas 2006 (Cat. D)
88/100 – A.A. Merlot Lageder 2003 (Cat. F)
87/100 – A.A. Merlot Riserva Siebeneich St. Magdalena Produttori di Bolzano 2006 (Cat. D)
Pinot Nero:
*92/100 – Rosso del Sebino IGT Pinèro Cà del Bosco 2004 (Cat. G)
91/100 – A.A. Pinot Nero Barthenau Vigna S. Urbano Hofstätter 2006 (Cat. F)
88/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Mazon Hofstätter 2006 (Cat. D)
88/100 – Vigneti delle Dolomiti IGT Pinot Nero Rodel Pianezzi Pojer & Sandri 2006 (Cat. D)
87/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Abbazia di Novacella 2006 (Cat. E)
87/100 – A.A. Pinot Nero Krafuss Lageder 2006 (Cat. E)
87/100 – A.A. Pinot Nero Mason Manincor 2007 (Cat. D)
87/100 – A.A. Pinot Nero Sanct Valentin San Michele Appiano 2006 (Cat. E)
*86/100 – Rosso del Sebino IGT L’Arturo Ronco Calino 2004 (Cat. E)
86/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Tramin 2006 (Cat. D)
85/100 – Trentino Pinot Nero Maso Montalto Lunelli 2006 (Cat. E)
84/100 – A.A. Pinot Nero Riserva St. Magdalena Produttori di Bolzano 2007 (Cat. D)
83/100 – A.A. Pinot Nero Mazzon Nals-Margreid 2007 (Cat. D)
Teroldego Rotaliano:
90/100 – Teroldego Rotaliano Superiore Riserva Masetto Endrizzi 2006 (Cat. B)
86/100 – Teroldego Rotaliano Diedri Dorigati 2005 (Cat. C)
86/100 – Teroldego Rotaliano Foradori Foradori 2006 (Cat. B)
*80/100 – Lago di Caldaro Classico Superiore Kalkofen Baron di Pauli 2008 (Cat. A)
*79/100 – A.A. Vernatsch Galea Nals-Margreid 2008 (Cat. B)
Vigneti delle Dolomiti I.G.T.:
92/100 – Vigneti delle Dolomiti Granato Foradori 2006 (Cat. F)
92/100 – Vigneti delle Dolomiti Rosso Faye Pojer & Sandri 2006 (Cat. E)
92/100 – Vigneti delle Dolomiti San Leonardo Tenuta San Leonardo 2004 (Cat. F)
91/100 – Vigneti delle Dolomiti Gran Masetto Endrizzi 2005 (Cat. C)
89/100 – Vigneti delle Dolomiti Castel Campan Manincor 2005 (Cat. F)
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Masetto Nero Endrizzi 2007 (Cat. B)
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Istante Franz Haas 2006 (Cat. E)
85/100 – Vigneti delle Dolomiti Villa Gresti Tenuta San Leonardo 2004 (Cat. E)
Blends:
*93/100 – Rosso del Sebino IGT Maurizio Zanella Cà del Bosco 2001 (Cat. G)
90/100 – VdT Amistar Edizione Peter Sölva & Söhne 2006 (Cat. E)
88/100 – A.A. Merlot-Cabernet Arzio Baron di Pauli 2006 (Cat. E)
88/100 – A.A. Cabernet-Merlot Loam Tramin 2006 (Cat. D)
87/100 – A.A. Casòn Hirschprunn Lageder 2004 (Cat. D)
86/100 – VdT Amistar Peter Sölva & Söhne 2006 (Cat. C)
85/100 – Lagrein-Merlot Mauritius Produttori di Bolzano 2006 (Cat. D)
84/100 – A.A. Lagrein-Cabernet Riserva Niklas 2006 (Cat. C)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Cabernet:
89/100 – A.A. Cabernet Sauvignon Riserva Castel Ringberg Elena Walch 2004 (Cat. F)
Donna e produttrice di fama consolidata, non solo nelle bianche vesti dei suoi vini, ma pure in questa versione di uno dei monovitigni maggiormente conosciuti (ma anche tra i più bistrattati), offrendo una cornice a dir poco tipica ed esaltante. A contorno di un quadro di matrice elegante e di rara espressione per il Cabernet atesino, quasi a ricordare delle dimensioni appartenenti ai canoni di eleganza che la Signora Walch riesce a dare a tutti i suoi vini, non tralasciando una rete tannica che si sviluppa lineare e compiaciuta, con freschezza e mineralità che segnano il passo e dettano la cadenza gustativa.
89/100 – A.A. Cabernet Cor Romigberg Lageder 2004 (Cat. F)
Ci troviamo di fronte sicuramente ad una delle più belle espressioni mai fatte del Cor di Lageder, ma anche quello che ha destato non pochi problemi in fase di degustazione, per via di alcune sue reticenze e che possono avere influito (in termini di pochi centesimi) nel suo giudizio finale. Un vino alla ricerca di un suo equilibrio e di una sua dimensione, ma dove non manca personalità ed intraprendenza, con quel carattere aromatico di prugna, cassis e legno di cedro. Bisognoso, ne siamo certi, di tempo per comunicare tutto ciò che ha da dire, per il volume e per gli elementi che contraddistinguono potenziale e apprezzamento. In fase gustativa, punta molto i piedi per il suo tannino presente, minuto e di grande importanza, che lo rende adatto (al momento) solo per palati forti, che incide anche in fase di valutazione dell’analisi della profondità post gustativa.
88/100 – A.A. Cabernet Sauvignon Freienfeld Cortaccia 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Del loro enologo Othmar Donà, abbiamo avuto modo di parlarvene in maniera ampia e definita. Vi abbiamo raccontato della centralità varietale dei suoi vini, ma quello che ci ha piacevolmente sorpreso, è il carattere esuberante e rigoglioso, espresso nelle versioni presentate dei vini rossi. Incominciando dal Cabernet Sauvignon Freienfeld 2006, un vino pieno e compatto, speziato e cioccolatoso, ma senza mai perdere di vista l’importanza e la maturità, regalata dal frutto. Anche al palato incide per profondità e ritmo, coniugando spessore e bevibilità. Dategli ancora qualche mese di tempo in bottiglia e saprà ripagarvi molto in termini di emozioni.
88/100 – A.A. Cabernet Franc Amistar Peter Sölva & Söhne 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Ci prendiamo tutte le nostre responsabilità nel prendere posizione riguardo questo vino, che per noi rappresenta una delle migliori interpretazioni di questo vitigno sul territorio nazionale. Un vino che ha trasmesso il suo valore dopo un’adeguata ossigenazione nel bicchiere. Attacco aromatico fitto nella trama, dritto nell’approccio, che sfocia in un vegetale non “volgare” e mentolato nei tratti. Le percezioni di assaggio, dettano calore e speziatura, uniti ad una freschezza di fondo che stabilisce equilibrio e lo proietta nella casta dei Cabernets che contano, per ripagare gli sforzi ed i sacrifici che hanno da sempre dedicato i Sölva nella loro produzione dei vini, soprattutto, rossi.
87/100 – A.A. Cabernet Riserva Baron Salvadori Nals-Margreid 2006 (Cat. D)
Una prova che si attesta sulle consuete buone posizioni per la cantina viticoltori di Nalles. Interessa la linea con maggior peso e carattere nella declinazione del sua Riserva di Cabernet Sauvignon. Ha dimostrato una buona versatilità delle componenti, con l’espressione di un frutto croccante e mai statico, tuttavia rimproveriamo un imperfetto bilanciamento tra i picchi di acidità di fine beva e lo spessore complessivo del vino. Più da imputare ad alcune “intolleranze” dell’annata che a dei difetti di vinificazione. Ciò nonostante, una promessa di una grande conferma!
85/100 – Trentino Cabernet Grener Dorigati 2004 (Cat. C)
Nulla da aggiungere a quanto già possa esprimere, attraverso i suoi vini, questa storica cantina di Mezzocorona, se non la descrizione di questo Grener che si profila molto varietale in termini gustativi e odorosi, così come è capace di mettere in mostra un tessuto pimpante, fresco e piacevole che non abbandona frutto incisivo e gustosità.
81/100 – Trentino Cabernet Sauvignon Letrari 2004 (Cat. B)
Assente in sessione il vino rosso aziendale più importante, il Ballistarius, abbiamo ospitato nelle nostre sessioni il solo Cabernet Sauvignon, presentato nell’annata 2004. Di sicuro un vino apprezzabile dal punto di vista della maturità del frutto e della prontezza degli elementi. Un vino capace di mettere in un mostra un suo carattere, nonostante ci troviamo a parlare di un vino sottile e lineare. All’olfatto si offre incentrato su un fruttato pieno ed elegante, contornato da lievi note dolci di vaniglia, stuzzicanti sono i lampi pungenti di pepe nero, che donano una certa articolazione olfattiva. Al palato, il tannino è docile ed ammaestrato. Peccato per una venatura erbacea presente, anche se non prevaricante, che ha inciso sul piano dell’apprezzamento generale.
Lagrein:
91/100 – A.A. Lagrein Riserva Porphyr Cantina di Terlano 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto.
Un Porphyr che come nelle sue consuete ottime interpretazioni del vitigno Lagrein, è capace di dare importanza, già al primo impatto, per la sua veste seducente ed impenetrabile nel colore, dando profondità e ottima premessa a quanto ci si aspetterà dopo poco. Infatti il quadro aromatico, progressa in maniera lenta ed aristocratica, senza mai cedere nella facile trappola in cui si scivola quando si hanno tra le mani queste tipo di masse e ci vuole tutta l’esperienza ed un grande terroir come quello di Terlano per dare rigore, vigorie e geometrie aromatiche, ai propri profili olfattivi. Non è da molti, regalare effluvi che si bilanciano in maniera equilibrata, tra le sensazioni calde e polpose del frutto, con sentori di mirtillo, prugna matura e cioccolato fondente (sì, avete capito bene! Del frutto, non del legno…) con quelle più “gelide”, rigide e mentolate come il pepe nero, il Brancamenta (perdonateci la pubblicità occulta, ma rende bene l’idea…) e anice stellato. Compreso l’impatto olfattivo che si mostra terribilmente pronto e tremendamente precoce allo stesso tempo. Dando la perfetta visione e goduria palatale di un vino, dalla dimensione a 3D!
88/100 – A.A. Lagrein Riserva Praepositus Abbazia di Novacella 2006 (Cat. D)
Con la versione 2006, il duo Von Klebelsberg-Lucin, sembra aver sfoderato una prova magistrale. Probabilmente mai cosi espresso e completo, si è presentato il Lagrein Riserva dell’Abbazia, con un profumo che scalpita e corre attraverso note di confettura di ciliegie e timbri tostati volti a precedere verso un profilo di bocca che segna un tannino maiuscolo e dolce al tempo stesso, di sicuro piacevole e annesso a sapidità e succulenza, tracciando un bel frutto rotondo e aromatico che scorta struttura e statura.
88/100 – A.A. Lagrein Riserva Grieser Prestige Line Produttori di Bolzano 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
All’interno della sessione di assaggio, si è creata la classica sfida tra i due Lagrein “concorrenti” della Cantina di Bolzano, ritrovatisi “sorelle” dopo l’unione, ma che hanno sempre saputo mantenere le loro distanze. Alla fine l’ha spuntata la Grieser Prestige Line, aggiudicandosi pure la menzione speciale del panel. Analiticamente un vino che esprime delle note piacevolmente terrose e balsamiche, coadiuvate da pienezza, austerità e impatto minerale. In sintesi, si potrebbe dire di un vino che ha mostrato larghezza e definizione aromatica, accompagnando in modo perpetuo e perentorio, uno spessore tanto fruttato, quanto lungo e armonico.
87/100 – A.A. Lagrein Riserva Taber St. Magdalena Produttori di Bolzano 2007 (Cat. E)
Dicevamo dunque delle differenze… Tant’è che il cavallo di battaglia della “Santa Magdalena” ha messo in campo le consuete caratteristiche di compattezza e rigore, confermandosi un riferimento di piacevolezza per la cultivar in questione, pur sottoscrivendo un tessuto caldo e vigoroso con una gamma di profumi ricca e seducente, apparentemente fin troppo bello da bere adesso e sotto ai consueti standards, in fase gustativa, di espressività, di tensione acida e quel grado di “nervosità” che lo ha sempre caratterizzato. Probabilmente da imputare all’annata.
87/100 – A.A. Lagrein Sanct Valentin San Michele Appiano 2005 (Cat. E)
Difficile, anzi quasi impossibile, trovare delle sbavature nei vini di Hans Terzer. Splendido colore granato vivido, naso di spezie dolci e cannella, confettura di mora e tabacco. Bocca immediata e smagliante, ove un’ acidità presente veicola aromi e incidenza del frutto. Se vogliamo scavare nel profondo, potremmo raccontarvi di un tannino risultante abbondante e a tratti prevalente, tanto da apparire appena scomposto in fase di apprezzamento. Il finale si pregusta su canoni di finezza e stuzzicante sapidità.
86/100 – A.A.Lagrein Edizione De Silva Peter Sölva & Söhne 2007 (Cat. C)
La conferma delle capacità enologiche sui vini rossi dei Sölva, passa anche dal Lagrein Edizione. Non cercategli spessori o opulenze e neanche toni saccenti da studente secchione delle superiori che vuole imporre il suo sapere. La morbidezza del campione ha passato l’esame esibendo un profilo fruttato e appena tostato, con una facilità di beva che si traduce in snellezza, equilibrio e grande facilità di approccio.
*86/100 – Langhe Dolcetto Visadì Domenico Clerico 2008 (Cat. A)
Accantoniamo per un attimo gli aspetti marcati, gli impatti opulenti e le trame sontuose, del vitigno Lagrein Alto-atesino e così passiamo con disinvoltura dalle rosse concentrazioni di montagna a compiute definizioni di Langa… il Dolcetto di Domenico Clerico è sincero, schietto, la violetta prende il posto della nespola e il tannino da “interpretabile” diventa esplicito: non è il vitigno che più lo contraddistingue, ma la sensibilità del produttore che lo vede e lo sente…E tra le Riserve atesine ci stava proprio bene!
*86/100 – Dolcetto d’Alba Priavino Roberto Voerzio 2007 (Cat. B)
Le nostre sessioni, come sapete, avvengono “alla cieca”. E come tutti i panel che si rispettino, c’è sempre qualcuno che mischia le carte. Di proposito. Tanto da inserire dei campioni che nulla hanno da spartire per origine e vitigno del tema in questione, ma che possono mostrare però delle somiglianze caratteriali. Un colore pieno, profondo e compatto che vira leggermente al granato e di una consistenza evidente. Naso ampio e articolato in cui emergono fiori secchi e cardamomo, ingresso disposto su densità e calore, dove la competenza del frutto sembra appartenere al Sud, mentre l’acidità e il tannino, caratterizzano le naturali provenienze nordiche… Tant’è che alla fine scopriamo che dietro a tutto questo, c’è la mano di uno dei più grandi nostri autori contemporanei.
85/100 – A.A. Lagrein Lindenburg Lageder 2005 (Cat. D)
Si è mostrato un vino abbastanza rigido nello sviluppo e teso nell’espansione del frutto. Chiuso ed introverso, probabilmente generato da alcuni “durismi” dell’annata, con richiami aromatici che dettano susina, nespola e sfumature di pomodoro cotto. La disposizione palatale è invece molto soave e vellutata, con un tannino fine e levigato, ma la dinamicità appare frenata per un’acidità che presenzia ma non articola, dove la corposità è misurata e con un finale fruttato molto più disposto di quanto percepito all’olfatto.
85/100 – A.A. Lagrein Urban Tramin 2006 (Cat. D)
L’abbiamo già detto e lo ripetiamo per l’ennesima volta, di come i vini elaborati dal grande Willi Sturz, siano magnificamente centrati e soprattutto orientati verso ciò che vogliono essere e non per il solo desiderio di apparire. Bluastro, con note di erbe montane, amarena e prugna. Il profilo è caldo e morbido, di grande piacevolezza e linearità, con un frutto che si dimostra possente ma perfettamente in linea con il tessuto del campione, che non tradisce vivacità e croccantezza dell’insieme.
Merlot:
91/100 – A.A. Merlot Brenntal Cortaccia 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Dopo un’annata che ha mostrato un relativo appannamento, il Merlot Brenntal torna con la 2006, nel massimo della sua forma. E che forma!!! Facile, molto facile, accostarlo ad alcune espressioni degne del più grande Pomerol. Più difficile, molto più azzardato, tirare invece in ballo alcune sensazioni sanguigne e terrose di qualche interpretazione proveniente dal Rodano Settentrionale. Pur non avendo nulla da spartire per vitigno di origine. Gli effluvi sono gli stessi tali da rimandare a cioccolato, fieno e tartufo in sistematica apertura nella fase, per poi proseguire con bocca tannica, giustamente tannica, che dona ampiezza al volume e molteplici sfaccettature nel dinamismo. Un centro-bocca che rivela simultaneo grassezza della polpa e toni appuntiti nella freschezza, tali da omaggiare massa sostenuta e velocità incontrollata.
90/100 – A.A. Merlot Franz Haas 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Ci troviamo invece alla ripresentazione del Merlot di Franz Haas nella versione 2006, dopo che la 2005 non è stata prodotta. Ma cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. Stessa personalità, stesso dinamismo, stessa articolazione. Difficile trovare dei passaggi a vuoto nei suoi vini, particolare è invece riscontrare dei progressi, dati in primis da un piglio maggiore, che deriva dalla maggior freschezza della composizione uva-vino associata ad una trama che elegge un tannino energico ma inserito, portando all’esaltazione il frutto e la fruibilità dello stesso. Lo sviluppo non concede pause e si riflette con una scia che richiama spezie piccanti e termina con eleganza e piacevole armonia.
88/100 – A.A. Merlot Lageder 2003 (Cat. F)
Molto più propositivo ed esuberante del Cör Romigberg, molto più estroverso e cordiale del Lindeburg, il Merlot di Alois Lageder. Complice un’annata come la 2003 che gli ha donato ampiezza ed avvolgenza, calore (ma non cottura) e rindondanza del frutto, a preludio di un approccio gustativo, ove un tannino mai cosi inserito, si fa strada attraverso un circuito che percorre una sfera fruttata e sostenuta da brillante acidità, che esalta un bouquet di fiori secchi, sottobosco e note fumose. E dal congedo vigoroso e armonico.
87/100 – A.A. Merlot Riserva Siebeneich St. Magdalena Produttori di Bolzano 2006 (Cat. D)
Una 2006 da incorniciare per la Produttori di Bolzano, ma che sembra aver messo un po’ all’ombra la Riserva Siebeneich, rispetto ai soliti canoni. Tuttavia, riuscendo a mantenere una costanza di qualità del merlot atesino, confortando anche chi come noi, abituati (e viziati…) alle migliori interpretazioni planetarie di questo vitigno, ci supporta nella ricerca varietale quando c’è una volontà di “identificare” per caratteristiche e terroir e non scimmiottare, dando i ritmi e le suggestioni del vino di personalità. Tale da presentarsi in questa veste, con profumazione di caffè in polvere, balsamico e tartufato. Per poi posizionarsi all’assaggio, esprimendo peso e potenza, collegati da un frutto che incute leggermente, ma che incide con decisione.
Pinot Nero:
*92/100 – Rosso del Sebino IGT Pinèro Cà del Bosco 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto.
L’annata 2004 aveva tutte le caratteristiche per presentare in fase di vinificazione, delle uve dalle grandi potenzialità. E’ così che in bottiglia ci è andato uno dei migliori Pinéro di sempre. Quale migliore occasione inserirlo in una sessione di Pinot Nero alto-atesini? Dal colore rosso lampone vivace e luminoso. Suggestioni aromatiche di menta e cannella, con un netto attacco di prugna in confettura e melograno disidratato. E’ proprio quel frutto a destare tutte le attenzioni, così piacevolmente intrigante e per certi versi interlocutorio, dove mostra un carattere mordente e croccante quasi da addentare, ma allo stesso tempo caldo, polposo e ricco. Per non parlare delle sfumature speziate piccanti, capaci di evolvere verso note più dolci ed evolutive, senza però dare segnali di cedimenti micro-ossidativi. L’assaggio entusiasma su posizioni di morbidezza, calore e trama tannica articolata e integrata, con sensazioni finali che accarezzano e conducono un frutto speziato e floreale. Una “2004” che sembra aver passato l’esame di maturità, acquisendo sostanza e personalità, abbandonando eccessive caricature varietali, proposte invece in alcune versioni del passato.
91/100 – A.A. Pinot Nero Barthenau Vigna S. Urbano Hofstätter 2006 (Cat. F)
Avevamo molte aspettative riguardo l’annata 2006 del Vigna Sant’Urbano e Martin Foradori non ci ha deluso. Certo, il punteggio potrebbe sembrare a prima vista un po’ severo, ma nasce dalla sua completa immaturità nel proporre appieno le sue posizioni stilistiche e caratteriali da grande annata di questo vino, quando viene degustato in gioventù. Spesso ci ha abituato a dei cambi di umore (proprio così…) repentini, nella sua lunga maturazione in bottiglia. Così, il potenziale ancora inespresso di questa 2006, non sappiamo se sarà capace di dare sfogo a tutta la profondità ed articolazione, come è stato per esempio con la 2001. Però ha le stesse proverbiali capacità musicali di un grande autore, che vengono sempre eseguite con encomiabile abnegazione. Indipendentemente dall’annata. Eseguite però, con la consueta e la solita classe di sempre.
88/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Mazon Hofstätter 2006 (Cat. D)
La Riserva Mazzon di Martin Foradori è la risposta, o meglio la proposta, di chi vuole un Pinot Nero più classico e diretto, senza tanti grilli per la testa, o per chi è alla ricerca di un’intepretazione con tutti i dovuti crismi, del fascino varietale del vitigno proveniente da questa regione. Impianto olfattivo tutto orientato sul frutto e sullo speziato dolce, al palato si sente ancora sotto assedio da un tannino molto marcato e da un’acidità di grande verve, ancora da integrare.
88/100 – Vigneti delle Dolomiti IGT Pinot Nero Rodel Pianezzi Pojer & Sandri 2006 (Cat. D)
Consueta e convincente la performance del Pinot Nero Cru del tandem maschile più famoso del mondo vinicolo trentino. Superba la fase olfattiva che incrocia note di sottobosco a tratti fruttati e vegetali, ottima la lunghezza delle percezioni gustative in cui si attestano l’equilibrio dei tannini e la finezza della struttura, senza mai tralasciare un profilo che si eleva nobile e si riflette con sicurezza e intraprendenza. Ancora una splendida conferma!
87/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Abbazia di Novacella 2006 (Cat. E)
È un assaggio che non delude e difficilmente tende ingannare… E’ notorio che tutta la gamma Praepositus di questa storica cantina, interpreta con precisione irreprensibile, la perfetta originalità del vigneto altoatesino, facendo ancor più attenzione, alle modalità “rispettose” della Valle Isarco. In particolar modo, l’assaggio di questo Pinot Nero abbandona certi estremismi od egocentrismi che sono proprie della Val d’Adige, facendosi più delicato nella proposta e leggiadro e tenue nelle sfumature odorose. Mentre la bocca è caratterizzata da toni di grande morbidezza, dati in primis da un tannino maturo e perfettamente integrato, e da cadenze molto gustose, in cui la croccantezza di fragola e lampone esaltano una beva minerale dal tocco alpino, piacevolmente balsamico.
87/100 – A.A. Pinot Nero Krafuss Lageder 2006 (Cat. E)
Stimolante personificazione della versione 2006 del Pinot Nero a cui Lageder lascia tutto l’aspetto ed il consueto fascino misterioso, tipico del Krafuss. Diretta la profumazione, incentrata molto sul frutto, con caffè e viola che dettano il tema nello sviluppo. Poi nell’assaggio si configura come un elemento dapprima alienante e poi con una carica che manifesta precisione di esecuzione, ad affiancare un tannino fine e un carattere balsamico sul finale.
87/100 – A.A. Pinot Nero Mason Manincor 2007 (Cat. D)
Assente nella nostra sessione il Mason di Mason 2007 (peccato…), ci dobbiamo “accontentare” dell’unico Pinot Nero presentato da questa azienda gioiello alto-atesina. Un vino comunque diretto e puntiglioso, offre una mirabile profumazione, ampia e complessa, con uno sviluppo palatale che ha messo in campo un bilanciamento degno ed elegante, con un binomio acido-tannico preciso e puntualmente rinfrancato da un finale di grande eleganza e pepe nero in chiusura.
87/100 – A.A. Pinot Nero Sanct Valentin San Michele Appiano 2006 (Cat. E)
L’approccio stilistico del Pinot Nero Sanct Valentin, se vogliamo, è quello più adulatore tra tutte le interpretazioni alto-atesine. Difficilmente lo troverete squilibrato o scomposto nei modi di proporsi, anche se questa “perfezione” si può ritorcere contro, quando si valuta una grandezza planetaria nell’interpretazione varietale di questo vitigno, che sappiamo passa molte volte veicolata da alcuni “difetti”, che ne danno l’impronta territoriale, oppure ne sono indici di forti personalità. Anche se il Sanct Valentin è buono, anzi, molto buono, ma spesso non trova corrispondenza d’affetto, con gli aficionados della varietà in questione. E per un’annata positiva come è questa 2006, non poteva non svettare un calice che si offre raffinato e vellutato, con una trama floreale che precede una fruttosità nitida e carezzevole. Calice che si apprezza al palato per la sua schiettezza e precisione, equilibrato e di grande morbidezza.
*86/100 – Rosso del Sebino IGT L’Arturo Ronco Calino 2004 (Cat. E)
Un vino che si mostra determinato ed autorevole, con l’attacco aromatico pieno, dritto e sontuoso e che evolve attraverso le più disparate note e sfumature. Si tinge di un rubino scarico e si timbra all’olfatto, come un Pinot Noir passionale, in cui Paolo Radici, il patron, e Leonardo Valenti, il responsabile tecnico, hanno coniugato ambizione e competenza. La disposizione al palato è quanto mai fresca e vellutata, con perfetta linearità delle componenti, anche se probabilmente “pagano” al nostro ricordo, di una 2001 senza precedenti, sentendo il peso della responsabilità e colpito da un tannino che appare mordente e che difficilmente verrà ammaestrato in bottiglia. Da bere nel breve periodo.
86/100 – A.A. Pinot Nero Riserva Tramin 2006 (Cat. D)
Dicevamo della proverbiale “calibratura” dei vini by Willi Sturz… ribadita da questa 2006 con un Pinot Nero che vive e si alimenta con ritmo di spiccata acidità e che allunga un centro-bocca sapido e fruttato. Il peso resta in coerenza con la massa, mostrando tannini presenti e ben integrati.
85/100 – Trentino Pinot Nero Maso Montalto Lunelli 2006 (Cat. E)
Sempre diretto, sottile e lineare il Pinot Nero proposto dalla famiglia Lunelli. Un vino che ha colpito per un colore labile e delicato, una paletta olfattiva che racchiude fieno e erbe aromatiche con una scia di pepe rosa, introducendo uno sviluppo al palato, sapido e morbido. Discreta cadenza del corpo e, seppur dotato di un tannino di supporto, chiude elegante e appena serrato da un’acidità che sembra comunicare la prontezza di questo vino, non tanto propenso al lungo invecchiamento.
84/100 – A.A. Pinot Nero Riserva St. Magdalena Produttori di Bolzano 2007 (Cat. D)
Tra la produzione eccelsa soprattutto dei vini rossi di questa azienda, peccato che il ruolo un po’ marginale, spetti proprio al Pinot Nero. Ma quì sembra proprio che certi aspetti “caldi” ed evolutivi, siano da imputare all’annata di origine. Naso già propenso all’evoluzione e una bocca che si disegna tonica, snella e moderata ma che viene tradita da un tannino amarognolo nel finale dell’assaggio.
83/100 – A.A. Pinot Nero Mazzon Nals-Margreid 2007 (Cat. D)
Il Mazzon della cantina cooperativa di Nalles e ben guidata dal buon Harald, l’enologo, si attesta in una posizione che non ci saremmo mai aspettati. Non che un 83 sia un punteggio indecoroso, ma lo diciamo alla luce proprio delle conoscenze delle proverbiali ed effettive potenzialità di questa storica cantina. Non tanto in fase olfattiva, dove alcune essenzialità aromatiche, possono passare in secondo piano, ma per il quadro delle durezze in fase gustativa, dominato proprio da un tannino scortese e scalpitante, che fanno da preludio ad una profondità dal precoce congedo.
Teroldego Rotaliano:
90/100 – Teroldego Rotaliano Superiore Riserva Masetto Endrizzi 2006 (Cat. B)
Che fosse un gran bel vino il Teroldego Riserva Masetto già lo sapevamo, ma che la 2006 lo proiettasse in assoluto tra i migliori mai assaggiati della tipologia, superando la soglia della super-eccellenza, beh, questo era meno prevedibile. Capace di accostare potenza ed eleganza, una luce di gustosa morbidezza nella quale brilla un tannino che si rivela intenso e appagante. Continua il suo percorso tra la pastosità di un frutto copioso e volitivo, sfilando tra note alcoliche e di prolungata freschezza, terminando la sua corsa tra cornici di frutti di bosco e nuclei di inchiostro. Una corazzata!
86/100 – Teroldego Rotaliano Diedri Dorigati 2005 (Cat. C)
La famiglia Dorigati non è solo sinonimo di Methius (il loro superbo metodo classico…), ma è interprete anche di una lunga tradizione familiare radicata in territorio dal 1858 dove oltre a permettersi delle “divagazioni” come il Cabernet raccontato in precedenza, trova nel Teroldego il loro vitigno di elezione. Il Diedri si pone tra le realtà più originali e significative per questa denominazione. Vino rubino denso con sentori di polvere di caffè e cacao, bocca calda e austera, svetta un tannino piccante e vibrante, in un tessuto di buona fittezza, con acidità piacevolmente in armonia e che sottoscrive un grande equilibrio gustativo.
86/100 – Teroldego Rotaliano Foradori Foradori 2006 (Cat. B)
Non hanno bisogno di presentazioni Elisabetta Foradori e il “suo” Teroldego. Quindi ci limitiamo piacevolmente a riportarne l’ennesima buona riuscita, indicando come Elisabetta sia stata capace di rendere famoso prima di tutto un vitigno, misconosciuto fuori dai confini territoriali del Trentino, elevandolo ad un ruolo di tutto rispetto, facendosi veicolo di una vocazione di un grande territorio con tutta le eleganza sovrana della grande Signora di Mezzolombardo.
*80/100 – Lago di Caldaro Classico Superiore Kalkofen Baron di Pauli 2008 (Cat. A)
Degno di attenzione è anche il Kalkofen della Baron di Pauli. Trova una grande centralità del frutto molto dolce e suadente come dovrebbe essere una grande Schiava, ma di dare ricchezza ed importanza, attraverso molteplici sfumature aromatiche che vanno, oltre a quelle scontate floreali e di speziatura, verso sentori di liquirizia e toni salmastri. Al palato è leggiadro e lineare, ma con una certa sostanza e profondità. Difficilmente si potrà trovare di meglio in questa denominazione.
*79/100 – A.A. Vernatsch Galea Nals-Margreid 2008 (Cat. B)
Sapevamo che il Galea meritava molte più attenzioni di quanto invece si è propensi a riservare al vitigno Schiava in generale. Quindi abbiamo deciso di inserirlo in questa sessione consapevoli delle differenze organolettiche e territoriali che presentano i due vitigni. Come di consueto appare un vino ben fatto dove potrebbe risultare anacronistico e superfluo richiamare la netta freschezza sia del frutto che dell’acidità. Vinoso, dove la leggera struttura ci accompagna gradevolmente verso un finale gustoso e di grande sapidità.
Vigneti delle Dolomiti I.G.T.:
92/100 – Vigneti delle Dolomiti Granato Foradori 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto.
Un vino che è apparso a dir poco sorprendente. Scontato visto che stiamo parlando del Granato? Non direi… Perché ha dato parecchi sintomi emozionali all’assaggio. Un vino che torna e ritorna, vino che esprime qualità di esecuzione e quantità di ottimi elementi, vino che piace (con quel suo essere giustamente un po’ ruffiano) e che convince, vino superbo nell’eleganza e profondo nell’articolazione, un vino che incarna un’anima nobile e umile, dove secondo noi ha svestito certi toni estremizzati nel passato e si offre tra le versioni più fruibili e immediate per tetto aromatico ed equilibrio gustativo. Capace di durare nel tempo. Un Altissimo Ceto pieno e meritato!
92/100 – Vigneti delle Dolomiti Rosso Faye Pojer & Sandri 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
Senza farlo apposta, alla fine neanche il fotofinish ha determinato il “vincitore” tra i tre più famosi IGT rossi del Trentino. Non che ci importasse qualcosa o c’è stata gente che ha puntato o scommesso su un “cavallo” piuttosto che un altro, ma ci rende particolarmente soddisfatti sapere che tutti, abbiano ricevuto un punteggio ragguardevole. Il taglio bordolese di Mario e Fiorentino si conferma su alti livelli, aggiungendo con la 2006, oltre a sostanza e grandezza di contenuti, un’eleganza ed una classe infinita. Al palato si dispone con piacevole voluttà ed avvolgenza, con una trama tannica di grande fattura ed un finale articolato, dove freschezza e sapidità lo accompagneranno per tutta la sua lunga vita.
92/100 – Vigneti delle Dolomiti San Leonardo Tenuta San Leonardo 2004 (Cat. F)
Altissimo Ceto.
Potevano secondo voi i Marchesi Guerrieri Gonzaga, mancare all’appuntamento con il grande vino, di fronte ad una vendemmia come la 2004? Eccoci accontentati con una splendida prova, l’ennesima, del San Leonardo, uno dei tagli bordolesi italici più famosi. E che vino signori…! Aspetto rubino e luminoso. Attacco chiaro e diretto di grande classe, frutto polposo ed imperioso incentrato sul ribes nero, di contorno troviamo “esotismi” di carruba, mandorle tostate, legna arsa, caffè e tè nero. Impianto olfattivo che esprime la consueta balsamicità di menta ed eucalipto, illuminato dal solito timbro minerale di questo splendido territorio situato ad Avio. In bocca c’è tutto, freschezza, finezza tannica, lunga persistenza aromatica, equilibrio del frutto e piacevolezza del sorso. Un vino dalla sicura e costante crescita futura. Anche nel punteggio…
91/100 – Vigneti delle Dolomiti Gran Masetto Endrizzi 2005 (Cat. C)
Altissimo Ceto.
Il vino che ha gradualmente scalato le graduatorie in termini qualitativi in casa Endrizzi, in ragione di un compiuto affinamento e perfezionamento dei descrittori che sanno regalare sensazioni nette e convincenti, in una dimensione di grande compattezza del taglio, seppur concedendo dei margini all’amalgama e all’evoluzione dello spettro aromatico e di una maturazione del tessuto tannico. Un vino che esalta misure ed estrazioni, ma rileva lunghezza e sapore.
89/100 – Vigneti delle Dolomiti Castel Campan Manincor 2005 (Cat. F)
Continua a grandi falcate il cammino di Manincor, dove la cuvèe Castel Campan, si piazza con la versione 2005 ad un soffio della soglia dei 90 punti. Il profilo olfattivo mette in mostra tutta la classe dei vini di questa azienda gioiello, mentre l’assaggio si profila diretto e lineare, con un ingresso palatale che appare ritmico e fresco da cui deriva un tratto vegetale e speziato, con un tannino che conduce le danze in maniera vigorosa e calibrata, oltre al quale morbidezza e sapidità completano le rifiniture.
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Masetto Nero Endrizzi 2007 (Cat. B)
Paolo Endrici ha svolto un grande compito per la viticoltura trentina con esperimenti (e non solo…) sulla biodiversità delle uve coltivate e come “vizio” di lunga tradizione aziendale, è da sempre proteso verso la qualità della produzione. Il Masetto Nero rappresenta un taglio che racchiude varietà autoctone e non, orientato verso una dimensione atta a soddisfare la larghezza aromatica del campione, coniugata al piacere immediato. Al palato si esprime per lunghezza e profondità, con un corpo ed uno spessore, accompagnato da un tannino presente ed inserito nella stoffa, dal finale speziato e saporito.
88/100 – Vigneti delle Dolomiti Istante Franz Haas 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
Franz Haas produce tra i migliori vini della regione ed ha il merito di rappresentarli con una filosofia originale e intrigante. Confermato dall’assaggio di Istante 2006, un autentico taglio bordolese che imprime frutto ed energia al bicchiere. Aromi di frutta rossa polposa e croccante, sposano cioccolato, spezie dolci e caffe tostato. L’apertura al palato, assicura toni di erbe che lanciano una freschezza standard per i vini Franz, decretando una beva vigorosa, articolata dal tannino stuzzicante e ben domato. Le caudalies finali accennano cedro e grafite, in un finale tutto improntato sulla personalità.
85/100 – Vigneti delle Dolomiti Villa Gresti Tenuta San Leonardo 2004 (Cat. E)
Il Villa Gresti è capace di esprimere tutta la sostanza e la classe dei vini dei Guerrieri Gonzaga, con tratti più diretti e più soffusi, di un grande Second vin. Capace di coniugare sostanza e immediatezza, complessità e facilità di approccio, sfrontatezza e discrezione. Ed è in grado di fare felice nelle scelte, un pubblico su larga scala.
“Blends”:
93/100 – Rosso del Sebino IGT Maurizio Zanella Cà del Bosco 2001 (Cat. G)
Altissimo Ceto.
Il Maurizio Zanella (vino) 2001 compie 20 anni. Un anniversario col botto, anzi con una bomba. Come quella che è scoppiata nei nostri bicchieri. Rubino profondo e compatto, con un naso dove avanza una gioventù del frutto tutta da mordere. Aitante e performante. Ingresso che abbraccia con calore e opulenza, sostanza e morbidezza. Un vino che difficilmente riuscirai a tenerlo fermo, visto che è capace di alternarsi e sorprenderti nelle sfumature. Indossa un bellissimo abito da sera, procurando lunghezza ad un sorso soddisfatto. Ed è qui che l’armonia del frutto, ampio ed asciutto nei tratti di rara precisione enologica, esalta le spigolosità ed arricchisce le figure. Il tannino è capace di imporre il suo passaggio, senza dare egemonia nella presenza. Crediamo un vino che Maurizio Zanella (uomo) abbia sempre pensato e sognato e oggi, che ha raggiunto la piena maturità, può mettere in pratica. E pronti a scommettere che nei prossimi anni, dalla Cantina, usciranno versioni capaci di sorprenderci ancora di più.
90/100 – VdT Amistar Edizione Peter Sölva & Söhne 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
Le tanto decantate lodi esecutive dei vini rossi dei Sölva, trova il giusto apogeo, nella versione 2006 dell’Amistar Edizione. Un vino di assoluta eccellenza e classe inesauribile, si issa ai vertici del panorama enologico regionale delle migliori eccellenze. Un vino che in modo progressivo e cadenzato si manifesta con tutto il suo potenziale. Ottenuto da uve Cabernet, Merlot e Lagrein, si definisce grintoso e profondo, con una trama tannica che avvolge una struttura poderosa senza mai scavalcarla, e dove la spalla acida fa da contrappunto ad un tenore alcolico ed alle morbidezze di fondo. Bravi!
88/100 – A.A. Merlot-Cabernet Arzio Baron di Pauli 2006 (Cat. E)
Un vino dal sicuro valore e che ha trovato una perfetta maturità. Profilo olfattivo non giocato sulla potenza, ma più propenso alla profondità ed alla finezza. Come tutti i vini di questa cantina, il savoir-faire enologico, fa di tutto per dare dei vini armonici, equilibrati e puliti. Un frutto di grande polposità e ricchezza ed un taglio erbaceo molto soffuso, fanno da preludio a sensazioni che si fanno spazio con l’ossigenazione. Al palato è ben disposto e non esiste un solo elemento che tende a prevaricare. Morbidezza e spessore, ma anche presenza tannica, freschezza e grande sapidità. Sembra un vino lavorato all’uncinetto, da quanto è preciso e cesellato.
88/100 – A.A. Cabernet-Merlot Loam Tramin 2006 (Cat. D)
Molto bella l’ultima uscita di Loam. Una versione mai così completa ed intrigante. Apertura aromatica di un frutto ricco e polposo, un corredo di erbe e menta piperita, di grande pulizia, finezza e schiettezza, dove i tratti vegetali sono adattati nella compiutezza del frutto, senza mai dominare od eccedere. L’assaggio è caldo e morbido, con tannino che pregusta temi minerali e sapidi, in piacevole armonia con le tonalità morbide del vino, dando vita ad una grandissima facilità di beva.
87/100 – A.A. Casòn Hirschprunn Lageder 2004 (Cat. D)
Vino che evolve con convinzione ed esaurienti finiture di esecuzione, tanto da dimostrare un frutto di grande carattere e vitalità, alternato ai tratti speziati e floreali, più soffusi, ma presenti e ben articolati. Al palato, tannini e acidità appaiono dotati e misurati al tempo stesso e si distendono in equilibrio attraverso un tessuto senza eccessi, che esalta fruttosità e media lunghezza, in un finale sapido e gradevole.
86/100 – VdT Amistar Peter Sölva & Söhne 2006 (Cat. C)
La differenza con il “fratello maggiore” è sostanziale, nella forma ma non sul piano del carattere e dello sviluppo. La capacità aziendali di imprimere ritmo e personalità ci sono tutte, anche in presenza di un campione che appare più longilineo e diretto. Al palato, apre già subito in progressione, con tannini nobili e sicuri, tanto da risultare solido e morbido al tempo stesso, ed è cosi che si congeda presto con eleganza e determinazione.
85/100 – Lagrein-Merlot Mauritius Produttori di Bolzano 2006 (Cat. D)
Violaceo con spunti granato, il campione si fregia per un’aromaticità vitale e sostenuta, che richiama in primis fragole di bosco e liquirizia, gusto con lato minerale che scorta un tannino esuberante e che si dimostra leggermente amarognolo in chiusura.
84/100 – A.A. Lagrein-Cabernet Riserva Niklas 2006 (Cat. C)
Come tutti i vini della gamma dei vini di Niklas, anche in questo caso la disposizione della paletta aromatica incide per ampiezza e suadenza. Tuttavia, ci troviamo anche in questo caso a registrare una cornice di una certa evoluzione, espressa con dolcezza e un po’ troppa maturità. Il quadro gustativo si mostra subito avvolgente, salvo poi farsi più sottile e lineare, si elegge un tannino morbido e cesellato, con una scia finale che si allunga tutto sommato per polposità e piacevolezza.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Ancora una volta ci troviamo, al termine di questa bellissima degustazione di vini rossi del Trentino Alto-Adige, a dover tracciare bilanci e conclusioni. Ispirati dalle sensazioni trasmesse dalle diverse uve ed i più svariati vini nei bicchieri, ancora con la sovranità di non tracciare dei confronti paralleli per le differenti annate dei campioni presentati, poiché ci si trova di fronte a produttori che scelgono tempi diversi per la loro uscita sul mercato.
E non solo per ragioni dettate dai tempi di affinamento dei vini…
Capita sempre più frequentemente di doverci confrontare con vini che sono sempre più “veicoli” di ispirazioni aziendali, perché tutti noi sappiamo come sia difficile in questa regione fare emergere, salvo pochi casi, il significato di “cru”. Ma ciò non toglie a costoro, di poter professare la singola filosofia aziendale, indipendentemente dal/i vitigno/i utilizzati. Altro aspetto che spicca in maniera generale, è il notevole ridimensionamento dei profili “erbacei” che spesso in passato marcavano le loro origini, riconoscibili tra mille, ma che a volte, nell’apprezzamento di una parte di consumatori, rappresentavano delle vere e proprie condizioni di antipatia per il genere. L’abbassamento delle rese, una maggior attenzione al lavoro nel vigneto e mattiamoci pure il “maledetto” surriscaldamento globale, sembrano essere le cause di questo tipo di rivoluzione stilistica.
Proseguendo con l’analisi escono fuori altri aspetti interessanti, ed altri invece più problematici. Tra quest’ultimi sicuramente riguarda la “svalutazione mondiale” in atto, delle cuvée a taglio bordolese. Apprezziamo gli sforzi compiuti dai produttori a dare loro un senso interpretativo ed introdurre dei segnali di più personalità a questi vini, ma se analizziamo i punteggi, possiamo notare come pochi siano i campioni che abbiano varcato la soglia della super eccellenza. Già, perché c’è un punto che andrebbe approfondito. Il consumatore “moderno” si trova ormai accerchiato (e trapela tutta la sua amarezza…), storcendo il naso davanti a tutti questi super (et minor…) blends a base di cabernet/s e/o merlot. E se proprio, si trova a decidere di stappare una bottiglia, spesso lo fa preferendo delle cuvée top. Confortato anche dal fatto, che se ha volontà di approfondire, in senso enologico, questo splendido territorio, le sue scelte verteranno allora su altri vitigni.
A cominciare dal Lagrein e dal Teroldego, che hanno presentato soprattutto con il millesimo 2006, come non mai in precedenza, un giusto bilanciamento tra centralità e centratura generale di queste cultivar autoctone. Con questo non vogliamo per forza rientrare in quel partito sotto lo slogan “autoctono è più bello”, ma segnalare come si siano compiuti degli sforzi, affinchè si riescano a presentare sul mercato, dei vini con elevati standards qualitativi. Come quelli inseriti nelle nostre sessioni. Più equilibrati nel dosaggio del legno e specialmente con dei profili olfattivi di grande nitidezza e pulizia, che spesso in passato, hanno rappresentato dei veri e propri ostacoli.
Tra i bilanci positivi, aggiungiamoci anche le sorprese di quanto riescano ad offrire oggi le interpretazioni regionali del più famoso vitigno borgognone: il Pinot Nero. Non siamo di certo noi a scoprire le potenzialità di questa terra verso questo vitigno e non vogliamo neanche aggiungerci al già numeroso gruppo di chi continua a tessere le lodi ai vini prodotti in Trentino Alto-Adige. Degustiamo, valutiamo ed applaudiamo, ma vorremmo anche aggiungere che è inutile e fortemente deleterio per questa regione, continuare a doverci confrontare con quanto prodotto Oltralpe. Le soglie di eccellenza sono state raggiunte, il successo pure, ma c’è tanto da lavorare ancora in termini di arricchimento di personalità.
Un’ultima considerazione va ai numerosi vini IGT prodotti in Trentino. La classe che si è venuta manifestarsi nei protagonisti delle nostre sessioni, sono conferma di quanto lavoro è stato fatto. Cercando di conquistare consensi dalla critica e dai consumatori, compiendo sforzi e sacrifici, visto che si trovano in una “zona” dove godono raramente delle luci della ribalta e possono beneficiare di tutte le “nostre” attenzioni. Si riesce ad offrire tipicità e delle profonde identità territoriali, elevandosi sempre più ad un ruolo di assoluto protagonismo nel panorama italiano, dando ulteriore prova di come il vino possa essere fonte, anche culturale, nel patrimonio di una regione.
Articolo redatto da:
Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Sommelier Professionista Freelance. Esperienze come Sommelier da Gualtiero Marchesi e al Savini di Milano.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia 2005 e Miglior Sommelier della Lombardia 2004.
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
TOSCANA
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
Per chiudere, un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
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