Articolo a cura di Ivano Antonini
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto e Referente regionale per il Piemonte.
Il nostro viaggio nel Piemonte vitivinicolo continua con la degustazione dei Langhe Rosso. Alla fine possiamo ritenerci soddisfatti per i risultati che abbiamo ottenuto, in virtù della qualità importante dei vini presentati in degustazione, anche se alcune sessioni hanno presentato delle difficoltà nel loro svolgimento, poichè negli assaggi vi erano vini di natura molto diversi tra di loro, nati da uve diverse e da blend diversi. Altre piccole problematiche sono state date dalle diversità delle annate presentate dai produttori, scelte determinate dal produttore stesso nella commercializzazione dei loro prodotti. Per altri tipi di discorsi riguardanti le caratteristiche della denominazione in esame, vi rimandiamo alle nostre consuete considerazioni finali, anche se per questa volta, tralasceremo il discorso sulle annate. Vi invito a seguirci fino in fondo perchè daremo spazio ad alcune nostre riflessioni, per esempio parlando delle “direzioni” che porteranno questi vini nei prossimi anni.
Non ci resta che augurarvi…buon viaggio!
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. A differenza di altre sessioni, non abbiamo voluto dividerla per annate. Questo, per il fatto di essere di fronte a vini profondamente diversi tra loro. Anche perchè, in molti dei casi presi in analisi, si potrebbe invece parlare di vini che mostrano un vero e proprio stile aziendale, il quale incide maggiormente sullo sviluppo stilistico di questi vini, specie se rapportato alle influenze che possono dare le annate, giocando anche con la possibilità di poter legittimamente cambiare le percentuali dei vitigni in funzione del millesimo, ma con il risultato di cambiare l’identità del vino stesso anche in maniera sostanziale rispetto all’annata precedente. Abbiamo apportato una novità in questa degustazione, inserendo quelli che in gergo di una degustazione alla cieca, vengono chiamati “virus“, ovvero vini che possono presentare delle caratteristiche molto simili ai vini presi in esame, ma che appartengono a denominazioni diverse. Per facilitare la lettura, ed individuare quali sono questi vini, li abbiamo contrassegnati con l’asterisco, nella graduatoria finale. L’unica divisione che abbiamo voluto fare, riguarda i vini del Podere A. Bertelli, degustati separatamente dal resto della batteria. Riconosciuti per essere sempre messi in commercio tardivamente rispetto agli altri, li abbiamo voluti degustare disgiuntamente poichè crediamo avrebbero presentato delle difficoltà, dovute alle loro caratteristiche evolutive e quindi non ci sembrava corretto metterli in analisi con vini molto più giovani, molto più incisivi nel frutto e quindi gravare psicologicamente il panel, rischiando di non avere dei giudizi sereni in fase di valutazione. Quindi, abbiamo creato la categoria “Fuori dal coro…”. Rimangono sempre segnati in rosso i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto e viste le numerose richieste, abbiamo voluto aggiungere, già accanto alla graduatoria, le categorie di prezzo trovabili in enoteca, cosa che prima si trovavano solo nelle schede aziendali.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale, dove potrete accedere a dati, recapiti ecc. . Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
Non ci resta che augurarvi buona lettura…
1) LA GRADUATORIA:
90/100 – Langhe Rosso Fontanazza-Pissotta Roberto Voerzio 2005 (Cat.H)
89/100 – Langhe Rosso La Villa Cascina Nuova-Elio Altare 2006 (Cat. G)
89/100 – Langhe Rosso Larigi Cascina Nuova-Elio Altare 2006 (Cat. G.)
*89/100 – Monferrato Rosso Pin La Spinetta 2007 (Cat. F)
88/100(?) – Langhe Rosso Monprà Conterno-Fantino 2006 (Cat.F)
88/100 – Langhe Rosso Le Marne Grigie Matteo Correggia 2005 (Cat. F)
88/100 – Langhe Rosso Sei File Nada Fiorenzo 2005 (Cat. F)
88/100 – Langhe Rosso Quatr Nas Podere Rocche dei Manzoni 2004 (Cat. F)
87/100 – Langhe Rosso Buio Enzo Boglietti 2006 (Cat. E)
87/100 – Langhe Rosso Bricco Appiani Flavio Roddolo 2004 (Cat. E)
87/100 – Langhe Rosso Briccoserra F.lli Cigliuti 2006 (Cat. E)
87/100 – Langhe Rosso Dossi Rossi Monti 2005 (Cat. E)
87/100 – Langhe Rosso Bricco Manzoni P. R. dei Manzoni 2004 (Cat. E)
87/100 – Langhe Rosso Poderi Aldo Conterno 2006 (Cat. C)
87/100 – Langhe Rosso Luigi Einaudi Poderi Luigi Einaudi 2005 (Cat. E)
*87/100 – Monferrato Rosso Cascina Bricco del Sole Icardi 2006 (Cat. D)
*87/100 – VdT Primo Volo Villa Giada 2006 (Cat. D)
*87/100 – VdT Merlot Merenda con Corvi 2006 (Cat. D)
86/100 – Langhe Rosso Eresia Bricco Giubellini 2005 (Cat. D)
86/100 – Langhe Rosso Arte Domenico Clerico 2007 (Cat. F)
86/100 – Langhe Rosso Long Now Pelissero 2006 (Cat. D)
86/100 – Langhe Rosso Ornati Tenuta Rocca 2006 (Cat. C)
*86/100 – Monferrato rosso Nove Nove Villa Giada 2006 (Cat. B)
85/100 – Langhe Rosso I Cortini Castello di Neive 2007 (Cat. B)
85/100 – Langhe Rosso Alna Rosso Josetta Saffirio 2007 (Cat. C)
85/100 – Langhe Rosso Nej Icardi 2006 (Cat. C)
*83/100 – Monferrato rosso Tre Ponti Villa Giada 2006 (Cat. B)
Fuori dal coro…
89/100 – VDT St Marsan Poderi A. Bertelli 2000 (Cat. F)
87/100 – Monferrato Rosso MB (da uve merlot) Poderi A. Bertelli 2001 (Cat. D)
86/100 – Monferrato Rosso I Fossaretti (da uve cabernet) Poderi A. Bertelli 2000 (Cat. D)
Attenzione!!! I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
90/100 Langhe Rosso Fontanazza-Pissotta Roberto Voerzio 2005
Grande prova per la versione 2005 del Merlot di Roberto Voerzio, che “sbaraglia la concorrenza”, varca la soglia dei 90 punti e si aggiudica il primato come il miglior vino di questa denominazione. Un successo che non è stato perentorio, paragonabili ad esempio ai 9,58 di Bolt sui 100 mt, ma che invece ha nascosto non poche difficoltà, date più che altro dal suo esordio nel bicchiere, in virtù di una partenza un po’ in sordina. Infatti gli ingranaggi delle componenti del profilo aromatico, hanno impiegato qualche minuto per registrarsi e poter quindi sfoderare una complessità di tutto rispetto. Al primo impatto le note dolci la facevano da padrone, lasciando spazio a note leggermente accennate di erba tagliata. Mentre l’ampiezza, l’avvolgenza, la progressione e la persistenza aromatica presenti al palato ed in fase retro-olfattiva, hanno dato delle precise indicazioni di cosa sarebbe diventato di lì a poco, questo Fontanazza-Pissotta. I sentori di erba tagliata, hanno fatto spazio a note di sottobosco, muschio, sentori di felce, il tutto in condizioni di maturità di frutto davvero esemplari. Pronti a scommettere che, con qualche anno di maturazione in bottiglia, avremmo sfumature ricche e avvolgenti da grande Pomerol…
89/100 Langhe Rosso La Villa Cascina Nuova-Elio Altare 2006
Altissimo Ceto
Dobbiamo ammettere di non avere mai avuto in passato, un feeling particolare verso il La Villa di Elio Altare, preferendo sempre di gran lunga la barbera del Vigna Larigi o il nebbiolo del Vigna Arborina. Forse per quel suo presentarsi con un mix di barbera-nebbiolo, ci ha forse abituato a comprenderlo come un vino senza una propria precisa idendità, quasi fosse nato da una costola dei due vini menzionati prima. Ma le degustazioni alla cieca servono anche a questo e di fronte a questa 2006, abbiamo fugato ogni preconcetto e compreso che anche lui può dire la sua, posizionandosi non solo a fianco del suo fratellino (il Vigna Arborina 2006 non è stato prodotto…) ma aggiudicandosi anche la nostra migliore valutazione. Il naso si offre con sentori di piccoli frutti rossi data dalla Barbera e dalle note di tabacco, spezie e balsamico date invece dal nebbiolo. In bocca, le due singole identità si fondono in un mix di grande carattere, muovendosi su di un asse di grande equilibrio, con un tannino lievemente accennato.
89/100 Langhe Rosso Larigi Cascina Nuova-Elio Altare 2006
Eravamo quasi tentati di inserire il Vigna Larigi come “virus”, in una delle nostre prossime sessioni dedicate alle Barbere d’Alba. Pronti a scommettere che le sue peculiarità avrebbero sicuramente portato ad avere delle belle sorprese. Ma poi abbiamo valutato che la sua imprevedibilità l’avrebbe sfoderata anche nella sua giusta collocazione, sprigionando energia, carattere ed un frutto senza pari, con espressioni percorse su effluvi nitidi, di grande precisione, finezza ed eleganza. Un 2006 esemplare che ha sfiorato di un nonnulla la soglia dei 90, più che altro per la sua acidità, sì presente (non potrebbe essere altrimenti…), ma un po’ “nervosetta” che ha frenato di poco le emozioni, piene e accentuate, regalate dal bicchiere. Sicuramente un vino da dimenticare qualche anno in cantina.
89/100 Monferrato Rosso Pin La Spinetta 2007
Altissimo Ceto
Voi vi sareste mai aspettati che il Pin dei fratelli Rivetti, avrebbe surclassato nel punteggio, i loro Barbaresco? Noi, valutando certi aspetti sì. L’elemento distintivo sicuramente più importante è la grande continuità qualitativa e “tradizionale” per quello che è stato (e lo è ancora…) il vino di famiglia dei Rivetti, tanto da dedicargli il nome di papà Giuseppe, detto Pin. Un vino che non è mai cambiato nel suo DNA o nello stile, se non per le sue caratteristiche date dalle singole annate. Questa 2007 non possiede il vigore della 2006, ma è sicuramente più prestante ed imponente, senza però mai cedere sul piano della progressione aromatica o di sedersi su se stesso. Da quì un Altissimo Ceto pieno e meritato. Al palato mostra forza, determinazione e…tanta voglia di vivere ancora per molti anni.
88/100 (?) – Langhe Rosso Monprà Conterno-Fantino 2006
Il Monprà ’06 è stato, nella nostre valutazioni, per lungo tempo sospeso tra gli 88 e gli 89/100, salvo poi posizionarlo con riserva sul centesimo più basso. Le difficoltà sono nate dopo un’analisi che riportava un’ “andatura a due velocità”. Il quadro aromatico che viaggia in quinta, con un frutto deciso ed espressivo nato dalla bontà della 2006, circondato da tonalità speziate, un goudron avvertito ma senza implicare intoppi nell’evoluzione ed infine il piacevole equilibrio tra il frutto ed il boisè. Mentre è il palato a restare particolarmente “frenato” nell’espressione. La trama tannica abbastanza rigida e verticale in questo momento, non trova particolare fusione con il resto della massa. La cosa non ci meraviglia e non ci scuote più di quel tanto, poichè data la stima che nutriamo verso le capacità esecutive e stilistiche di Claudio Conterno e Guido Fantino e l’esperienza fatta su di altre annate in passato (anche sui Barolo…), ci suggerisce di portare pazienza ed riservare attenzione negli sviluppi futuri e tutto si risolverà con il passare del tempo. In bottiglia…
88/100 Langhe Rosso Le Marne Grigie Matteo Correggia 2005
Un vino che è prodotto da un classico taglio bordolese in aggiunta ad una piccola percentuale di syrah, mentre il nome deriva dalla tipologia del suolo di origine. Un campione non particolarmente di grande concentrazione, dove appunto lo stile aziendale vuole giocare sulle note della finezza e dell’equilibrio. Non il classico “vinone” per intenderci. Anche in bocca è avvolgente, ma non “pieno”, dotato di un buon spessore, sostenuto da una buona acidità, articolato da una bellissima sapidità, la quale invoglia particolarmente la beva. Tannino presente, un po’ troppo determinato in questa fase. Crediamo che con un po’ più di vigoria, magari anche aiutato dall’annata giusta, possa essere un vino che possa ambire a superare la soglia dei 90/100. Intanto godiamoci questo…
88/100 Langhe Rosso Sei File Nada Fiorenzo 2005
Altissimo Ceto
Ecco un bellissimo esempio di cosa ci dobbiamo aspettare da un bravissimo vigneron come Bruno Nada. Certo, non dovevamo aspettare l’annata 2005 per scoprirlo, esistono delle versioni come la ’94, la ’96 o la ’98, a dare testimonianza del passato. Ma quello che vorremmo sottolineare è che per fare un vino da Altissimo Ceto, non occorre mettere solo in campo potenza e spessore, ma occorre aggiungere finezza, eleganza e quel pizzico di personalità che ci piacerebbe trovarli in un numero sempre maggiore di vini. Questa 2005 è l’ottima versione di un vino ottenuto prevalentemente da uve barbera di vigne che hanno 60-70 anni di vita e che danno origine a vini con complessità significative anche se molto sottili, quasi impalpabili e che occorre un’analisi olfattiva attenta e minuziosa per coglierle appieno. Lo sviluppo gustativo è solo una logica conseguenza fatta da equilibrio, freschezza e mineralità in una bellissima progressione.
88/100 Langhe Rosso Quatr Nas Podere Rocche dei Manzoni 2004
Non c’è niente da fare. Passano gli anni, passano i millesimi, ma i vini di questo “gioiello” di Langa, qual’è la cantina di Rocche dei Manzoni, sembrano conservare il medesimo DNA. Ne parlavamo prima all’amico (e compianto) Valentino Migliorini e lo abbiamo ribadito più volte al figlio Rodolfo, bravo e capace a condurre un’eredita, non di facile gestione. Tornando ai vini, crediamo che più di ogni altra realtà moderna di Langa, abbiano bisogno di una notevole e massiccia dose di ossigeno e/o di parecchi anni prima di poterli vedere nella loro piena maturità espressiva. Anche sui Langhe Rosso, nonostante ci siano stati presentati i 2004, se ci dovessimo soffermare sempre al loro primo impatto in una degustazione alla cieca, verrebbero sempre collocati in alcune posizioni più in basso. Hanno sempre nell’immediato, nel loro carattere olfattivo, delle tonalità dolciastre e vanigliate date dall’uso del legno che sembrerebbe, dico sembrerebbe, dovuto ad una cattiva gestione in cantina. Ma conoscendo anche la professionalità dell’enologo Giuseppe Albertino e conoscendo da diversi anni la storia di questa cantina, possiamo tranquillamente asserire che questa caratteristica sia più che altro un vizio di forma. Non è un caso che abbiano messo in commercio due anni fa, una riserva 7 anni e quest’anno una riserva 10 anni di Barolo. Quindi, tornando al nostro Quatr Nas, dopo la sua boccata d’ossigeno, ecco rivelare il suo carattere di grande vino, capace di riferire delle sfumature dei quattro vitigni utilizzati: nebbiolo in prevalenza, seguito da pinot nero, merlot e cabernet sauvignon. Alla gustativa è opulento, avvolgente, spesso anche se tenuto in piedi da una buona freschezza. Grande eleganza in chiusura. Meglio che al naso…
87/100 Langhe Rosso Buio Enzo Boglietti 2006
Il vino avrebbe avuto tutte le carte in regola per potersi posizionare qualche posizione più in alto. Diciamo “avrebbe” perchè il Buio ’06 è un vino ben fatto, ha spessore, ha carattere, l’inclinazione tutta boisè sembrerebbe appartenere al passato…E dunque? Ci aspettiamo in futuro di trovare una maggiore integrazione tra le varie componenti sul piano acidità-spessore-tannini e soprattutto a livello olfattivo di avere una più spiccata espressione, tutto in favore ad una migliore personalità.
87/100 Langhe Rosso Bricco Appiani Flavio Roddolo 2004
Il Bricco Appiani di Flavio Roddolo è un cabernet sauvignon abbastanza atipico. Piantato da Roddolo non di certo per moda oppure con la volontà di fare un vino “internazionale”, anche se è già capitato in passato di stupire, una volta inserito in degustazione con grossi calibri bordolesi o esponenti della Napa Valley di questo nobile vitigno, comportandosi sempre in maniera egregia. Singolare è invece la sua matrice alquanto “territoriale” e passeremo sicuramente per matti se ora incominciamo a parlare di terroir di Monforte d’Alba, parlando di cabernet (anche perchè non abbiamo molte altre alternative per farlo in maniera più ampia…). Ma invitiamo ad assaggiarlo soprattutto in questa 2004, per capire di cosa stiamo parlando e considerare il balsamico, l’acidità ed i tannini ben presenti delle caratteristiche valide sia per il suo Barolo che per il Bricco Appiani.
87/100 Langhe Rosso Briccoserra F.lli Cigliuti 2006
Il Briccoserra 2006 di Cigliuti si presenta con il suo consueto richiamo stilistico. Da un lato concentrazione e con un frutto polposo e dall’altro quel tocco di rusticità che non intralcia i binari dell’eleganza, ma che lo rende abbastanza in linea con le caratteristiche dei vini di questa casa. Ma alla classica ricetta aggiungiamo un pizzico di personalità in più, se paragonato ad altre versioni in passato, dovuto sicuramente alla bontà dell’annata ma anche, crediamo, alla volontà di vivere una vita tutta nuova, incominciata dalle valutazioni registrate in occasione della degustazione dei Barbaresco. Sviluppo più riscontrabile al palato, dove troviamo vigorìa ed una trama tannica di tutto rispetto, capace di chiudere in dolcezza.
87/100 Langhe Rosso Dossi Rossi Monti 2005
Il Dossi Rossi del bravo Paolo Monti è un vino ottenuto da uve cabernet sauvignon, merlot e nebbiolo. Esprime nel bicchiere per certi versi il carattere riservato, quasi meditativo del suo patron, salvo poi dare libertà di espressione una volta presa confidenza, rivelandosi con il suo frutto croccante, fragrante, di notevole eleganza, con capacità esecutive molto docili e mai appariscenti. Al palato abbiamo prima di tutto equilibrio, sostanza e con una piacevole sapidità in alternanza alla pregevole freschezza di sostegno.
87/100 Langhe Rosso Bricco Manzoni Podere Rocche dei Manzoni 2004
Prendete quanto scritto in apertura in occasione della descrizione del Qutr Nas e copia-incollatelo quì. Per quanto riguarda il resto, possiamo dire che da sempre il Bricco Manzoni è considerato come il fratello maggiore dell’altro Langhe Rosso, anche se avremmo dei dubbi a riguardo, degustandoli appunto in parallelo entrambi nella loro versione targata 2004. Il Bricco Manzoni è ottenuto da uve nebbiolo in prevalenza ed il resto da uve nebbiolo. Mostra un bellissimo carattere espressivo a livello olfattivo, mentre sembra segnare il passo nello sviluppo gustativo, confermando un tannino abbastanza rigido.
87/100 Langhe Rosso Poderi Aldo Conterno 2006
Il Langhe Rosso prodotto da questo storico “chateau” di Langa è un vino ottenuto da freisa, cabernet sauvignon e merlot. Un vino semplice, diretto, efficace tanto nell’esecuzione, quanto nella piacevolezza di beva. Senza accessori ed orpelli, colpisce più di quanto la sua importanza vorrebbe, usando personalità e quel tocco di originalità che non guasta, stappando un vino di questa tipologia. Un vino che si sarebbe collocato sugli 86/100, ma che proprio per questo è stato rivalutato maggiormente.
87/100 Langhe Rosso Luigi Einaudi Poderi Luigi Einaudi 2005
Anche il Langhe Rosso Lugi Einaudi conferma l’ottimo trend intrapreso da questa casa, quasi fosse cominciata una nuova vita e che troverà il suo apice nella prossima presentazione dei Barolo. Per il momento ci riserviamo a recensire un’ottima interpretazione di questo rosso atipico, per via del suo blend di cabernet, merlot, barbera e nebbiolo. Il panel ha avuto modo di trovare, sia a livello olfattivo che gustativo, un piacevole equilibrio tra le varie caratteristiche date dalle varie uve, senza che nessuna di esse di trovi a primeggiare da prima donna. Un rosso che ha già molto da dire adesso e che potrà farlo per diversi anni.
87/100 Monferrato Rosso Cascina Bricco del Sole Icardi 2006
Il Cascina Bricco del Sole è un sapiente “taglio” di uve nebbiolo, barbera e cabernet ed in questa testimonianza portante annata 2006, sembra godere di ottima salute. La pulizia, l’integrità, la correttezza e la coerenza stilistica dei vini di Claudio Icardi viaggiano sempre sui consueti binari, anche con le irregolarità dei millesimi, salvo poi osservare come questi vini, ed in particolare il Cascina Bricco del Sole, abbiano acquistato negli ultimi anni (ed assaggi in anteprima in cantina confermano questo trand, anche nei prossimi due anni), maggior spessore (non solo in termini di estratti…), vigore ed energia dando quel pizzico di personalità che mancava in passato. Oppure era proprio lo stile di questa casa ad essere espressione stessa della personalità?
87/100 VdT Primo Volo (Villa Giada) 2006
Inserito volutamente come virus nella sessione di degustazione dei Langhe rosso, in quanto siamo di fronte ad un vino ottenuto da un blend di tre vini di altrettante regioni diverse. Il merlot viene fornito da Giordano Emo Capodilista e proviene dai Colli Euganei, il sangiovese da Sergio Zingarelli di Rocca delle Macìe e dalla Barbera elargita da Andrea Faccio di Villa Giada. Quindi un vino con tre anime e provenienti da tre terroir ben diversi, che si esprimono certo in un vino tecnicamente ben fatto, elegante, pulito, ma che auspicheremmo in futuro di trovare, soprattutto al naso, una maggiore “registrazione” delle varie componenti, con la possibilità di avere una maggiore fusione ed esprimere fino in fondo, una sola anima e spiccare finalmente…il volo!
87/100 VdT Merlot Merenda con Corvi 2006
Altro vino volutamente inserito come virus in questa sessione, è il merlot di questa piccola “bonboniera” del pinerolese, che produce anche una deliziosa barbera di cui avrete riscontro in una delle prossime recensioni. Azienda che qualche anno fa’ mi è stata fatta conoscere da Domenico Clerico, della quale ho avuto modo di osservare gli ottimi sviluppi di crescita qualitativa di questo passato abbastanza recente, ma ancora con dei margini di crescita in futuro. Calcolando anche tutte le difficoltà della zona e della non facile situazione di trovare una giusta e meritata collocazione. Quindi, siamo ben contenti di registrare un 87/100, dato dal panel, pieno e sacrosanto, ad un passo dai grandi nomi, pur non possedendo lo stesso spessore e la medesima progressione gustativa, ma lanciando dei segnali chiari dati dal carattere e dalla personalità, davvero di rilievo.
86/100 Langhe Rosso Eresia Bricco Giubellini 2005
Altra piccola azienda-chicca inserita nella nostra Guida guidata da Gigi Garanzini e dalla moglie Maria Biannucci, ma dove a muovere i fili, abbiamo due persone che rispondono al nome di Claudio Conterno e Guido Fantino, che fungono da “burattinai” e lo imbottigliano per loro. L’Eresia è un vino ottenuto da nebbiolo, barbera e merlot, vinificati e maturati separatamente e messi insieme solo poco prima dell’imbottigliamento. Un vino piacevole, diretto, lineare, dotato di un frutto fragrante e che guadagnerà maggiore complessità in futuro. Anche al palato troviamo uno sviluppo agevole, dotato di grande equilibrio e con una piacevole sapidità sul finale.
86/100 Langhe Rosso Arte Domenico Clerico 2007
“Ahia!”… Questo è stato un po’ il commento generale quando sono state scoperte le bottiglie e ci siamo resi conto che l’Arte di Domenico Clerico non era stato posizionato lassù, tanto per fare un esempio magari insieme al Pin o al Monprà, che insieme a questi ultimi ha fatto un po’ la storia dei “super-piedmont”. Siamo rimasti sorpresi, non tanto per lo spessore, la struttura o la bontà del vino fine a se stessa, ma quanto al profilo aromatico non proprio ben definito. Chiariamo che non parliamo di presenze di “puzzette” o sentori sintomi di una non-pulizia enologica di base, ma delle note legate ad altre matrici, note già abbastanza “evolute” di quanto l’annata calda possa indicare, che ne complicano anche la finezza olfattiva, cosa che non ci saremmo mai aspettati da un vino di Domenico. Magari dopo un buon periodo di affinamento in bottiglia, ne potrà trarre beneficio.
86/100 Langhe Rosso Long Now Pelissero 2006
Un vino ottenuto da uve nebbiolo e barbera, colpisce al primo impatto per la sua veste molto carica, quasi impenetrabile, al naso il frutto fatica a fare capolino. Ci vuole tempo. Quasi il nome evocasse proprio il preciso intento di attesa per averlo in piena forma. In fase olfattiva deve trovare la giusta armonia, soprattutto sull’asse frutto-legno. Al palato troviamo consistenza, mole, sostenuto da una buona freschezza. Un vino tutto sommato di buona fattura, dove vorremmo trovare un pizzico di energia e vigore in più.
86/100 Langhe Rosso Ornati Tenuta Rocca 2006
Un vino che rispecchia in tutto e per tutto l’attuale contesto filosofico della casa. Ovvero una realtà, in questo momento molto valida, dove vengono esibiti dei chiari cenni qualitativi molto confortanti, ma bisognosi di tempo e di volontà per arrivare finalmente a fare quel salto decisivo, che gli permetterebbe di viaggiare in un’altra dimensione. Sappiamo che le basi ci sono, i vigneti sono posizionati in alcune delle situazioni più belle di Monforte d’Alba, l’enologo compie il suo lavoro al meglio. Quindi non ci resta che aspettare, mentre ci godiamo questa fase evolutiva dall’esterno. Sorseggiando un calice di un buon Ornati 2006.
86/100 Monferrato rosso Nove Nove Villa Giada 2006
Il nove nove è ottenuto da uve merlot, da vigne piantate appunto nel 1999. Nel corso degli anni il vino, ha preso forma, ha messo su anche del peso, si è anche irrobustito, tutto in favore ad un maggiore spessore. Purtroppo dobbiamo registrare dei segnali olfattivi da rivedere in futuro, in vista di vini con maggiore definizione e migliore finezza.
85/100 Langhe Rosso I Cortini Castello di Neive 2007
Ci è capitato più di una volta che ci siamo chiesti nel nostro entourage, verso quali aspirazioni possa ambire il Pinot Nero in Langa. Forse perchè ci è capitato di assagiarne diverse di valide interpretazioni, ma senza mai avere quei picchi che possano farti dire che esistano altrettanti motivi per continuare a farli. Forse perchè nella testa di molti produttori, questo vitigno, è sempre visto come una sfida? Capiamoci subito, questo I Cortini è un vino apprezzabile, elegante, morbido e setoso. Ma forse non si poteva raggiungere dei risultati migliori, impiegando ben altre uve? Oltretutto pensando che i loro Barbaresco appartengono ad un’altra dimensione?
85/100 Langhe Rosso Alna Rosso Josetta Saffirio 2007
L’Alna Rosso di Josetta Saffirio è un vino ottenuto prevalentemente da uve merlot e con l’aggiunta di un pizzico di nebbiolo. Ma la composizione poco importa nella volontà produttiva di questo vino, basato su concrete finalità espressive legate al timbro “femminile” volutamente ricercato, direttrici riscontrabili anche negli altri vini. Un vino sicuramente non giocato sull’impatto e sulla voglia di apparire e che sicuramente, ce ne rendiamo conto, andrebbe analizzato “oltre” gli 85/100 finali. Un bicchiere che non esprime energia, forza e potenza, ma un carattere docile, lineare e ben giocato sul frutto, un accenno speziato lievemente trateggiato e tanta…ma tanta…eleganza. Di grandissima beva.
85/100 Langhe Rosso Nej Icardi 2006
Il Nej di Claudio Icardi evoca nel suo nome dialettale, l’origine del vitigno impiegato: il “nero”, ovvero il Pinot Nero. Un vino giocato molto sulla linearità di esecuzione, un frutto croccante diretto, pulito, senza grandi fronzoli. Anche al palato risulta di media avvolgenza, buona la freschezza e dove troviamo una piacevole dolcezza in chiusura. Un vino ben fatto, anche se… per noi… il pinot nero è tutt’altra cosa.
83/100 Monferrato rosso Tre Ponti Villa Giada 2006
Un vino semplice, lineare, dal quadro aromatico non pulitissimo e non abbastanza definito. In bocca si presenta di media avvolgenza, con le note dure che si fanno sentire e con una chiusura retro-olfattiva un po’ troppo frettolosa.
Fuori dal coro…
89/100 VDT St Marsan Poderi A. Bertelli 2000
Come già indicato all’inizio della recensione, abbiamo voluto inserire i vini di Bertelli in una degustazione separata. Ci è sembrato più giusto, non metterli in comparazione con vini di annate più recenti ed assaggiarli così nel loro stato evolutivo. Cominciamo dal St. Marsan rosso (del bianco, e che bianco… , vi racconteremo più avanti). Sappiamo della passione del professor Bertelli per alcune varietà “rodaniane” e di “giocare” con esse, piantandole e lavorare con queste uve in territori che presentano caratteristiche completamente diverse da quelle presenti nel loro habitat di origine. I risultati, lo si può notare dai punteggi, sono più che egregi e si rivolgono soprattutto a quel tipo di consumatore che ogni tanto si vuole togliere lo sfizio di bere un vino originale. Oppure, come direbbe Verdone…”lo famo strano”. Profondità, escuzione enologica perfetta, annata calda, ma un vino ben lontano da notare segni di cedimento.
87/100 Monferrato Rosso MB (da uve merlot) Poderi A. Bertelli 2001
In questo caso il discorso è diverso. Non aspettatevi di trovare nel bicchiere, un piccolo Pomerol. Tutt’altro. Avrete di fronte a voi un vino complesso, ricco, concentrato ma non pesante, con un taglio di frutto fatto di tanti piccoli frutti rossi. Un vegetale appena accennato ed una vena balsamica più pronunciata. Ma non cercate, per favore, sentori di muschio, tartufo o porcini. Un vino capace di togliere delle soddisfazioni in questo momento, ma anche a chi invece lo dimenticherà in cantina.
86/100 Monferrato Rosso I Fossaretti (da uve cabernet) Poderi A. Bertelli 2000
La differenza sostanziale con il vino precedente è tutta da ricercare nell’annata in etichetta. Questo Fossaretti è un bel vino, tecnicamente ben fatto come tutti i vini di Bertelli, ma purtroppo gli manca quella verve e quell’energia che abbiamo trovato nei vini precedenti. Qui invece troviamo un esemplare che in bocca viene penalizzato più di quanto mostrato in fase olfattiva, per via di una carenza di acidità capace di sostenere in modo esemplare ed in maniera edificante, la struttura del vino.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Langhe Rosso o Langhe tout court, è una denominazione creata nel 1994. Esigenza nata in seguito al continuo crescere di tutti quei vini che venivano prodotti con una o più uve e legittimare anche quei prodotti, nati da quei vitigni denominati “internazionali”. Quasi una sorta di “Super Tuscan”, ma prodotti in Langa. Le ragioni per cui si è arrivati a produrre questi vini, sono molte. Una delle più importanti è sicuramente la voglia da parte di alcuni produttori di entrare in una certa ottica di mercato e collocarsi in quei paesi “difficili”, dove i consumatori locali, sia per tradizione, sia per loro gusto, non accettavano di buon grado ad esempio vini portanti denominazioni come Barolo o Barbaresco. Motivo di questo rinnegamento sarebbe da ricercare in alcune delle caratteristiche dei vini langaroli più importanti contrastanti alle loro inclinazioni, fatti da colori scarichi, acidità marcate e tannini, sempre presenti in maniera importante. A “loro” invece, piacevano i vini opulenti, grassi, concentrati, dai colori impenetrabili, possedenti quadri aromatici importanti ed immediati, “dolci” e soprattutto molto, ma molto, morbidi. Quindi, tutte caratteristiche che contrastavano con le tipicità dei più importanti vini piemontesi. I rischi di apprezzabilità, diventavano ancor più elevati, quando si doveva spiegare a loro che il massimo dell’evoluzione nella maturazione di questi vini, è raggiungibile solo dopo 10, 20, o più anni. Da più parti si è voluto sottolineare che questa moda del “gusto internazionale” sia stata opera dei più considerevoli guru della carta patinata, i quali venivano accusati, adottando però una condotta errata secondo il nostro punto di vista, perchè sembrava quasi che venissero premiati solo ed esclusivamente vini con quelle caratteristiche. Niente di più sbagliato. Da parte nostra crediamo e confermiamo che è tutta una questione di tradizione. Per riuscire ad arrivare ad aprezzare le sfumature dei grandi Barolo e Barbaresco, ma tali esempi possiamo allargarli anche a denominazioni come il Brunello di Montalcino, oppure ampliarli anche ai grandi vini di Borgogna, occore studio, applicazione e conoscenza. Raggiungibili più facilmente, attraverso continui viaggi sul posto o tramite persone che svolgano il ruolo di “maestro” e che sappiano insegnare a cogliere ogni tipo di nuance. Solo allora quel tipo di consumatore (chiamiamolo moderno…) potrà trovare per esempio giovamento nella grandezza di un Cascina Francia, di un Ca d’Morissio o di un Barolo di Rinaldi. Tanto per citare alcuni nomi conosciuti per essere, per loro interpretazione, di difficile lettura.
Un’altro aspetto importante che ha portato alla nascita di questi vini è da ricercare proprio nella curiosità di alcuni produttori, di cimentarsi nella produzione facendo sempre vini di qualità, ma utilizzando le varietà “internazionali”. Portandosi dietro, all’epoca, tutte le malelingue sorte di conseguenza a queste prese di posizione. Potremmo citare ad esempio la storia di Angelo Gaja e delle polemiche che ha suscitato, soprattutto a livello familiare, di quando ha piantato per la prima volta lo chardonnay in Langa fino ad arrivare a quella famosa esclamazione di “Darmagi” (che peccato!) quando delle barbatelle di cabernet sauvignon hanno trovato il loro spazio, nella terra del nebbiolo.
Queste sono solo alcune delle motivazioni e ci potremmo dilungare nella compilazione di molti altri punti, ma non è il nostro scopo di queste nostre considerazioni finali. Non vogliamo portare giustificazioni o dettare cause che hanno portato a questo fenomeno molto diffuso, arrivando con numeri produttivi molto più elevati, a sfiorare l’ipotesi della “moda”, visto il continuo allargamento della sfera di adepti a tale “setta”. Sia, tra chi il vino lo produce, ma anche, tra chi il vino lo consuma. Vorremmo sottolineare, e far riflettere, come tutto questo ha portato, purtroppo incosapevolmente, ad una sorta di punto di non ritorno. Quindi, con il nostro discorso si vorrebbe portare ad alcune riflessioni, percependo un cambiamento radicale della situazione di mercato attuale, già in atto, ma che vedrà il culmine nel breve periodo. Anche se, riconosciamo, tutto ciò sfiorerebbe solo in parte i vini raccontati in questo post, poichè vi abbiamo raccontato di vini che rappresentano il top della produzione all’interno di questa denominazione e di vini, considerati di “nicchia”, per via delle loro microscopiche produzioni. Molti di essi conservano, ancora oggi, il loro perchè ed incarnano parecchie motivazioni di esistere, ma questo discorso lo si deve forzatamente allargare, a nostro malgrado, oltre a questo piccolo cerchio raccontato quì e toccare tutta quella moltitudine di vini prodotti all’interno di questa denominazione e che toccano vette produttive ben più elevate.
In sintesi, ipotizzeremo dei quesiti, ai quali non vorremmo delle risposte da parte di nessuno, ma che richiedono la volontà, ma non la pretesa, di ottenere finalmente delle prese di posizione. Da parte di tutti. Viceversa, ci troveremo nell’immediato, con delle situazioni pericolose di smaltimento e di rotazione all’interno delle cantine. E non facciamo riferimento soltanto ai locali produttivi, ma anche quelli dei numerosi ristoranti che ospitano molti di questi vini.
Il consumatore “moderno” oggi, è molto più attento e riflessivo, toccato anche dalla crisi economica che ha contribuito a dover rivedere e modificare i loro piani e le loro abitudini anche in campo enologico. Ha detto basta a premium wines, body-buildings wines o vini iper-concentrati e sta scegliendo poco a poco, vini più fini, più eleganti, vini che parlano della loro terra di origine o che esprimano delle emozioni sul filo della trasparenza e della territorialità. Siamo di fronte all’ennesima moda? Tra qualche anno assisteremo ancora ad un ridimensionamento dei consumi verso la ricerca di altre caratteristiche? A questo purtroppo non possiamo dare risposta. La sfera di cristallo non è nelle nostre mani e non possiamo neanche prevedere ogni quanto i produttori dovranno espiantare e piantare, un tipo di vitigno piuttosto che un altro, magari con lo scopo di anticipare i cambiamenti radicali nelle scelte dei consumi. Ma siamo consapevoli che, già nel 2009, le preferenze attuali del consumatore non sono più in linea per giustificare ancora la produzione di questi tipi di vino. E ci riferiamo in particolar modo a quelli posizionati all’interno di questa denominazione. In conclusione, per noi che rientramo in maniera responsabile, nell’anello di congiunzione tra il produttore ed il consumatore, come potremo portare delle giustificazioni allo scopo di orientare quest’ultimo, a dover ancora preferire ancora un merlot od un taglio bordolese di Langa? Non è altrettanto ovvio, che in una prospettiva di iper-produzione di questi vini a livello mondiale, il compratore non venga spinto a scegliere quelli provenienti da altri luoghi? Magari più economici? E’ magari vero che da parte loro, ci sia una curiosità a (ri)considerare i grandi vini di Langa e di percepire finalmente le diverse sfumature dei cru? E comprendere che anche questi vini possono avere nel loro piccolo, il bel rapporto qualità-prezzo e la loro unicità?
Con questo discorso non vogliamo essere troppo campanilistici nel difendere tradizioni, tipicità o quant’altro, ma siamo tremendamente realistici, anche conservando un pizzico di pessimismo se vogliamo, ma ribadiamo che ci vorrebbero delle prese di posizione. Anche molto drastiche, affinchè qualcosa possa cambiare e per evitare un rischio di sovraproduzione di questi vini. Già. Magari, prima che sia troppo tardi.
Ivano Antonini
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto e Referente regionale per il Piemonte.
Per contattarmi: ivano.antonini@altissimoceto.it
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
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