Articolo a cura di Ivano Antonini.
Curatore della Guida dei Vini on-line dedicata alle eccellenze.
Oggi diamo ampio spazio alle eccellenze prodotte nel territorio romagnolo e quindi parleremo di Albana, Sangiovese e gli altri vini prodotti ad IGT. Non ci resta che lasciare il campo ai veri protagonisti della scena, mentre noi vi diamo appuntamento per le consuete considerazioni finali sull’argomento.
Buona lettura!
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco abbiamo segnalato il Montepirolo di San Patrignano, in quanto, pur essendo imbotigliato come DOC, abbiamo preferito inserirlo nella sessione degli IGT. Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Un bianco, uno…:
82/100 – Forlì IGT Ronco del Re Castelluccio 2005 (Cat. D)
I Sangiovese di Romagna D.O.C.:
90/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Domus Caia Ferrucci 2006 (Cat. E)
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pruno Drei Donà-Tenuta La Palazza 2006 (Cat. D)
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pietramora Fattoria Zerbina 2006 (Cat. D)
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pethra Honorii Tenuta La Viola 2006 (Cat. D)
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Thea Tre Monti 2007 (Cat. D)
87/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Ombroso Giovanna Madonia 2006 (Cat. D)
87/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Petrignone Tre Monti 2006 (Cat. B)
86/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Avi San Patrignano 2006 (Cat. D)
85/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Fermavento Giovanna Madonia 2007 (Cat. A)
85/100 – Sangiovese di Romagna Riserva Amarcord d’un Ross Tre Re’ 2006 (Cat. B)
85/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Bagnolo Villa Bagnolo 2006 (Cat. B)
84/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Tre Rocche Casetto dei Mandorli 2008 (Cat. A)
84/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Torre di Oriolo Poderi Morini 2008 (Cat. A)
83/100 – Sangiovese di Romagna Riserva Vigna del Generale Casetto dei Mandorli 2007 (Cat. B)
83/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Nonno Rico Poderi Morini 2004 (Cat. C)
81/100 – Sangiovese di Romagna Le More Castelluccio 2008 (Cat. A)
Le Albana di Romagna Passito D.O.C.G.:
100/100 – Albana di Romagna Passito Riserva AR Fattoria Zerbina 2005 (Cat. H la 0,375)
94/100 – Albana di Romagna Passito Scacco Matto Fattoria Zerbina 2006 (Cat. F la 0,375)
92/100 – Albana di Romagna Passito Domus Aurea Ferrucci 2007 (Cat. D la 0,500)
87/100 – Albana di Romagna Passito Casa Lola Tre Monti 2007 (Cat. D la 0,500)
82/100 – Albana di Romagna Passito Innamorato Poderi Morini 2004 (Cat. C la 0,500)
78/100 – Albana di Romagna Passito Chimera Giovanna Madonia 2005 (Cat. C la 0,500)
Mettiamoci anche un vino dolce extra…
87/100 – Rubacuori Poderi Morini 2006 (Cat. C la 0,500)
Altri Sangiovese…:
87/100 – Forlì IGT Ronco delle Ginestre Castelluccio 2004 (Cat. D)
85/100 – Forlì IGT Ronco dei Ciliegi Castelluccio 2005 (Cat. B)
84/100 – Forlì Sangiovese IGT Notturno Drei Donà-Tenuta La Palazza 2008 (Cat. A)
84/100 – Colli di Faenza DOC Sangiovese Col Mora Rontana 2006 (Cat. B)
83/100 – Colli di Faenza DOC Sangiovese Re Nero Tre Rè 2008 (Cat. A)
Gli IGT…:
88/100 – Forlì Cabernet Sauvignon IGT Magnificat Drei Donà-Tenuta La Palazza 2005 (Cat. D)
*87/100 – Colli di Rimini Cabernet DOC Montepirolo San Patrignano 2006 (Cat. D)
87/100 – Forlì Rosso IGT Particella 25 Tenuta La Viola 2006 (Cat. E)
86/100 – Ravenna Rosso IGT Marzieno Fattoria Zerbina 2005 (Cat. C)
84/100 – Ravenna Rosso IGT Nadèl Poderi Morini 2004 (Cat. C)
84/100 – Forlì Rosso IGT Alloro Villa Bagnolo 2006 (Cat. B)
83/100 – Forlì Merlot IGT Sterpigno Giovanna Madonia 2005 (Cat. D)
83/100 – Ravenna Rosso IGT Savignon Rosso Traicolli Poderi Morini 2006 (Cat. B)
80/100 – Forlì Rosso IGT Vigna di Riggiano Nero di Predappio Casetto dei Mandorli 2007 (Cat. A)
80/100 – Colli di Faenza Rosso Riserva IGT Colle Torre Monte Rontana 2005 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Un bianco, uno…:
82/100 – Forlì IGT Ronco del Re Castelluccio 2005 (Cat. D)
Ci è stata inviata la versione 2005 del Ronco del Re di questa splendida realtà di Modigliana. Un’interpretazione del vitigno Sauvignon molto particolare, dove si predilige le tonalità mature ed esotiche del vitigno, anzichè quelle “vegetali” e “verdi” più incisive. Il colore è di un luminoso giallo oro, brillante senza cedimenti, mentre il resto della degustazione è segnato da cenni di evoluzione che marcano tutto il passaggio. Non che questo fattore sia rilevante o disturbante, ma possiamo dire che, qualora ne teniate conservata ancora qualche bottiglia, è arrivato sicuramente il momento di stapparlo. Al naso è caldo, “dolce” con note di crema pasticcera che fanno da preludio ad una sucessione di frutti esotici e frutti della passione. Il carattere del Sauvignon viene messo in risalto da un lieve accenno vegetale che fa capolino e che contribuisce a non stancare troppo il profilo olfattivo. La bocca è carnosa e piena, dove l’evoluzione è più accentuata, poichè la freschezza e la sapidità non riescono a dare risalto alla bevuta, alla ricerca di supportare e bilanciare lo spessore del vino.
I Sangiovese di Romagna D.O.C.:
90/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Domus Caia Ferrucci 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
L’azienda Ferrucci è stata per tanti anni legata al nome del compianto Stefano Ferrucci, personaggio che ha dato tanto, non solo per il bene della sua azienda, ma anche per tutto il “suo” territorio. Oggi troviamo alla guida la figlia Ilaria, che continua con lo stesso piglio del padre, aggiungendo anche quel tocco di femminilità che trova un positivo riscontro in questa versione del Domus Caia. Sembra aver abbandonato certi estremismi del frutto trovati in passato, dati da elementi dalla forte connotazione derivante dall’appassimento delle uve di Sangiovese per ottenere questo vino. Pertanto, senza modificarne la lavorazione, si è riusciti ad ottenere un vino più armonico, dinamico, senza dimenticare la finezza in versione smagliante, la quale diventa difficile da ottenere, quando si lavora con questi presupposti. Il vino però si presenta alla vista con una veste viola purpurea, concentrata, austera e signorile. Al naso è “stranamente” già aperto ed espansivo. Un carattere espressivo, di stoffa, incentrato su un frutto molto giovanile. “Dolce” e lineare per tutto il corso dell’esame olfattivo. Speziato, sensazioni legata alla castagna abbrustolita e note di tabacco biondo in chiusura. In bocca è raffinato e complesso, tannini presenti, rotondi e ben intersecati con un’elegante freschezza, il tutto avvolto da una carica alcolica che rende il connubio armonioso, ma non stancante. Forse meno voluminoso di altre versioni, ma sicuramente una prova di carattere da Altissimo Ceto, pieno e convinto.
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pruno Drei Donà-Tenuta La Palazza 2006 (Cat. D)
Sfiora di pochissimo la soglia della super-eccellenza, la Riserva Pruno della famiglia Drei Donà. Ciò non toglie di avere riscontrato nel bicchiere un vino superbo, solido e compatto. Che nasce dalle mani di Marco Bernabei e che si traduce attraverso un vino dal colore violaceo con bordi aranciati. Al naso è un susseguirsi di sensazioni tra le più disparate, che vanno da quelle legate alla frutta matura a quelle più evolute, ma senza cedimenti, come le spezie, il tabacco e gli aromi tostati. Legno di grande integrazione con il frutto. Il palato viene accarezzato con classe ed equilibrio. I tannini, l’acidità e l’alcol, sono armoniosi e seducenti, come lo sguardo di una signora che ti cattura. Un vino sicuramente da vedere in prospettiva, anche se non dispiace una stappatura odierna.
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pietramora Fattoria Zerbina 2006 (Cat. D)
Anche nella versione 2006, il Pietramora si conferma come una delle più solide ed interessanti interpretazioni del Sangiovese romagnolo. Anche se non ha varcato la soglia dei 90 punti, rappresenta a tutti gli effetti una garanzia. A conferma, non solo della qualità del vino, ma per la passione ed il rispetto per la sua terra che ci mette Cristina Geminiani, giornalmente al servizio nel suo lavoro. Tuttavia, siamo pertanto convinti, che uno dei suoi limiti caratteriali possa essere davvero rappresentato dalle gradazioni sempre elevate sulle quali si attesta, anche quest’anno stabilizzatosi sui 15,5%. Premettiamo che a fronte di questo, il vino non presenta ostacoli o cmplicazioni in fase di beva o di apprezzamento generale, ma siamo più che convinti, che se si ponesse su percentuali alcoliche più “umane”, troverebbe giovamento l’articolazione ed una profondità più ritmata della cadenza sia aromatica, che retro-gustativa. Dal colore viola di media intensità, importante al naso con sentori di ciliegia sotto spirito ed un indice di maturazione del frutto molto pronunciato. Sentori di vaniglia molto lievi e ben bilanciati. In bocca fa sentire la sua importanza e ricchezza, date non solo dalla provenienza delle uve raccolte da vigneti con alta densità di impianto e selezione clonale, ma anche dalla sapiente maestrìa di vinificazione, presentando un tannino elegante che accompagna una buona freschezza e pienezza includendo una soave nota mandorlata finale. In generale, sempre in grande spolvero il proverbiale valore dell’etichetta, supportato da un ottimo ed esaltante potenziale per il futuro.
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pethra Honorii Tenuta La Viola 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
L’azienda di Stefano Gabellini ogni anno compie passi da giganti, dando sfoggio attraverso i suoi vini, di entrare a pieno merito nel gotha della produzione regionale. Il Pethra Honorii 2006 è in assoluto la migliore versione mai prodotta, con il bicchiere che comunica un bellissimo viola intenso molto giovanile. Il profilo olfattivo è incentrato su di un frutto maturo, pieno e carnoso e non esibisce assolutamente dei caratteri vegetali, quelle tonalità un po’ verdi e rinfrescanti sanno invece di balsamico e di menta. Lieve accenno speziato in chiusura che lascia intendere un vino che deve ancora farsi e registrarsi. La bocca è polposa, avvolgente, mostra stoffa e carattere. Un quadro tannico di grande ricamo, minuto e ben integrato, insieme all’acidità e alla venatura sapida, imprimono ritmo ed incisività alla beva, senza mai stancarsi. Con un Altissimo Ceto pieno e meritato.
89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Thea Tre Monti 2007 (Cat. D)
Che bello questo Thea 2007 dei fratelli Navacchia! Che si presenta in un’espressione alquanto inusuale, conoscendo la sua storia, e abbastanza originale. E’ cresciuto. E di parecchio, visto che ha abbandonato certe essenzialità del passato e anche quel carattere gustativo, un po’ ruvido e asciutto che spesso lo caratterizzava in passato, trovando maggiore compimento sul piano della stoffa, carattere e con tanta eleganza. Questo è dovuto con molte probabilità, al lavoro minuzioso in vigna che stanno compiendo i Navacchia, nella conversione alla biodinamica. Ma anche agli “studi” compiuti in cantina, nell’ambito dalle analisi delle microvinificazioni e che trovano beneficio anche per tutta la produzione aziendale. Il colore è violaceo intenso, profondo e luminoso. Il naso si apre insolitamente su note agrumate, prima di lasciare la scena al frutto carnoso e croccante, che sfodera note di ciliegia matura e prugna. La complessità olfattiva viene esaltata anche da note speziate dolci e piccanti ed un accenno di balsamicità in chiusura. Al palato si mostra ancora un po’ contratto, segno che tutto il potenziale che possiede è espresso solo in parte. Avvolgente e pieno e ben supportato da una freschezza che va al di là di quelle che sono le aspettative di una 2007, vede l’unica nota stonata e che gli ha impedito di spiccare il volo, in un tannino che risulta particolarmente evidente in chiusura e che (crediamo) difficilmente troverà un suo equilibrio in futuro.
87/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Ombroso Giovanna Madonia 2006 (Cat. D)
Sono evidenti sotto gli occhi di tutti, i progressi qualitativi in corso per questa azienda di Bertinoro, guidata da Giovanna Madonia, la quale si avvale di validi collaboratori come Attilio Pagli e Remigio Bordini. Un’azienda che conta 12 ha di vigneti impiantati ad alta densità (7000 ceppi per ha) sulle straordinarie pendici delle colline site nelle immediate vicinanze di Bertinoro ad un’altezza tra i 200-250 metri s.l.m. con esposizione a sud-ovest. E l’Ombroso, in particolare, è ottenuto da uve che provengono da un vigneto coltivato ad alberello. Il bicchiere si tinge di colore rubino profondo e concentrato, con riflessi violacei. Un naso che inizialmente pare un po’ sfuggente e sulle sue, prima di acquistare ritmo e profondità, dotato di buona complessità con note di tabacco biondo, spezie dolci ed un richiamo alquanto singolare che vira sulla frutta esotica. Al palato si mostra già da subito, strutturato ed avvolgente, con uno spessore carnoso sorretto da un buon equilibrio acido-sapido, ma con un tannino che difetta un po’ in esuberanza che il tempo solo dirà se riuscirà ad addomesticarsi con un adeguato soggiorno in bottiglia.
87/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Petrignone Tre Monti 2006 (Cat. B)
La qualità del lavoro che stanno compiendo i fratelli Navacchia può trovare completa incarnazione in questo Petrignone 2006, che si colloca poco più in basso del fiore all’occhiello aziendale. Questo significa che gli sforzi giornalieri compiuti, interessano tutta la produzione e non importa se il confronto può risultare improprio visto che stiamo parlando di due annate completamente diverse. La 2006 imprime meno polpa e più grinta. Il naso è meno ricco, più fine, intenso e gia seduce per un’apertura aromatica completa e suadente. In bocca è di discreto spessore, fresco e sapido, ma con un tannino che si mostra più grossolano.
86/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Avi San Patrignano 2006 (Cat. D)
Tutti riconoscono da sempre lo splendido lavoro eseguito dai ragazzi della comunità di San Patrignano, di Andrea Muccioli e dal loro enologo Riccardo Cottarella. Ma dietro a questo vino c’è uno spirito racchiuso che sembra donargli energia e vitalità, che è quello del compianto Vincenzo Muccioli. Avi significa proprio “A Vincenzo”, creatore di una comunità che oggi può vantare più di 100 ha di vigneti di proprietà e tutti in un unico corpo. Un’azienda in continua evoluzione con un’attenta cura in vigna, investimenti in macchinari e dalla realizzazione della nuova cantina, fortemente voluta da Andrea ed inaugurata nel 2004. In questo caso si parla quindi della massima espressione stilistica di questa cantina, che si presenta con una veste granata, con piccole sfumature color mandarino di media intensità, ma di bellissima rifrazione e vivacità cromatica. Naso molto centrato sulla maturità del frutto, con accenni alla frutta secca, ad un floreale molto carnoso ed una venatura speziata che incomincia a farsi ragguardevole. Al palato sembra essersi inquadrato sotto una nuova concezione stilistica. Pare aver smussato certi eccessi e quelle concentrazioni di troppo di alcune versioni del passato, in virtù di una maggiore linearità e dinamismo. Tutto a favore di una profondità che si è allungata. Più di quanto abbia offerto in fase olfattiva, con una scia giocata sull’equilibrio e la finezza.
85/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Fermavento Giovanna Madonia 2007 (Cat. A)
Il Fermavento è la proposta del Sangiovese di Giovanna Madonia, tutta improntata sulla vitalità del frutto e sulla linearità di beva. Dotato di un colore violaceo di media intensità, si apre bene nonostante la sua discrezione iniziale molto titubante, per lasciare spazio a sensazioni di ciliegia, more, ribes e lamponi. Il tutto contornato da aromi speziati pungenti derivanti dal vitigno. Al palato si mostra in tutta la sua semplicità nella chiave di lettura, anche se si dimostra un vino fatto con un certo spessore e con caratteristiche molto energiche che si percepiscono nell’avvolgenza. Equilibrio e discrezione, fino in chiusura.
85/100 – Sangiovese di Romagna Riserva Amarcord d’un Ross Tre Re’ 2006 (Cat. B)
Altissimo Ceto.
Ci troviamo sulle colline nei pressi di Faenza, in un’azienda condotta oggi da Morena Trerè. Ma la fondazione si deve al papà Valeriano che nel 1970 acquista i suoi primi 14 ha, dopo una vita spesa sempre nell’agricoltura, grazie anche ad una origine data da una tradizione familiare molto importante. Questo è il vino aziendale di punta, che vuole trasmettere tutta l’esperienza di anni di “lavorazione” del Sangiovese romagnolo, con quel pizzico di innovazione e di femminilità dati dalla sua titolare. Un vino che vuole giocare molto sulla finezza, più che sulla potenza in una versione 2006 di solida espressività, compatta e vigorosa nel frutto. Al palato, si presenta con decisione ed avvolgenza, personalità che non si esprime con grande profondità, oppure con un allungo da maratoneta, ma che non gli vieta di essere un vino che si merita la nostra menzione meritatamente.
85/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Bagnolo Villa Bagnolo 2006 (Cat. B)
Villa Bagnolo è una splendida azienda situata in quel di Castrocaro Terme, acquistata nel 1997 dall’imprenditore Vito Ballarati. Si sono seguiti i “canonici” lavori di ristrutturazione, acquisizione di nuovi vigneti e rimodernamento delle tecniche di vinificazione ed in particolare c’è da sottolineare il progetto ed la conseguente realizzazione delle vasche di fermentazione che gli permettono di portare dei validi risultati, traducibili in vini che si esibiscono attraverso caratteri più estrosi, giovanili e più centrati sulla vitalità di un frutto più rindondante, senza apparire troppo presuntuoso o stancante alla lunga. Anche al palato tutto ciò porta a giovamento di una maggiore morbidezza, un carattere dato da un tannino di buona vitalità e piacevolmente integrato. Non di grandissima struttura ma la gustativa è segnata da una venatura sapido-minerale che ti accompagna fino alla fine, senza mai risultare troppo invadente.
84/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Tre Rocche Casetto dei Mandorli 2008 (Cat. A)
Un’azienda che sta significativamente raggiungendo la sua maturità e quel grado di notorietà che gli spetta, grazie al lavoro costante di Giuseppe Nicolucci e dal figlio Alessandro che trovano il giusto apice in un’azienda con più di un secolo di storia. Il Tre Rocche è tra i Sangiovese “d’annata” più buoni assaggiati. Un colore che sembrerebbe “mascherare” la sua reale età, per un colore che vira sul granato e per un naso che esprime un carattere di evoluzione dal grande timbro speziato. Ciò nonostante il frutto eccede in vitalità e giovinezza, con un sentore di ciliegia polposa e croccante. Vino di buon equilibrio ed armonia, che vuole farsi cogliere nel bello della sua tenera età, al quale gli possiamo perdonare pure, un congedo troppo frettoloso.
84/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Torre di Oriolo Poderi Morini 2008 (Cat. A)
L’azienda ha da poco compiuto il suo decimo anniversario. I presupposti quindi, sono quelli dell’azienda giovane condotta con la grande voglia di fare di Alessandro Morini e della moglie Daniela, verso quella sintesi chiamata qualità dei vitigni Sangiovese, Albana e Centesimino. I vini vengono accomunati tutti da una personalità spiccata che potremmo definirla un po’ “nervosetta” nel senso buono del termine, sbarazzina ed un po’ impulsiva. Ma che poi deve piacere e tenere ben saldi i suoi tratti, dando visione a chi si approccia, di grande compattezza ed eleganza. Il Torre di Oriolo è violaceo, vivo e di buona luminosità nelle sue sfumature. A livello olfattivo si esprime bene e con finezza, dove si percepiscono note di ciliegie e more, di buona complessità e con delle “dolcezze” derivanti dal passaggio in legno piacevolmente integrate. Accarezza il palato con morbidezza ed esprime la sua buona concentrazione di base, dove trova spazio un tannino di buona personalità ma una freschezza che tende ad avere un piccolo cedimento nella capacità di sostenerlo fino in chiusura.
83/100 – Sangiovese di Romagna Riserva Vigna del Generale Casetto dei Mandorli 2007 (Cat. B)
Dotato di un bel colore rubino scuro con riflessi violacei. Il naso esprime finezza. La complessità non è tra quelle che si faranno ricordare a lungo, ma il vino è ben vinificato e trova un discreto equilibrio frutto-speziato. Anche al palato tende a scivolare via con molta linearità e senza troppe complicazioni, se non quelle legate ad un tannino che si mostra un po’ acerbo.
83/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Nonno Rico Poderi Morini 2004 (Cat. C)
Un vino che purtroppo non riesce ad andare oltre agli 83 punti per il vino simbolo dell’azienda, tanto da farci preferire in termini di posizionamento, il Terre di Oriolo. La ricerca di una maggiore complessità non ha portato i medesimi risultati per quanto concerne la finezza o la vitalità del frutto, esibendo un carattere che appare troppo speziato. Al palato esibisce sicuramente una maggiore concentrazione ed una avvolgenza che piace dal primo impatto. L’articolazione e l’allungo vengono poi rese complicate nella forma, in quanto si mette in rilievo un carattere che si dimostra ruvido. Ma siamo convinti che le prossime versioni, sapranno sorprendere e dare il giusto merito a questa interpretazione dedicata ad Enrico, il nonno paterno di Alessandro Morini.
81/100 – Sangiovese di Romagna Le More Castelluccio 2008 (Cat. A)
Il Le More è un espressione del Sangiovese romagnolo da mordi e fuggi. Colpisce per il suo frutto pieno, polposo, “dolce” ed immediato. Naso essenziale con ciliegia marasca, prugna secca e foglie di thè nero. Anche al palato si concede in maniera fuggitiva, ma corretta e di buoma inpressione. Tannino che si mostra giustamente mordente e di lieve chisura amarognola.
Le Albana di Romagna Passito D.O.C.G.:
100/100 – Albana di Romagna Passito Riserva AR Fattoria Zerbina 2005 (Cat. H la 0,375)
Altissimo Ceto.
La passione che Cristina Geminiani ci mette nel suo lavoro è tanto importante, quanto l’amore che ha verso la sua terra. Questa la porta a chiedere sempre il massimo dalle sue vigne e dalle sue uve e prendendo anche dei rischi considerevoli. Come la scelta di imporre come filosofia aziendale, la vendemmia a scalare delle uve di Albana per produrre i suoi passiti, anziché scegliere la più “comoda” soluzione dell’appassimento in cantina (come abbiamo avuto modo di raccontarvi in maniera esauriente, in occasione di una nostra visita in passato). L’appuntamento annuale con la Botritys Cinerea, meglio conosciuta come muffa nobile, la porta quindi ad avere, con essa, un rapporto ansioso, apprensivo ed allo stesso tempo irrequieto e dove le concentrazioni zuccherine diventano oggetto di ossessione per la perfetta riuscita nella produzione dei suoi splendidi vini dolci come l’Arrocco e lo Scacco Matto. In alcuni anni possono andare bene, in altri invece, questo legame può portare viceversa allo sconforto. Ma quando una serie di coincidenze, che coinvolgono clima, meteo, sviluppo della muffa nobile, maturazione delle uve, si presentano all’appuntamento autunnale con il loro migliore abito da sera, le soddisfazioni che si raccolgono sono enormi. Tanto da avere la “fortuna” di arrivare a selezionare degli acini, da fare rabbrividire i migliori produttori di TBA austriaci e tedeschi. Acini, con l’acidità e gli zuccheri che raggiungono livelli imponenti, come l’adrenalina che scorre nella schiena di chi è consapevole di aver ottenuto un prodigio della natura. Qualcuno obietterà che la perfezione in enologia non esiste e che centocentesimi ad un vino non si possono mai dare. Ma quì non stiamo parlando di “semplice” vino. Il termine diventa talmente stretto e riduttivo, come il nostro vestito della prima comunione, poichè in questi casi siamo oltre alla parola “vino”. E non andrebbero usati neanche termini quali nettare, bevanda degli dei, ambrosia ecc…, quindi ci “limiteremo” alla sola descrizione organolettica. Il liquido (eufemismo…) scende nel bicchiere in maniera densa, grassa, sciropposa. La luminosità dorata che splende nel bicchiere, luccica come la moneta numero 1 di Zio Paperone ed è talmente elevata, che si farebbe vedere anche al buio. I suoi tratti sembrano addirittura disegnati con l’evidenziatore. Il suo profilo olfattivo inebria tutti i sensi con una complessità senza fine, tanto da farlo quasi apparire un pari-grado della famiglia dei Riesling, perchè il cervello sembrerebbe urlare, che non è possibile che con l’Albana si riesca a produrre qualcosa di simile. Non avrà gli idrocarburi di un Riesling (o forse dovremmo attenderlo altri 50 anni?), ma in compenso escono quelle sensazioni che ricordano la scorza di cedro candita, il profumo della pioggia che cade su una beola di ardesia, la sua mineralità estrema. Senza contare tutte le altre note. Anche perchè basterebbe menzionarne una, solo una, che la si troverebbe lo stesso, da quanto la ricchezza è considerevole. Al palato avrete la concentrazione e la densità di un grande aceto balsamico tradizionale e tutte le descrizioni che riguardano profondità, allungo, equilibrio, armonia, la sola menzione diventerebbe addirittura troppo ordinaria in questo caso.
Ma non dannatevi a cercarla in giro, perchè gli sforzi che farete, potrebbero essere inutili, vista la produzione più che confidenziale e che non supera le poche centinaia di rarità. Ma se la troverete, sappiate che il prezzo che pagherete per quella preziosa piccola bottiglia, è di gran lunga inferiore al valore delle emozioni che potrà regalarvi e al lavoro, gli sforzi ed i rischi compiuti per portarlo a compimento. Concludiamo con le parole che compongono l’ultima parte del racconto sulla sua retroetichetta: “Un lavoro semplice ed impegnativo, che ci ha portato a produrre soltanto poche centinaia di bottiglie di una essenza che speriamo unica nel suo genere. Almeno in Italia.”
No, cara Cristina, quì siamo ben oltre ai confini terreni…
94/100 – Albana di Romagna Passito Scacco Matto Fattoria Zerbina 2006 (Cat. F la 0,375)
La prova della Riserva descritta sopra, non può (e non deve) svilire quella molto valida, riscontrata invece nello Scacco Matto. Molto valida, dicevamo, anche se un po’ lontana nei caratteri di grassezza, forza e “dolcezza”, riscontrati nella splendida 2005. Ma a questa ’06 non manca di certo il dinamismo e l’articolazione, che si pone sicuramente tra le migliori di sempre. A cominciare dal profilo aromatico, di grande classe e finezza e che passa con nonchalance, quasi in sordina, dalle note di frutta a polpa gialla molto matura a quella dal carattere più esotico, dal floreale bianco e delicato a quello più forte e variegato nei toni. Vaniglia e miele a profusione, fanno da preludio ad una bocca giocata sul filo dell’equilibrio acido-zuccherino, senza perdere mai di vista il volume che si amplifica, dando forma ad un ventaglio in forte coerenza con quanto avuto in fase olfattiva e dettando dei tempi che si alternano tra peso, sostanza e leggiadrìa di esecuzione.
92/100 – Albana di Romagna Passito Domus Aurea Ferrucci 2007 (Cat. D la 0,500)
Altissimo Ceto.
Dotato di uno splendido e luminoso giallo dorato, il Domus Aurea della prestigiosa azienda di Castel Bolognese, si sottilinea attraverso una prova di questa 2007, davvero magistrale nella sostanza e nella forma. Nella sostanza, per la mole messa in campo, centrato molto sul frutto, pieno, complesso, ricco, polposo e molto maturo. Nella forma, perchè non ha cedimenti strutturali nella sua apprezzabilità generale e per il modo di uscire con estrema eleganza, dai suoi forti connotati caratteriali. Al palato si concede con molta solidità e avvolgenza, con un solo neo dato da un bilanciamento che risulta un po’ troppo a favore degli zuccheri.
87/100 – Albana di Romagna Passito Casa Lola Tre Monti 2007 (Cat. D la 0,500)
Il passito di casa Navacchia, ha subito un ridisegnamento nella forma. Ha subito una cura dietetica che gli ha permesso di perdere un po’ di peso, rispetto al passato, privilegiando una linea aromatico-gustativa, molto più snella ed elegante. Si è rinfrancato anche sulle tonalità del frutto, caricandolo di sfumature più fresche ed abbandonando alcuni dei segnali ossidativi, che si sono trovati in diverse versioni precedenti. Tutto a beneficio della finezza e della linearità. Piacevole anche per un pubblico che preferisce dei toni più spontanei e meno cerebrali, mentre per chi predilige invece un carattere più moelleux, è pregato di rivolgersi altrove.
82/100 – Albana di Romagna Passito Innamorato Poderi Morini 2004 (Cat. C la 0,500)
Colore oro brillante. Naso molto particolare ed inusuale con sentori di idrocarburi, agrumi e buccia d’arancia. In bocca si rivela dolce con un discreto allungo di note di papaia, mango e frutta secca, datteri, fichi e arance mature, che si mostra più importante di quanto percepito al naso. Piacevole fino in chiusura, anche se l’equilibrio finale non risulta essere bilanciato, per via dell’acidità che non riesce ad incidere con la giusta grinta e far guadagnare dei punti in favore della bevibilità.
78/100 – Albana di Romagna Passito Chimera Giovanna Madonia 2005 (Cat. C la 0,500)
Pensiamo e speriamo che si tratti soltanto di un passaggio a vuoto, perchè la versione 2005 del Chimera non dona sicuramente il giusto merito alle qualità di questa azienda. Al naso appare slegato e mancante di coordinazione, dove difetta anche l’eleganza. Anche al palato appare abbastanza sbilanciato dove gli zuccheri predominano la scena e non trovano la giusta complicità con il carattere acido-sapido che dovrebbe imprimere grinta e carattere.
Mettiamoci anche un vino dolce extra…
87/100 – Rubacuori Poderi Morini 2006 (Cat. C la 0,500)
Altissimo Ceto.
Di gran lunga il migliore vino aziendale, non tanto per il livello qualitativo, ma quanto a personalità, solidità ed un pizzico di originalità dato dal carattere di un vitigno come il Centesimino. Viola intenso vivo nelle rifrazioni, naso di frutta molto matura. Complessità che si espone con sensazioni di vino cotto, more, pasticceria da forno, castagne. In bocca è fresco, elegante, giovanile nel carattere, vivo e potente con tannino ancora ben presente che è ben posizionato per dare longevità in prospettiva. Chiusura da Altissimo Ceto pieno e convinto.
Altri Sangiovese…:
87/100 – Forlì IGT Ronco delle Ginestre Castelluccio 2004 (Cat. D)
Il Ronco delle Ginestre ha scritto pagine importanti nella storia enologica di questa regione, dando spesso prova, in molte versioni che lo hanno preceduto, come si potesse raggiungere dei traguardi inaspettati dal Sangiovose di queste terre. Non ha caso il padre di tutto questo, non si chiama Mago Silvan e non è dotato di arti illusionistiche, ma è un certo Vittorio Fiore che sul piano professionale, potrà avere le stesse doti intuitive ed attrattive da riversare sui propri vigneti, ma combinando con la concretezza e sostanza di una persona che riesce a leggere come pochi, il linguaggio di un determinato terroir, per poi “trasformarlo” in vino. La versione 2004, magari non avrà il piglio dei migliori per un carattere aromatico che vira su delle molto mature e un po’ sfuocate se viste sul piano della definizione della finezza, ma il vino c’è, è presente con il suo carattere e la sua personalità, pronte a soddisfare quei palati che hanno voglia di territorialità. E magari un po’ rustica…
85/100 – Forlì IGT Ronco dei Ciliegi Castelluccio 2005 (Cat. B)
Di altra matrice nel timbro del frutto, è la 2005 del Ronco dei Ciliegi. Più leggiadro e diretto, come suo solito, abbina un profilo aromatico molto giocato sulla croccantezza e la fragranza, del paniere di frutti rossi che vuole esprimere. Un legno, seppur non invadente, ancora alla ricerca della sua migliore integrazione e quindi rividibile e migliorabile nella profondità, in un prossimo futuro. Anche al palato, tende a mostrarsi ancora un po’ slegato, per via della sensazione pseudo calorica in prima battuta che non trova il coinvolgimento di una venatura acido-sapida, tuttavia presente in maniera decisa.
84/100 – Forlì Sangiovese IGT Notturno Drei Donà-Tenuta La Palazza 2008 (Cat. A)
Il Notturno di Claudio ed Enrico Drei Donà è un vino da cogliere al volo. Un frutto da carpe diem per vinosità e croccantezza, ma capaci di esprimersi nella complessità, anche con note più ricche ed articolate, come le foglie di thè nero e le spezie tradotte in forma molto più dolci nel linguaggio, tra i vini di questa azienda. Anche al palato gioca sulla piacevolezza immediata, data dall’equilibrio e dalla morbidezza dei suoi tannini.
84/100 – Colli di Faenza DOC Sangiovese Col Mora Rontana 2006 (Cat. B)
L’azienda Rontana di Lugo di Romagna è di proprietà della famiglia Ricci Curbastro, appartenenti invece al territorio franciacortino. Questo 2006 del Col Mora è una versione che ha messo sicuramente le solide basi per un lavoro che darà i suoi benefici in futuro. Per quanto lo riguarda, va preso per la sua concretezza di porsi, anche se segnato da un profilo “ruvido” che lo caratterizza non poco. Soprattuto sul piano dell’acidità e dalla chiusura del tannino.
83/100 – Colli di Faenza DOC Sangiovese Re Nero Tre Rè 2008 (Cat. A)
Il Re Nero è un’interpretazione del vitigno Sangiovese, che vuole colpire in maniera espansiva e comunicativa di un frutto molto esuberante. Ma esuberanti sono anche alcuni dei suoi canoni un po’ troppo moderni ed estremistici, che troverebbero maggiore articolazione e dinamismo, se fossero un po’ più attenuati e più addomesticati. Il palato è decisamente segnato in chiusura da un tannino “verde” che impone la sua legge, in maniera acerba e dura.
Gli IGT…:
88/100 – Forlì Cabernet Sauvignon IGT Magnificat Drei Donà-Tenuta La Palazza 2005 (Cat. D)
Il Magnificat esprime con il suo consueto garbo, il carattere Romagnolo del vitigno Cabernet Sauvignon. La 2005, non troverà posto nella bacheca delle migliori versioni, ma è comunque una splendida interpretazione, sottolineato anche da un punteggio davvero ragguardevole. Si mostra in maniera espansiva ed equilibrita allo stesso tempo. Note di frutta leggermente surmatura, alternato ad una venatura verde rinfrescante, ma non erbacea, del suo carattere di base. Al palato, è un vino robusto, di stoffa ed abbastanza sonnacchioso nella profondità, frenato da una giovinezza di fondo, che può limitare la sua godibilità nell’immediato, ma che rappresenta ad ogni modo, una caratteristica fiduciosa nel prossimo periodo.
*87/100 – Colli di Rimini Cabernet DOC Montepirolo San Patrignano 2006 (Cat. D)
Il taglio bordolese di San Patrignano, trova un raggurdevole riscontro nell’intensità e nella piacevolezza, come poche volte in passato. A cominciare da un carattere erbaceo molto più affievolito nella forma e da un equilibrio frutto-legno, decisamente più integrato nella compattezza del vino. Al palato si mostra leggermente più snello ( e più “acerbo”) nella sua dimensione, di quanto è stato tuttavia percepito al naso, ma gli permette di chiudere in scioltezza, anche grazie alla rotondità dei tannini.
87/100 – Forlì Rosso IGT Particella 25 Tenuta La Viola 2006 (Cat. E)
Vino ottenuto in prevalenza da uve Cabernet Sauvignon e Merlot ed impreziosito da una “punta” di Sangiovese. Il Particella 25 conferma il trend positivo, innescato da questa azienda. Un profilo olfattivo non di grande intensità, ma molto più allargato in una dimensione orizzontale del carattere aromatico, con note soffuse, ma disegnate con grande finezza. Al palato è in grado di soddisfare più generi di consumatori, a fronte però di una produzione molto limitata. Morbido, caldo e di grande “dolcezza” da una parte, più meticoloso ed una venatura più “ruspante” dall’altra, ne fanno un vino internazional-territoriale, dal grande appeal.
86/100 – Ravenna Rosso IGT Marzieno Fattoria Zerbina 2005 (Cat. C)
Non è facile per il Marzieno ’05, arrivare dopo una stupenda prova come quella segnata dalla 2004. In questo quadro generale, troviamo ancora un vino chiuso e dal carattere un po’ assonnato, dal difficile risveglio solo dopo una lunga boccata di ossigeno. Un frutto più spostato su delle tonalità più calde ed evolutive, seppur privi di cedimenti, che partono da note di ciliegia e prugna, passando dalla viola e dalla cannella, per terminare con i sentori legati al tabacco. Più fresco e più dinamico al palato, con un corpo snello e sostanzioso allo stesso tempo e con una chiusura più decisa di quella avuta al naso.
84/100 – Ravenna Rosso IGT Nadèl Poderi Morini 2004 (Cat. C)
Vino che suscita un’indole decisamente fascinosa e molto originale, dovuto anche dalla singolarità della sua composizione. Segnato nel profilo aromatico da un carattere affumicato dei toni, molto speziato anche nell’approccio immediato. Un vino in crescita, anche per quanto riguarda le versioni future, al palato si mostra compatto, ma con un tannino un po’ troppo ruvido, che incide anche sulla profondità gustativa.
84/100 – Forlì Rosso IGT Alloro Villa Bagnolo 2006 (Cat. B)
Un vino sicuramente più aprezzabile dal punto di vista del profilo aromatico. Espresso anche con un pizzico di originalità, derivante anche dalla prassi di vinificazione di questa azienda. Frutta rossa a go go, croccante e matura. Peccato per una tonalità vegetale che gli avrebbe permesso di spuntare qualcosina in più. In bocca è lineare, sottile, di buona avvolgenza ma segnato da una trama tannica un po’ troppo “nervosetta”.
83/100 – Forlì Merlot IGT Sterpigno Giovanna Madonia 2005 (Cat. D)
Ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve Merlot, lo Sterpigno ’05 si consolida come un vino più che apprezzabile ma che non ha l’atteggiamento delle migliori versioni. Dal profilo olfattivo leggermente “animale”, terroso ed un po’ offuscato nella definizione, si pone con un frutto ricco e polposo e di buon equilibrio con il legno. Bocca salda e dalla acidità in rilievo, tende purtroppo a spegnersi un po’ troppo velocemente.
83/100 – Ravenna Rosso IGT Savignon Rosso Traicolli Poderi Morini 2006 (Cat. B)
Non gli manca sicuramente l’originalità a questo vino ed ottenuto da sole uve centesimino. Denota anche un pizzico di intraprendenza olfattiva, con note di fragola, lampone e ciliegia e da note un po’ più vegetali di basilico e aghi di pino. Bocca avvolgente e morbida, con un carattere leggiadro e soave fino alla fine. Senza scossoni, ma senza cedimento alcuno.
80/100 – Forlì Rosso IGT Vigna di Riggiano Nero di Predappio Casetto dei Mandorli 2007 (Cat. A)
(etichetta non disponibile)
Singolare uvaggio di Sangiovese, Refosco e Merlot, mostra immediatezza e piacevolezza di beva, rintanato però in un’interpretazione troppo essenziale e che mostrerebbe più carattere, a fronte di uno spessore più pronunciato. Al palato tende a scivolare via senza difetti e segnato nel passaggio solo da un tannino che si mostra acerbo nel suo carattere originario.
80/100 – Colli di Faenza Rosso Riserva IGT Colle Torre Monte Rontana 2005 (Cat. A)
Lo stesso discorso fatto per il Col Mora si potrebbe copia-incollare per questa versione 2005 del Colle Torre Monte ed ottenuto da uve Sangiovese, Cabernet e Merlot. Naso di buona intensità e dalla complessità meno evisdente, tende a segnare un passaggio aromatico abbastanza sobrio e basilare nella forma. Al palato è diretto, anche se il passaggio deve trovare maggiore dinamismo nella profondità.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
L’impressione generale che abbiamo avuto al termine di queste sessioni, è quello di aver registrato un potenziale per certi versi positivo, dato da un territorio in continua crescita.
Tuttavia, questa crescita sembra procedere con un trend abbastanza lento, dal percorso complicato, visto che la voglia di crescere e di emergere tutti insieme affinchè la Romagna assuma dei connotati di fama dal carattere internazionale, è stata fino ad ora, solo ad appannaggio della volonta di pochi produttori. Tra i quali emergono quelli citati sopra.
Ci viene da dire (e da osservare) anzi, che il quadro generale sia completatamente avvitato su se stesso e addirittura statico nella sostanza. E’ ancora troppo evidente il respiro che si ripercuote sul “grande pubblico” di quell’aria rustica da sagra di paese, con fiumi di Sangiovese Romagnolo alla spina che scorrono e le canzoni di Casadei a fare da sottofondo.
E’ vero che la legge dei grandi numeri, inteso come il numero dei milioni di bottiglie prodotte dalle “industrie”, impone quì come in altre zone, le proprie direttive. Ma è ancora abbastanza evidente come il processo di ringiovanimento delle mentalità e lo svecchiamento di alcuni dei tratti somatici dei vini, ed estetici di molte etichette, è fortemente radicato nel DNA di molti piccoli produttori. Se esuliamo dal discorso, il solito e difficile compito di raggiungere delle soglie qualitative più elevate ed in maniera più allargata possibile, se alla base di tutto troviamo sempre i soliti disciplinari troppo permissivi, visto che questo rientra in un’ottica di “disciplina sportiva” abbastanza diffusa in Italia, vorremmo invece centralizzare il discorso su altri aspetti.
Il primo riguarda il beneficio che porterebbe il lavoro di gruppo. E riguardo a questo punto, non possiamo non parlare dell’importante impegno che ha assunto il Convito di Romagna, riuscendo ad assumere una dimensione qualitativa conosciuta anche fuori dai confini territoriali, grazie anche alla loro splendida iniziativa che porta ogni anno in terra faentina, giornalisti da tutto il mondo. Siamo convinti che più associazioni di questo stampo, oppure (meglio ancora), un’allargamento della stessa, portebbe maggiore credito al territorio ed un consolidamento ancora più elevato.
Il secondo punto, riguarda più da vicino degli elementi più dal carattere estetico. Abbiamo notato come in questa zona ci sia ancora poca cura al dettaglio. A cominciare dai siti internet aziendali (e mettiamoci anche quello del Convito di Romagna…) che più di altre zone, soffrono una staticità senza pari. Non è possibile che nel 2010, non si riesca a dare una maggiore attenzione a quello che è il mondo che ruota intorno alla rete. E non ci riferiamo soltanto al continuo (e doveroso) aggiornamento dei siti con schede tecniche, news ecc. , ma anche alla più spiccia comunicazione tramite la stessa, oggi più che mai fondamentale.
Ma veniamo ora all’aspetto più importante e che interessa più da vicino i vini degustati. Dei numerosi vini assaggiati, solo 39 hanno conosciuto lo spazio privilegiato della pubblicazione. Ma se togliamo l’extra-terrestre della degustazione che ha già avuto abbastanza elogi e che esula da tutto il resto, solo 3 vini hanno passato la soglia dei 90 punti. A questi aggiungiamo anche il doveroso merito anche per quelli che ci sono andati vicini a questa soglia. Fatta questa premessa, abbiamo comunque un quadro della situazione generale, abbastanza significativo. Troppi i vini che sono stati pensati e costruiti per stupire. Molti altri invece, non riescono invece ad emergere, per alcuni limiti nelle impostazioni stilistiche, date da finezze che non fanno nulla per farsi ricordare e da trame tanniche frenate ancora da esaltazioni troppo ruvide in chiusura.
Urge correre assolutamente ai ripari ed avviare un processo di ridimensionamento che porti finalmente ai quei livelli che la Romagna ambisce e che merita. E finalmente uscire da quel ruolo di eterno secondo, indegno, che il Sangiovese ha nei confronti di quello toscano, nell’immagine del consumatore moderno. Decisamente diverso da quello che popola le sagre di paese…
Articolo redatto da:
Ivano Antonini.
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S.
Sommelier operante presso il Ristorante Relais & Chateaux “Il Sole di Ranco”.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia AIS 2008, Miglior Sommelier della Lombardia 2001 e Sommelier dell’anno per la Guida de L’espresso 2006.
Si Ringrazia i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
Per chiudere, un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
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