Articolo a cura di Cristiano Cini.
Referente regionale per la Toscana.
Ricca ed importante degustazione, quella dedicata alle eccellenze prodotte nella “Costa” Toscana. Sia per i campioni degustati, sia per il numero dei vini arrivati in sede. Tanti, da suggerirci di dividerla in due parti. In questa prima parte affronteremo le note di degustazione dei vini bianchi e quelle inerenti alle produzioni della denominazione di Bolgheri, Montecucco. Le produzioni ad I.G.T., insieme a Scansano e Val di Cornia, saranno invece argomento della seconda parte. Così come le consuete note di discussione finali.
In questo articolo si parla di: Amantis, Ca’ Marcanda, Colle Massari-Grattamacco, Fattoria La Torre, Icario, Michele Satta, Moris, Podere Sapaio, Poggioargentiera, Poggio Mandorlo, Salustri, Tenuta Argentiera, Tenuta dell’Ornellaia, Tenuta Guado al Tasso, Tenuta La Badiola, Tenuta San Guido, Tenute Folonari.
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Gli asterischi si rifersicono a dei “virus”, ovvero vini che non rientrano ufficialmente nella denominazione di una sessione specifica, ma che hanno molte caratteristiche in comune. Oppure vini che provengono da altre zone/regioni, ma che sono state volutamente inserite in uno specifico contesto per essere confrontati con altri prodotti.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel al termine di ogni sessione.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
Vini bianchi:
84/100 – Toscana IGT Giovin’ Re Michele Satta 2008 (Cat. E)
83/100 – Maremma Toscana Bianco IGT Bucce Poggioargentiera 2007 (Cat. C)
*82/100 – Toscana IGT Nysa Icario 2007 (Cat. E)
81/100 – Toscana IGT Altair Fattoria La Torre 2008 (Cat. A)
81/100 – Maremma Toscana IGT Vermentino Acquagiusta Tenuta La Badiola 2008 (Cat. B)
I Bolgheri:
94/100 – Bolgheri Superiore Ornellaia Tenuta dell’Ornellaia 2006 (Cat. H)
92/100 – Bolgheri Superiore Sapaio Podere Sapaio 2007 (Cat. F)
91/100 – Bolgheri Superiore Grattamacco Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. F)
91/100 – Bolgheri Superiore Argentiera Tenuta Argentiera 2006 (Cat. F)
90/100 – Bolgheri Superiore Guado al Tasso Tenuta Guado al Tasso 2006 (Cat. H)
90/100 – Bolgheri Superiore Sassicaia Tenuta San Guido 2006 (Cat. H)
89/100 – Bolgheri Camarcanda Ca’ Marcanda 2006 (Cat. H)
89/100 – Bolgheri Superiore Sapaio Podere Sapaio 2006 (Cat. C)
88/100 – Bolgheri I Castagni Michele Satta 2004 (Cat. G)
88/100 – Bolgheri Superiore L’Alberello Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. E)
87/100 – Bolgheri Volpolo Podere Sapaio 2007 (Cat. C)
86/100 – Bolgheri Piastraia 2005 Michele Satta 2005 (Cat. E)
86/100 – Bolgheri Rosso Le Serre Nuove dell’Ornellaia Tenuta dell’Ornellaia 2007 (Cat. F)
86/100 – Bolgheri rosso Il Bruciato Tenuta Guado al Tasso 2007 (Cat. C)
85/100 – Bolgheri Campo al Mare Tenute Folonari 2007 (Cat. D)
84/100 – Bolgheri Rosso Colle Massari-Grattamacco 2007 (Cat. B)
82/100 – Bolgheri Rosso Villa Donoratico Tenuta Argentiera 2006 (Cat. B)
I Montecucco:
91/100 – Montecucco Sangiovese Grotte Rosse Salustri 2007 (Cat. E)
89/100 – Montecucco Sangiovese Riserva Lombrone Colle Massari-Grattamacco 2005 (Cat. F)
86/100 – Montecucco Sangiovese Amantis 2006 (Cat. C)
86/100 – Montecucco Rosso Riserva Colle Massari Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. E)
86/100 – Montecucco Sangiovese Santa Marta Salustri 2007 (Cat. C)
85/100 – Montecucco Rosso Birbanera Amantis 2007 (Cat. A)
84/100 – Montecucco Rosso Vigne a Porrona Tenute Folonari 2007 (Cat. D)
*84/100 – Monteregio di Massa Marittima Moris 2006 (Cat. A)
82/100 – Montecucco Sangiovese La Querce Poggio Mandorlo 2008 (Cat. C)
81/100 – Montecucco Rosso Rigoleto Colle Massari-Grattamacco 2007 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Vini bianchi:
84/100 – Toscana IGT Giovin’ Re Michele Satta 2008 (Cat. E)
Giovin’Re è l’anagramma di Viognier, vitigno da cui si ottiene uno dei vini bianchi più interessanti prodotti sulla Costa Toscana. E solo dalle mani di un produttore attento e meticoloso come Michele Satta poteva raccontare di un bell’oro pieno, intenso e vivo nella sua espressione colorante. Frutta matura come la pesca, comunque polposa come l’albicocca o l’ananas, note mielate ma anche dolci derivanti dal legno come la cannella, legno non invadente ma ancora non del tutto integrato. Forse perchè abituati a Giovin’re più vibranti al palato e soprattutto con taglio più “nervoso” dato da un’acidità maggiormente marcata, la versione 2008 ci sembra più avanti nell’evoluzione rispetto alle recenti edizioni, pur rimanendo se stesso in tutta la sua personalità ed assolutamente godibile.
83/100 – Maremma Toscana Bianco IGT Bucce Poggioargentiera 2007 (Cat. C)
Molto particolare questa Ansonica di Gianpaolo Paglia, sicuramente diversa, quindi da approcciare il bicchiere con tutta la doverosa attenzione e con l’apertura mentale per aspettarci ciò che non ci aspettiamo. Un color oro velato al visivo, naso di mandarino, scorza di agrumi, foglie di thè, tostatura di frutta secca e chiusura minerale. Originale e ben fatto! Più complicato può risultare invece il gustativo, se non siete abituati a questo tipo di interpretazioni. Bella e buona la parte giocata sulla morbidezza e sulla combinazione acido-sapida, meno convincente la chiusura, con un finale timbrato da una secchezza che pare un po’ eccessiva.
*82/100 – Toscana IGT Nysa Icario 2007 (Cat. E)
A Montepulciano si produce un altro bianco fuori dagli schemi dalla tradizione, sui generis, 70% di Pinot grigio e 30% di Gewurztraminer. Bello il colore, un velo ramato, quasi oro antico. Estremo, potremmo definirlo per tutto il resto, ha ricordi burrosi ma anche di frutta secca, poi arriva la frutta a polpa gialla e poi la nota aromatica che chiude lo spettro olfattivo. Al palato è denso, succoso, pieno e di buona struttura. Si divide in egual misura tra freschezza e rotondità, anche se pecca in saporosità e chiude un po’ troppo frettolosamente.
81/100 – Toscana IGT Altair Fattoria La Torre 2008 (Cat. A)
Parti uguali di uve Vermentino e Viognier per un vino diretto, d’impatto, facile da leggere. Naso aperto sulla frutta fresca, tra pesca ed albicocca, a seguire un’esplosione di erbe aromatiche e macchia mediterranea, non ampio, ma preciso e ben delineato. Idem al palato, dove freschezza e sapidità risultano dominanti su un piano abbastanza delicato dato da una struttura non così importante, ma regala estrema facilità e piacevolezza nel berlo. In due parole? Vibrante e “verde”.
81/100 – Maremma Toscana IGT Vermentino Acquagiusta Tenuta La Badiola 2008 (Cat. B)
Il Vermentino della Tenuta La Badiola di Vittorio Moretti, ha un’ottimo varietale che ricorda la macchia mediterranea e delle freschissime erbe aromatiche. Vino semplice nell’approccio, chiude poi su tenori agrumati di grande freschezza. Semplice e gradevole al palato, senza difetti, ma anche senza particolari picchi che lascino un ricordo indelebile. Quadro gustativo imperniato su una vena di freschezza importante, ben supportata da un finale sapido.
I Bolgheri:
94/100 – Bolgheri Superiore Ornellaia Tenuta dell’Ornellaia 2006 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Un vino emozionante ed emozionabile. Questa potrebbe essere la più semplice delle definizioni, ma è quella che più si addice al capolavoro Bolgherese per eccellenza. Sicuramente giovane, giovanissimo, ma ricco, potente ed elegante. Per noi, oggi, è la massima rappresentazione territoriale creata dal taglio Bordolese. Pardon Bolgherese! E’ così tanto articolato, da risultare come un quadro quasi troppo ricco di particolari, ma basta allontanarsi di un passo per comprenderne facilmente l’eleganza e la pulizia dei dettagli stessi che si fondono perfettamente, lasciando un senso di totale armonia. Il bello di Ornellaia è che, se pur nel corso della sua vita, ha conosciuto diversi cambiamenti aziendali, non si è mai mosso di un passo dalla propria statura, rimanendo il punto di riferimento per chi opera in questo meraviglioso territorio. L’annata 2006 si presenta rubino compatto, concentrato ed impenetrabile, naso che esordisce con tanto frutto nero, ribes mora ed un tocco di amarena, poi balsamicità e minerale iodato, geranio e liquirizia. Nota vegetale non pervenuta! Bocca (la nostra è rimasta spalancata per un bel po’…) bilanciata ed equilibrata, la quale evidenzia un inizio fresco, per poi lasciare spazio ad una sensazione calorica importante fino a che non entrano in scena i tannini. E che tannini! Sferici, rotondi, che lasciano chiudere il gustativo, con una freschezza che torna alleggerendo l’intero percorso. Interminabile per saporosità. Ed un perfetto mix tra forza ed eleganza.
92/100 – Bolgheri Superiore Sapaio Podere Sapaio 2007 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Un bravo a Massimo Piccin, il patron di Podere Sapaio, un veneto ormai trapiantato nella costa Toscana, che in soli dieci anni ha costruito una realtà solida ed importante. Prima annata prodotta la 2004. Da qui in poi un lento ed inesorabile crescendo, per un’azienda che ha fatto dell’eleganza il proprio timbro di fabbrica. Il Sapaio è anch’esso un classico taglio Bolgherese, che nasce sotto lo sguardo Ferriniano. Rubino porpora che macchia il bicchiere, di trama fitta. Naso aperto ed armonioso, dove si sente tutto il calore della costa, mora e ribes nero, liquirizia e tabacco dolce, mentolato, ed una chiusura minerale importante. Ottimo lo sviluppo olfattivo che risulta comunque ancora in fase crescente. Colpisce al gusto per l’ampiezza del volume, avvolgente e caldo, con presenza tannica importante ma setosa e soprattutto per la buona freschezza (non facile a Bolgheri) che aiuta lo sviluppo gustativo davvero eccellente. Scorre diritto e pieno già inquadrato nonostante la chiara gioventù. Finale di bocca lungo e caldo con una piacevole nota di marasca.
91/100 – Bolgheri Superiore Grattamacco Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Ci ha davvero impressionato questa versione 2006 del Grattamacco. Annata sicuramente importante, che ci ha regalato un vino di roseo e lungo avvenire. La diversità del Grattamacco è da ricercare in un’impronta sangiovesistica maggiormente avvertibile rispetto ai suoi colleghi di denominazione, che si manifesta attraverso una freschezza più incisiva e responsabile di una “facilità di beva” e che permette di godere appieno della fruibilità del soggetto in questione. Complimenti al team vincente composto da Iris, Tipa, Castelli e Marrone, rispettivamente proprietà e tecnici, che ci hanno regalato un rubino compatto e luminoso, un naso divertente nell’originalità dell’articolazione, fresco, che rilascia sensazioni fruttate di ribes nero e mora, balsamicità, resina, cioccolato ed una chiusura di macchia mediterranea. Il meglio di sé lo regala comunque a livello gustativo, dove con passo regolare, da mezzofondista, sciorina in perfetto dosaggio calore, tannini e freschezza, supportati da un volume non indifferente. Valori certamente alti nelle analisi di tutte le componenti, ma che riescono ad inquadrarsi in armonia, regalando così assoluta piacevolezza, rafforzata da una chiusura di bocca pulita e fresca. Bene, bravi, bis!
91/100 – Bolgheri Superiore Argentiera Tenuta Argentiera 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Era da tempo che non si verificava di trovare una top classifica bolgherese così di livello, capace di mettere insieme anche vini, tutti meritevoli della nostra menzione speciale. E siamo molto contenti che a contribuire a tutto questo vi è anche la Tenuta Argentiera. Cantina che ha visto la sua nascita nel 1999, grazie alla volontà dei fratelli Fratini con la complicità di Piero Antinori, che ha realizzato, grazie anche alla bontà dell’annata, una versione da vero capolavoro e capace di competere con campioni ben più allenati (e più storici), del comprensorio bolgherese. Vino compatto, solido, profondo, sia nella sua veste color rubino, sia nella proposta aromatica, che gode di un ventaglio ampio che propone dalla piccola frutta rossa al tenore speziato, in un mix di balsamico e macchia mediterranea. Bocca un po’ contratta in questo momento, ma capace di trapelare il suo potenziale, non appena il tempo riuscirà a sciogliere le redini che lo tengono un po’ legato su se stesso e dare il giusto affondo nella lunghezza e portarlo verso altri piani. Anche dal punto di vista del punteggio.
90/100 – Bolgheri Superiore Guado al Tasso Tenuta Guado al Tasso 2006 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Grande ricchezza, opulenza, spessore, rotondità, per il capofila della grande tenuta Bolgherese di casa Antinori. Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah perfettamente riusciti in questo 2006, dove ognuno dei suddetti apporta in maniera netta il proprio contributo. Della prima uva citata ne verifichiamo la spina dorsale ed i tannini, ottimi in qualità. Opulenza e rotondità, sono derivanti dalla seconda. Mentre quel pizzico di verve, la quale non guasta affatto nell’insieme, oltre alle sfumature vive e accese del colore, sono invece opera della terza. Niente da dire, un blend centrato, che offre il risultato di una pienezza di gusto, un’avvolgenza, un equilibrio, una saporosità che a nostro avviso sembravano un po’ latitare nelle ultime versioni, tutto a favore di un’eccessivo calore che, con difficoltà, trovava bilanciamento e corrispondenza nelle altre componenti gustative. Quindi giù il cappello (ne siamo lieti!) davanti ad una carrozzeria nuovamente tirata a lucido, accompagnata da interni in pelle e dal “full optional”, il tutto sorretto da un motore con innumerevoli cavalli pronti per bruciare l’asfalto. Una De Lorean da portarci lontano. Nel futuro.
90/100 (?) – Bolgheri Superiore Sassicaia Tenuta San Guido 2006 (Cat. H)
Appare molto difficile in questo momento, dare una connotazione precisa al Sassicaia versione 2006. Il punto interrogativo è d’obbligo, in quanto il vino sembrerebbe meritare molto di più di quanto, con un pizzico di ingenerosità lo ammettiamo, ci siamo sentiti di dargli. Appare molto contratto ed irrigidito al palato. In comparazione con gli altri compagni di categoria, risulta meno esuberante e meno appariscente. Consapevoli anche che in questo stato si è trovato tante altre volte, in quanto (lo ricordiamo) la completa assenza di uve Merlot nel suo taglio finale, non lo aiuta in questo senso. Quindi Sassicaia necessita sempre di più tempo rispetto ad altri, prima di poter rivelare la sua precisa identità. In pochi si ricordano le difficoltà manifestate al momento della sua commercializzazione, della famosa annata ’85. Niente da paragonare in ogni caso. Erano altri tempi ed erano altri stili. Ma sembrerebbe, con l’annata 2006, godere di uno status che potrebbe giovargli e portarlo nuovamente verso i fasti che gli competono, visto anche che le ultime annate non gliel’hanno permesso. Spessore che gli permette di meritare appieno la soglia dei 90 punti e se il tempo sarà generoso, riuscirà a dargli maggiore armonia all’insieme e permettergli di uscire con un allungo maggiore. Più di quanto non lo sia in questo momento.
89/100 – Bolgheri Camarcanda Ca’ Marcanda 2006 (Cat. H)
Un vino sicuramente in continua crescita, il Camarcanda di Angelo Gaja. Millesimo 2006 da autore e suadenza a fondo scala, grazie anche alla forte presenza del vitigno Merlot nella composizione finale del prodotto. Profumi di grande intensità, con una complessità minuta e ben ritmata. Cesellata nel dettaglio. Grande ampiezza di sottobosco, con composizioni di frutta rossa di grande fragranza. Bocca ampia, con avvolgenza che copre ogni singolo centimetro quadrato del palato ed una trama tannica forte nell’incisività, ma per nulla sgraziata. Dal sicuro avvenire.
89/100 – Bolgheri Superiore Sapaio Podere Sapaio 2006 (Cat. C)
Già la versione 2006 ha sfiorato di poco la soglia dei 90 punti pur essendo solo al terzo millesimo prodotto. Meno profondo nel colore come facile intuire dal millesimo di provenienza, anche il profilo olfattivo si mostra ricco ma più sottile e leggermente più snello di quella raccontata sopra. Timbro elegante come di consueto e che trascina anche l’indirizzo gustativo dall’avvolgenza iniziale fino alla chiusura. Senza cedimenti e senza incidenti di percorso.
88/100 – Bolgheri I Castagni Michele Satta 2004 (Cat. G)
E’ dal 1984 che il varesino Michele Satta ha piantato radici ai piedi della splendida Castagneto Carducci. Non possiamo dargli torto, visto il paradiso che si gode da una delle sue terrazze e che dominano sul fantastico panorama Bolgherese, proprio a ridosso dei vigneti Sattiani. Piccola nota a margine…sono caldamente raccomandabili di una visita. Valgono da soli, il viaggio. Cabernet sauvignon, Syrah e Teroldego (!!!), danno vita ad un Bolgheri voluminoso, polposo e succulento, discretamente amalgamato a causa della sua gioventù. Oggi il pedale del gas appare frenato per il suo potenziale e la notevole potenza domina il quadro gustativo. Un bel naso che “gigioneggia” tra prugna e mora, vena balsamica e pepe nero, resina e macchia mediterranea. Aggiungiamo per la precisione di informazioni, che la forza sopracitata, a livello gustativo, non disturba l’incedere rotondeggiante e che non vengono evidenziati particolari spigoli, trovando proprio nel finale una piacevole sensazione di dolcezza. E di eleganza.
88/100 – Bolgheri Superiore L’Alberello Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Bella prova anche per l’Alberello che evidenzia ancora una volta, se mai ce ne fosse il bisogno, di un’evoluzione e di una prestanza qualitativa aziendale, ponendola su regimi qualitativi da top ten. Differisce di gran lunga dal fratello maggiore, ne siamo consapevoli, ma diventa interessante nella sua proposta, proprio per questa sua spiccata personalità, fatta soprattutto da freschezza e fragranza olfattiva. Ai frutti neri il compito di aprire il profilo olfattivo, rosa e mineralità in sucessione e macchia mediterranea a chiudere. Bocca potente, ma anche fresca e fruttata. Risulta un ottimo connubio tra gioventù e scorrevolezza, la prima sottolineata da tannini vigorosi ma di qualità, la seconda da un passo fluido senza ostacoli che accarezza il palato, lasciando una marcata sensazione fruttata nel finale che gli vale un bonus in più.
87/100 – Bolgheri Volpolo Podere Sapaio 2007 (Cat. C)
Il deuxième-vin di casa Sapaio è un vino immediato, ben inquadrato, senza sbavature, pronto da godere immediatamente. Vanta un timbro Bolgherese imperniato sulla finezza. Rubino compatto e serrato, naso che si apre su ricordi di visciola e mora, cannella, cedro, macchia mediterranea e sottobosco. Buon equilibrio gustativo dove la trama tannica risulta docile e perfettamente in sintonia con lo scheletro. Di assoluto livello la struttura nella sua semplicità, con una freschezza che tiene a bada ed allineata la componente alcolica, lasciandole accezioni positive, in una chiusura calda e fruttata. Un Bolgheri da caldeggiare vivamente, a chi è alla ricerca di quel tanto “agognato” rapporto qualità-prezzo.
86/100 – Bolgheri Piastraia 2005 Michele Satta 2005 (Cat. E)
Il “secondo” Bolgheri di casa Satta nasce da paritetico apporto di quattro uve (Cabernet S., Merlot, Syrah e Sangiovese), ben costruito, non artefatto, naso potente che sprigiona larghe sensazioni come confettura di frutti di bosco, liquirizia, cacao, tocco vegetale e chiusura soft di vaniglia, a nostro avviso ancora proiettate verso la ricerca della migliore armonia. Bocca pulita e piena che regala buon equilibrio tra calore, struttura e qualità tannica. Gli manca solo un po’ di brio, ma crediamo sia imputabile più ad un discorso in relazione all’annata di origine.
86/100 – Bolgheri Rosso Le Serre Nuove dell’Ornellaia Tenuta dell’Ornellaia 2007 (Cat. F)
Il “piccolo” (si fa per dire…) della Tenuta, è anch’esso ricco e voluminoso in perfetto stile Bolgherese. Rubino porpora, impenetrabile, preludio di un naso a tutto frutto nero, ribes e mora. Tocco leggermente vegetale, note di inchiostro e china, arricchite da minerale ferroso e balsamicità. Niente male, anche se c’è bisogno di dargli tempo. Potente al gusto, con tannini irruenti, discreta freschezza, ma su tutto si erge un volume che riempie il palato. Notevole per un vino di questo calibro. Il primo tempo dello sviluppo risulta pieno e avvolgente ed un secondo tempo caldo e fresco, che anticipa una chiusura asciutta e leggermente secca, a causa dei tannini, ingombranti, bisognosi di affinamento.
86/100 – Bolgheri rosso Il Bruciato Tenuta Guado al Tasso 2007 (Cat. C)
Volete un facile, chiaro ed esplicativo approccio a cosa sia un Bolgheri? Ecco la risposta in “liquido e vetro”, oltretutto ad un prezzo più che corretto. Questa è la forza del Bruciato, pulito, diretto e rotondeggiante, mostra opulenza con qualche chiletto in più rilevabile nella zona “lombare”, ma sempre vivo e brillante lungo il percorso gustativo.Vino per tutti! Ribes nero, macchia mediterranea, resina e pepe. Assolutamente gradevole, caldo e morbido, con tannini ben levigati.
85/100 – Bolgheri Campo al Mare Tenute Folonari 2007 (Cat. D)
E’ recente l’impegno della famiglia Folonari nel territorio Bolgherese, primi acquisti 1999, con poco più di dieci ettari produttivi che andranno in crescendo in futuro. Così come i vini, anch’essi in piena evoluzione qualitativa, anche se ci aspettiamo sempre di più, considerando il gruppo così importante e competente. Tuttavia, i risultati sono incoraggianti e ben auguranti. Questo vino incarna perfettamente lo spirito della zona, è un Bolgheri a tutti gli effetti e cosa non da poco, se viene valutata la qualità del prodotto in rapporto al prezzo. Ma quello che non ci ha pienamente convinto in questo 2007, sono i tannini, un po’ duretti e poco centrati, rendono così il vino con qualche spigolo di troppo. Un punteggio comunque importante che lo rilancia sul piano della pienezza del gusto e strizzata d’occhio in previsione dei millesimi futuri.
84/100 – Bolgheri Rosso Colle Massari-Grattamacco 2007 (Cat. B)
Si chiude il trittico “Grattamacchiano” con un altro buon risultato. Veicolo di questo, un vino semplice, ma di buon spessore ed altrettanta facilità di beva. Frutto padrone dell’olfatto, che domina attraverso sentori di lampone e ciliegia, tocchi vegetali e chiusura floreale-speziata. Non ampio, ma ben disegnato. Interessante la freschezza gustativa che apporta leggerezza e linearità, con tannini precisi ma non voluminosi, struttura e saporosità su valori medi ed il piacevole ritorno fruttato in chiusura.
82/100 – Bolgheri Rosso Villa Donoratico Tenuta Argentiera 2006 (Cat. B)
Più forte di altre realtà bolgheresi è lo stacco segnato quì tra il premier vin e il deuxième vin della Tenuta Argentiera. Vino ineccepibile dal punto di vista tecnico, ma snello e lineare con un frutto decisamente più essenziale e con una venatura erbacea di richiamo per tutta la fase olfattiva. Di facile lettura al palato, risulta comunque molto piacevole al palato, anche se la chiusura tende a chiudere troppo frettolosamente.
I Montecucco:
91/100 – Montecucco Sangiovese Grotte Rosse Salustri 2007 (Cat. E)
etichetta non disponibile
Altissimo Ceto
Parlare di Sangiovese a Montecucco, significa più di ogni altra cosa, avere come punto di riferimento Leonardo Salustri. Una delle persone che più incarna in Italia l’animo del vero vigneron/contadino, genuino ed amante della terra. La SUA terra. Difficile immaginare nel mondo del vino, una delle triangolazioni più perfette, con gli apici Salustri, Sangiovese e Montecucco. Tanto che il clone di Sangiovese utilizzato per i suoi vini, porta il suo nome. A dire il vero, in questa triangolazione da qualche anno ormai, si è aggiunto un altro elemento importante, l’ingresso in azienda del figlio Marco. Capace di fondere un rapporto di collaborazione e di reciproco rispetto, cosa non sempre usuale a trovare in questo campo. Il Grotte Rosse è il piacevole risultato conseguente a tutto quanto detto sopra, arrivando ad essere un caposaldo quando si parla di Sangiovese in Toscana. Leonardo non si è mai trincerato dietro a chissà quali alchimie in cantina per “trasformare” quanto la terra gli “regalava” in un determinato millesimo e quindi si sono alternati risultati buoni e meno buoni. Ma con la sincerità ed il “sorriso” di sempre. Siamo perciò felici di ospitare in questa recensione la splendida versione 2007 del Grotte Rosse ed inserirla tra le più sorprendenti della sua storia. Nelle versioni passate abbiamo trovato che quello che mancava a questo vino per compiere quel passo capace di oltrepassare la soglia dei 90 punti, era un pizzico in più di profondità e di articolazione e un filo di eleganza in più a quel tocco di “rustico” che lo ha sempre contraddistinto. Bene, in questo millesimo siamo riusciti a trovare il plus, tanto da guadagnare pure la menzione d’onore. Lunga vita al “Re” Sangiovese, lunga vita a Leonardo e Marco Salustri!
89/100 – Montecucco Sangiovese Riserva Lombrone Colle Massari-Grattamacco 2005 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Sorprendente. E non parliamo di qualità fine a se stessa, perché un Sangiovese proveniente dalla 2005 con queste caratteristiche in Toscana è difficile da trovare. E’ anche vero che qui siamo sulle pendici dell’Amiata, più o meno sui 350 m., dove sbalzi termici e temperature più basse sono la normalità. Nella zona di Montecucco, ci troviamo a parlare di un oasi meravigliosa, incastonata nel bel mezzo di due territori famosi come Montalcino e Scansano. L’azienda nasce fine anni ’90 e la proprietà poco più di un decennio dopo acquista anche podere Grattamacco, a dimostrazione del fatto che le intenzioni sono serissime. Tornando al vino, presenta una profondità di colore che da questi parti il sangiovese ha nel proprio bagaglio, naso elegante che fa sfilare in successione, marasca, lamponi quasi in confettura, viola, cioccolato e liquirizia. Bocca collocata su alti livelli, sia per pienezza, che per qualità tannica. Idilliaco il rapporto tra la buona freschezza e l’alcolicità, donando equilibrio, forza ed eleganza. Uno dei capostipiti di una denominazione assolutamente da seguire con grande interesse per il futuro.
86/100 – Montecucco Sangiovese Amantis 2006 (Cat. C)
Siamo ad un esordio. La 2006, è la prima uscita sul mercato, del Montecucco Sangiovese di Amantis. L’enologo-patron Paolo Vagaggini, assieme alla moglie, hanno finalmente creato una realtà tutta propria, di cui avremo modo di parlarne anche in occasione degli altri vini proposti. Intenso al colore, di naso aperto e pulito, con cenni di mora, china e rabarbaro, rosa e liquirizia. In bocca merita qualcosa di più rispetto all’olfatto, perché si intravede la stoffa del cavallo di razza, muscolare ma elegante, perfetto nello scorrere gustativo senza intoppi. Diamogli tempo qualche anno a questa realtà di crescere e con essa i vigneti, lo spessore dei vini e di conseguenza anche questi tannini, che appaiono oggi un po’ scontrosi, ma che sapranno acquisire la giustà maturità e continueremo quindi a parlare in termini entusiastici di questa realtà.
86/100 – Montecucco Rosso Riserva Colle Massari Colle Massari-Grattamacco 2006 (Cat. E)
Pienezza e voluttuosità, sono le caratteristiche principali per questo 2006. Ricchezza cromatica, frutto presente ma con idea di maturità. Si percepisce una prugna cotta, mora in confettura, liquirizia e tabacco, accenno di cuoio. Bene i 2/3 del gustativo, che regalano succosità, volume e integrazione, non altrettanto la chiusura che marca tannini decisi e muscolosi, da domare (forse ancora giovani?), che non gli permettono di ingranare la quinta marcia, salutare la compagnia e andarsene via in piena accelerazione.
86/100 – Montecucco Sangiovese Santa Marta Salustri 2007 (Cat. C)
Basta stappare una bottiglia di Santa Marta per capire cosa vuol dire la particolarità del Sangiovese di Montecucco e la genuinità del Sangiovese di Salustri. Quel lato un po’ “rustico” che gli dona un fascino particolare ad una polpa di grande maturità del frutto in questa 2006. Risulta a tutti gli effetti un second vin, ma la godibilità della sorsata di questo vino è di grande rilievo. Materia e grande freschezza al palato, mettono in risalto un tannino “Sallustriano” che regala vivacità nell’allungo.
85/100 – Montecucco Rosso Birbanera Amantis 2007 (Cat. A)
Un 60% di Sangiovese con tanta compagnia dietro per questo vino, si contano Merlot , Petit Verdot, Canaiolo e Colorino. Il Birbanera risulta pronto, immediato, “divertente”, ben costruito, a tratti “morbidoso”. Pronti a scommettere che piacerà a molti. Mano sapiente quella che lo ha assemblato, costruendo un percorso diritto e facile da seguire senza dossi o curve a gomito. Ottima la referenza tannica, rotonda e dolce, medesimo risultato per l’equilibrio, centrato. Il punteggio potrebbe sembrare un po’ severo, ma pensiamo che questo vino sia stato “costruito” per piacere, ma non per durare nel tempo. Di certo non vira verso sfumature di rara complessità e finezza, ma è sincero e ci mette la faccia. E’ fatto così.
84/100 – Montecucco Rosso Vigne a Porrona Tenute Folonari 2007 (Cat. D)
Insediamento dei Folonari anche nella denominazione del Montecucco, con Sangiovese aiutato da syrah e merlot a regalare morbidezza, soprattutto nella parte iniziale, ed avvolgenza. Frutto nero maturo al naso, cedro e vaniglia, senza troppa ampiezza ma ben coordinato nella sua essenzialità. Vino caldo e suadente, a tratti con nuance dolci evidenti, ben costruito. Un vino però, che per noi è risultato abbastanza “piatto” nell’approccio. Ci si aspetta brio, vitalità e un po’ più di nerbo in futuro.
*84/100 – Monteregio di Massa Marittima Moris 2006 (Cat. A)
Eccoci all’ “intruso”. Vino che tuttavia si è ben comportato. Non è sicuramente il vino ideato, pensato, per il premio “oscar” come attore protagonista, ma è tra i candidati a quello di miglior attore non protagonista. E’ più un tipo da retrovie, non schiamazza, sussurra solamente. Semplice ma omogeneo ed equilibrato con un’ottima freschezza , da ottenere così un prodotto che si assaggi, si beva e si ribeva. Scorrevole, con l’estratto che tiene a bada l’alcol, tannini presenti ma che servono soltanto a smorzare la freschezza, verso un finale tutto fruttato.
82/100 – Montecucco Sangiovese La Querce Poggio Mandorlo 2008 (Cat. C)
Il vino poteva aspirare almeno ad un paio di centesimi in più, se non fosse incappato in problemi di una articolazione aromatica non proprio definita e precisa e legermente sfumata in chiusura. Per il resto, il La Querce si esprime molto bene in un linguaggio comunicativo, semplice, diretto ed immediato. Con una discreta piacevolezza, confermata anche nella beva. Bocca che scivola via diretta, ma in un finale in tutt’altra condizione di quanto espressa al naso.
81/100 – Montecucco Rosso Rigoleto Colle Massari-Grattamacco 2007 (Cat. A)
Di “carnagione scura”, dove si annuncia la presenza del vitigno Montepulciano. Al naso troviamo attacco di ciliegia, mora poi liquirizia e floreale rosso. Sensazioni fresche e fragranti che si spengono in un ricordo di prugna. Discreto, ma niente più, lo scheletro gustativo. Facilità di beva che emerge e posiziona il Rigoleto in un fascia di ottimi vini “base”. Ben equilibrato e piacevolmente carezzevole al palato.
3) CONCLUSIONI FINALI
Vi rimandiamo al termine delle degustazioni della seconda parte.
Articolo redatto da:
Cristiano Cini.
Referente regionale per la Toscana.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S. Sommelier e titolare del Ristorante “La Tagliatella” di Arezzo e presidente delle strade del Vino Terre di Arezzo.
Vice-Campione Italiano A.I.S. dal 2006 al 2008, Miglior Sommelier della Toscana 2003.
Si ringraziano i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
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Le sessioni di degustazione si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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