Articolo a cura di Maurizio Zanolla.
Referente regionale delle Marche e dell’Umbria.
Oggi ci tuffiamo in una degustazione che riguarda uno dei vitigni che più sono saliti alla ribalta della considerazione popolare, non solo nazionale. Cosa assolutamente strana se consideriamo un vitigno storico come il Verdicchio e che la DOC di Jesi ha già compiuto i 40 anni di vita. In tutti questi anni ne ha fatta di strada questo nostro caro autoctono che dal successo commerciale originario, della famosa forma della bottiglia, si è arrivato a toccare vertici assoluti qualitativi e dalla importante considerazione da parte dei consumatori. Grazie a produttori che a suon di selezioni, cru, riserve e vinificazioni accurate, hanno anche aperto gli occhi ai nostri legislatori e in un momento come quello attuale, dove le denominazioni fioccano a decine, di arrivare a considerare questa zona (insieme a Matelica), assegnando (per quello che può servire…) la DOCG. Anche se sappiamo benissimo del valore che godono queste considerazioni legislative e sul poco appeal che hanno sul mercato, motivo in più se questo ha raggiunto livelli di difficoltà come quelli attuali. Ma non parleremo solo di Jesi…
A questo punto lasciamo parlare i vini, per ritornare sull’argomento più tardi, con le nostre considerazioni finali. Buona lettura!
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco vengono segnalati i virus, ovvero vini che non appartengono alla denominazione trattata, ma che possono avere, per certi versi, delle profonde somiglianze.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Due bollicine, due… :
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Colonnara 2004 (Cat. B)
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Bonci 2008 (Cat. B)
Verdicchio dei Castelli di Jesi:
92/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Villa Bucci 2006 (Cat. F)
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. B)
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Gaiospino Fumè Fattoria Coroncino 2004 (Cat. B)
89/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Stefano Antonucci Santa Barbara 2007 (Cat. A)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Stragaio Fattoria Coroncino 2006 (Cat. B)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Le Giuncare Monteschiavo 2005 (Cat. A)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Balciana Sartarelli 2007 (Cat. E)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Le Case Bonci 2006 (Cat. B)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2007 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Podium Garofoli 2007 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Vecchie Vigne Umani Ronchi 2007 (Cat. B)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Pietrone Bonci 2006 (Cat. B)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Bucci 2008 (Cat. B)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Cuprese Colonnara 2008 (Cat. A)
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. San Michele Bonci 2008 (Cat. A)
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Riserva San Sisto Fazi Battaglia 2005 (Cat. B)
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tralivio Sartarelli 2007 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Manciano Bonci 2008 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Il Coroncino Fattoria Coroncino 2007 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Massaccio Fazi Battaglia 2005 (Cat. B)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Serra Fiorese Garofoli 2005 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Vaglie Santa Barbara 2008 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Tardivo ma non Tardo Santa Barbara 2006 (Cat. E)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sartarelli 2008 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Viatorre Bonci 2008 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tufico Colonnara 2006 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Vigna di Gino Fattoria San Lorenzo 2008 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Casal di Serra Umani Ronchi 2008 (Cat. A)
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Ekeos Fazi Battaglia 2008 (Cat. A)
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Le Moie Fazi Battaglia 2008 (Cat. A)
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Pallio di San Floriano Monteschiavo 2008 (Cat. A)
Un Vino dolce, uno… :
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Sartarelli 2007 (Cat. D)
Verdicchio di Matelica:
89/100 – Verdicchio di Matelica Riserva Mirum Fattoria La Monacesca 2007 (Cat. D)
87/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano Bisci 2006 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio di Matelica Senex Bisci 2003 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio di Matelica Bisci 2008 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio di Matelica Fattoria La Monacesca 2008 (Cat. A)
Un virus…
80/100 – Ecclesia Fattoria La Monacesca 2007 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Due bollicine, due… :
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Colonnara 2004 (Cat. B)
Azienda che rappresenta da molti anni un punto di riferimento della denominazione, soprattutto quando si associa le bollicine al vitigno Verdicchio. Quattro anni passati a soggiornare sui lieviti, garantiscono al prodotto versato nel bicchiere, un perlage di finissima fattura. Al naso si apre con la classica fragranza appena accennata della crosta di pane appena sfornata in combinazione con i sentori della frutta secca sul biscotto alla mandorla e delle erbe aromatiche, dove queste rappresentano una sorta di filo conduttore che riscontreremo molte volte nel corso della degustazione. L’assaggio è di media avvolgenza con un attacco fresco-sapido impareggiabile, in perfetta armonia con la carbonica. Anche questa versione dimostra come in questa tipologia, ci sia molto da lavorare in questo senso, evidenziando l’enorme potenzialità di questa uva.
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Bonci 2008 (Cat. B)
Perlage non di estrema finezza e che appare abbastanza grossolano nella grana. Al naso si presenta con un forte timbro fruttato dal richiamo agrumato e delle sfrumature che si legano alla frutta secca, come la nocciolina tostata e la mandorla. Un naso che ci piacerebbe trovare di maggiore complessità e maggiore incisività, vista la facile collocazione e l’immediatezza subito piacevole che dovrebbe cogliere il consumatore finale. La bocca è pulita, netta, anche se si fanno strada, rispetto anche a quelle avute all’olfatto, le sensazioni terziarie, che incominciano ad essere predominanti in questo vino. Di buona freschezza e pungenza con un finale ammandorlato. Di media intensità la chiusura.
Verdicchio dei Castelli di Jesi:
92/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Villa Bucci 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Era scritto sulla carta e lo dicevano i Book-makers. Le quote che davano la Riserva Villa Bucci 2006 come “cavallo vincente” della denominazione, erano troppo basse. Così come erano bassi i rischi che Ampelio Bucci potesse steccare con un’annata come la 2006. Infatti, eccolo qui, nella sua poderosa espressività, offrendo anche una delle migliori espresioni mai fatte. Pronti a scommettere inoltre, anche se le quote sono basse pure in questo caso, che la sua vita in bottiglia sarà lunghissima. Tutto è perfetto e cesellato in questo vino. A cominciare dal colore luminoso, pronto a brillare anche nella notte. Il quadro aromatico è ricamato all’uncinetto. Gli intrecci tra frutta, fiori e spezie sono uniti tra di loro ed escono in maniera ordinata, lenta e dal lungo cammino. Il palato appare molto slegato in questo momento, anche se l’impatto è di grande coerenza gusto-olfattiva. La monumentale struttura è sostenuta da una ricca, fresca e scattante acidità, che lo rende molto vivo, soprattutto nella chiusura sapida. Colossale.
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Natalino Crognaletti è uno dei personaggi più simpatici, disponibili e “originali” del panorama viticolo regionale. Persona che lavora in maniera seria, senza mai scendere a compromessi. Le sue bottiglie sono il frutto di quanto la terra gli ha donato in quel particolare millesimo. Non ci è mai capitato di vedere stravolto un vino, neanche di vederlo modificato, concentrato o “ruffianato”, magari alla ricerca di modificare le caratteristiche di una particolare annata. Ecco spiegato il motivo del continuo alternarsi delle peculiarità dei vini da un anno con l’altro. Quindi può arrivare di cogliere nel segno, in seguito alla bontà delle uve raccolte nella valida vendemmia 2006 e di arrivare a colpire in pieno al cuore, se sarete tra quei pochi eletti che riusciranno a mettere le mani su queste bottiglie, prodotte in maniera confidenziale. Oltretutto, sono vini longevi quelli ottenuti dalle uve che provengono dal famoso Vigneto delle Oche, raccolte al loro più alto picco di maturazione. Dalla veste color paglierino carico, il vino si muove lento nel bicchiere, in maniera suntuosa ed invitante. Con l’ossigenazione emergono fragranze di albicocche e pesche, seguite da un corteo di pomacee, “rinfrescato” da fiori di acacia e tiglio, dolcezze di miele e pungenze di minerale. In bocca è profondamente coerente con quanto espresso all’olfatto, con suoni e emozioni in una cassa di risonanza che arrivano in maniera diretta al cervello. Acidità e sapidità che proiettano questo vino ad una lunga vita.
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Gaiospino Fumè Fattoria Coroncino 2004 (Cat. B)
Stappare una bottiglia di Lucio Canestrari e di Fiorella De Nardo è come un viaggio per Itaca. Sono vini che possono far storcere il naso ai puristi di questa denominazione, in quanto sono prodotti nel loro insieme, in maniera inusuale e che escono dalla classica normalità o dai classici canoni del vitigno di origine. Affascinano più facilmente il palato di chi vuole sempre riscontrare qualcosa di diverso e trovare nuove sensazioni ogniqualvolta il bicchiere viene portato al naso. Ma l’impatto lo si ha già a livello visivo con quel suo mostrarsi nella sua veste giallo oro. Si apre all’olfatto in un simposio di profumi tropicali, gelatina di pesca, litchi, spezie curcuma e frutta secca tostata. Al gusto si mostra potente e comunque sorretto da una bella freschezza. Finale leggermente affumicato-iodato con ricordi di frutta secca. Se riuscirete ad entrare in sintonia con lui, vi sembrerà semplice dargli del Tu.
89/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Stefano Antonucci Santa Barbara 2007 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Chapeau signori! Questo è un grande vino. Che si colloca giusto ad un soffio dalla soglia dei 90 punti. Ma è la mole imperiosa di molti vini di questa azienda a colpire e lo vedremo anche la prossima volta con i rossi. Tornando a parlarvi di questo Stefano Antonucci, che porta il nome del titolare aziendale, ha un colore paglierino brillante con riflessi dorati. Dal ricco richiamo floreale, aprendosi a note esotiche che rimandano alla papaya e ai frutti della passione, note di miele e di burro fuso. Ampio bouquet di bocca, caldo, persistente che richiamano i sentori percepiti al naso. Di grandissima lunghezza, gratificante, sfuma in chiusura con piacevoli sensazioni “dolci”. I complimenti si aggiungono inoltre per essere riusciti a trovare una corretta interazione tra il vino ed il legno, senza snaturare le caratteristiche del vitigno.
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Stragaio Fattoria Coroncino 2006 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Altro vino, altro viaggio. Intuibile quindi entrare in un mondo nuovo, dandovi il personale benvenuto alla Fattoria Coroncino, con questo nuovo vino. Veste consueta alle usanze della Maison. Al naso colpisce e ammalia come le sirene di Ulisse. Per riuscire ad apprezzarlo appieno, dovrete abbandonarvi e lasciarvi tentare senza inibizioni. Il vino ha una grande forza al naso e una lodevole persistenza in bocca. Una versione inconsueta del Verdicchio, ma con l’usuale verve energica e vivace, timbro della casa. Al palato è una sintesi coerente della potenza e della finezza della fase olfattiva. Chiusura di grande freschezza e profondità. I nostri complimenti a Lucio Canestrari vanno riconosciuti anche per i continui miglioramenti e la crescita costante ai vertici della denominazione. Motivo in più quando si tratta di un vino al suo esordio.
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Le Giuncare Monteschiavo 2005 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Azienda di importanti dimensioni e capace di dare dei risvolti qualitativi importanti sui vini bianchi, ma soprattutto (lo vedremo in una prossima puntata) sui vini rossi. Un primo impatto sulla loro singolarità lo abbiamo dal colore, dove trasuda vivacità e energia, lontani al pensiero di considerarlo un vino del millesimo 2005. Al naso si apre un paradiso di frutta fresca e fiori tropicali. D’un tratto, come un’imbarcazione che viaggia nell’oceano indiano e travolta da un temporale, porta con se sensazione salate e iodate del mare, ma quando compare nuovamente il sole, che irraggia con la sua forza data dalla potenza e dal calore dell’alcol, il preludio è fatto tutto da un finale che invade e riscalda, seppur stemperato da un’ acidità che dona grande freschezza. Entusiasmante.
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Balciana Sartarelli 2007 (Cat. E)
Uno dei migliori Balciana mai prodotti. L’impatto olfattivo ha assunto negli ultimi anni delle estrazioni più giocate sulla freschezza e sull’incisività che non quelle dolci e un po’ stucchevoli del passato. Tutto a beneficio della sua complessità. Il colore è giallo dorato, ricco, assumendo delle movenze di notevole consistenza nello sbattere sulle pareti del bicchiere. Presenta uno spunto floreale molto elegante, entra in bocca “in punta di piedi” con le sue note di ginestra ed acacia per poi lasciare il passo alla maestosa frutta gialla matura, lasciando una sensazione di brezza marina che rinfresca e invoglia ancora la beva. Gusto ammandorlato con finale fresco-sapido. Potrebbe risultare un formidabile complice ed un valido alleato per una serata di successo.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Le Case Bonci 2006 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Tra i vini di questa prestigiosa azienda, il Le Case è quello che stacca su tutti. Scivola nel bicchiere con consistenza e con una veste paglierina con dei ricami giallo dorati. Il suo quadro olfattivo ha un approccio immediato, vivace e molto attivo. In seguito alla necessaria ossigenazione si presenta di buona complessità, con un timbro che ha un nonsochè di Pantesco, con sentori di mandorle affogate nel miele d’acacia, frutta disidratata, quasi secca, dove su tutto spiccano il fico e l’albicocca secca, per poi chiudere con una spiccata nota di vaniglia dolce. In bocca, la prima impressione è subito quella legata all’avvolgenza ed al velluto, aiutata anche dall’impatto deciso della sensazione pseudo-calorica, prima di congedarsi in un viaggio retro-olfattivo di carattere e sostanza, mettendo in evidenza la chiara matrice minerale di questa visione stilistica del vitigno.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2007 (Cat. A)
Dicevamo di come i vini di Crognaletti esprimano in maniera fedele i valori dell’annata. Ecco quindi, come un’annata con le caratteristiche della 2007, riesca ad imporre il suo gioco, sulla versione “normale” del Vigneto delle Oche. Vista dal color paglierino intenso con riflessi dorati di buona vivezza, pur non sprigionando l’energia dell’annata precedente. Quadro olfattivo più diretto, immediato ed a largo raggio. Investe l’olfatto con copiosi spunti di frutta esotica matura , mango, papaia e impreziosito da bouquet floreale cesellato da minuziose sensazioni minerali. Al gusto continua ad esprimersi attraverso le sue sensazioni, allargandosi sulla freschezza e la sapidità, rispettando un bellissimo equilibrio perfettamente integrato nella sua struttura. Un prodotto comunque fuori dal comune.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Podium Garofoli 2007 (Cat. A)
(etichetta non disponibile)
Ad essere sinceri ci aspettavamo qualcosa in più dal Podium in versione 2007. Non che la valutazione ottenuta sia un brutto risultato. Tutt’altro. Quello che anticipatamente pensavamo di trovare, era un maggiore perfezionamento della solidità del quadro aromatico che invece, a nostro avviso, si è trovato un po’ scomposto. Dotato di un colore paglierino abbastanza opaco, al naso si apre subito con un note floreali, facendo strada poi ad un tracciato di frutta a polpa gialla e sentori agrumati e da ricordi minerali sul finale. Presenta un buon equilibrio tra l’importante percezione pseudo-calorica, lasciata dall’alcol e la sua freschezza. Una lunghezza di media intensità in chiusura.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Vecchie Vigne Umani Ronchi 2007 (Cat. B)
Un vino che conquista subito per la sua complessità olfattiva e gustativa. Dal facile richiamo e dal ragguardevole appeal aromatico, la versione Vigne Vecchie del Casal di Serra, dona un bagaglio olfattivo originale e lodevole. Apprezzabile anche per quel tipo di intenditori che concedono pazienza ad un vino e sanno godersi un grande esempio di signorile e silenziosa saggezza. Solito colore paglierino di vivace espressività. Al naso spiccano odori di fiori bianchi dolci, floreali come il glicine e sensazioni speziate abbastanza atipiche e sui generis del vitigno che troveremo invece nella versione “normale” come anice, sambuco e foglie di te’ verde. Alla bocca risulterà avvolgente, di spessore e sostenuto da un’esplosione di acidità. Un vino convincente.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Pietrone Bonci 2006 (Cat. B)
Se ancora non li conoscete, non avvicinatevi ai vini di Bonci aspettandovi delle particolari strutture, concentrazioni, voglia di apparire o voglia di differire, poichè i prodotti di questa prestigiosa e storica Casa hanno mantenuto intatto il chiaro intento di voler mantenere la più totale naturalità dei vitigni attraverso la personalità data dal singolo vigneto. Quindi, in questa azienda di Cupramontana, si lavora sul concetto di terroir, pronti ad essere più che mai attuali nella loro storicità, visto l’orientamento di un prossimo futuro che andrà a (ri)scoprire questo “natural style“. Nella Riserva Pietrone, si trova un impatto olfattivo generato anche da una leggera surmaturazione che riesce a donare anche un lato seducente abbastanza inaspettato. Dal colore paglierino, pieno e brillante, al naso si apre in un concerto di sensazioni minute, soffuse, ricche ma da ricercare attentamente. Frutta matura che ci rimanda alla pesca, al melone e al bergamotto, passando poi dalla frutta esotica. In bocca è avvolgente, caldo, molto suadente e di grande morbidezza, con tocchi agrumati e sapidi che ci legano saldamente, come dicevamo, alla tipicità del territorio.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Bucci 2008 (Cat. B)
La cura che Ampelio Bucci dedica alle uve della “Riserva” è la stessa che rivolge al “Classico”. Le differenze sono date soltanto dall’età delle vigne e dal diverso affinamento, molto più lungo nel primo e per esaltare le caratteristiche di grande freschezza e spontaneità nell’espressione del vitigno di partenza. Un “Classico” di tutto rispetto, quello prodotto nella vendemmia 2008, dal colore paglierino luminoso che riflette vivacità ed esuberanza giovanile. Il frutto è di grande nitidezza e freschezza, quasi croccante, oltre al classico e ricco bagaglio aromatico del Verdicchio, ritroviamo dei sentori particolari di pesca e uva spina, passaggio attraverso il bergamotto, il glicine, per poi chiudere con sensazioni di grafite. Al gusto è pieno, appagante e soddisfacente. Importante la coerenza gusto-olfattiva, in attesa di compiere quel salto evolutivo per essere maggiormente apprezzato, per chiudere in un finale di grande freschezza. Un vino…classico!
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Cuprese Colonnara 2008 (Cat. A)
Ottima versione quella targata 2008 del Cuprese di questa prestigiosa azienda. Una cantina cooperativa che da cinquant’anni lavora per la valorizzazione del territorio, attraverso scelte di viticoltura di tipo biologico e massima serietà nelle rese e nelle maturazioni delle uve. Di grande importanza è diventata quindi la crescita esponenziale qualitativa di questa cantina negli ultimi anni. Al naso abbiamo una pulizia ed una nitidezza riguardevole, con un timbro marcato agrumato e sentori di pesca. Forte ma elegante, alla bocca risulta ben bilanciato da una freschezza e sapidità senza cedimenti. Una perfetta interpretazione di personalità della tipicità del vitigno.
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore San Michele Bonci 2008 (Cat. A)
Un vino che sulla carta l’avremmo voluto sicuramente vedere più in alto. Per la sempre tradizionale e storica interpretazione del vitigno attraverso le uve che provengono dalla contrada San Michele e la sapiente maestrìa di vinificazione dei Bonci. Eppure, qualcosa in questa versione non ha funzionato. Probabilmente perchè troviamo lo spessore, la stoffa e la consistenza un po’ fuori dal normale per questa casa, con il risultato che lo vede zoppicare un po’ sul piano della progressione gustativa, tenuta a freno per una non adeguata incisività e dinamicità. Al naso si percepisce un quadro aromatico di buona fattura e lodevole eleganza, con note agrumate di cedro, floreali di fiori d’acacia e note minerali. In bocca è pulito, di buona freschezza, di bella persistenza con un delicato finale sapido.
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Riserva San Sisto Fazi Battaglia 2005 (Cat. B)
Non di certo una delle migliori espressioni del San Sisto. Probabilmente, alcune difficoltà dell’annata 2005 hanno segnato il passo e tracciato un percorso dove il legno è segnato come i caratteri in grassetto, che impongono e mettono in evidenza alcune caratteristiche, offuscando delle altre che appaiono più soffuse e delicate. Ci ritroviamo al naso con un vino imponente nella sostanza con note di frutta matura, frutta esotica e fiori gialli, per chiudere poi sulla vaniglia. Al palato si offre con una certa ricchezza, data dal volume e dallo spessore. Il bilanciamento gustativo è tutto spostato sulle morbidezze dove la freschezza viene un po’ a mancare, mancando nella proposta del dinamismo, forse dovuto all’annata.
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Tralivio Sartarelli 2007 (Cat. A)
Il Tralivio di Sartarelli è sempre un’espressione fedele e classica del vitigno con i canoni aziendali che vogliono sempre portare in bottiglia un vino meno sferzante ed impetuoso e premiarlo per il suo lato aromatico intenso, pieno e compatto. Paglierino con riflessi verdolini, le note fruttate lo riconducono alla pesca bianca, alla pera Williams e con un finale floreale molto delicato, fatto anche di erbe aromatiche ed importanti segni di grafite. La compattezza di questo vino, la si sente tutta al palato, trovando vitalità grazie ad una bocca fresca e sapida ed evidenziando in maniera ancor più importante le sensazioni riscontrate all’olfatto. Approccio elegante e non invadente di uno stile che appare al suo fruitore in maniera sempre sicura ed affidabile. Un classico.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Manciano Bonci 2008 (Cat. A)
Espressione chiara, pulita e nitida del vitigno, in pieno stile diretto, immediato e fulmineo, come quello di Bonci. Tutto giocato all’impatto olfattivo dal bouquet di fiori di campo, citrino, sentori floreali di tiglio e camomilla, con piacevoli note erbacee di erba limoncina. In bocca è sottile, lineare e piacevole, solo con una sottile venatura amarognola sul finale.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Il Coroncino Fattoria Coroncino 2007 (Cat. A)
Il Coroncino di Lucio Canestrari è un’interpretazione stilistica un po’ più normale del vitigno Verdicchio, se paragonato agli altri vini della tenuta. Non che la cosa non ci piaccia, ma lo diciamo in vista di un possibile orientamento delle scelte da parte dei nostri lettori, se sono alla ricerca di vini meno cerebrali. Un giallo paglierino più classico con i suoi splendenti riflessi verdolini, si apre al naso con sensazioni più garbate fatte da note floreali come il glicine e fruttate che ricordano la susina e la pesca. Chiudendo su un pizzico di speziato. L’attacco in bocca è caldo, solido ed avvolgente. Se proprio volessimo trovargli un difetto è che molto probabilmente le caratteristiche dell’annata 2007, gli hanno fatto perdere un po’ di grinta a livello di acidità. Ma pur sempre un ottimo bigliettino da visita.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Massaccio Fazi Battaglia 2005 (Cat. B)
Il Massaccio è l’interpretazione stilistica più atipica e particolare della Fazi-Battaglia. Adatta ad un pubblico dal palato più attento verso alcune espressioni aromatiche più spinte date dalla raccolta tardiva delle uve e da un passaggio a contatto dei lieviti in vasche di cemento. Dal colore molto carico, al naso si presenta con un ventaglio di profumi di ginestra, pesca, mela e di aromi di frutta bianca in confettura. In questa fase dell’affinamento lo preferiamo maggiormente per quello che ci regala al palato, offrendo grande stoffa ed equilibrio. Per alcuni versi, si sarebbe posizionato un gradino sopra al San Sisto, se non fosse che gli manca un po’ di grinta e un po’ di sprint sul finale.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Riserva Serra Fiorese Garofoli 2005 (Cat. A)
Sinceramente ci aspettavamo un Serra Fiorese più grintoso e meno seduto sulle sue note evolutive. Note che si avvertono dapprima al naso dove sfocia in sentori di confettura e frutta secca. L’attacco in bocca è di un vino grasso, ricco nella sua maturità e lungo nella progressione. Manca un po’ nella vena acida per raggiungere un proprio equilibrio. Sicuramente un passaggio interlocutorio dovuto all’annata.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Le Vaglie Santa Barbara 2008 (Cat. A)
Il Le Vaglie di Santa Barbara è un vino dal facile approccio e adatto ad un pubblico più su larga scala. Elargisce naturalità, classicità, pulizia e nitidezza, in ogni fase organolettica. Il colore è chiaro, pulito, netto e molto luminoso. Al naso si presenta già da subito con integrità nella proposta con note di fiori bianchi freschi, tiglio, mughetto ed una scia fruttata esotica che richiama la papaya. In bocca è avvolgente e inquadrato in una nota sapida. Tende magari a congedarsi presto, ma lo fa con una piacevole nota floreo-salmastra di chiusura.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Tardivo ma non Tardo Santa Barbara 2006 (Cat. E)
(etichetta non disponibile)
Il Tardivo ma non Tardo di Santa Barbara sta attraversando una fase abbastanza problematica nella facilità di approccio. Potrebbe apparire un po’ scorbutico nell’immediato, perchè ha sicuramente bisogno di uno sviluppo in bottiglia per alcuni anni. All’olfatto si presenta con note non particolarmente intense, il profilo aromatico gioca maggiormente sulle sfumature sottili e soffuse, con sentori fruttati di pesca gialla, pera, lasciando spazio ad un piacevole floreale di mimosa e arricchito con buoni accenni minerali. In bocca il vino è di netta avvolgente, di buon dinamismo e notevole morbidezza. Di grande eleganza il richiamo gusto-olfattivo, non particolarmente lungo ma fedele con quanto espresso al naso.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Sartarelli 2008 (Cat. A)
Il “Classico” rappresenta per Donatella Sartarelli, la versione del verdicchio più succosa, fresca, instantanea e fulminea. Deve piacere a primo colpo. Senza se e senza ma. Aspetto paglierino con dei chiari e nitidi riflessi verdolini, il profilo olfattivo risulta agrumato, frutta bianca e fiori di sambuco, senza cedimenti. Al palato gioca tutto sulla freschezza e la sapidità, senza sfoderare un appiglio di decisa consistenza. Facile, in questo caso, vedere la fine della bottiglia.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Viatorre Bonci 2008 (Cat. A)
Espressione interessante e dinamica del Viatorre è quella targata 2008. Il colore è di un paglierino piacevole alla vista, di buona luminosità, mentre all’olfatto sono interessante le sue note che richiamano la frutta a polpa bianca, la pesca, con accenni floreali che rimandano alla ginestra e le consuete sensazioni minerali. In bocca è sottile, lineare, di buona freschezza e con un finale ammandorlato.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Tufico Colonnara 2006 (Cat. A)
Il Tùfico prende il nome dal suolo di origine. Il Tufo infatti regala alle uve delle caratteristiche che ritroveremo nei vini sotto forma di grande freschezza nel frutto, mineralità e sensazioni agrumate. La grande freschezza, questa volta sotto forma di acidità, la ritroviamo anche al palato, alternata da una sapidità degna di nota. Si può andare sul sicuro.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Vigna di Gino Fattoria San Lorenzo 2008 (Cat. A)
(etichetta non disponibile)
Altra interpretazione decisa, chiara, limpida ed immediata del vitigno Verdicchio, con la variante stilistica molto personale che hanno i vini della Fattoria San Lorenzo. Una veste paglierina con riflessi verdolini, si apre al naso con sensazioni di agrumi passando a un floreale bianco di gelsomino e acacia. Una leggera nota speziata e la classica grafite fanno tutto il resto. In bocca appare essenziale nella sua consistenza, dando molto spazio piuttosto all’espressività della freschezza.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Casal di Serra Umani Ronchi 2008 (Cat. A)
Ne abbiamo assaggiate di versioni migliori del Casal di Serra, anche se la 2008, risulta una piacevole e valida interpretazione. Vorremmo magari chiedere di osare un po’ di più sul piano del dinamismo, visto che i mezzi e le prerogative ci sono tutte. Dal colore paglierino con riflessi verdolini. Al naso colpisce la sua sottile complessità, l’eleganza e la nitidezza aromatica. Si passa con nonchalance da sensazioni di frutta a polpa gialla al minerale sfiorando piacevoli note floreali, senza incidere più di quel tanto, ma senza mai stancare. Al palato risulta fresco e sempre fedele alla linea.
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Ekeos Fazi Battaglia 2008 (Cat. A)
L’Ekeos vuole essere una chiara e nitida interpretazione moderna del vitigno. Attraverso caratterisitche che lo rendono diretto, immediato e un po’ “ruffiano”. Veste in tinta verdolina, si apre al naso con profumi invitanti di frutta fresca a polpa bianca con tocchi agrumati e finemente floreale. Il plus vuole essere riscontrabile al palato, grazie ad una bevuta rinfrescante e non stancante.
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Le Moie Fazi Battaglia 2008 (Cat. A)
Il Le Moie invece gioca un po’ più sul classico, pur riconoscendogli una sua immediatezza interpretativa. Lo ritroviamo al naso con l’offerta di profumi invitanti di frutta fresca a polpa bianca ed i soliti tocchi agrumati. Bocca improntata tutta sulla linearità, la freschezza e la chiusura sapida.
80/100 – Verdicchio dei C. di J. Classico Superiore Pallio di San Floriano Monteschiavo 2008 (Cat. A)
Da qualche anno la Monte Schiavo è un’azienda salita alla ribalta per la qualità corale dei vini proposti. Un’azienda dai numeri importanti che riesce tranquillamente a conciliare la qualità della pulizia, nitidezza ed eleganza dei vini alla quantità dei vini prodotti. Il Pallio di San Floriano è quindi un vino che non dovrete chiedergli più di quel tanto, altrimenti vi consigliamo di rivolgervi su Le Giuncare, ma stappatelo se avete voglia di andare sul sicuro, su un prodotto dal facile ed immediato approccio. Color paglierino con riflessi verdolini, al naso colpisce la frutta fresca, fragranza aromatica e con un finale iodato. Sciolto e flessuoso al palato, dotato di una beva piacevole.
Un vino dolce, uno… :
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Sartarelli 2007 (Cat. D)
Unica interpretazione arrivata in sede, da uve appassite. Quindi non ci resta che gioire e gongolare, sotto i dolci effluvi che ci regala questo vino che già ci affascina dal colore, manifestando luminosità e vivacità attraverso la sua veste color oro intenso. Al naso si apre con sensazioni di albicocche candite e cotognata, alternata a note di zafferano che ci portano a socchiudere gli occhi e pensare a viaggi lontani. Al palato si offre con un ottimo equilibrio, finale lungo piacevolmente ammandorlato. Caloroso.
Verdicchio di Matelica:
89/100 – Verdicchio di Matelica Riserva Mirum Fattoria La Monacesca 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto
Anche se appare leggermente sottotono rispetto alla versione 2006, la prestigiosa versione chiamata Mirum, rimane pur sempre di valida e pregevole qualità. Si nota subito la differenza, se paragonata con la precedente, per la maggiore sensazione calda, avvolgente e pseudo-calorica data dall’alcol. Il profilo olfattivo comunque non ne risente e rimane di grande articolazione, dovuta alla raccolta tardiva delle uve. Il quadro è disegnato da note di albicocca, pesca gialla matura, note minerali di pomice, erbe aromatiche con la salvia in primis. In bocca è tutto giocato sulla morbidezza, pur non disdegnando la chiusura molto fresca, di grande eleganza ed ottima articolazione.
87/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano Bisci 2006 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Ottima versione quella proposta da questa prestigiosa azienda di Matelica, con la 2006 del Vigneto Fogliano. Pur mantenendo una chiara impostazione di vinificazione che non vuole stravolgere i caratteri espressivi del Verdicchio di Matelica, riesce ad esprimere con grande personalità e carattere quello che le uve gli vogliono trasmettere grazie all’unicità di questo cru, che si trova su un terreno argilloso-calcareo. La vista è di un paglierino di buona profondità cromatica e molto luminosa. L’impatto olfattivo del Fogliano, così come gli altri vini di Bisci, esprime sempre un temperamento fruttato fragrante e con un notevole bagaglio di erbe aromatiche come il timo ed il rosmarino, oltre alla consueta venatura minerale. In bocca è di media opulenza, solido e compatto, sostenuto da una bellissima freschezza.
85/100 – Verdicchio di Matelica Senex Bisci 2003 (Cat. A)
Il Senex è il vino aziendale che esce solitamente dopo sei anni di affinamento in cantina ed ottenuto da una selezione di uve del vigneto Fogliano, proposto solo nelle grandi annate. Detto questo ci sentiamo in sintonia con l’impatto olfattivo che non ha risentito per nulla le caratteristiche dell’annata, proponendo il consueto quadro aromatico, molto simile al Fogliano e per nulla evoluto, con una maggiore spinta incisiva. Quello che gli manca a questo vino e che lo avrebbe collocato sopra al suo fratellino è la mancanza di dinamismo in bocca, dato da una freschezza non perfettamente integrata e restando molto asciutto in chiusura, pur rimandendo una valida interpretazione.
82/100 – Verdicchio di Matelica Bisci 2008 (Cat. A)
Tutto il prestigio aziendale e la maestrìa di vinificazione, si notano tutte nel Verdicchio di Matelica “normale”. Sempre una valida proposta interpretativa con un occhio di riguardo pure al prezzo. Il che non guasta se decidiamo, come spesso succede, che a bottiglia finita se ne ordina un’altra. Profilo olfattivo di grande fragranza e freschezza di frutto, in bocca si offre preciso, nitido ed affusolato, sostenuto dal consueto carico di acidità e di sapidità.
82/100 – Verdicchio di Matelica Fattoria La Monacesca 2008 (Cat. A)
Versione più snella e beverina, quella “classica” de La Monacesca, anche se non mancano i caratteri legati alla personalità in questo vino. Colore giallo paglierino luminoso, con riflessi che virano sul verdolino, con note di acacia e fiori bianchi, fruttato di pesca bianca, mela annurca e note di frutta di kakenjii. In bocca è di buona avvolgenza, con un buon finale fresco, sapido con richiami esotici.
Un virus…
80/100 – Ecclesia Fattoria La Monacesca 2007 (Cat. A)
Non brilla di luce propria questa versione dello Chardonnay 2007 dell’Ecclesia de La Monacesca, visto che appare un po’ fiacco nella proposta olfattiva, se paragonato al resto della produzione aziendale ed un po’ seduto nella beva. Una veste propositiva dal colore giallo paglierino scarico, al naso si presenta con note di fiori bianchi, ginestra, erbe aromatiche e timo. In bocca è un vino di media persistenza, immediato, snello nella beva, con una nota finale di iodato.
3) LE CONSIDERAZIONI FINALI
Dicevamo quindi che sono già passati più di 40 anni di vita, per quanto riguarda la denominazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Una vita sicuramente fatta di grandi successi commerciali, ma passati per la maggior parte del tempo a strizzare l’occhio ad una viticoltura troppo votata sulla produzione quantitativa. E’ un argomento trito e ritrito ormai, ma che è presente ancora ai giorni nostri in maniera ancora troppo importante. Ma tutti sappiamo che accanto a questa cospicua offerta commerciale fatta di bottiglie di vini anonimi che mal si aggradano a tradurre quelle che sono effettivamente le caratteristiche del verdicchio, vi è tutto un mondo fatto di piccole, medie e (grazie a Dio) anche aziende dai numeri importanti, che non si limitano soltanto a seguire una filosofia aziendale vocata alla qualità dei vini, ma che sono alla continua ricerca della valorizzazione del vitigno attraverso espressioni dotate di personalità, piuttosto che l’esaltazione di un determinato vigneto/zona, offrendo al consumatore finale una delle più variegate proposte stilistiche differenziative a livello nazionale. Proposte che vanno al di là della semplice differenziazione tra Classico, Superiore e Riserva, ma che abbracciano numerose intenzioni di base, fatte da tanti elementi volti a creare dei precisi marchi di fabbrica per ciascun vino, tra la miriade (in alcuni casi anche troppo…) di etichette prodotte da una singola azienda.
La prima caratteristica che balza subito all’occhio in una degustazione come questa è la loro caratterizzazione, soprattutto a livello aromatico, che nasce da una scelta di vendemmiare più o meno posticipatamente. Forse, per riuscire ad andare incontro a profili aromatici, non solo più complessi, ma anche più originali. Questo è sicuramente uno degli aspetti per ottenere quella personalità distintiva descritta in precedenza. Restando nel campo delle scelte di vendemmia, ci sono produttori, come ad esempio Sartarelli (ma potremmo citarne altri), che accanto alle loro proposte di vendemmia tardiva offrono delle tipologie ottenute da uve raccolte a maturazione fenolica completa o leggermente anticipata, per dare un taglio più fragrante e con un frutto più croccante per sposare più fedelmente le peculiarità del vitigno. Ultimo, ma non per forza quello meno importante è la vendemmia selezionata per zona, microzona e vigneto, con il vantaggio di riuscire ad ottenere dei maggiori attributi più legati al territorio, che non quello fatto solamente dallo stile di una casa.
Se dovessimo fare un salto ipotetico nelle cantine di molti produttori vediamo che, laddove una volta spopolavano le barriques, le scelte ora hanno preso una diversa direzione. Molto probabilmente, l’esperienza ha detto che l’uso della barriques, spesso usata in maniera eccessiva, poteva produrre degli effetti imbarazzanti sulle sottili sfumature dei vini a base Verdicchio. Il risultato è che, chi oggi continua usare le barriques, hanno diminuito le percentuali di utilizzo di botti nuove, mentre altri hanno riempito i loro spazi con tonneaux o botti più grandi, non tanto per incidere meno a livello aromatico, ma per il vantaggio di smorzare alcuni aspetti troppo spigolosi del vitigno. E’ anche vero che i produttori, che se potessero barricare pure la loro nonna, continuano ancora a farlo, senza essere consci delle problematiche che vanno incontro per un reale assorbimento del mercato di questi vini, soprattutto in periodi di crisi. Ma nel caso dei produttori descritti in queste pagine e che riguardano solo la punta di diamante della produzione vitivinicola di questo vitigno, le barriques vengono usate in maniera più saggia e solo in pochissimi casi, abbiamo riscontrato nei vini, dei sentori abbastanza evidenti. Anche se quest’ultimo aspetto è più da colpevolizzare spesso e volentieri all”annata di provenienza. In annate difficili che danno origine a vini più magri, si dovrebbe scegliere, a nostro avviso, di diminuire il tempo di soggiorno o diminuire la percentuale di barriques nuove, magari in annate come la 2007, dove ci si trova a che fare con vini già segnati nel frutto da alcune prerogative da annata calda. Lasciando il discorso legno e continuando a parlare delle tecniche di vinificazione, appuriamo dalle schede tecniche, come ci sia un ritorno all’utilizzo, da parte di molti produttori, delle vasche in cemento vetrificate, strumenti che potrebbero rivelarsi sicuramente più adatti per prolungare l’affinamento dei vini, conoscendo le caratteristiche del vitigno, senza modificarne gli elementi organolettici dei vini e forse più idonee ad una migliore stabilizzazione di essi. A questi aggiungiamo inoltre la volontà di alcuni, di lasciare soggiornare i vini in queste vasche a contatto con i propri lieviti, in vista di un raggiungimento di una maggiore complessità aromatica.
A nostro modo di vedere, la continua ricerca delle caratterizzazioni dei vini e/o delle zone è la strada giusta per questo vitigno, che ha tutte le carte in regola per essere notificato allo stesso modo di come lo è il Riesling per la Mosella. Cioè, arrivare in futuro a non avere soltanto le tre macro zone attuali, una con Matelica e due con Jesi (presente con le rive droite e rive gauche dell’Esino), ma di formare tante piccole sottozone, con altrettante espressioni naturali del vitigno. E’ il nostro più grande augurio con buon auspicio anche da parte dei consumatori.
Prima di chiudere, una piccola descrizione delle annate:
Annata 2005. Tra gennaio e febbraio una grande nevicata con oltre un metro di neve con temperature rigide per oltre un mese a seguire piogge abbondanti sino a maggio. Ottima l’estate con buone escursioni e perfetto tempo di vendemmia a rischio solo le uve non ben esposte l’attacco di peronospera e focolai di botrite è arrivata per il verdicchio a vendemmia ultimata. Una buona annata sicuramente, ma che ha dato dei risultati di vini più snelli e più magri rispetto alle successive.
Annata 2006. Una diminuizione del 10 % rispetto alla 2005, ma sarà ricordata la migliore degli ultimi 5 anni.
Annata 2007. Sarà ricordata come una delle più scarse degli ultimi 60 anni. Dato da un forte stress idrico (non come la 2003) abbassando la produzione, ma con il risultato di una vendemmia anticipata di 10 giorni ( 10- 15 settembre). I vini si sono spesso rivelati con un frutto decisamente più maturo, rispetto a quella precedente e quella successiva.
Annata 2008. Inverno caratterizzato da ricche piogge che hanno favorito il completo ripristino delle riserve idriche. Vendemmie effettuate spesso nell’ultima settimana di settembre, con un aumento di produzione del 15 % rispetto alla 2007. Sarà considerata un’ottima annata. Non solo per il Verdicchio.
Articolo redatto da:
Maurizio Zanolla
Referente regionale delle Marche e dell’Umbria
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Friuli Venezia-Giulia
-I vini bianchi (prima parte). Chardonnay, Friulano, Malvasia e Pinot Bianco.
-I vini bianchi (seconda parte). Sauvignon, Pinot Grigio e “blend”.
Toscana
Sicilia
-I vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I vini binchi e rossi di Sicilia.
Le degustazioni si sono svolte presso il Ristorante La Nuova Tagliatella di proprietà di Cristiano Cini, Responsabile della commissione del centro-sud della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto.
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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