Articolo a cura di Luca Martini
Referente regionale per la Sicilia e l’Abruzzo.
Cari Amici e Lettori di Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Torniamo ancora a parlare di Sicilia. Dopo aver affrontato la bellissima degustazione che ha visto come protagonista, l’Etna ed i suoi vini, ora affrontiamo il discorso in maniera più ampia, andando a toccare l’eccellenza enologica dell’isola per quanto concerne i vini bianchi e rossi.
Riconoscendo le difficoltà che avremmo incontrato ad effettuare delle degustazioni per singola denominazione, visto le reali mancanze di alternative all’interno di ogni singola DOC, come ad esempio organizzare una sessione di soli Contessa Entellina DOC, abbiamo preferito, come nel caso dei Langhe Rosso, fare una sessione unica inserendo tutti i campioni dei migliori vini siciliani che ci sono arrivati in sede, anche perchè molti di essi sono imbottigliati come Sicilia IGT.
Iniziamo dunque il nostro viaggio tra i vini di questa splendida terra, dove vi parleremo di vitigni, di annate, ma soprattutto di profili stilistici aziendali che hanno creato delle interpretazioni date dalle vere e proprie identità personali, a discapito di una presunta riconoscibilità territoriale.
Non ci resta che augurarvi…buon viaggio!
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Come nel caso della degustazione dei Langhe Rosso, abbiamo preferito di non dividerla per annate. Questo, per il fatto di essere di fronte a vini profondamente diversi tra loro. Dove le annate giocano il loro ruolo fondamentale, ma spesso notiamo che poi i vini vengono modellati e smussati da eventuali spigoli dandogli il loro preciso ruolo stilistico. Una “variante al tema”, riguarda un vino inserito in degustazione e che interessa l’azienda Masseria del Feudo. L’azienda non era stata preventivamente contattata da noi, ma ci sono arrivate dei precisi segnali qualitativi di alcune degustazioni effettuate al di fuori del discorso della Guida, tanto che ci ha spinto a comprare delle bottiglie in enoteca per poi inserirle in degustazione. Il risultato? Vi invitiamo a scoprirlo da soli. Come di consueto abbiamo segnalato in rosso i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale, dove potrete accedere a dati, recapiti e, a breve, alle categorie con i prezzi possibili in enoteca e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Una bollicina una…
86/100 – Contea Sclafani Brut Tasca d’Almerita 2006 (Cat. D)
Vini Bianchi
91/100 – Sicilia IGT Chardonnay Tasca d’Almerita 2007 (Cat. E)
89/100 – Sicilia IGT Chardonnay Planeta 2007 (Cat. D)
88/100 – Sicilia IGT Chardonnay Haermosa Masseria del Feudo 2006 (Cat. D)
87/100 – Contessa Entellina Bianco Chiarandà Donnafugata 2007 (Cat. D)
87/100 – Sicilia IGT Foravìa Viognier Miceli 2007 (Cat. A)
87/100 – Sicilia IGT Cometa Planeta 2008 (Cat. D)
85/100 – Sicilia IGT Chardonnay Laudari Baglio del Cristo di Campobello 2007 (Cat. n.c.)
85/100 – Contessa Entellina Inzolia Vigna di Gabri Donnafugata 2007 (Cat. A)
85/100 – Sicilia IGT Grillo Feudo Maccari 2007 (Cat. A)
85/100 – Sicilia IGT Nozze d’Oro Tasca d’Almerita 2008 (Cat. B)
84/100 – Sicilia IGT Carjcanti Gulfi 2007 (Cat. D)
84/100 – Sicilia IGT Jardini a Baarìa Miceli 2008 (Cat. A)
83/100 – Sicilia IGT Adenzia Bianco Baglio del Cristo di Campobello 2008 (Cat. n.c.)
83/100 – Sicilia IGT Alastro Planeta 2008 (Cat. A)
81/100 – Contessa Entellina Chardonnay La Fuga Donnafugata 2007 (Cat. A)
Vini Rossi
90/100 – Sicilia IGT Don Antonio Morgante 2005 (Cat. C)
90/100 – Sicilia IGT Santa Cecilia Planeta 2007 (Cat. D)
89/100 – Contessa Entellina Rosso Mille e una Notte Donnafugata 2006 (Cat. F)
89/100 – Sicilia IGT Nerosanlorè Gulfi 2005 (Cat. F)
88/100 – Sicilia IGT Maharis Feudo Maccari 2006 (Cat. F)
88/100 – Contea di Sclafani Cabernet Sauvignon Tasca d’Almerita 2007 (Cat. E)
87/100 – Contessa Entellina Rosso Tancredi Donnafugata 2006 (Cat. D)
87/100 – Sicilia IGT Nerobufaleffj Gulfi 2007 (Cat. F)
87/100 – Sicilia IGT Neromaccarj Gulfi 2005 (Cat. F)
87/100 – Sicilia IGT Breus Miceli 2006 (Cat. A)
87/100 – Sicilia IGT Smodato Miceli 2006 (Cat. n.c.)
87/100 – Sicilia IGT Burdese Planeta 2006 (Cat. D)
87/100 – Cerasuolo di Vittoria Planeta 2007 (Cat. B)
87/100 – Sicilia IGT Syrah Planeta 2007 (Cat. D)
86/100 – Sicilia IGT Saia Feudo Maccari 2007 (Cat. B)
86/100 – Sicilia IGT Nerojbleo Gulfi 2006 (Cat. C)
86/100 – Sicilia IGT Nia Maro Miceli 2005 (Cat. B)
86/100 – Sicilia IGT Rosso Sallier de la Tour 2005 (Cat. C)
85/100 – Sicilia IGT Lusirà Syrah Baglio del Cristo del Campobello 2007 (Cat. n.c.)
85/100 – Sicilia IGT Carduni Baglio di Pianetto 2005 (Cat. D)
85/100 – Sicilia IGT Nerobaronj Gulfi 2005 (Cat. F)
85/100 – Sicilia IGT Merlot Planeta 2006 (Cat. D)
84/100 – Sicilia IGT Lu Patri Baglio del Cristo di Campobello 2007 (Cat. n.c.)
84/100 – Sicilia IGT Salici Baglio di Pianetto 2005 (Cat. B)
84/100 – Sicilia IGT Nero d’avola Feudo Maccari 2007 (Cat. A)
84/100 – Sicilia IGT Majo San Lorenzo Miceli 2005 (Cat. D)
83/100 – Sicilia IGT Adenzia Rosso Baglio del Cristo di Campobello 2007 (Cat. n.c.)
83/100 – Sicilia IGT Cembali Baglio di Pianetto 2005 (Cat. D)
83/100 – Sicilia IGT Frappato Occhipinti 2007 (Cat. D)
82/100 – Sicilia IGT Cristo del Campobello Baglio del Cristo di Campobello 2008 (Cat. n.c.)
82/100 – Sicilia IGT Siccagno Occhipinti 2006 (Cat. D)
81/100 – Sicilia IGT Nero D’avola Morgante 2007 (Cat. A)
81/100 – Sicilia IGT Damarovenza Miceli 2005 (Cat. n.c.)
Attenzione!!! I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Una bollicina una…
86/100 – Contea Sclafani Brut Tasca d’Almerita 2006
L’idea di fondo del Brut di Tasca d’Almerita sembrerebbe abbastanza semplice, ovvero cercare di contestualizzare l’ampiezza e la personalità dello Chardonnay classico in una veste arricchita dalle bollicine. Il risultato non è niente male ed è anche apprezzabile. Il vino è cresciuto nel corso degli anni, anche grazie all’esperienza maturata sulla lavorazione di questo metodo classico. Pertanto crediamo che di strada ce ne sia ancora da compiere, per dare un taglio più limpido, cristallino, ridurre il peso dandogli più slancio, fino ad arrivare a risvegliarlo sul piano della freschezza, in virtù di una maggiore articolazione e sapidità.
Vini Bianchi
91/100 – Sicilia IGT Chardonnay Tasca d’Almerita 2007
Altissimo Ceto
Ecco il vino che finalmente ci aspettavamo da una prestigiosa azienda come la Tasca d’Almerita. Quest’anno dal cilindro è saltato fuori uno chardonnay che offre nel suo ventaglio olfattivo, la medesima pienezza ed il taglio “mieloso” di sempre, ma troviamo una maggiore freschezza, data da un’espressione fatta tutta di erbe aromatiche e sopprattutto tanto, tanto, tanto frutto. In bocca è avvolgente, ricco e pieno. Ed è proprio quando vi sembrerà di stufarvi per la sua pienezza e appoggerete il bicchiere in segno di resa, ecco che i segnali di risveglio arrivano dritti al vostro cervello, rendendo il vostro palato pulito da una bellissima ed integrata acidità e dando spazio ad una piacevole sapidità.
89/100 – Sicilia IGT Chardonnay Planeta 2007
Altissimo Ceto
Fin dal suo esordio, lo Chardonnay di Planeta, ha rappresentato un’icona che ha sempre fatto discutere, creando, come una vera e propria star, dei fan spregiudicati al suo seguito, ma anche dei detrattori. Ora, potrebbe non essere una sorpresa vederlo collocato in questa posizione. Ma per noi lo è. In tutta confidenza, possiamo asserire che è dall’annata ’99, che non troviamo più una purezza di frutto ed una linearità di base così evidenti. Nel frattempo, abbiamo assistito a versioni, spesso troppo appensatite. Vini ottimi, per intenderci, ma che messi alla prova del bicchiere, evidenziavano note vanigliate troppo dolci che tenevano il frutto in secondo piano, acidità un po’ carenti sul piano della freschezza, specie se rapportate al peso che avevano questi campioni e che contribuivano a frenare la loro apprezzabilità. Tornando a questa 2007, già dal suo colore giallo oro molto luminoso, si presenta con il suo fare mimando espressioni di ricchezza e prestigio. Spettro olfattivo ampio e ricco, molto immediato ma pronto anche ad una notevole evoluzione nel tempo. Al palato troviamo carattere, fisico forte e possente, ed un carattere speziato in chiusura.
88/100 – Sicilia IGT Chardonnay Haermosa Masseria del Feudo 2006
Altissimo Ceto
Eccoci a quello che è stato considerato un po’ il “gioiellino” della nostra sessione. Entrato dalla “porta di servizio”, in seguito ad un coinvolgimento non premeditato, questo chardonnay siciliano è stato quindi inserito sotto forma di virus e si è subito imposto per il suo carattere. Viaggia su binari completamente diversi rispetto ad altri pari-vitigno della regione. Una prima impronta tutta incentrata sul frutto, senza avere cedimenti verso le note di confettura o sensazioni mielose abbastanza evidenti. Dire che si sente la mineralità oggi fa molto “in”, quindi lasciamo a voi il compito di scovarne l’esistenza. Ma è soprattutto la sua progressione al palato che ci ha fatto la migliore impressione, toccando vertici vibranti, che rinvigoriscono la beva, date da freschezza e da tanta…tanta sapidità. Bravi!
87/100 – Contessa Entellina Bianco Chiarandà Donnafugata 2007
Il Chiarandà svolge da sempre un po’ il ruolo di Regina, all’interno dell’ipotetico castello di Donnafugata. Per il suo modo di porgersi con eleganza ed equilibrio. Nel suo vestito di seta, sfoggia profumi agrumati e di fiori freschi. Anche se, preferiamo leggermente le sfumature dell’annata precedente, dove i ricami di questo abito erano meno accentuati e con tonalità meno accese e calde che portavano in dote maggiore fascino. Anche lo sviluppo al palato, procede con una voce sensuale ed armonica e dove tende a diminuire in tono e persistenza, con il passare dei secondi. Ma questo è il ruolo che svolge l’annata, anche in una regione come la Sicilia e quindi prendiamo questa pur bella regina, con tutte le sue caratteristiche.
87/100 – Sicilia IGT Foravìa Viognier Miceli 2007
Altissimo Ceto
Fa sempre piacere registrare una bella prova da un vino che non ti aspetti, perchè semplice, lineare e diretto. Sorpresa ancor più importante, quando il panel decide nell’assegnazione della valutazione migliore. Il comportamento del Foravìa di Miceli è egregio, fatto con più scalpore rispetto ad altri bianchi più importanti della stessa casa, che per il loro punteggio non sono rientrati in graduatoria. E’ il suo raccontarsi con una condotta sana e genuina del suo essere Viognier in terra di Sicilia, che impone le regole del gioco. Un bicchiere pulito, elegante, con quella albicocca chiara, nitida e fragrante, in mezzo ad altre sensazioni come ananas e mango ed una leggera brezza marina, che sventagliandolo, rinfresca il profilo aromatico, portando sapidità espressiva. In bocca è sottile, non di grande opulenza ed avvolgenza, ma mantenendosi sui binari della medesima croccantezza e coerenza. Ovvero, restare sempre e comunque, un Viognier in terra di Sicilia.
87/100 – Sicilia IGT Cometa Planeta 2008
La Sicilia si sa’, è patria delle versioni vinicole più disparate. Un mosaico fatto principalmente da vini ottenuti con i vitigni internazionali più conosciuti e quelli da varietà autoctone. Accanto a questi, troviamo anche vini fatti con vitigni che non penseresti mai che si possano ottenere dei risultati validi. Quì, parliamo del Cometa di Planeta, balzato subito agli onori della cronaca per essere ottenuto da uve Fiano, come seguisse quella coralità tutta Verdoniana, raccontata più volte, all’insegna de: “lo famo strano?”. Consigliato prima di tutto a quel consumatore che vuole sempre bere qualcosa di diverso o di originale o per chi ci vuole trovare nel bicchiere un naso suadente fatto in primis da agrumi siciliani e da altre tonalità di frutta a polpa gialla matura e coerentemente trovare lo stesso coordinamento al palato, giocando sui binari dell’armonia e dove l’azienda Planeta, può mettere in campo tutta la sua esperienza in vinificazione optando per un mix di originalità e tecnica di tutto rispetto.
85/100 – Sicilia IGT Chardonnay Laudari Baglio del Cristo di Campobello 2007
Elegante e complesso all’olfatto, dove regna un ottimo equilibrio tra frutti, fiori e mineralità. In bocca è buono lo spessore, la massa si orchestra bene tra freschezza, sapidità e alcolicità. Chardonnay interessante che riesce a stare in equilibrio tra forza ed eleganza, chiusura pulita con ritorno fruttato che porta ad una buona corrispondenza gusto-olfattiva.
85/100 – Contessa Entellina Inzolia Vigna di Gabri Donnafugata 2007
Eccoci a parlare della principessa di casa Donnafugata. Un’inzolia sempre rispettabile con un quadro aromatico che ci ricorda un tripudio di fiori di giardino ed un pizzico di erbaceo. In bocca, il primo sorso richiama subito il secondo grazie al timbro acido che lo caratterizza, senza essere troppo presuntuoso. Notiamo come questa principessa si è sempre mantenuta coerente con tutte le altre annate in passato, ma con la caratteristica di aver messo un po’ più di spessore nei suoi fianchi. Una damigella che vuole forse ascendere ad un ruolo più importante con il passare degli anni?
85/100 – Sicilia IGT Grillo Feudo Maccari 2007
Azienda siciliana magistralmente condotta dal dott. Moretti della Tenuta di Sette Ponti. Il suo Grillo è un vino schietto, preciso ed immediato. Un fiore di primavera, dal profumo fragrante ed accattivante, manifesta al palato molta freschezza di fondo che viene marcata da note di sale marino. Diretto e di facile lettura, tanto per essere ben sfoggiato durante caldi giorni estivi.
85/100 – Sicilia IGT Nozze d’Oro Tasca d’Almerita 2008
etichetta non disponibile
Il taglio stilistico del Nozze d’Oro rimane sempre coerente con l’impronta aziendale che si vuole dare a questo vino. Il frutto dolce mieloso, esotico con un “cuore” che rimanda ai sentori di banana è saldamente in primo piano. Con l’ossigenazione escono poi note erbacee e rinfrescanti, con quel pizzico di salvia che lo rende più intrigante. In bocca scorre via abbastanza veloce, senza magari soffermarsi a raccontare qualcosa in più di lui, ma sicuramente l’uscita di scena è egregia, equilibrata e fine.
84/100 – Sicilia IGT Carjcanti Gulfi 2007
Il Carjcanti è ancora un ragazzo in piena adolescenza. Esuberante, carico di energia e un po’ scorbutico. Deve ancora trovare la sua precisa connotazione e la sua personale tranquillità. Ma come già successo per altri giovanotti di casa Gulfi, con il tempo diventano saggi e molto interessanti. Anche in età precoce. Quindi, aspettiamo con pazienza e molta fiducia.
84/100 – Sicilia IGT Jardini a Baarìa Miceli 2008
Innovazione, tecnica, estro ed un pizzico di audacia giocano un ruolo importante in questo atipico blend composto da Grecanico,Viognier e Gros Manseng. Con il risultato di una suadente ampiezza olfattiva, caratterizzata da tipici profumi mediterranei con rimandi di erbe aromatiche, zagara, gelsomini, ed un carattere fruttato di frutta polposa, che spicca al naso e lo ritroviamo anche a livello gustativo. I nostri dubbi sono legati al suo modo così singolare di essere imponente solo al naso, mostrandosi con un carattere, più esile ed anonimo, invece al palato. Un vino sicuramente da rivedere e da registrare in futuro.
83/100 – Sicilia IGT Adenzia Baglio del Cristo di Campobello 2008
etichetta non disponibile
Un vestito vivo, acceso, invitante già al visivo. Un naso dove lo chardonnay da la sua impronta varietale, con un bellisimo fruttato di ananas, banana, seguito da una leggera nota burrosa e da fiori gialli. Piacevole al gusto, buon bilanciamento tra freschezza, sapidità ed alcolicità, tra l’altro assolutamente non invadente. Ci piace questa suo scivolare sulla facilità di beva, l’impressione è quella di un bianco da “tutti i giorni” davvero ben riuscito.
83/100 – Sicilia IGT Alastro Planeta 2008
In passato, ci ricordavamo di un Alastro molto più in forma, sprintoso e con molto vigore. Un vino che gioca, ancora oggi, con un carattere semplice e diretto con un naso di chiara matrice floreale e che ricorda il gelsomino. Il grecanico si fonde allo chardonnay, donando eleganza e una sua personale complessità. Troppo facile però in bocca, dove dimostra un carattere un po’ troppo esile e nervosetto.
81/100 – Contessa Entellina Chardonnay La Fuga Donnafugata 2007
Personalmente vorremmo che un giorno, questa damigella di corte, possa trovare una sua precisa collocazione. Oggi è ancora un “vorrei ma non posso” che diverte solo sulla semplicità di beva ed un pizzico di freschezza.
Vini Rossi
90/100 – Sicilia IGT Don Antonio Morgante 2005
Altissimo Ceto
Questo Don Antonio è un uomo tutto di un pezzo, per certi versi selvatico ed irascibile ma al tempo stesso molto saggio e previdente. Ci piace immaginarlo indossando la sua coppola, e portandosi addosso l’odore del sigaro toscano, ma anche aromi molto particolari di cioccolato amaro fondente e di polvere di caffè, un “uomo” che anche al palato sa quello che vuole, forte e deciso, con un fisico di grande struttura, non particolarmente snello ma molto rotondeggiante. Il plus che gli apporta la nostra migliore valutazione, è data da quella trama tannica setosa, fitta ma di grande qualità, mai avuta prima d’ora. Baciamo le mani, Don Anto’…
90/100 – Sicilia IGT Santa Cecilia Planeta 2007
Altissimo Ceto
Si presenta in degustazione come una fuoriserie che viaggia con il freno a mano tirato, sfoderando delle belle curve e un assetto “sportivo”, mostrando una certa titubanza a correre a piena velocità, quasi volesse rinnegare la sua cilindrata. Solo con il motore caldo, incomincia ad andare a pieni giri mostrando un frutto, polposo, concentrato e molto croccante, dalle grandi potenzialità ancora inespresse, possiede un che non si dimentica facilmente. Una chiara espressione del vitigno nero d’avola che vuole essere molto caratteriale e non ruffiana. Al palato ha bisogno dell’evoluzione in bottiglia prima di potersi togliere di dosso anche quella venatura “dolciastra” in chiusura, data dal legno non ruffiana. Una fuoriserie che consigliamo di guidare almeno una volta nella vita. Allacciandovi le cinture…
89/100 – Contessa Entellina Rosso Mille e una Notte Donnafugata 2006
Altissimo Ceto
Vogliamo parlare finalmente del Re di casa Donnafugata? Vogliamo anche noi metterci nel coro a più voci che dice quant’è bello e quant’è buono? Oppure dire che con l’annata 2006, finalmente può sfoggiare un suo carattere molto più personale e meno piacione? Dando precisi segnali sulle direttive del frutto più territoriali e meno “internazionali”? Da quì la decisione di assegnare l’Altissimo Ceto, sperando che quelle caratteristiche così dolci, vanigliate e marmellatose (e un po’ stancanti…), appartengano al passato e che possiamo finalmente apprezzarlo per questà incisività, con quella sua nota molto piacevole di acciuga sotto sale e quel tocco di speziatura da pepe nero. Al palato si mostra con un corpo più snello, più diretto, meno opulento. Peccato per un tannino un po’ rigido che poteva portarlo oltre ai 90/100. Ad ogni modo…Viva il Re!
89/100 – Sicilia IGT Nerosanlorè Gulfi 2005
Altissimo Ceto
Il Nerosanlore’ in Casa Gulfi, rappresenta l’uomo più serio, il più adulto, elegante, muovendosi con signorilità e personalità, mostrando estro e con un vestito fatto su misura intorno alla sua personalità. Il più maturo ed equilibrato, rispetto ai suoi numerosi fratelli, al palato mostra maturità con tratti caratteriali molto amalgamati e fusi tra di loro.
88/100 – Sicilia IGT Maharis Feudo Maccari 2006
Il Maharis è un vino ottenuto principalmente da Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Syrah. Anche se con poche vendemmie di esperienza alle spalle, è diventato subito “famoso” fino ad essere riconosciuto, dalla stampa estera, come tra le migliori interpretazioni enologiche della Sicilia. Un “supersicily” compatto, sia nel colore, che in fase gusto-olfattiva, concentrato ma mai invadente, potete trovare una grdevolissima fusione tra il sole, il frutto polposo, lampi di erbe aromatiche, morbidezza con un tannino nobile e tanta mineralità che regalano sogni di una lunga vita.
88/100 – Contea di Sclafani Cabernet Sauvignon Tasca d’Almerita 2007
etichetta non disponibile
Un Cabernet Sauvignon di Tasca d’Almerita che non fa il Cabernet Sauvignon di Tasca d’Almerita. Oggi si può leggere, come nelle migliori favole, che quel lupo fatto di concentrazione, potenza aromatica, pienezza di palato è sempre lupo, ma adottando un animo più da agnellino. Al naso c’è quella fragola deliziosa, matura, fruttata da mordere che vi induce a ritornarci sopra continuamente e dopo avete tutto un corredo di erbe aromatiche, di macchia mediterranea e quel tocco leggero di salmastro. In bocca si fa via via sempre più suadente ed invitante, una trama tannica che sembra giocare a nascondino, ovvero di quando ne avverti la sua presenza, ma non sai dove è nascosta e mentre di concentri su questo ecco che da dietro arriva la sua acidità vigorosa che si alterna ad una sapidità quasi iodata. E finalmente…tanta eleganza e voglia di bere!
87/100 – Contessa Entellina Rosso Tancredi Donnafugata 2006
Possiamo tranquillamente asserire, che in passato, abbiamo preferito per alcune sue caratteristiche intrinseche, alcune personalità molto più incisive del “Principe” Tancredi, rispetto a quelle troppo suadenti e, se vogliamo anche un po’ anonime, del suo Re. Un Principe che nell’annata 2006, torna a ricoprire il suo ruolo, con una veste concentrata e cardinalesca, il suo profilo è caratterizzato da una mineralità traducibile con i sentori di grafite. Il corpo, in questa fase, resta un po’ ingovernabile, giocando su un’esuberanza quasi da principino William, attraverso un’esplosione di giochi pirotecnici. Lo troviamo potente e muscoloso, di sicura longevità, pronto ad ottenere presto una maggiore personalità nobiliare.
87/100 – Sicilia IGT Nerobufaleffj Gulfi 2005
Altissimo Ceto
Il Nerobuffaleffj è invece l’uomo sportivo di Casa Gulfi. Fisico snello, di pregevole maturità tecnica, si raffronta in maniera più scorrevole rispetto al Nerosanlore’, anche se più tonico. Uno sportivo già apprezzabile sulla corta distanza, ma capace di correre anche una maratona.
87/100 – Sicilia IGT Neromaccarj Gulfi 2005
Altissimo Ceto
Neromaccarj ovvero il fratello selvaggio. Sfoggia una barba incolta ed un fisico prestante e possente. Dotato di un vestito olfattivo un po’ disordinato, quasi fosse attaccato alle interperanze di madre natura, un tocco di animale, mentre al palato rimane un po’ spigoloso, muscolare, carnoso ma non opulento. Incarna con grande spirito il Nero d’Avola verace e un po’ sgraziato, con grande personalità. E di grande lunghezza…
87/100 – Sicilia IGT Breus Miceli 2006
etichetta non disponibile
Vino ottenuto da uve Nero d’Avola e Syrah, riesce ad interpretare bene nello sviluppo stilistico un esemplare riconoscibile ai vitigni di partenza. Di grande impatto aromatico, però riesce anche uscire con una notevole corrispondenza gusto olfattiva, dove la sua aromaticità ricca e polposa è riconducibile ad un cesto pieno di ciliege mature, il tannino è ben integrato nello scheletro del vino, la freschezza rinvigorisce tutte le altre sensazioni donando facilita di beva. Un bicchiere di Breus tira l’altro. Già, come le ciliege…
87/100 – Sicilia IGT Smodato Miceli 2006
etichetta non disponibile
Questo Smodato è un vino particolarissimo, che potrebbe anche essere inserito come virus in una degustazione di Amarone della Valpolicella, oppure potremmo anche considerarlo di colocarlo in un’apposita sezione, magari come un ipotetico vino da meditazione. Un Syrah di diversa interpretazione quindi, con un colore che marca la carica fenolica molto importante. Un gusto sinuoso, rotondo, aiutato anche dalla “dolcezza” donata dal residuo zuccherino. Se nell’ampio portafoglio delle proposte di Casa Miceli, mancava proprio un’altro vino capace di stupire, beh… allora crediamo che il loro intento sia andato sicuramente a buon fine.
87/100 – Sicilia IGT Burdese Planeta 2006
Un taglio bordolese in terra di Sicilia, questo Burdese di Planeta. Impenetrabile nella trama, fitto e profondo, un vino che di certo non lascia spazio all’immaginazione ma si fa subito vedere di grande potenza, al contrario di quanto possa impressionare per il suo aspetto, troviamo che sia un vino di facile lettura, con la sua equilibrata corresponsione gusto-olfattiva, largo al palato, molto avvolgente ed un tannino di spessore che non va ad intaccare la componente morbida, finale che ricorda una mora di rovo che chiude gradevolmente la nostra degustazione.
87/100 – Cerasuolo di Vittoria Planeta 2007
Il Cerasuolo di Vittoria di Planeta è concepito come un vino che vuole giocare sulla immediatezza e semplicità di beva, con un frutto che colpisce per la sua fragranza diretta con sentori che rimandano ad una bella macedonia di frutti rossi ed una granita di ciliege. Come consiglio, vi potremmo dire che potrebbe dare il meglio di se’, se servito ad una temperatura di servizio più fresca, tra i 14-16°. Potrebbe essere di aiuto ad allietare la cena di una serata calda di estate.
87/100 – Sicilia IGT Syrah Planeta 2007
Il Syrah di Planeta invece vuole risultare sempre di stile carnoso, polposo e succulento. Note marmellatose al naso, vengono accompagnate dall’impatto gustativo sempre caldo ed avvolgente. Niente spigoli e tutta morbidezza. Come le rotondità femminili di un quadro di Botero.
86/100 – Sicilia IGT Saia Feudo Maccari 2007
Non ha lo spessore e le morbidezze del Maharis, poichè incarna lo spirito del Nero d’Avola polposo, ricco e concentrato, con personalità importanti e vistose, mantenendosi però sempre in piedi, mostrando dei caratteri nervosi dati dalla freschezza e dalla trama tannica dinamica.
86/100 – Sicilia IGT Nerojbleo Gulfi 2006
Parlandovi del Nerojbleo, è come se vi parlassimo del fratellino più piccolo tra i Nero d’Avola di Casa Gulfi. Gioca le sue carte migliori puntando prima di tutto il jolly della semplicità di beva, mostrandosi poi diretto, lineare e con doti di abbondante freschezza.
86/100 – Sicilia IGT Nia Maro Miceli 2005
La volontà, sapientemente riuscita, di Casa Miceli con il Nia Maro è quello di impersonificare al meglio, l’interpretazione del vitigno Merlot, in terra di Sicilia. Caldo, suadente, polposo, succoso, ricco, sono solo alcune delle caratteristiche che incontrerete, una volta stappata una bottiglia di questo vino. Ma a questo possiamo aggiungere anche freschezza, linearità e fragranza, quasi come se fosse possibile berlo…a morsi.
86/100 – Sicilia IGT Rosso Sallier de la Tour 2005
Altissimo Ceto
etichetta non disponibile
Eccoti il vino che non ti aspetti. In una degustazione dove molti vini hanno sfoderato la loro potenza, la loro forza, eccoti un vino che non ha muscoli ma è dotato di una spina dorsale ritta e che tiene ben saldo, tutte le caratteristiche. A cominciare da quel naso molto “nordico”, dove vi verrà difficile imbattervi in marmellate e confetture, ma in un frutto fragrante da mordere e con quella tonalità leggermente erbacea da vino “freddo”. In bocca non cercherete grandi avvolgenze o spunti calorici, ma bensì un treno che corre dritto spedito in un percorso senza curve e troppi spigoli. Per chiudere, avrete la gioia di bere un vino del 2005, da cogliere ora, senza continuare ad assillarvi con quella scomoda domanda: “ma quando posso incominciare a berlo?”
85/100 – Sicilia IGT Lusirà Syrah Baglio del Cristo di Campobello 2007
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Potente, ricco, avvolgente, esplosivo. Un syrah caratterizzato dalla sua terra, sprizza Sicilia da ogni poro. Colore, naso e gusto ci riportano all’espressione “syrahniana” dell’isola e questo fa segnare un paio di punti a favore, la peculiarità è l’espressione gustativa, l’entrata è davvero calda, avvolgente, sviluppa bene e pure a lungo, anche se predilige canoni di potenza, che rimangono un timbro del vitigno nel territorio in questione. Davvero ben fatto.
85/100 – Sicilia IGT Carduni Baglio di Pianetto 2005
Nel bicchiere del Carduni esce la vigorìa, la personalità e l’estro del Petit Verdot, facendolo in maniera potente e sensuale. Peccato però che alla beva, la succosità del vino è osteggiata da un tannino irruento che parte in punta di piedi, ma che alla lunga si dimostra letale per il successo della piacevolezza di beva.
85/100 – Sicilia igt Nerobaronj Gulfi 2005
Il Nerobaronj è un Nero d’Avola, come tutti quelli di Gulfi, tutto sommato ben fatto. Il punteggio leggermente limitativo per la qualità del vino è dato in quanto crediamo che sia ancora un vino “tutto da farsi”, che deve trovare la sua strada e la sua collocazione. E noi, mentre sorseggiamo un calice di questa piacevole versione, rimaniamo piacevolmente alla finestra ad aspettare…
85/100 – Sicilia IGT Merlot Planeta 2006
Consueta interpretazione opulenta in tutte le sue espressioni del Merlot di Casa Planeta. Tuttavia, riconosciamo che negli ultimi anni sia già stato in cura da un dietologo, presentandosi con una linea più snella che in passato. La strada da percorrere, a nostro modo di vedere, è quella giusta. Al consumatore (e neanche noi…) non interessa più bere vini con “taglie pesanti”, prediligiamo vini più snelli, più frutto e meno legno e più energia in bocca, data da freschezza, tannini ed un pizzico di dinamicità nel tannino.
84/100 – Sicilia IGT Lu Patri Baglio del Cristo del Campobello 2007
Il Lu Patri è un bimbo in fasce al quale dobbiamo lasciare il tempo per crescere. Un esplosione di frutti neri segna l’olfazione, con integrazione dolce nel finale (cannella). Carnoso al gusto, opulento, a noi sarebbe piaciuto un filo di freschezza in più, per meglio bilanciare la struttura e il calore, anche se lo crediamo ben fatto sotto il punto di vista della trama tannica e della buona lunghezza gustativa.
84/100 – Sicilia IGT Salici Baglio di Pianetto 2005
Il Salici è una bellissima espressione del vitigno Merlot. Viaggia sui binari caratteristici dati dalla Maison di origine, impersonificandolo in maniera, secondo noi, un po’ troppo “dolciastra”. Abbiamo ancora le note vanigliate date dal boisè che come una maestra con la bacchetta in mano, detta ancora legge mettendo il frutto in castigo dietro la lavagna. Speriamo di riscontrare presto in futuro maggiore personalità, poichè le basi e la volontà ci sono.
84/100 – Sicilia IGT Nero d’avola Feudo Maccari 2007
Calcolando che stiamo parlando del Nero d’Avola di Feudo Maccari, come il suo bigliettino da visita di presentazione, l’asticella del salto in alto è stata posta ad una notevole altezza. Non di grandissimo spessore, offre una bella partenza con un frutto croccante e godibilissimo, molto solare ed offrendo una sua singolare personalità. E stiamo parlando di un classico da vita quotidiana…
84/100 – Sicilia IGT Majo San Lorenzo Miceli 2005
Il Majo San Lorenzo è uno dei vini storici di Miceli, ma crediamo che con la versione 2005 sia stato fatto un passo indietro rispetto ad altre annate e soprattuto, se paragonato ad altre etichette della stessa Cantina, che hanno fatto da poco il lor esordio, ma che sono risultate migliori per certi aspetti. Rimane comunque un vino di buona selezione e ricercatezza, sperando che rinvigorisca, acquisendo i bagliori che furono.
83/100 – Sicilia IGT Adenzia Baglio del Cristo di Campobello 2007
L’impatto olfattivo evidenzia una non indifferente potenza, nuance di frutta sottospirito come la marasca, anticipano bastoncini di liquirizia e ricordi di china e rabarbaro. In bocca lo preferiamo soprattutto per una vena di freschezza, che serve a snellire tutto lo scheletro gustativo, rendendolo così più vicino a canoni di eleganza non perfettamente raggiunti,causa un’armonia complessiva rincorsa ma non raggiunta.
83/100 – Sicilia IGT Cembali Baglio di Pianetto 2005
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Il cembali è un’espressione consigliata per gli amanti del Nero d’Avola di interpretazione “moderna”. Vino corretto che sembra appartenere ad un altro emisfero, poichè, come un canguro, salta con agilità tra le varie componenti, con toni boisè accentratori, che conferiscono certo complessità ed interpretazione, ma che per chi come noi preferisce maggiore coerenza territoriale (e magari qualche spigolo in più…) non diventa di facile apprezzabilità.
83/100 – Sicilia IGT Frappato Occhipinti 2007
Un vino di non facile apprezzabilità, dove al profilo olfattivo viene rispecchiato in maniera egregia il varietale e dove il frutto tende a far fatica a crearsi il suo spazio. Più facile invece la scorrevolezza al palato, piacevole per la sua piacevolezza, senza grandi pretese ed aspettative. Consigliato vivamente di berlo ad una temperatura di servizio, fresca.
82/100 – Sicilia IGT Cristo del Campobello Baglio del Cristo di Campobello 2008
Un carattere marcatamente fruttato, quasi polposo, prosegue con toni dolci che richiamano una gelatina di lamponi, un’amarena e nel finale di naso una vena balsamica.Al gusto non aggredisce, anzi al contrario mostra rotondità e avvolgenze che indirizzano il vino su binari di morbidezza, sostenuta da buona alcolicità e tannini dolci. Di estrema prontezza gustativa, che risulta essere la sua arma vincente, per chi non ricerca caratteri “forti” e scontrosi.
82/100 – Sicilia IGT Siccagno Occhipinti 2006
Maschera di carnevale,vino con doppia personalità, naso nerboruto con note riduttive che lo penalizzano un po’ come Pulcinella. Bocca sottile ma variegata di facile comprensione per i veri amanti del nero d’avola l’arlecchino di questo areale.
81/100 – Sicilia IGT Nero D’avola Morgante 2007
Frutto croccante, mora prugna,estrema pulizia olfattiva, in bocca disegna una figura geometrica come un trapezio con una delle due estremità più larga dell’altra manca in personalità. Finale amaricante che lo penalizza in eleganza.
81/100 – Sicilia IGT Damarovenza Miceli 2005
In questo vino la semplicita è di casa ma non si riesce bene a capire se le difficoltà riscontrate siano dovute ad un’annata critica o se ci sono stati dei problemi a livello di maturazione. Per il calore del sole che esprime questo vino sia al naso che in bocca, quasi ci abbronza, ma il problema principale e questo tannino che ci aggredisce un pò il palato come se avessimo un triangolo che cerca di scivolare nel nostro palato.
P.S.: Molti vini sono arrivati in sede come dei campioni ancora in affinamento e non ancora in commercio, quindi riportavano un’etichetta indicativa del campione e non quella ufficiale. Questo è il motivo per giustificare l’assenza di alcune fotografie dei vini degustati.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Fino a qualche anno fa, il quadro enologico dei vini bianchi e rossi di questa bellissima regione, era abbastanza semplice e ben delineato. Autoctoni da una parte e alloctoni dall’altra. In principio, i vini ottenuti da vitigni autoctoni come ad esempio Grillo e Nero d’Avola, erano nella maggioranza dei casi, vini di immediata interpretazione, di facile lettura e di semplicità di beva. Parlando di Nero d’Avola, a parte vini storici come potevano essere il Duca Enrico di Duca di Salaparuta oppure il Rosso del Conte di Tasca d’Almerita (la quale “sfruttava” un altro vitigno autoctono come il Perricone), difficilmente ci si imbatteva in produttori che riversavano tutte le loro forze per dare delle importanti rappresentazioni di questo vitigno, se non accompagnandolo, in fase di vinificazione, ad altri vitigni. Quindi, per dare lustro all’enologia isolana, si era pensato che l’unica alternativa fosse quella di sfruttare le principali varietà internazionali. Ecco quindi che la Sicilia diventò in poco tempo, un habitat naturale per Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e per ultimo Syrah e dove poter dare luogo ad importanti vini, utilizzando queste uve in purezza. Giocando anche la carta, così come succede nel Nuovo Mondo, partendo dai segnali di immediata riconoscibilità data dalla loro dicitura in etichetta. Segnali forti e comprensibili per il consumatore finale. La fase successiva è arrivata poco dopo in seguito al successo di questi vini, derivato dalla importanza data dalle principali riviste e guide del settore. Sempre più numerose erano le pubblicazioni di degustazioni, dove le chicche enologiche della Sicilia venivano inserite in sessioni insieme ai più svariati pari vitigno del Mondo intero, raggiungendo quasi sempre le posizioni di vertice. Così, si è assistito ad un vero e proprio “boom”. Non passava giorno che non veniva riportata notizia che ad esempio lo Chardonnay di “tizio”, aveva battuto in una degustazione, degli Chardonnay dall’importante blasone internazionale, dando visione della Sicilia quasi come un nuovo Eldorado e che ha portato anche altri produttori, provenienti anche dal “continente”, ad investire in queste zone. Uno dei principali incentivi di questa discesa di massa, oltre alle motivazioni già spiegate, era dato da alcune facilitazioni legislative dei disciplinari e dalla possibilità di impiantare anche numerosi ettari di vigna, in condizioni lavorative facilitate e con la conseguente diminuzione di impiego di mano d’opera, più bassa di altre regioni. Le conseguenze potete immaginarle da voi e sono oggi sotto gli occhi di tutti. Il numero di etichette si è fatto sempre più elevato, raggiungendo ora dei limiti incontrollabili, per le numerose/troppe proposte, mettendo il consumatore in una condizione di disorientamento. Non solo, con il passare delle annate, si è assistito a molte modifiche sotto il profilo delle interpretazioni stilistiche, vini che assumevano spessori sempre più robusti, quasi da atleta dopato e quadri aromatici che andavano incontro alle esigenze del consumatore di allora, complessità fatte di dimensioni importanti con toni anche troppo vanigliati, date dal boisè. Mentre i rossi, prendevano lezioni di body-building e i loro profili aromatici fragranti, diventavano sempre più marmellatosi. Queste caratteristiche piacevano e potevano essere accettate fino a qualche anno fa. Ma non oggi, quando si assiste a delle inversioni di tendenza in corso nei gusti del consumatore di oggi. Abbiamo avuto produttori che sono stati tra i più attenti e più smaliziati nel sentire e valutare questi cambiamenti, che hanno modificato il loro modo di vinificare ed elevare i loro “gioielli”. Utilizzando sempre meno legno nuovo, con percentuali che, se prima erano prossime al 100%, ora hanno diminuito drasticamente, le percentuali di ricambio annuale delle barriques nuove. Ma sono diversi i produttori, che sono stati invece più lenti nel raccogliere questo tipo di informazioni, proponendo ancora nelle nostre sessioni di oggi, vini con queste caratteristiche, ai quali preghiamo ed auspichiamo che arrivi presto anche per loro il giro di boa, con una doverosa rivisitazione degli stili.
Ma la cosa sicuramente più singolare è che ci vede catapultati in una sorta di terza era enologica, è il vedere l’impiego sempre più frequente di vitigni “strani” per il contesto siciliano, come il Petit Verdot, il Malbec, il Viognier, il Gros Manseng ecc… ovvero vitigni appartenenti per vocazionalità ad altre zone e che si sta cercando di abilitarle anche in territorio siculo. Ora, i risultati saranno anche abbastanza convincenti, ma non sappiamo fino a che punto, questa nuova filosofia, possa trovare continui sbocchi commerciali. Per quante volte il consumatore potrà essere spinto dalla curiosità di bere ad esempio un Viognier siciliano? Una? Due volte? Difficilmente pensiamo, che egli possa raggiungere un innamoramento tale da dover “sposare” a vita questa causa? Fino a quando può durare? Fino alla prossima era enologica? O fino alla prossima moda? Questo cambiamento rapido delle mode, si può tranquillamente asserire che mal si adatta con le tempistiche della viticoltura. A meno che non si disponga di un telecomando capace di modificare annualmente la tipologia del vitigno coltivato. 🙂
Battute a parte, quello che vorremmo riscontrare nei prossimi anni è una maggiore diversificazione territoriale, fatta oggi solo dagli stili aziendali ma che potrebbe raggiungere il loro apice in un maggiore rispetto del territorio di origine. Sappiamo che può far sorridere, parlare di terroir e di denominazioni in terra di Sicilia, quando noi stessi abbiamo adottato una politica di unificare, in un solo raggruppamento, i vini che ci sono arrivati. Ma tale convinzione, che può proiettare la Sicilia in una nuova denominazione, ce l’hanno data, i vini di un’azienda improntata su questo modello, ovvero Gulfi. Azienda che ahinoi, produce sì, un numero elevatissimo di etichette, ma che ognuna di esse è dotata di una propria personalità. Magari, riusciremo un giorno a darci finalmente un appuntamento, dopo sessioni di degustazione di Barolo, dove si parla di Monforte d’Alba o La Morra, dopo una con i Brunello di Montalcino, a ricercare Castelnuovo dell’Abate o Sant’Angelo in Colle , potremmo organizzare una rassegna con 20-30-40 Nero d’Avola di Sicilia e potrebbe essere possibile parlare ad esempio di Sclafani, Menfi o Ragusa. Per la Sicilia questo sarebbe possibile e anche raggiungibile, visto che in questa terra c’è già chi lo fa, pur parlando una lingua fatta da vitigni diversi e da zone diverse. Questo luogo incantato esiste. Si chiama Etna.
Articolo redatto da:
Luca Martini.
Referente regionale per la Sicilia e l’Abruzzo.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Toscana
Sicilia
-I vini bianchi e rossi dell’Etna.
Le degustazioni si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto. Si ringrazia infine l’amica Alice Forti per il supporto tecnico.
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