VIDEO VG-TV.
Degustazione fatta il 9 Giugno 2008.
Non potevamo di certo lasciarci sfuggire un’occasione simile! Ecco quindi che con grande felicità abbiamo accolto il gentile invito dei fratelli Balan, e ci siamo recati in quel di Mogliano Veneto, in occasione del Wine Day. Manifestazione che abbiamo già largamente avuto modo di raccontare lo scorso Giugno, con le consuete cartoline. Quindi, con un pizzico di ritardo, vi raccontiamo (il prossimo riguarderà una verticale di Cht Palmer da urlo!) di un evento straordinario organizzato all’interno del Wine Day. Talmente raro per gli amatori di questa Cantina, di poter assaggiare sei annate (in una sola volta…), dei grandi vini prodotti da Giulio Salvioni.
Chi lo conosce, sa’ che Giulio Salvioni è persona di grande serietà, di straordinaria simpatia, sempre disponibile ed un nobile esempio di professionalità all’insegna del Sangiovese ed in particolare del Brunello di Montalcino…quello vero! E non potremmo mai pensare a Giulio da solo, se non con a fianco lei: la sempre presente, la gentile e cordiale moglie Mirella.
Ed è grazie a persone come Giulio e Mirella e alla loro dedizione che giornalmente ci mettono nel loro lavoro, se oggi in quella parte della mia memoria, dove vengono racchiuse le emozioni che regalano i grandi vini, non vi è solo posto per quelle derivanti dalla mia passione rinomata e infinitesimale per le varie sfumature che possono regalare i grandi Barolo e Barbaresco, ma c’è lo spazio anche per le suggestioni che trapelano dal bicchiere di Sangiovese e quindi anche di un grande Brunello di Montalcino.
Già! Perchè i vini, i Grandi Vini, lo sono quando sono capaci di trasmettere tutta la personalità ed il carattere di chi lo produce. Quindi, per esperienza personale vi posso dire che quando vi capita di stappare una bottiglia del suo Brunello (e parlo volutamente di Brunello perchè quando Giulio produce il Rosso è, perchè spesso l’ha voluto “la su’ moglie”…), lo troverete sicuramente un ottimo vino, ma che sarà pronto a raccontarsi tutto di se’, soltanto quando avrete la fortuna di conoscerlo di persona, che come potete vedere nel video della presentazione dell’azienda, sotto quella veste di “bischero” (in senso buono ovviamente 😉 ), c’è una figura sensibilmente capace di commuoversi quando racconta del legame che ha verso Montalcino ed in particolare della sua famiglia.
Quindi, la missione di Altissimo Ceto di oggi è quella di portare nelle vostre case, il racconto di una giornata indimenticabile e raccontarvi il “personaggio” Salvioni attraverso i video della degustazione guidata (anzichè la consueta intervista al produttore), questo per avvicinarvi il più possibile a quel legame che vi porterà a “dare del tu” al suo Brunello, la prossima volta che avrete l’occasione di stapparne una bottiglia.
Il fenomeno Giulio Salvioni, inteso come movimento, nasce già nel 1990. Successo che è derivato in quanto in quell’anno, videro la commercializzazione le sue prime bottiglie dell’annata di esordio, ovvero la memorabile 1985! Tale esordio non poteva essere più felice, perchè si intuì subito che di fronte non avevamo un produttore “meteora” che riuscì nella sua prima annata solo per un colpo di fortuna, ma che si era pronti ad azzardare un futuro colmo di grandi vini come quello. Un debutto “bomba” che abbiamo definito memorabile perchè esso lo possono testimoniare quei pochi fortunati che ne conservano ancora qualche bottiglia nella loro cantina. Infine ci volle poco a capire che, quello prodotto in quella microscopica cantina ( i cugini d’oltralpe lo chiamerebbero vin de garage…) che prese il nome de La Cerbaiola, era un Brunello destinato e a farsi apprezzare solo con il lento passare del tempo. Giulio è pronto a certificare questo, perchè oggi felicemente afferma: “il mio Brunello lo potete bere quando volete, ma se lo volete veramente gustare, allora dovete aspettare come minimo dieci anni!”
La Cerbaiola è una cantina a misura d’uomo (anzi, di famiglia!) che si trova nel centro di Montalcino e la sua tenuta è un giardino vitato di soli 4 ettari, con un suolo formato da Galestro e che si distende nella zona ilcinese posta a sud-est ad un’altitudine di circa 400 mt. Tutto quanto viene svolto manualmente, l’unica tecnologia sono da ricercare nelle pompe per i rimontaggi e nelle vasche d’acciaio con quella sorta di brevetto artigianale per il raffredamento dei tini che viene usato solo in caso di temperature di fermentazione troppo alte, come spiegato nel video successivo. L’imbottigliamento viene fatto a mano (dalla signora Mirella), così come l’etichettatura, che prevede colla, pennello ed un leggio dove appoggiare le bottiglie per poter fissare le etichette, della tappatura se ne occupa il figlio David, mentre alla figlia, la simpatica Alessia, è affidato l’unico compito tecnologico, ovvero seguire per la famiglia, il terribile mondo del Web, con relativo smistamento di materiali e scambio di mail. Ma per favore non chiedetele troppo…perchè alla Cerbaiola non esiste ancora la connessione ADSL. Ma torniamo a parlare dei vini. Le rese si possono dichiarare “ridicole”, visto che si parla di parametri che sono di circa 20-25 q.li sotto il limite imposto dal disciplinare. Dal pubblico gli viene posta una domanda che riguarda la produzione annuale. “Semplice, basta seguire la regola del 4×4=16…” A questa risposta fece seguito un attimo di silenzio, nato dallo sbigottimento del pubblico presente in sala. Trenta secondi dove lo sguardo di ognuno si incrociava con quello del vicino di sedia, in cerca della risposta all’enigma, visto che nessuno ne aveva compreso il motivo. (Tra l’altro sono stati gli unici trenta secondi di tutta la degustazione dove quel fiume in piena di Giulio non ha parlato… 😀 ) La risposta era che, con quelle rese, il potenziale produttivo è di 4.000 bottiglie ad ettaro quindi, moltiplicate per quattro danno le 16.000 bottiglie di Brunello. Brunello, in quanto l’intenzione di Salvioni, a partire già dalle lavorazioni nel vigneto, è di produrre solo Brunello. Vinificazione con lo stesso “trattamento” per ogni uva con macerazioni che possono arrivare anche ai trenta giorni. L’unica modifica che viene fatta per ottenere il Rosso è nella tipologia di affinamento, sia per durata che, ovviamente per il Rosso è più corta, che per tipologia di legni, ovvero vengono sempre usate botti da 20 ettolitri dell’azienda Garbellotto, ma per il “fratellino” vengono utilizzate quelle botti che hanno raggiunto i dieci anni di vita, sono state fatte smontare, pulite e levigate e poi rimontate.
La grande verticale di Salvioni-Video “La vinificazione”.
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Nel prossimo video abbiamo un ampia analisi di Giulio Salvioni a riguardo dell’ “animalaccio” Sangiovese e delle annate a Montalcino.
La grande verticale di Salvioni-Video “Il Sangiovese”.
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Seguiranno poi due video, con Giulio che ci parla di due annate difficili come lo sono state la 2003 e la 2000.
Bicchiereeeee!
La grande verticale di Salvioni-Video “Annata 2003”.
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Brunello di Montalcino 2003
Giudizio EC: 18/20
Il motivo dello stacco che rende superiore il 2003 di Salvioni (e pochi altri…) dal resto della produzione ilcinese è lì tutta nel bicchiere. Certo la differenza con il “colosso” che segue è tutta da cercare nel ventesimo di differenza, differenza che risulterà sostanziale in quanto il profilo olfattivo di questo campione si esprime in maniera esplosiva e prepotente, ma lo fa’ con un comportamento un po’ sgraziato, non in linea con la consueta eleganza che ci aspettiamo in un vino di Giulio. L’espressione del frutto si manifesta maturo, conservando però la croccantezza ed allontanandosi da quella linea di confine che lo avrebbe portato dritto sul “cotto”, appesantendo così lo slancio aromatico. Cosa che può dare però spazio ad un futuro evolutivo nel medio termine. In bocca si rivela in tutta la sua atipicità. Insolito perchè da quando mi capita di seguire regolarmente le uscite commerciali del Brunello d’annata, mai mi era capitato di trovare quell’avvolgenza come quella che si riscontra in quest’annata. Inconsueto rispetto a quel normale carattere che viene evisenziato in tutti gli altri vini, dettato dalla sottigliezza e la linearità, per poi foggiare l’ampiezza solo al momento della retro-olfattiva. Anche la trama tannica è decisamente molto più precoce nella comunicazione, con una qualità del tannino dolce in chiusura che mi lascia con non pochi dubbi in vista di una sua possibile maturazione grazie alla polimerizzazione con la sosta in bottiglia. Ma guai a dettare sentenze definitive su un Brunello de La Cerbaiola, perchè potrei/ste rimanere spiazzati…
Brunello di Montalcino 2001
Giudizio EC: 19/20 – ALTISSIMO CETO.
Il vino del viaggio!!! Il vino che più si avvicina al carattere di Salvioni. Ci vuol poco per capire che, da come ne parla, esso sia, tra i “figli sua”, il “cocco” preferito tra i vini della batteria di questa giornata. Verso di lui ha solo parole di encomio, forse solo leggermente inferiori a quella annata 2004 che verrà messa in commercio il prossimo anno e che ha già messo tutti i possibili acquirenti ai blocchi di partenza, questo per anticipare le prenotazioni, al fine di potersi aggiudicare quelle poche bottiglie di Brunello che vengono sfornate dalla cantina de La Cerbaiola. Motivo in più se ci saranno tutti i presupposti auspicabili da una grande annata. Del resto, la cosa sarà molto probabile visto che in pochi hanno potuto gustarsi un delizioso antipasto assaporando le qualità intrinseche sfornate dal poderoso Rosso di Montalcino di pari annata. Ma torniamo a questa 2001 che come dicevamo si avvicina quasi all’unisono con il carattere di Giulio. Il colore è di un rosso rubino vivace, brillante, luminoso. Raggiante quanto lui vedendolo con quella polo rosa. Al primo appuntamento con il suo profilo olfattivo, lo abbiamo appena sfiorato, in occasione di una prima sventagliata che gli abbiamo dato nella successione delle annate riposte nei bicchieri. Esso si è però mostrato con un carattere quasi scontroso, misterioso come il sorriso della Monna Lisa e più ambiguo dell’ultimo vincitore (o vincitrice…) dell’isola dei famosi. “Non capisco” – dissi tra me e me – “eppure il naso di questo 2001 me lo ricordavo vivace ed intrigante quanto il suo colore.” Ma prontamente mi ricordai che a qualsiasi grande vino di Salvioni gli va’ dato tempo. Specie se si tratta di un’annata considerata grande per il suo potenziale di affinamento (volutamente ho voluto usare questo termine in luogo del più sgradevole invecchiamento…). Provo ad ascoltarlo più attentamente ed infatti ci comunica “Assaggia prima la 2003, la 2000 e per ultimo la 1997, che sono più esplosivi di me, e poi ripassa di qui, che ne riparliamo…”. Ecco che con il passare dei minuto che il vino si cambia d’abito, dalla polo rosa passa all’abito da sera, al fine di poter esprimere appieno tutto il suo fascino! Certo non ha il frutto deflagrante degli altri Brunello, ma il suo sex appeal è da ricercare proprio nella sua nobiltà, in quella complessità che, solo se la ricercate attentamente può catturarvi, e una volta entrati in sintonia riuscirà a non farvi staccare più il naso di dosso. L’assaggio si rivelerà quasi un optional, oppure, quasi si debba affrontare come prassi da seguire. Un vino “da bere con il naso” insomma, ma se siete alla ricerca della piena emotività, allora l’assaggio è d’obbligo. Trama tannica di grande spessore con quel tannino che normalmente il Sangiovese di Montalcino si rivela sempre con un atteggiamento un po’ più grossolano se dobbiamo paragonarlo a quello dei grandi nebbioli, ma che Giulio è vigneron capace di ricamarli in maniera molto fine, vigorosa e con quella chiusura elegante quasi fosse un grande Serralunga. La persistenza aromatica è tale da incidersi in maniera profonda nella vostra memoria e renderla un’esperienza memorabile per il resto della vostra vita. Allora, perchè “solo” 19/20??? Perchè stando alle previsioni di Giulio verso il famoso 2004, se ci dovesse capitare di degustarlo nel 2011 (ovvero quando avrà gli anni di questa 2001…), allora dobbiamo azzardare e lasciare lo spazio per prenotare un 20/20! Staremo a vedere…
La grande verticale di Salvioni-Video “Annata 2000”.
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Brunello di Montalcino 2000
Giudizio EC: 18-/20
Se analizzato il punteggio, non è da imputare al fatto di venire dopo quel “mostro” descritto in precedenza, in quanto, come detto, l’ho degustato subito dopo la 2003. La valutazione appena inferiore rispetto alla 2003 è da leggere soltanto nei dubbi verso un suo potenziale evolutivo di questa 2000 (pur limitandosi nel contesto che stiamo parlando di un vino di Salvioni e quindi constatare che questa mia affermazione va’ intesa come un eufemismo), mostrando un carattere più appesantito al fratello minore, se rapportato ai soli tre anni di differenza. Detto questo la valutazione del vino è molto positiva. Con un frutto eclatante nella sua intensità, una complessità verso un carattere speziato da grande annata, ma senza possedere quel ricamo di sfumature che invece i Brunello di Salvioni, ci regalano, in presenza di annate con equilibri termici come la 1999 o per certi versi come la 1998. Anche in bocca si rivela, tra i vini presentati, quello dotato dalla maggiore facilità di beva in questo momento. Come dite? Sissignori, anche verso i due “Rosso” che seguiranno.
Rosso di Montalcino 1999
Giudizio EC: 16,5/20
Quando si parla dell’imprevidibilità dei vini di Salvioni, si potrebbe portare proprio come esempio i due Rosso in degustazione ( e credo che il buon Giulio lo abbia fatto apposta…). Sulla carta, tutti noi, eravamo pronti a scommettere, che non ci sarebbe stata gara tra i due pretendenti, se ci limitassimo a guardare soltanto le annate. Ed ecco invece, il colpo di scena! Il 1999, figlio di un’annata considerata di gran lunga superiore alla precedente, si tradisce già al momento di sfoggiare la sua veste, con un colore più evoluto e meno vivace del 1998. Anche il profilo olfattivo presenta un frutto più speziato con ingranaggi meno oliati e più macchinosi. La differenza che lo fa’ guadagnare terreno è invece nella sua trama tannica molto più fitta, rispetto al diretto concorrente.
Rosso di Montalcino 1998
Giudizio EC: 17/20
Di questo vino abbiamo già detto tutto nella descrizione del campione precedente. Quindi aggiungiamo solamente che, con un ulteriore affinamento in bottiglia, avremo una maggiore complicità tra i vari componenti, anche per via di un’acidità presente e ancora precoce.
Brunello di Montalcino 1997
Giudizio EC: 18,5+/20
Di solito mi mostro abbastanza titubante quando sento sollevarsi una sirena (spesso di origine americana…) di critiche positive nei giudizi di un’annata che, come nel caso della 1997, è stata dichiarata l’annata del secolo. Oggi chi ha in cantina molti vini che riportano in etichetta quell’annata, considerati dei campioni di altissimo livello, anche se abbinati a nomi di garanzia come Barolo, Barbaresco e Brunello, si trovano dei vini spesso seduti e consigliabili da bere nell’immediato. Ma questo non riguarda caso dell Brunello di Salvioni versione 1997, ossia vediamo che si presenta completamente all’opposto di tanti altri, se analizzati i valori del vino, così come nel caso della 2003. Giulio ci parla di dati impressionanti per un’annata calda. Il suo vino, per chi è abituato a “masticare” dati tecnici, è vero, possiede 32 di estratto e 14,2 di acidità, ma tenendo un’acidità che titola 5,6. Il risultato? Un vino monolitico, quasi un colosso, che sprigiona energia in tutte e tre le fasi organolettiche. Un colore vivace, molto simile alla 2001. Un frutto tanto energico da poterlo paragonare, passatemi il confronto, ad un ragazzotto in jeans che balla ascoltando il suo i-pod. I suoi elementi del profilo olfattivo viaggiano ognuno ancora per i fatti suoi, inteso come volontà di aspettare per crearsi il dovuto equilibrio, così come al palato dove mostra tutto il suo carattere palestrato, ma dove la fittezza della trama tannica e la sua scattante acidità rimane ancora da integrarsi. Notevole infine la dinamicità del tannino, con la sua bellissima chiusura elegante.
Conclusioni.
Che dire in conclusione? Visto che vi abbiamo (0 almeno lo speriamo…) già detto tutto? Possiamo auspicare che avvenimenti simili siano più frequenti e condivisibili per un pubblico più vasto? Oppure che egoisticamente vorremmo che a La Cerbaiola si producesse dieci volte tanto? Non tanto per allargare le “ridicole” assegnazioni annuali di questi vini, che spettano ai loro aquirenti, ma per far capire al Mondo intero il significato delle due parole magiche, come Sangiovese e Brunello di Montalcino, che quando sono unite sotto una singola bandiera, rendono veramente unico e profondamente speciale questo piccolo Mondo. E ve lo dice un nebbiolista convinto…
Questo evento, per giustificare alcuni passaggi del video, coincideva in pieno con il periodo di Brunellopoli. Vi lascio quindi con un piccolo fuori onda che esprime in sintesi la simpatia di Giulio ed il suo legame di grande amicizia con personaggi come Bocelli e se ve lo siete persi, con una sua battuta, che incalzato dalle continue domande del pubblico che chiedevano il suo parere, rispondeva così:
“Il Sangiovese lè un vitigno difficile, un animalaccio difficile da domare, ancor di più a Montalcino dove dobbiamo fare un vino monovitigno. Voi credete che la gente che è arrivata qui ad investire ‘un lo sapeva? Io penso di sì! L’avranno letto da qualche parte…”
La grande verticale di Salvioni-Video “fuori onda”.
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Nella foto Giulio Salvioni e Daniele Balan.
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Ivano Antonini alias EnoCentrico