Cartoline dal 238mo Meeting @ Ristorante San Domenico – Imola (BO) – Chef Valentino Marcattilii

E dire che più che un ristorante doveva essere una casa, un salotto buono dove ricevere amici. Era partito con questa prospettiva Gianluigi Morini ma, a ben guardare la sua storia, suona quasi come falsa modestia. La strada che l’ha portato all’ex convento dei frati domenicani di Imola è un film dal cast stellare e lui, da cinefilo incallito e studente del centro sperimentale di Roma, non può certo averlo diretto con ingenuità. Si parte con Federico Umberto d’Amato, agente dei servizi segreti e gastronomo quanto basta per scrivere di cucina per l’Espresso, il quale contagiò lo zio di Gianluigi con la passione per la grande cucina francese. Zio Mario, altro personaggio cinematografico, corazziere del re e 007 a sua volta, portò con sé il nipote appena diplomato per un grand tour di Parigi. Alle tavole di personaggi del calibro di Fernand  Point, Morini fu sedotto dalla grandeur, ma ammirato per il rispetto e l’orgoglio che dimostravano per i prodotti della loro terra. Un’altra personalità illustre, Gino Veronelli, lo introdurrà alla persona che, fatta la storia della cucina italiana, farà quella del San Domenico: Nino Bergese. Si lasciò convincere per una “consulenza” (dubito che il concetto all’epoca fosse così diffuso) di una settimana, restò sette anni e fece anche la storia di un ragazzo, tale Valentino Marcattilii che ne diventerà l’erede. Ho tralasciato le frequentazioni di conti e marchesi, il colloquio con Fellini, ma credo che già questo basti per far capire l’atmosfera che si respira in questo “salotto” e volevamo che i nostri Amici Gourmet si sentissero parte per un giorno di questa sorprendete pellicola di cui il regista Gianluigi Morini deve ancora scrivere il finale. Clicca QUI per proseguire nella lettura dell’articolo >>

E dire che più che un ristorante doveva essere una casa, un salotto buono dove ricevere amici. Era partito con questa prospettiva Gianluigi Morini ma, a ben guardare la sua storia, suona quasi come falsa modestia. La strada che l’ha portato all’ex convento dei frati domenicani di Imola è un film dal cast stellare e lui, da cinefilo incallito e studente del centro sperimentale di Roma, non può certo averlo diretto con ingenuità. Si parte con Federico Umberto d’Amato, agente dei servizi segreti e gastronomo quanto basta per scrivere di cucina per l’Espresso, il quale contagiò lo zio di Gianluigi con la passione per la grande cucina francese. Zio Mario, altro personaggio cinematografico, corazziere del re e 007 a sua volta, portò con sé il nipote appena diplomato per un grand tour di Parigi. Alle tavole di personaggi del calibro di Fernand  Point, Morini fu sedotto dalla grandeur, ma ammirato per il rispetto e l’orgoglio che dimostravano per i prodotti della loro terra. Un’altra personalità illustre, Gino Veronelli, lo introdurrà alla persona che, fatta la storia della cucina italiana, farà quella del San Domenico: Nino Bergese. Si lasciò convincere per una “consulenza” (dubito che il concetto all’epoca fosse così diffuso) di una settimana, restò sette anni e fece anche la storia di un ragazzo, tale Valentino Marcattilii che ne diventerà l’erede. Ho tralasciato le frequentazioni di conti e marchesi, il colloquio con Fellini, ma credo che già questo basti per far capire l’atmosfera che si respira in questo “salotto” e volevamo che i nostri Amici Gourmet si sentissero parte per un giorno di questa sorprendete pellicola di cui il regista Gianluigi Morini deve ancora scrivere il finale.

Archivio storico reportage:

-> Reportage del 13 gennaio 2011

Chiesa e convento dei Santi Nicolò e Domenico, proprio davanti al ristorante

L’ingresso

Dettagli

Le salette e mise en place

Il dehors estivo

Il tavolo Amici Gourmet nella saletta privata

Il centrotavola

Abbinamento Vini
Nei meeting utilizziamo i vini messi a disposizione dai nostri Partner.

Ci spostiamo in cantina per l’aperitivo

Fantastica atmosfera

Franciacorta Brut Millesimato 2005 – Ca’ del Bosco

Uno dei millesimati più buoni per equilibrio e finezza. Realizzato con una selezione di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco da vigne trentennali, con un periodo di sosta sui lieviti di 48 mesi, si impone subito in bocca. Prova effettiva della costanza qualitativa dell’azienda su ogni prodotto.

Ci spostiamo al tavolo

Pane e burro in accompagnamento

Tipologie di pane: al latte, al burro, casereccio, ai sette cereali, la Coppia Ferrarese, grissini al malto, Streghe di Imola.

Matteo Calamini, sommelier cortese e professionale

Langhe bianco 2010 – Ca’ d’ Gal

Piattooo!

Code di gamberi in pasta kataifi con purea di broccoli siciliani e aceto balsamico

Massimiliano Mascia, presente e futuro del San Domenico

Noci di capesante alla plancia con crema di patate e zafferano, nido di porri croccanti

Franciacorta Docg Satén 2006 – Ca’ del Bosco

Forse il Franciacorta più armonico e avvolgente della casa, proveniente da una cuvée di dodici vigneti storici con oltre trent’anni di età. Chardonnay all’80% e Pinot Bianco nel restante 20% sono le uve che compongono questo vino, affinato da quattro anni di proficua attesa.

Astice blu brasato con verze saltate e galletti gialli

Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi 2002 – Ca’ del Bosco

L’Annamaria Clementi non ha molto da invidiare ai grandi champagne, grazie soprattutto alla costante volontà di mantenere qualità assoluta dalla vigna alla bottiglia. Provenienti da piante di quasi quarant’anni, le uve dei migliori cru, una volta vinificate, affinano sui loro lieviti per sette anni e ci regalano un prodotto davvero unico per profondità e spessore, frutto delle uve che hanno fatto la fortuna della Franciacorta: Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. Non a caso è stato intitolato alla madre dal patron di Ca’ Del Bosco, Maurizio Zanella, che con questo prodotto porta alta la bandiera dell’intera territorio.

Gnocchi di patata rossa di Imola con ragù di crostacei al dragoncello

Servizio di altissimo livello

Venezia Giulia Igt Lis 2008 Magnum – Lis Neris

Il Lis è una delle riserve più prestigiose di questa celebre realtà friulana. Un uvaggio di Pinot Grigio, Chardonnay e Sauvignon Blanc in dosi quasi uguali, che provengono dai suoli calcarei del comune di San Lorenzo, vicino alla Slovenia. La fermentazione e la maturazione di undici mesi avviene in barrique e contribuiscono alla creazione di un bianco dalla grandissima personalità, che coinvolge con entusiasmo i sensi.

Cappelletti allo squaquerone con crema di porcini alle erbe

Anche lo chef ci raggiunge al tavolo

Toscana Igt Solare 2004 – Capannelle

Un vino di natura internazionale con tratti tipici toscani. È un uvaggio che all’autoctono Sangiovese, affianca una varietà meno usata come la Malvasia Nera. Il risultato può ricordare quello di un Chianti molto rotondo, con note aromatiche fruttate e speziate più intense del comune. Un vino che ha una certa identità.

Carré di maialino di mora romagnola con cartoccio di carciofi fritti

Chiacchiere finali con il Direttore Natale Marcattilii

Calabria Igt Moscato di Saracena Passito 2007 – Cantine Viola

Questo vino è noto come Moscato di Saracena, un prodotto particolare e ricercato proveniente dalla zona del Pollino, presso Cosenza. Si ottiene dalla vinificazione di tre uve: Malvasia, Guarnaccia e Moscatello, i cui acini vengono aggiunti disidratati al mosto. Passito mieloso e avvolgente.

Coccole finali

Tipologie della piccola pasticceria: operà, tuilles, tartelletta con Chantilly, arance candite, pralineria.

Barretta al cioccolato con croccante al gianduia e sorbetto ai frutti rossi

Barretta al cioccolato con croccante al gianduia e sorbetto ai frutti rossi

Caffè

Torrefazione Mokador di Faenza (RA).

Viaggiatore Gourmet

Partner della duecentotrentottesima edizione Meeting di Altissimo Ceto

Ristorante San Domenico
40026 Imola (BO)
Via Gaspare Sacchi, 1
Tel. 0542.29000
Fax 0542 39000
Chiuso domenica sera e lunedì; in Giugno, Luglio e Agosto anche sabato a mezzogiorno
E-mail: sandomenico@sandomenico.it
Sito internet:
www.sandomenico.it

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