Articolo a cura di Maurizio Zanolla.
Referente regionale delle Marche e dell’Umbria.
Secondo ed ultimo appuntamento per i vini di questa splendida regione, per quanto riguarda la prima edizione della nostra Guida dei Vini on-line del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto, dedicata alle sole eccellenze. Dopo avervi abbondatemente parlato in lungo ed in largo del vitigno Verdicchio, ora è il turno del più variegato e complesso mondo dei vini rossi. Si inizia per motivi “reverenziali”, da quanto viene enologicamente proposto dal Monte Conero. A seguire, sarà il turno del Rosso Piceno e terminare con il racconto di quei vini, che in molti chiamano, Super Marche’s. Proprio in quest’ultima categoria, merita una premessa, il Kurni. L’azienda che produce questo vino è stata più volte contattata per chiedere l’invio dei campioni, senza mai aver beneficiato, pertanto, di alcuna risposta. Ma potevamo parlare di eccellenze dei vini rossi marchigiani e non menzionare il più “discusso” dei vini di questa regione? Certo che no. Abbiamo quindi deciso di acquistare la bottiglia in enoteca, trovandolo nella versione 2006, ed è stato inserito come per tutti gli altri, nelle nostre degustazioni coperte e comparative.
E ora spazio al racconto…
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
Dal Conero:
88/100 – Conero Riserva Dorico Moroder 2004 (Cat. D)
87/100 – Conero Riserva Sassi Neri Fattoria Le Terrazze 2006 (Cat. E)
86/100 – Conero Riserva Cùmaro Umani Ronchi 2006 (Cat. D)
85/100 – Rosso Conero Fattoria Le Terrazze 2007 (Cat. A)
85/100 – Conero Riserva Grosso Agontano Garofoli 2006 (Cat. C)
84/100 – Conero Riserva Passo del Lupo Fazi Battaglia 2005 (Cat. D)
84/100 – Conero Riserva Decebalo Silvano Strologo 2006 (Cat. D)
83/100 – Rosso Conero Preludium Fattoria Le Terrazze 2008 (Cat. A)
83/100 – Rosso Conero Vigna La Gattara Fattoria San Lorenzo 2004 (Cat. B)
82/100 – Rosso Conero Moroder 2006 (Cat. B)
82/100 – Rosso Conero Traiano Silvano Strologo 2006 (Cat. C)
81/100 – Rosso Conero Adeodato Monteschiavo 2005 (Cat. E)
79/100 – Rosso Conero Conti Cortesi Monteschiavo 2006 (Cat. A)
79/100 – Rosso Conero Julius Silvano Strologo 2008 (Cat. A)
78/100 – Rosso Conero Fattoria San Lorenzo 2005 (Cat. B)
Rosso Piceno:
89/100 – Rosso Piceno Villa Bucci Bucci 2004 (Cat. D)
88/100 – Rosso Piceno Il Maschio da Monte Santa Barbara 2007 (Cat. D)
84/100 – Rosso Piceno Tenuta Pongelli Bucci 2007 (Cat. B)
79/100 – Rosso Piceno Vigneto Burello Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. B)
77/100 – Rosso Piceno Vigneto di Gino Fattoria San Lorenzo 2007 (Cat. B)
Gli I.G.T.:
92/100 – Phatos Santa Barbara 2007 (Cat. F)
91/100 (?) – Kurni Oasi degli Angeli 2006 (Cat. H)
90/100 – Pelago Umani Ronchi 2006 (Cat. E)
85/100 – Stefano Antonucci Santa Barbara 2007 (Cat. C)
84/100 – Camerte Fattoria La Monacesca 2005 (Cat. D)
84/100 – Il Paonazzo Fattoria Serra San Martino 2006 (Cat. D)
83/100 – Villa Castiglioni Bisci 2006 (Cat. B)
83/100 – Camerlano Garofoli 2006 (Cat. A)
81/100 – Costa dei Zoppi Fattoria Serra San Martino 2006 (Cat. C)
81/100 – Vigneto Solleone Fattoria San Lorenzo 2004 (Cat. C)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Dal Conero:
88/100 – Conero Riserva Dorico Moroder 2004 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Situata a Montacuto, nel Parco Naturale del Conero, da più di 20 anni l’azienda Moroder lavora per la valorizzazione di questo territorio, principalmente attraverso le uve rosse, con Montepulciano e Sangiovese a capeggiare i filari. La sua Riserva Dorico è da sempre considerata una delle più importanti interpretazioni della denominazione e non delude mai, motivo in più quando a scendere in campo è l’annata 2004. Rosso rubino, pieno e brillante con un profilo olfattivo impressionante per la sua ricchezza, dove a dominare vi è un frutto maturo e polposo, seguìto da note di geranio, rosa appassita ed un notevole carattere speziato. La bocca è ricca, avvolgente e muscolosa, mantenendosi sui binari dell’equilibrio. Si svincola tra le fauci, come una stoffa pregiata di ottima fattura, rivelando una trama tannica importante, ma ben integrata nel contesto.
87/100 – Conero Riserva Sassi Neri Fattoria Le Terrazze 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
La Fattoria Le Terrazze di Antonio Terni, è una delle aziende più storiche della regione, visto che il suo anno di fondazione risale al 1882. Ma non è la sola particolarità dell’azienda, poiché il vitigno principe è il Montepulciano usato prevalentemente in purezza. Infatti, il colore è di notevole concentrazione e presenta una forte consistenza. Il quadro olfattivo si presenta intenso e suadente, dai sentori di piccoli frutti rossi a bacca nera, alle rose in macerazione. Il carattere sanguigno e la lodevole eleganza, riconducono alla forte personalità di questo vino, legato ad un preciso stile aziendale. Al palato si prospetta ancora più convincente, garantendo la forza di un purosangue. Si snoda in maniera sinuosa, attraverso una perfetta trama tannica, la quale mira a bilanciare una struttura morbida e caldissima. Di grande freschezza e lungo nel finale. Buono oggi. Ottimo domani.
86/100 – Conero Riserva Cùmaro Umani Ronchi 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Non riusciamo a capire per quale motivo, il Cùmaro, nella sua ventennale esperienza a contatto con il mondo del consumo del vino, non abbia mai avuto la giusta riconoscenza che gli spetta. Non si possono additare neanche delle colpe a livello aziendale, visto che la Umani Ronchi, fin dagli esordi, ha sempre fatto da grande interprete ai grandi vini delle denominazioni classiche. Iniziando prima di tutto dal Conero e seguendo poi con il Verdicchio. Probabilmente, ha giocato un ruolo importante il fatto che il fratello “straniero” Pelago, nella sua annata di esordio, ha vinto un importante premio, creando un forte appeal mediatico e di impatto sul consumatore e mettendo quasi in ombra questo vino, relegandolo ad un ruolo più da dietro le quinte. Oggi, più di prima, crediamo che sia giusto riportarlo nel ruolo che gli compete e dall’alto dei suoi vent’anni di vita, sfodera con questa 2006, una prova che non ha eguali nel passato. Tanto è elegante, disteso e dinamico nel quadro olfattivo, tanto è energico, scattante e vigoroso al palato. Tannino setoso e corroborante con lunga persistenza sul finale. Auguri Cùmaro e cento di questi vini!
85/100 – Rosso Conero Fattoria Le Terrazze 2007 (Cat. A)
Versione che risulta essere perfettamente in linea con la tradizione di questo vino, che nella tipologia Rosso Conero, risulta una delle interpretazioni più attraenti e sempre convincente nella sua determinazione di ambizione. Ottenuto da uve Montepulciano in purezza, è concentrato, profondo e quasi impenetrabile nel colore. Al naso si palesa con un forte richiamo ai piccoli frutti rossi, alternato a venature balsamiche e di erbe aromatiche. Lo sviluppo al palato si preannuncia meno esplosivo di quanto dichiarato all’olfatto, ma si distende con un buon volume e con un carattere deciso e puntiglioso all’insegna dell’equilibrio.
85/100 – Conero Riserva Grosso Agontano Garofoli 2006 (Cat. C)
Se esiste un’azienda marchigiana storica, condotta da più di un secolo dalla medesima generazione familiare, capace di portare qualità elevata, su un cospicuo numero di bottiglie, quella è la Garofoli. Da sottolineare che dei 50 ettari di proprietà, più della metà sono coltivati a Montepulciano, a dimostrazione di quanto si creda fortemente in questa denominazione e non si limita alla sola valorizzazione del Verdicchio. Il Grosso Agontano mantiene le promesse anche nella versione 2006, presentandosi con la sua sontuosa veste color rubino. Naso accattivante che prospetta ampiezza a largo raggio, abbondanti come sempre i riferimenti ai frutti rossi, contornati da sentori di spezie fini, di tabacco, humus e liquirizia che chiudono verso sensazioni più cupe e minerali. Al palato possiede spessore e stoffa, con una trama tannica, esemplare nell’esecuzione, ma precoce e scalpitante, nella percezione. Coricatelo al buio nella vostra cantina e augurategli buona notte per un paio d’anni almeno, prima di riuscire a godervelo nel pieno delle sue potenzialità.
84/100 – Conero Riserva Passo del Lupo Fazi Battaglia 2005 (Cat. D)
Sarebbe ora di riaggiornare le carte di identità marchigiane, visto che alla voce Fazi Battaglia, si parla ancora di Verdicchio ed “anfora”. Questa doverosa premessa per rimarcare il risultato della versione 2005 del Passo del Lupo, in assoluto la migliore della batteria aziendale presentata in questa edizione della Guida. Che mai come quest’anno hanno trovato la perfetta simbiosi tra Montepulciano e Sangiovese. Rubino con massa colorante di media entità. Lo spettro olfattivo, potrebbe essere considerato di timbro “tradizionalista”, con sentori di piccoli frutti rossi, viole e rose leggermente appassite. In bocca è calibrato, un equilibrio di vigore ed eleganza. Non è un campione che si farà ricordare per potenza e concentrazione, ma riesce a staccare ed uscire dal gruppo per sensazioni più smussate e gentili. Ottimo sia per chi si trova ai primi approcci al vitigno Montepulciano, sia per chi predilige “vestire” più sul classico.
84/100 – Conero Riserva Decebalo Silvano Strologo 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
L’azienda di Silvano Strologo si trova nel comune di Camerano, sulle pendici del Monte Conero. Ereditata l’azienda dal padre, decise di continuare la produzione inboccando la strada della produzione in proprio. Lo stile aziendale è ben delineato e abbastanza riconoscibile. Si parte da uve raccolte a maturità avanzata, privilegiando il bagaglio aromatico dato da un frutto polposo, ricco e maturo, al quale viene dato un taglio “moderno” data dall’elevazione dei vini in barriques, ma che conservano un filone di rusticità. Come nel caso del Decebalo 2006, una delle migliori versioni prodotte, in quanto ad eleganza aromatica. In bocca è un vino che al primo impatto, colpisce per potenza e concentrazione. La volta palatale viene disegnata da una trama tannica fitta e di rilievo. Nel proseguio della degustazione, il vino prende una via più stretta, dritta fino in chiusura di bocca.
83/100 – Rosso Conero Praeludium Fattoria Le Terrazze 2008 (Cat. A)
Un vino di una azienda più che collaudata, ma che si trova al suo primo anno di uscita e che contrariamente a quanto avviene per gli altri vini rossi della tipologia Conero, in questo prodotto rientra una percentuale di uve Syrah, mentre per il suo affinamento viene dedicato esclusivamente il “passaggio” in acciaio. Vino che si vuole collocare nella fascia inerente i vini rossi piacevoli ed immediati. Enologicamente ben fatto, con lo stile classico della casa, si esprime con un colore rosso rubino e dal frutto molto piacevole al naso. Nonostante la sua semplicità espressiva è incisivo e mai stancante. L’assaggio regala tanta frutta, espressa in perfetta coerenza con quanto avuto al naso. Trama tannica che vuole essere fitta e vivace, ma che risulta ben integrata. Lodevole la sincerità e la schiettezza di questo vino senza risultare troppo banale.
83/100 – Rosso Conero Vigna La Gattara Fattoria San Lorenzo 2004 (Cat. B)
La Fattoria San Lorenzo, fondata nel 1995, si è imposta nel panorama marchigiano, grazie alla volontà, al carattere ed alla natura del suo patron Natalino Crognaletti che, come abbiamo più volte sottolineato nella degustazione dei vini bianchi a base Verdicchio, magari non potranno piacere a tutti, ma sono vini “veri” e pieni di personalità. Vini che nascono da uve provenienti da coltivazione biologica e biodinamica, sembrano marcare due precise e distinte volontà e intenzioni, una per quanto riguarda i vini bianchi e l’altra che concerne invece i vini rossi. Noi, prediligiamo di gran lunga il carattere dei primi, anche se per quanto riguarda i rossi, non si possono di certo imputare di non marcare il proprio passaggio. Passaggio che viene tracciato con un carattere certamente più evoluto, già a partire dal colore di questo Vigna La Gattara, in una veste colore rubino con eloquenti riflessi granati. All’olfatto si apre con aromi fruttati di mora e confettura di frutti di bosco, con aperture prima che imprimono sul carattere floreale appassito, per poi allargarsi e chiudere su una speziatura più dolce. Al palato offre uno spessore davvero lodevole, con un’avvolgenza di bocca che si può definire morbida e piena. Ottimo il finale fruttato che chiude sul finale.
82/100 – Rosso Conero Moroder 2006 (Cat. B)
Dicevamo in apertura di articolo, dei livelli qualitativi raggiunti, diversi anni or sono, di questa azienda. Imprinting che vuole ottenere anche dal Rosso Conero, regalando un aspetto più essenziale nel frutto, senza perdere nulla sul piano caratteriale. Rosso rubino con evidenti e vivaci matrici porpora. Al naso spiccano il ricco cesto di frutti rossi, caratterizzato da una maturità più fresca e più croccante, che invogliano subito alla beva. Con lodevole corrispondenza di quanto avvertito all’esame olfattivo, il palato vuole giocare sui medesimi livelli di semplicità, favorendone la beva, attraverso un tannino fine ed una buona freschezza.
82/100 – Rosso Conero Traiano Silvano Strologo 2006 (Cat. C)
Tutto sommato una buona priva per il Deuxième vin aziendale in casa Strologo. Ottenuto da uve Montepulciano in purezza come il fratello, conserva un frutto più delicato, più snello, ma anche più scattante. Quest’ultima particolarità gli viene donata da una maggiore caratterizzazione dell’indole del vitigno e dal minore dosaggio da parte del legno, mettendo in evidenza quelle sfumature di balsamico, tabacco ed affumicato che, nel Decebalo, vengono evidenziate in modo più soffuso. L’attacco al palato ha il suo tocco di rustico e con un tannino più grossolano e mordente. La strada che percorre ha decisamente un chilometraggio più breve di quanto recepito al naso, ma con un finale pulito e di grande freschezza.
81/100 – Rosso Conero Adeodato Monte Schiavo 2005 (Cat. E)
La Monte Schiavo è un’azienda di più recente fondazione. Di proprietà della famiglia Pieralisi, conosciuti imprenditori jesini, sul mercato si propongono con tre linee di vini, con altrettante varianti nello spessore e con diverse ambizioni di mercato. Su queste pagine, vi abbiamo potuto raccontare delle versioni aziendali più prestigiose. L’Adeodato ha un colore che si presenta nel bicchiere con una sua evidente evoluzione. Il carattere del frutto recepito al naso è di taglio più classicista e con un indice di maturità che varia sulla frutta in macerazione. Al gusto si preannuncia leggermente scomposto nei movimenti, con i tannini che si trovano in prima linea, muniti di lancia ed elmetto. Mentre la persistenza avuta al gusto, è di minore entità di quanto recepito al naso. Peccato per un finale di bocca amaricante, perchè avrebbe modificato di qualche gradino, la sua posizione.
79/100 – Rosso Conero Conti Cortesi Monte Schiavo 2006 (Cat. A)
Il Conti Cortesi si propone con un’ambizione nella proposta spessoriale, decisamente più contenuta, ma con un taglio giocato sicuramente più sul frutto. Dal colore rosso rubino e molto vivo, con una massa colorante di media entità. Al naso, danza con passi sinuosi, ma in maniera molto essenziale tra i sentori di mora e pepe nero. Bocca prontamente “easy” nell’approccio, di facile distensione e con un finale più omogeneo.
79/100 – Rosso Conero Julius Silvano Strologo 2008 (Cat. A)
Il Julius di Silvano Strologo è l’espressione aziendale del vitigno Montepulciano più diretto e più semplice. Molto più improntato sul frutto, anche dovuto al breve soggiorno in fusti grandi, che non influenzano volontariamente in alcun modo sulle vitalità del frutto. Le note di torrefazione e di fumè avvertite al naso, sono tutte imputabili al vitigno che in queste situazioni geografiche, di terreno e di raccolta, si mettono ancor più al servizio di chi le vinifica. Ma se al naso ci possiamo permettere di consigliarlo ad un pubblico più ampio e più eterogeneo, altrettanto non possiamo fare per quanto riguarda il palato. Dedicato per chi ama i vini di impatto, incentrati molto sul gioco della tensione dei tannini e della acidità. Piacevoli anche da servire ad una temperatura più fresca.
78/100 – Rosso Conero Fattoria San Lorenzo 2005 (Cat. B)
Di diverso approccio e dimensione, rispetto al suo fratellone, anche per quanto riguarda la definizione aromatica, che in questo caso risulta un po’ offuscata e sembra discostarsi di un poco, da quello stile imposti dalla casa. Nel bicchiere si esprime attraverso un colore rubino intenso, con un profilo olfattivo che mostra i suoi evidenti segnali terziari. Sensazioni che si preannunciano di carattere terroso, animale e con un frutto con un indice di maturazione evideziato sulla frutta sotto spirito e di fiori appassiti. In bocca risulta di grande freschezza, con un quadro complessivo più spostato verso le durezze, grazie anche ad una qualità del tannino, leggermente scomposto.
Rosso Piceno:
89/100 – Rosso Piceno Villa Bucci Bucci 2004 (Cat. D)
Ampelio Bucci è stato capace di sorprenderci sfoderando delle prove d’autore, anche sui rossi. Chiariamo che la produzione rossista è sempre stata a livello dell’aspirazione, ma sull’impatto finale hanno sempre goduto di meno appeal di quanto godano invece i bianchi. Ottenuto da uve Montepulciano e Sangiovese da coltivazione biologica e provenienti da vigne con più di quarant’anni di vita, questo Rosso Piceno si presenta con la veste di un bel rosso rubino con riflessi granata. Naso in evoluzione con sensazioni di carattere terziario con sentori di marasca sotto spirito, caramello e fiori appasiti. Bocca che si allunga in maniera molto interessante, anche per un perfetto equilibrio tra freschezza e sapidità ed un tannino perfettamente fuso. Un vino di grande spessore, quasi masticabile, ma senza stancare.
88/100 – Rosso Piceno Il Maschio da Monte Santa Barbara 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
L’azienda Santa Barbara è adagiata sulle colline del comune di Barbara a soli 25 km dal mare Adriatico. Condotta magistralmente dal suo patron Stefano Antonucci, inesauribile motore di un’azienda che viaggia sempre sul filo della tradizione e della modernità. I suoi vini, i nomi e le etichette evocano sempre qualcosa di moderno e di futuristico, ma evidenziano altrettanto bene come siano veicoli di un’espressione fatta di grande personalità e capaci di lasciare il segno, dopo ogni loro passaggio. Questo Maschio da Monte è un Montepulciano in purezza, dal colore porpora inpenetrabile. Il profilo olfattivo mostra evidenti note di fiori freschi, in particolare la rosa ed un carattere fruttato, fresco nell’indice di maturazione, con segnali di ribes e mirtillo. Tocchi balsamici, speziati e caramellati, note smaltate con sentori nel finale che chiudono in maniera più evoluta. Di notevole struttura in bocca, con una persistenza decisamente lunga. Dal nome fortemente evocativo, viene facile e scontata la battuta, ma mai come in questo caso, è segnale di un carattere di un vino che scalpita e che avrà bisogno di molto tempo, prima di sedare i suoi istinti.
84/100 – Rosso Piceno Tenuta Pongelli Bucci 2007 (Cat. B)
E’ un vino decisamente dal taglio classico, il Pongelli 2007 di Ampelio Bucci, che probabilmente denota un carattere più caldo e più concentrato di quanto evidenziato con versioni passate. Il colore è di un rosso rubino acceso con forti richiami porpora. Il naso, dicevamo, decisamente classicista nell’espressione, con un richiamo determinato sul frutto e sulla ciliegia di vignola (o sarebbe più corretto parlare di visciola?), aromi di ribes e melograno. Di grande finezza e con accenni floreali di geranio, preavvisa la delicatezza che ci ritroveremo al palato, con una buona corrispondenza gusto olfattiva, una bocca piena, finissima, equilibrata, sfoggiando dei tannini di media entità.
79/100 – Rosso Piceno Vigneto Burello Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. B)
Abbiamo già anticipato delle profonde differenze (non solo sul piano del colore) che evidenziano i due distinti caratteri e delle due differenti velocità di corsa, dei vini bianchi e rossi della Fattoria San Lorenzo. In effetti, dei due Rossi Piceno degustati, non possiamo ritenerci totalmente soddisfatti, a cominciare dai profili olfattivi che mostrano delle evidenti carenze a livello di definizione aromatica. Il Vigneto Burello possiede un colore rosso rubino, di matrice intensa e vivace nelle sfumature. Bocca sottile e asciutta e che si congeda precocemente.
77/100 – Rosso Piceno Vigneto di Gino Fattoria San Lorenzo 2007 (Cat. B)
Il Vigneto di Gino si propone nel bicchiere con un colore granato, decisamente più evoluto del precedente. Anche il naso marca delle corrispondenze di sensazioni di carattere terziario, terroso, con richiami al tabacco ed al pout pourri. La bocca si dipana in maniera semplice, molto essenziale, di grande freschezza, ma decisamente troppo rapido il saluto.
Gli I.G.T.:
92/100 – Phatos Santa Barbara 2007 (Cat. F)
Altissimo Ceto.
Impenetrabile e scuro al colore. Ci apre e ci concilia con il mondo in tutti i sensi. Non ci si riesce a capacitare come ci sia leggiadrìa e precisione esecutiva in cotanta consistenza, mantenendosi sui binari dell’eleganza e senza perdere una virgola di un discorso che fila via liscio fino in fondo, senza colpire con inutili volgarismi. Prima di tutto l’olfatto. Stupefacente di come il naso riesca a prendere confidenza da subito con il vino e scodinzolare come un cane quando ha piacere di incontrare il suo padrone. Il quadro olfattivo si muove in lungo ed in largo, con una varietà di sensazioni che colpiscono dai frutto di bosco, dove predominano il lampone ed il mirtillo, facendo spazio ad un enorme bouquet di sole rose rosse e poi via verso l’infinito… pepe, tabacco, cardamomo, cacao, una dose vanigliata che danza da perfetto equilibrista e chiudere con una nota minerale di grafite. Al palato, la colonna portante, è la sua trama tannica, prestante ed attiva e perfettamente integrata in un notevole spessore gustativo, sostenuto da una grande freschezza, che non lo fa sedere su se stesso. Vino entusiasmante che entra di diritto tra le grandi “bocce” italiche.
91/100 (?) – Kurni Oasi degli Angeli 2006 (Cat. H)
Per chi non lo conoscesse ancora, stiamo per parlare di uno dei vini più “discussi” del panorama italico. Iniziamo con la descrizione che prevede un prodotto che si propone nel bicchiere in maniera concentrata, compatta e cupa. Impenetrabile nel suo colore rosso rubino pieno con sfumature porpora. Al naso è un campione di complessità aromatica e originalità. Dal frutto ricco, denso e polposo con un indice di maturità incredibile, piccoli frutti neri, spezie dolci, piccanti e orientali, venature balsamiche e di erbe aromatiche. Facile notare come anche sul piano dell’equilibrio con il legno, sia tecnicamente ineccepibile. Anche al palato, la descrizione meriterebbe più considerazione di quanto invece gli possiamo dedicare. Una trama tannica cesellata, scolpita e composta, morbidezza e freschezza. Possiamo tranquillamente metterci dalla parte e condividere le scelte dei suoi aficionados ed il punteggio è eloquente in tal senso. Ma senza cavalcare nessuna banderuola, vogliamo condividere in parte, anche le scelte dei suoi detrattori che, a ragione, lo reputano un vino complicato, troppo “tecnico” nell’approccio e che risulta “pesante” nell’assaggio (ecco spiegato il punto interrogativo). Come? Delle due l’una? Allora ci permettiamo di preferire la prima, in quanto “dall’alto” delle sue 5.ooo e rotte bottiglie di produzione, il Kurni si può permettere di giocare un ruolo di primadonna e di non piacere a tutti. Certo un pizzico di bevibilità in più non guasterebbe, ma quanti vini prodotti sul suolo dello stivale, raggiungono queste concentrazioni, forze e potenze, ma riescono poi a conservare una loro personalità ed una loro originalità? E che li distinguono poi dalla massa? A noi basterebbero le dita di una mano.
90/100 – Pelago Umani Ronchi 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
E’ un trascinante ed entusiasmante SuperMarche’s, il Pelago 2006, dove il taglio bordolese è enfatizzato dalla forza del Montepulciano. Possiamo tranquillamente asserire che siamo di fronte ad una delle più belle versioni da quando ha fatto il suo debutto, con l’annata 1994, sul palcoscenico mondiale. Si presenta di un vivo rubino con riflessi porpora, naso a largo raggio con sensazioni che passano dalla piccola e succosa frutta rossa, ad un bellissimo bouquet di rose rosse prima di chiudere con la dolcezza del richiamo del suo passaggio nei fusti piccoli, perfettamente integrata, ma bisognosa di tempo ancora. L’ingresso in bocca è avvolgente ed accattivante, con tannino di spessore ma nobile, di forza sia nel corpo che in tutte le componenti che lo rendono a tutti gli effetti, uno dei capisaldi della produzione marchigiana dei vini ad IGT. Da dimenticare in cantina, ma se la tentazione di aprire una bottiglia oggi, abbiate cura di accompagnarlo adeguatamente ad un piatto di grande struttura.
85/100 – Costa dei Zoppi Fattoria Serra San Martino 2006 (Cat. C)
Fattoria Serra di San Martino è un’azienda nata nel 1997 dal sogno di Kirsten e Thomas Weydemann che, spinti dalla loro grande passione per i vini rossi, hanno impiantato nel comune di Serra de’ Conti in provincia di Ancona, vitigni come Montepulciano, Merlot, Syrah e Sagrantino. La filosofia dell’azienda è stata fin da subito, imperniata sulla produzione di vini rossi di grande qualità (nella quasi totalità dei casi da monovitigni), con basse rese per ettaro, vinificazione tradizionale, uso degli additivi veramente limitato e per scelta non sono compiute chiarificazioni e filtrazioni dei rossi. In questo caso abbiamo l’espressione del Merlot, usate in purezza per questo Costa dei Zoppi. Nella versione 2006, esprime un colore rosso rubino di buona intensità. Il naso si apre con un taglio aromatico classico del vitigno con i suoi sentori di sottobosco, la prugna, la mora e rimandi terrosi. La bocca si prepara con avvolgenza e buona concentrazione. Sviluppo con determinazione e morbidezza. Eleganza e finezza ripetuta anche nell’assaggio.
85/100 – Stefano Antonucci Santa Barbara 2007 (Cat. C)
Colore rosso rubino dai riflessi porpora. Tensione nel bicchiere di grande consistenza, si concede al naso con splendide note di frutta rossa fresca, ricoscibili nelle sfumature, i vitigni nternazionali usati, che apportano sentori erbacei non invadenti, peperone e una splendida speziatura data dal pepe in grani. In bocca è pieno, la trama tannica è fitta e ben integrata nel vino. Il tutto supportato da una buona freschezza. Elementi che danno una visione godibile immediata di questo vino, capace di essere proiettato anche nel medio-lungo termine.
84/100 – Camerte Fattoria La Monacesca 2005 (Cat. D)
Altra azienda conosciuta per il grande approfondimento bianchista che ha radicato nel territorio di Matelica, nell’alta valle dell’Esino. Territorio splendido favorito da un clima continentale, chiuso dalle brezze del Mare Adriatico e che contribuisce a forgiare vini di grande struttura e complessità, adattissimi per l’invecchiamento. Sui 27 ettari coltivati, circa 8 sono dedicati alla produzione di uve Sangiovese e Merlot che vanno a comporre l’unico vino rosso prodotto dall’azienda: il Camerte. Rosso rubino che vira sul granato. Al naso prende la strada delle sfumature terziarie, in particolare frutta matura sotto spirito, fiori rossi appassiti, note speziate e di “contorno” come il tabacco, il cuoio, la liquirizia ed il cacao amaro. In bocca è pieno, il tannino è fine ed elegante, ben integrato. Allungo di media gittata con bocca avvolgente e fine sul finale.
84/100 – Il Paonazzo Fattoria Serra San Martino 2006 (Cat. D)
In questo caso abbiamo l’espressione del Syrah della Fattoria Serra San Martino, un vivido rosso porpora di media intensità. Ci invita a mettere subito il naso nel bicchiere e scoprire con piacere che le sensazioni che si aprono a noi sono la freschezza di frutta rossa e la vivacità del pepe. Al palato, si mette in movimento con vivacità ed incisività, sul sottile filo tra la concentrazione e la leggiadrìa, chiudendo in bellezza e lasciando un’ottima impressione, di quanto possa esprimere questo vitigno in terra marchigiana.
83/100 – Villa Castiglioni Bisci 2006 (Cat. B)
Non possiamo di certo imputargli una mancanza di personalità al Villa Castiglioni di Bisci. Prima di tutto perché parliamo di un mix di uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon, prodotto a Matelica nella Valle dell’Esino (e non in Val di Pesa…). Secondo, per l’espressività del frutto. Premesso che non stiamo parlando di un vino con gli attributi e che vuole puntare tutto sulla concentrazione e sulla potenza, ma che predilige un impatto più delicato e con un quadro aromatico più soffuso. Note di frutta a bacca rossa come la fragola ed il lampone, note speziate dolci ed un fumè appena accennato. Al palato si mostra sottile, docile e molto equilibrato. Un tannino lievemente appuntito e tanta, tanta freschezza.
83/100 – Camerlano Garofoli 2006 (Cat. A)
Il Camerlano è un vino ottenuto da uve Merlot e cCabernet Sauvignon con l’aggiunta del Montepulciano. Di un bel rosso rubino vivo. Al naso vengono privilegiate le sfumature che vengono regalate da sua maestà il Merlot, con note di sottobosco e felce, fino a sfociare in sentori di champignons e tartufo. Una vena erbacea appena accennata data dal Cabernet e quel pizzico di personalità data dal Montepulciano. Al gusto ha una buona avvolgenza con tannini di media entità, ben amalgamati anche grazie al soggiorno passato in barrique. Ottimo il suo equilibrio che non fa pesare la sua forza iniziale data dall’alcool.
81/100 – Vigneto Solleone Fattoria San Lorenzo 2004 (Cat. C)
Vino ottenuto dalla vinificazione di sole uve Montepulciano. Rosso rubino di bella vivezza, all’olfatto si presenta fresco e croccante con sensazioni secondarie che si affacciano su un quadro in progressione verso l’evoluzione e note fumè molto marcate. Al gusto si presenta in punta di piedi, senza voler stupire, ma in maniera molto corretta e puntigliosa. Persistenza di media lunghezza.
-NON ABBIAMO POTUTO DEGUSTARE.
I più attenti noteranno che mancano i vini di due aziende come Valturio e Lanari. Aziende che sono inserite nell’indice regionale delle cantine aderenti alla nostra Guida dei Vini on-line, in quanto hanno accettato fin dall’inizio il nostro invito, inviando il loro consenso. Purtroppo, non abbiamo mai ricevuto i campioni da parte loro, nonostante i ripetuti e continui solleciti. Esigenze di programmazione e pubblicazione di questa recensione, hanno dovuto quindi escluderle da queste sessioni, in quanto nono siamo stati messi nelle condizioni di poterli valutare insieme agli altri, come previsto dalle nostre condizioni. Manteniamo intatti gli auspici di averli presto in una delle prossime sessioni.
3) CONCLUSIONI FINALI
Se percorriamo la costa adriatica marchigiana nella direzione di Ancora, ad un certo punto ci imbattiamo in un monte proteso verso il mare, il Conero. Siamo proprio partiti da quì con il nostro viaggio tra i vini rossi marchigiani. Denominazione riconosciuta a DOC nel 1967 e che, nella versione Riserva, ha ricevuto di recente la DOCG. Ma non sono queste le caratteristiche importanti che rendono unico questo vino nel panorama italiano. Si parla in primis della peculiarità geologica e climatica di questa zona, perché solo così risulta immediatamente evidente la spiccata vocazione per i vini rossi in genere e quanto vi sia un habitat incredibile per il vitigno Montepulciano: il terreno calcareo (povero, ma di grande struttura) ed un microclima caratterizzato da brezze marine consentono infatti al Montepulciano di imprimere al Rosso Conero una tipicità unica, che si respira già percorrendo la Strada del Rosso Conero, dove troviamo un pittoresco scenario punteggiato da ginestre, corbezzoli e lecci.
Nelle aziende produttrici dei vini che abbiamo degustato riscontriamo prevalentemente due filoni distinti: il primo comprende le aziende che hanno iniziato la loro attività vinificando quello che da sempre viene però considerato “il” vitigno principe delle Marche, ovvero il Verdicchio (e di cui abbiamo già parlato quì), e che, con il passare del tempo, hanno desiderato ampliare la gamma dei vini da esse commercializzati e che quindi hanno trovato naturale farlo impiantando vigne di Montepulciano in primis e poi di altre uve a bacca rossa, mentre il secondo filone include quelle aziende che, fin dalla loro nascita, hanno deciso di puntare sui vini rossi, e ciò è avvenuto in alcuni casi come scelta “predeterminata” a causa delle caratteristiche pedoclimatiche dell’ubicazione dei vigneti, in altri invece è stata la lungimiranza del viticoltore a decidere di puntare su un certo tipo di uve ed eventuali uvaggi.
Pertanto un punto fermo può già essere delineato: il Montepulciano nelle Marche non è (o almeno non lo è più) il fratello minore del Verdicchio, ma semplicemente, può essere visto come ruolo di “complice” e che per lungo tempo è stato semplicemente lontano dai riflettori, ma che adesso emerge con tutto quel vigore che fluttua anche dentro il bicchiere. Altra considerazione andrebbe fatta in merito alla profonda distinzione che li diversifica dai vini prodotti da questo vitigno nel vicino Abruzzo.
La seconda riflessione che deve doverosamente essere compiuta riguarda il livello qualitativo dei vini rossi che abbiamo degustato: ormai non siamo più di fronte a delle realtà promettenti, ma più esattamente, si tratta di grandi realtà, da cui escono vini spesso notevoli, quasi sempre interessanti, con profili che li rendono perfettamente riconoscibili rispetto ad altri rossi dell’Italia Centrale: si tratta di vini con sentori eleganti di frutta rossa come ciliegia, che ci raccontano il progetto di chi li produce (con un’attenzione sempre protesa alle nuove tecnologie in armonia con la natura) e dei variegati territori di questa regione.
Un’ultima considerazione: accanto al Montepulciano si è largamente diffuso l’impianto di altre tipologie di uve a bacca rossa, in particolare Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot, sempre nell’ottica che questa è terra per molti aspetti vocata per i vini rossi, i quali sono interpretati sempre con una mano peculiare che ormai ci fa dire “Marche” in maniera inequivocabile sia quando i vini provengono da vitigni autoctoni sia da vitigni internazionali.
La strada è stata ora tracciata, quello che si auspica in futuro è dare maggiore vitalità ad alcuni tratti caratteriali che vengono tuttora evidenziati nei vini ( e non ci riferiamo al solo uso del legno) e di proseguire con una più ragguardevole continuità, costanza e allargamenti qualitativi anche per molti vini “base” aziendali, di questa regione. La crisi che negli ultimi tempi ha colpito sulle tasche dei consumatori, ha orientato gioco-forza le scelte di molti di questi nell’optare verso vini con quel famoso rapporto qualità-prezzo che, a oggi, non vengono ancora presi bene in considerazione nelle potenzialità del primo elemento. Considerando che stiamo parlando di una regione che proprio su questi vini, sia bianchi che rossi, per via delle loro peculiarità, possono dire la loro in quanto ad originalità ed unicità e compiere quell’importante passo in avanti con serietà, distinzione e stile, dal vortice dell’omologazione.
Prima di concludere definitavemente, vi diamo qualche informazione sulle ultime annate.
2004. La vendemmia anticipata dell’annata 2003 e le successive buone condizioni meteo che sono seguite anche nei primi mesi dell’anno successivo, hanno consentito alla vite di accumulare molte sostanze nutritive negli organi di riserva. Le piogge che hanno caratterizzato la primavera inoltrata, non hanno pertanto reso necessario degli interventi fitosanitari importanti. C’è stato un incremento produttivo del 33% rispetto al 2003, ma questo è da imputare maggiormente alle difficoltà registrate nella vendemmia precedente e non deve far pensare ad un abbassamento della qualità in seguito ad un’innalzamento delle rese. I vini di questa annata sono senza ombra di dubbio, di ottima qualità.
2005. Dopo la storica nevicata di Gennaio/Febbraio 2005 (con oltre 1 metro di neve!) ed un’estate con temperature ottimali per la vite ha portato ad una regolarità nelle vendemmie di tutte le uve, raccolte in buono stato e che hanno anche permesso ai vini, di dire la loro, fin dai primi istanti di vita, esprimendo una buona qualità e una buona permanenza in cantina (per i vini da invecchiamento) nel medio periodo.
2006. Questo millesimo presenta vini ottimi, spesso eccellenti. In molti casi questa caratteristica è andata a braccetto con l’esperienza accumulata sul campo da parte di tanti produttori che da diversi anni si sono convertiti sulla strada della qualità e gli hanno permesso di “lavorare” su delle uve che, a detta di molti, sarà ricordata come la migliore dei 5 anni precedenti. Con il risultato di avere tra le mani delle bottiglie che faranno la storia di questa regione. Il mese di Agosto, spesso nuvoloso e con diverse precipitazioni (senza grandine) ha determinato un ritardo nella maturazione e dei livelli molto alti nelle maturazioni fenoliche e conseguentemente degli apporti aromatici nei vini, molto elevati.
2007. Ottimo andamento primaverile, estate dominata dal sole e con poche piogge. I temporali registrati verso la fine di Giugno hanno riequilibrato gli elementi di molte viti ed evitare di andare in stress idrico. La peronospora è stata quasi inesistente. E’ stata riscontrata un’ottima carica aromatica e le uve sono entrate in cantina con un ottimo profilo sanitario. I vini di questa annata sono anch’essi di qualità ottima, in molti casi eccellente. In alcuni casi si è rivelata addirittura migliore della 2006, nonostante abbiano qualcosa in meno sul piano della freschezza, sempre paragonandoli alla vendemmia precedente.
2008. Gli ultimi mesi del 2007 ed i primi del 2008 hanno registrato molte e ripetute piogge. Mentre l’estate non verrà di certo ricordata come una delle migliori. Piovosa e con temperature mai elevate (anche se in maniera meno atroce della 2002) non hanno mai messo in condizioni le viti, di beneficiare degli sbalzi termici. A detta di molti produttori, la vendemmia è da considerarsi comunque buona. A noi diventa difficile avere le stesse vedute ottimistiche, dovute anche in seguito agli assaggi dei vini e crediamo che tra qualche anno, saranno pochissimi quei vini che potranno essere, di fatto, inseriti nel Gotha italico.
Molto meglio, quanto viene prospettato dalla 2009. A dispetto della crisi.
Articolo redatto da:
Maurizio Zanolla
Referente regionale delle Marche e dell’Umbria.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S.
Sommelier e titolare dell’Accademia dei Palati di Firenze.
Miglior Sommelier di Toscana 2005 e vice-campione del Master del Sagrantino 2009.
Si ringraziano i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Friuli Venezia-Giulia
-I vini bianchi (prima parte). Chardonnay, Friulano, Malvasia e Pinot Bianco.
-I vini bianchi (seconda parte). Sauvignon, Pinot Grigio e “blend”.
-I Vini rossi ed alcune “chicche” dolci.
Marche
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
Toscana
Sicilia
-I vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I vini binchi e rossi di Sicilia.
Le degustazioni si sono svolte presso il Ristorante La Nuova Tagliatella di proprietà di Cristiano Cini, Responsabile della commissione del centro-sud della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto.
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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