Fattoria Zerbina

(SPAZIO PER VALUTAZIONE AZIENDALE)

Anno di Fondazione: 1966
Proprietà: Maria Cristina Geminiani
Enologo: Maria Cristina Geminiani
Agronomo:
Addetto al ricevimento: Elena Cecchi e/o Franco Calini
Ettari di proprietà: 33 ha
Produzione annuale in bottiglie: 220.000
Vendita diretta in Cantina: SI
Vendita dei vini On-line: NO
Visite in cantina: SI. Su appuntamento.

Caratteristiche principali di gestione nel vigneto:

Utilizzo di lieviti selezionati:

GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE

EDIZIONE 2012/2013:

Vini Bianchi:

81/100 – Albana di Romagna AS 2011 (Cat. A)

Ritorniamo a parlare di Albana e più precisamente da quello che nasce dalle mani di Maria Cristina Geminiani, attraverso il suo AS nella versione 2011. Un’Albana ben fatta, come del resto il target di questa produttrice ci ha abituati, dalla beva rinfrescante e piacevole. Il corredo olfattivo si apre con note di frutta a pasta bianca, ma è soprattutto la spinta vegetale che spicca con ricordi di salvia e menta. La beva è avvolgente e dinamica grazie proprio spalla acido-sapida che spinge sulla struttura. Chiusura non di grandissima lunghezza, ma di estrema piacevolezza.

87/100 – Ravenna bianco IGT Tergeno 2011 (Cat. B)

Vino nato nel ’91, oggi il Tergeno è ottenuto solo da uve Albana vendemmiate tardivamente ed in parte attaccate dalla muffa nobile. Giallo paglierino intenso e brillante, la sua tonalità dorata brillante evidenzia il calice, mentre il naso risulta piacevolmente “fresco” nella proposta aromatica del frutto, con sentori riconoscibili di pera williams, mela verde succosa, erbe nella balsamicità di salvia, alloro e biancospino, sul finale una nota anche di fieno. La beva è avvolgente e di grande spessore, morbidezza, freschezza e sapidità, si sposano in modo perfetto tra di loro in maniera perfettamente equilibrato prima di lasciar dare sfogo ai ritorni fruttati in chiusura.

Vini Rossi:

88/100 – Ravenna IGT Marzieno 2008 (Cat. C)

Altissimo Ceto

Quando ci capita di leggere in etichetta “Anteprima”, ci sentiamo tutti come i bambini il giorno di Natale, dove la curiosità ti toglie i sensi e a piedi nudi in pigiama corri sotto l’albero per vedere se Babbo Natale è stato generoso. Con noi la nostra Maria Cristina Geminiani (non me ne voglia per il paragone con Babbo Natale) è stata più che generosa regalandoci un’anteprima del Marzieno di tutto rispetto. Colore compatto di un rubino vivo e luminoso ma è il naso il vero protagonista che ci lascia piacevolmente colpiti. Esso racchiude finezza ed eleganza, già da ora con note che si susseguono di frutta matura, leggermente pepata, cumino, una mineralità che rilancia la complessità dando maggiore incisività. La bocca è altrettanto sorprendente, piena ed avvolgente, con una profondità degna di un grande campione. A dimostrazione di un sapiente lavoro in vigna ed in cantina.

82/100 – Sangiovese di Rom. Sup. Ceregio 2011 (Cat. A)

Qui possiamo parlare di un vino da pronta beva, dove si ritrova la Romagna in tutto per tutto e che ha fatto storia, se si pensa che la prima annata è il 1971. Il calice regala tonalità tipiche, nel rosso rubino tendente al violaceo. Il naso è prorompente nel frutto, con note anche vinose che rimarcano la gioventù. La bocca dinamica si concede con tratti freschi e sapidi, un tannino vivace ma non invadente, sottile ed elegante. Giovane nella sua prontezza e nella sua enorme piacevolezza.

80/100 – Sangiovese di Rom. Il 500 2011 (Cat. A)

Il 500 si presenta in una versione che come dice il nome è di 500 ml, da permettere il facile consumo a tavola. Un sangiovese dal colore rubino e dalla trama abbastanza trasparente. Il naso è piacevole, dettato dal frutto, come amarene e ciliegie, dai petali di rosa e sul finale da ricordi di nocciolo di ciliegie. La bocca è godibile nella sua linearità, un vino che punta su una freschezza preponderante, una mineralità presente ed un tannino di trama elegante. Una piacevolissima realtà da bere a tutto pasto, senza fronzoli, rispettoso del vitigno e del territorio, coerente e ben impostato.

85/100 – Sangiovese di Rom. Sup. Torre di Ceparano 2009 (Cat. A)

Altissimo Ceto

Grande novità per un vino conosciuto in passato con la denominazione “superiore”, passato da questo millesimo nel rango delle Riserve. L’impatto visivo è di un rubino pieno, intenso, pervaso ancora da note violacee. All’olfatto esprime sentori di frutta più evoluta rispetto all’idea che ci eravamo fatti in principio di naso, mirtilli e marasche in confettura, netto il floreale riconoscibile nell’appagante e nobile peonia, per poi distendersi fino in chiusura con note di spezie e terrose di sottobosco. In bocca viene messa in evidenza la spinta alcolica, le ciliegie si tramutano in Mon Chéri e liquore di maraschino, il tutto condito da sensazioni vanigliate di zucchero a velo e cannella, degne di un sapiente e moderato passaggio in barriques. Chiude con la vigoria di un tannino che ha bisogno di tempo per trovare il suo equilibrio con il resto del corpo.

Vini Dolci:

94/100 – Albana di Romagna Passito Scacco Matto 2008 (Cat. F la 0,375)

Altissimo Ceto

Lo Scacco Matto non è mai una sorpresa, lo Scacco Matto è sempre una conferma. Ogni anno ci appaghiamo vista, olfatto, gusto e cuore, grazie ai grandi passiti di Maria Cristina Geminiani. Quasi timorosi ed apprensivi ci accingiamo sempre a degustare con parsimonia e rispetto di fronte a sua maestà l’Albana. Il giusto equilibrio, il giusto peso, tutto ben dosato ed armonizzato in un vino che forse va oltre al concetto che lo vede legato solo a foie-gras, formaggi e dessert. L’impianto olfattivo è pieno, ricco e vigoroso, sfumature che ricordano l’albicocca in confettura, il miele dolce di acacia, lo zenzero, il zafferano, in un pout-pourri di sensazioni da ascoltare in silenzio. In meditazione. La bevibilità è la parte ancora più sorprendente di tutto l’insieme, il quale accompagna dolcemente il sorso senza cedimenti, in unione a morbidezze posate e dalla freschezza che dona incisività ed energia a profusione. Persistenza che non vede mai scritta la parola fine e ricordi post-gustativi che si spingono lontano nel tempo con un’abile mossa. Quella astuta e ingegnosa dello Scacco Matto.

GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE

EDIZIONE 2010/2011:

Vini Rossi

85/100 – Ravenna Rosso IGT Marzieno 2006 (Cat. C)

Rosso rubino cupo. Il naso raduna un bouquet compatto e profondo, dove si esprimono prugna essiccata, rabarbaro, spezie tipo sandalo, una mineralità sui toni della grafite e rimandi di cuoio. La bocca è piena, generosa e ben strutturata. Peccato per un finale amaricante un po’ troppo marcato, che ne limita la sua collocazione in questa graduatoria.

83/100 – Sangiovese di Rom. Il 500 2009 (Cat. D)

La tonalità cromatica è rosso rubino con riflessi vividi. L’esame olfattivo evidenzia delle note di fiori freschi, che scivolano prontamente su profumi di frutti rossi freschi e con delle punte acidule, come le more ed i lamponi ed un lampo “acerbo” che ricorda le melograne. La bocca rileva una certa coerenza; la beva è discreta, così come la gradevolezza in chiusura.

80/100 – Sangiovese di Rom. Sup. Ceregio 2009 (Cat. A)

Si presenta in un colore rosso rubino di discreta trasparenza. Il profilo olfattivo esprime una gamma di frutti che spazia dalla mora alla susina fino al ribes. L’esame gusto-olfattivo ripropone una coerenza spiccata con le percezioni delle narici, ma si tratta di un vino concepito per una beva facile, immediata. Spensierata e gradevole.

87/100 – Sangiovese di Rom. Sup. Riserva Pietramora 2007 (Cat. D)

La storia di questa azienda iniziò nel 1966, quando Vincenzo Geminiani acquistò i poderi e fin dall’inizio ottenne ottimi risultati ed i conseguenti riconoscimenti per i suoi vini: fu però nel 1987 che avvenne un’interessante svolta aziendale, quando fu sua nipote Cristina a prendere in mano le redini dell’azienda, perseguendo fin dall’inizio l’obiettivo della valorizzazione tout court dei vitigni sangiovese ed albana. Con esiti che sono sotto gli occhi, sulla bocca e nei bicchieri di tutti. Colore rosso rubino molto scuro e pieno, per il Pietramora 2007. Il naso si schiude all’insegna di confettura di frutti rossi, per poi evidenziare delle note di thè, caffè d’orzo, e sentori erbacei con chiari, ma non ingombranti, rimandi di fieno. Al palato si mette in mostra una tempra alcolica importante, intersecata da un sostanzioso estratto. Il vino è senz’altro, intrigante, ma con risultati meno altisonanti se paragonati alla versione precedente, per vitalità e dinamismo.

82/100 – Sangiovese di Rom. Sup. Torre di Ceparano 2007 (Cat. A)

Rosso rubino fitto che introduce un naso che potremmo definire timido, delineato da un pout pourri di fiori, confettura di frutti tipo prugna e una delicata balsamicità, sentori che si muovono sempre sommessamente. La bocca appare subito più incisiva rispetto al naso, con un discreto bilanciamento tra parti dure e parti morbide ed una intensità espressa da rimandi di buccia di arancia tarocco; il tannino è presente e discretamente integrato. Un riferimento per la sua categoria di ambizione.

98/100 – Albana di Romagna Passito Riserva AR 2006 (Cat. H la 0,375)

Altissimo Ceto

Ripetere la prestazione registrata lo scorso anno era veramente dura, ma i Geminiani ci hanno ad ogni modo regalato una perla che sfiora la perfezione. Mantello regale di oro che luccica, con un’armatura sfavillante, rilucente, di una sontuosa vivezza. Monumentale apertura dello spettro olfattivo: una teoria di frutti esotici con la papaya che si esibisce per prima, per poi espandersi progressivamente con grande articolazione, insieme a mango, a rimandi più polposi di dattero e melone, proseguendo poi con leggere folate di miele e cera d’api, per andare poi a chiudere il suo naso, in seguito a millemila di altri aromi che lasciamo a voi il compito di scoprire, con un tocco elegante ed importante di marron glacé. L’incontro di questa ambrosia con il palato è l’incipit di una indicibile emozione: è avvolgente e suadente, ammantato di seta, e magnificamente supportato da una vena di freschezza importante ed intrecciata in modo mirabile alla struttura delle parti morbide. La coerenza sensoriale è pressoché perfetta, mentre la lunghezza, interminabile. Grazie ancora Cristina. Grazie ancora Romagna, terra capace di regalare questi favolosi nettari.

95/100 – Albana di Romagna Passito Scacco Matto 2007 (Cat. F la 0,375)

Altissimo Ceto

Doppietta di menzioni speciali per il top della produzione dei vini dolci della Fattoria Zerbina. Veste oro brillante, da serata di gala. Il naso è avvolgente e sinuoso, entusiasma in prima battuta con note di zafferano, e poi si staglia un bouquet di ginestra, camomilla e albicocca disidratata, miele e delle sfumature di note iodate graffianti nel finale. Convince la corrispondenza in bocca, che ne ripropone tutta la complessità olfattiva, mentre il nerbo acido costituisce un importante contraltare a tanta dolcezza. Persistenza davvero importante.

88/100 – Albana di Romagna Passito Arrocco 2008 (Cat. D la 0,500)

Il bicchiere riluce di giallo paglierino tenue, aprendo un ventaglio olfattivo con sfumature di frutta esotica matura e un tratto floreale delicato di magnolia, emerge poi un sentore penetrante e sensuale di latte di mandorle dolce, con un finale di miele millefiori. Per quanto riguarda la bocca avevamo l’aspettativa di una maggiore intensità e dinamicità, risulta comunque nell’insieme equilibrato, anche se non presenta una PAI lunghissima.

GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE

EDIZIONE 2009/2010:

Vini Rossi

89/100 – Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Pietramora 2006 (Cat. D)

Anche nella versione 2006, il Pietramora si conferma come una delle più solide ed interessanti interpretazioni del Sangiovese romagnolo. Anche se non ha varcato la soglia dei 90 punti, rappresenta a tutti gli effetti una garanzia. A conferma, non solo della qualità del vino, ma per la passione ed il rispetto per la sua terra che ci mette Cristina Geminiani, giornalmente al servizio nel suo lavoro. Tuttavia, siamo pertanto convinti, che uno dei suoi limiti caratteriali possa essere davvero rappresentato dalle gradazioni sempre elevate sulle quali si attesta, anche quest’anno stabilizzatosi sui 15,5%. Premettiamo che a fronte di questo, il vino non presenta ostacoli o cmplicazioni in fase di beva o di apprezzamento generale, ma siamo più che convinti, che se si ponesse su percentuali alcoliche più “umane”, troverebbe giovamento l’articolazione ed una profondità più ritmata della cadenza sia aromatica, che retro-gustativa. Dal colore viola di media intensità, importante al naso con sentori di ciliegia sotto spirito ed un indice di maturazione del frutto molto pronunciato. Sentori di vaniglia molto lievi e ben bilanciati. In bocca fa sentire la sua importanza e ricchezza, date non solo dalla provenienza delle uve raccolte da vigneti con alta densità di impianto e selezione clonale, ma anche dalla sapiente maestrìa di vinificazione, presentando un tannino elegante che accompagna una buona freschezza e pienezza includendo una soave nota mandorlata finale. In generale, sempre in grande spolvero il proverbiale valore dell’etichetta, supportato da un ottimo ed esaltante potenziale per il futuro.

86/100 – Ravenna Rosso IGT Marzieno 2005 (Cat. C)

Non è facile per il Marzieno ‘05, arrivare dopo una stupenda prova come quella segnata dalla 2004. In questo quadro generale, troviamo ancora un vino chiuso e dal carattere un po’ assonnato, dal difficile risveglio solo dopo una lunga boccata di ossigeno. Un frutto più spostato su delle tonalità più calde ed evolutive, seppur privi di cedimenti, che partono da note di ciliegia e prugna, passando dalla viola e dalla cannella, per terminare con i sentori legati al tabacco. Più fresco e più dinamico al palato, con un corpo snello e sostanzioso allo stesso tempo e con una chiusura più decisa di quella avuta al naso.

Vini Dolci

100/100 – Albana di Romagna Passito Riserva AR 2005 (Cat. H la 0,375)

Altissimo Ceto.

La passione che Cristina Geminiani ci mette nel suo lavoro è tanto importante, quanto l’amore che ha verso la sua terra. Questa la porta a chiedere sempre il massimo dalle sue vigne e dalle sue uve e prendendo anche dei rischi considerevoli. Come la scelta di imporre come filosofia aziendale, la vendemmia a scalare delle uve di Albana per produrre i suoi passiti, anziché scegliere la più “comoda” soluzione dell’appassimento in cantina (come abbiamo avuto modo di raccontarvi in maniera esauriente, in occasione di una nostra visita in passato). L’appuntamento annuale con la Botritys Cinerea, meglio conosciuta come muffa nobile, la porta quindi ad avere, con essa, un rapporto ansioso, apprensivo ed allo stesso tempo irrequieto e dove le concentrazioni zuccherine diventano oggetto di ossessione per la perfetta riuscita nella produzione dei suoi splendidi vini dolci come l’Arrocco e lo Scacco Matto. In alcuni anni possono andare bene, in altri invece, questo legame può portare viceversa allo sconforto. Ma quando una serie di coincidenze, che coinvolgono clima, meteo, sviluppo della muffa nobile, maturazione delle uve, si presentano all’appuntamento autunnale con il loro migliore abito da sera, le soddisfazioni che si raccolgono sono enormi. Tanto da avere la “fortuna” di arrivare a selezionare degli acini, da fare rabbrividire i migliori produttori di TBA austriaci e tedeschi. Acini, con l’acidità e gli zuccheri che raggiungono livelli imponenti, come l’adrenalina che scorre nella schiena di chi è consapevole di aver ottenuto un prodigio della natura. Qualcuno obietterà che la perfezione in enologia non esiste e che centocentesimi ad un vino non si possono mai dare. Ma quì non stiamo parlando di “semplice” vino. Il termine diventa talmente stretto e riduttivo, come il nostro vestito della prima comunione, poichè in questi casi siamo oltre alla parola “vino”. E non andrebbero usati neanche termini quali nettare, bevanda degli dei, ambrosia ecc…, quindi ci “limiteremo” alla sola descrizione organolettica. Il liquido (eufemismo…) scende nel bicchiere in maniera densa, grassa, sciropposa. La luminosità dorata che splende nel bicchiere, luccica come la moneta numero 1 di Zio Paperone ed è talmente elevata, che si farebbe vedere anche al buio. I suoi tratti sembrano addirittura disegnati con l’evidenziatore. Il suo profilo olfattivo inebria tutti i sensi con una complessità senza fine, tanto da farlo quasi apparire un pari-grado della famiglia dei Riesling, perchè il cervello sembrerebbe urlare, che non è possibile che con l’Albana si riesca a produrre qualcosa di simile. Non avrà gli idrocarburi di un Riesling (o forse dovremmo attenderlo altri 50 anni?), ma in compenso escono quelle sensazioni che ricordano la scorza di cedro candita, il profumo della pioggia che cade su una beola di ardesia, la sua mineralità estrema. Senza contare tutte le altre note. Anche perchè basterebbe menzionarne una, solo una, che la si troverebbe lo stesso, da quanto la ricchezza è considerevole. Al palato avrete la concentrazione e la densità di un grande aceto balsamico tradizionale e tutte le descrizioni che riguardano profondità, allungo, equilibrio, armonia, la sola menzione diventerebbe addirittura troppo ordinaria in questo caso.
Ma non dannatevi a cercarla in giro, perchè gli sforzi che farete, potrebbero essere inutili, vista la produzione più che confidenziale e che non supera le poche centinaia di rarità. Ma se la troverete, sappiate che il prezzo che pagherete per quella preziosa piccola bottiglia, è di gran lunga inferiore al valore delle emozioni che potrà regalarvi e al lavoro, gli sforzi ed i rischi compiuti per portarlo a compimento. Concludiamo con le parole che compongono l’ultima parte del racconto sulla sua retroetichetta: “Un lavoro semplice ed impegnativo, che ci ha portato a produrre soltanto poche centinaia di bottiglie di una essenza che speriamo unica nel suo genere. Almeno in Italia.”

No, cara Cristina, quì siamo ben oltre ai confini terreni…

94/100 – Albana di Romagna Passito Scacco Matto 2006 (Cat. F la 0,375)

La prova della Riserva descritta sopra, non può (e non deve) svilire quella molto valida, riscontrata invece nello Scacco Matto. Molto valida, dicevamo, anche se un po’ lontana nei caratteri di grassezza, forza e “dolcezza”, riscontrati  nella splendida 2005. Ma a questa ‘06 non manca di certo il dinamismo e l’articolazione, che si pone sicuramente tra le migliori di sempre. A cominciare dal profilo aromatico, di grande classe e finezza e che passa con nonchalance, quasi in sordina, dalle note di frutta a polpa gialla molto matura a quella dal carattere più esotico, dal floreale bianco e delicato a quello più forte e variegato nei toni. Vaniglia e miele a profusione, fanno da preludio ad una bocca giocata sul filo dell’equilibrio acido-zuccherino, senza perdere mai di vista il volume che si amplifica, dando forma ad un ventaglio in forte coerenza con quanto avuto in fase olfattiva e dettando dei tempi che si alternano tra peso, sostanza e leggiadrìa di esecuzione.

I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:

Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00

Recapiti:

Fattoria Zerbina
Via Vicchio, 11
Frazione Marzeno
48018 Faenza (RA)

Tel: +39 0546 40022
Fax: +39 0546 40275
Skype:
Sito Web: www.zerbina.com
Indirizzo posta elettronica: info@zerbina.com

Visualizzazione Google Map:

Visualizzazione ingrandita della mappa