(SPAZIO PER VALUTAZIONE AZIENDALE)
Anno di Fondazione: 1986
Proprietà: Roberto Voerzio
Enologo: Roberto Voerzio
Agronomo: Roberto Voerzio
Addetto al ricevimento: Roberto Voerzio
Ettari di proprietà e/o affitto: 15 ha di proprietà + 7 ha in affitto
Produzione annuale in bottiglie: variabile tra le 35.000 e le 60.000
Vendita diretta in Cantina: NO
Vendita dei vini On-line: NO
Visite in cantina: Normalmente Roberto Voerzio non accetta visite in cantina, ma viene dato questo privilegio ai titolari della tessera Amici Gourmet. Previo appuntamento. Esclusi i week-end ed i periodi “critici” in campagna.
Caratteristiche principali di gestione nel vigneto: rese basse (500g-1,2kg per pianta), densità 6000-8000 piante/ha, potatura corta(5-8 gemme) nessun utilizzo di diserbanti o antimuffa o sostanze che interferiscono sul ciclo vegetativo della pianta o sulla maturazione dell’uva, concimazione con fertilizzante naturale.
Utilizzo di lieviti selezionati: NO
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2011/2012:
95,5/100 – Barolo Riserva Vecchie Viti Capalot e delle Brunate 2006 (Cat. H solo in magnum)
Le qualità enologiche di Roberto Voerzio le abbiamo più volte raccontate in queste pagine. Così come la grandezza della batteria dei Barolo 2006 che trova il suo giusto coronamento nella Riserva “Vecchie Viti”. Un vino monumentale quanto a imponenza, razza e sostanza, ma capace di mantenersi sui binari della classe e dell’eleganza. Almeno per quanto riguarda la parte fascinosa dell’olfatto. Scintillante nella definizione del frutto, raffinato e signorile in pieno stile Voerzio, capace di stratificarsi in maniera cadenzata, quasi fosse un orologio svizzero. Anche il palato rafforza quanto descritto in precedenza con fare serioso ed un filo più contratto. Il tratto più deciso e incisivo è dato da una trama tannica fitta e mordente, quasi inusuale in questi termini nei vini di Roberto, in grado di diventare ancor più pressante con il proseguire della degustazione. Il solo dubbio che ci lascia, è che questa possa affievolirsi in futuro e diventare più docile. Il ritorno aromatico della persistenza torna a manifestare la grandezza di questo grande vino. L’ennesimo per la storia di questo eccezionale vigneron.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2010/2011:
95/100 – Barolo Brunate 2006 (Cat. H)
Ti verrebbe quasi di dare lo stesso punteggio a tutti, in quanto il carattere, il peso e la classe sono monumentali per tutte le etichette. In sintesi, possiamo dire che le differenze di punteggio tra i vari cru trovano la loro naturale traduzione nella diversità dei singoli elementi. Partendo dal frutto, il Rocche dell’Annunziata è quello più “integro”, il Sarmassa denota potenza e stoffa, Cerequio è più rigido, mentre il Brunate porta nel DNA la classicità assoluta, con un frutto più posato e tendente verso quel carattere speziato ed un pizzico più evoluto. Mentre al palato è il tannino del Brunate a graffiare di più. Ma nessun allarme… la finezza è quella di sempre.
94/100 – Barolo Cerequio 2006 (Cat. H)
L’unica caratteristica che vede il Cerequio distanziarsi dai suoi fratelli, è da ricercare in un carattere più chiuso, capriccioso e corrucciato. Avrà bisogno quindi di tempo per esprimersi e trovare quell’equilibrio per poter dare quelle stesse emozioni che sono proprie ed intrinseche nei Barolo 2006 di Voerzio. Da aspettare.
97/100 – Barolo Rocche dell’Annunziata Torriglione 2006 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Allacciatevi le cinture, perché un nuovo viaggio è cominciato! Se pensavamo di sapere ormai tutto su Roberto Voerzio e credevamo di aver carpito ogni suo segreto, ci sbagliavamo di grosso. Si stanno riscrivendo delle nuove pagine nella storia di questo vigneron. Se da un lato eravamo abituati alla rotondità, alla suadenza, alla concentrazione, alla meticolosità dei suoi vini, ecco che presto sui nostri taccuini prenderanno forma degli appunti che riguarderanno più da vicino certi acuti, certe interpretazioni che riguarderanno dei frutti ancor più precisi e dettagliati. Le rese continueranno ad essere bassissime, ma il più grosso cambiamento riguarderà la cantina, dove hanno già preso posto alcune botti da 12 hl e dove stanno riposando i vini a partire dall’annata 2008. Ma un segno già tangibile, pur essendo elevato in barrique, lo abbiamo nella lettura di questo splendido vino. Un capolavoro assoluto. Possiede la grande finezza dei 2001, ma con un rigore ed una espressività più eloquente ed intensa. Il Rocche dell’Annunziata Torriglione si posiziona in vetta, rispetto agli altri cru di casa Voerzio, per la fragranza ed una maggiore integrità del frutto e quel tocco di balsamico che lo rendono estremamente godurioso. Tutte caratteristiche, sia ben chiaro, che si ritrovano anche nelle altre versioni di pari annata, ma che non imprimono la medesima passione, slancio emotivo ed eccitazione bramosa che ha invece questo vino. Non vorresti staccare mai il naso dal bicchiere, al fine di continuare a vivere nel vostro stato di sovreccitazione, e passare lentamente al secondo step, ovvero quello gustativo, cercando di non lasciarvi troppo ammaliare dalla sua facilità di beva. Il palato viene cesellato da un continuo, ordinato ed equilibrato passaggio di tutte le sensazioni, senza che nessuna di essa prevalga sulle altre. Non saranno vini per tutte le tasche, ma il risultato è di quelli che difficilmente si faranno dimenticare presto.
96/100 – Barolo Sarmassa di Barolo 2006 (Cat. H)
Quattro etichette di Barolo 2006 (il La Serra non è stato prodotto, mentre il Capalot se ne parlerà forse molto più avanti…) targate Roberto Voerzio ed una più buona dell’altra. Il carattere del frutto di questo Sarmassa è, a tratti, più freddo e più distaccato di quello che abbiamo trovato nel Rocche dell’Annunziata, ma qui abbiamo potenza e tanta profondità. Una complessità meno appariscente, ma più minuta. Tanti piccoli tasselli belli, variopinti e prestigiosi come dei grandi Bisazza. Di grande classe quindi. Articolato e molto dinamico al palato, con la trama tannica e l’acidità che formano una spina dorsale sinuosa e perfetta. Oggi, ma anche tra diversi decenni. Prodotto solo in Magnum. Ve la potete cavare con 280 europei in enoteca, o giù di lì. 280 euro di assoluta goduria ed emozione. Emozione capace di travolgerti ma che non ha prezzo. Per tutto il resto, come sapete, c’è Master card.
88/100 – Langhe Nebbiolo S. Francesco-Fontanazza 2007 (Cat. E)
Il vino si consolida sulla stessa linea centrata lo scorso anno con l’annata 2006, con una maturità del frutto più calda, con qualche accenno di sostanza in più ed un filo emozionale in meno. Bocca che diventa ampia da una sensazione pseudo-calorica importante, ma sostenuta da una freschezza che dona vitalità e permette di chiudere in tutta eleganza.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2009/2010:
88/100 – Langhe Nebbiolo 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Vi vedo neh…so’ che siete lì a dire: ” ‘ettepareva se l’EnoCentrico non dava l’Altissimo Ceto a Roberto Voerzio… addirittura sul Langhe Nebbiolo poi…”. Ma stavolta vi sbagliate, perché la media del punteggio e la valutazione dell’AC è stata data in maniera unanime da tutti i membri della giuria. Sicuramente siamo di fronte a un vino più “concentrato” e più “muscoloso” rispetto al vino descritto appena sopra, ma il lato magico di Roberto è sempre quello di andare in bottiglia, mantenendo equilibrio, eleganza ed… emozione.
90/100 Langhe Rosso Fontanazza-Pissotta 2005 (Cat H)
Grande prova per la versione 2005 del Merlot di Roberto Voerzio, che “sbaraglia la concorrenza”, varca la soglia dei 90 punti e si aggiudica il primato come il miglior vino di questa denominazione. Un successo che non è stato perentorio, paragonabili ad esempio ai 9,58 di Bolt sui 100 mt, ma che invece ha nascosto non poche difficoltà, date più che altro dal suo esordio nel bicchiere, in virtù di una partenza un po’ in sordina. Infatti gli ingranaggi delle componenti del profilo aromatico, hanno impiegato qualche minuto per registrarsi e poter quindi sfoderare una complessità di tutto rispetto. Al primo impatto le note dolci la facevano da padrone, lasciando spazio a note leggermente accennate di erba tagliata. Mentre l’ampiezza, l’avvolgenza, la progressione e la persistenza aromatica presenti al palato ed in fase retro-olfattiva, hanno dato delle precise indicazioni di cosa sarebbe diventato di lì a poco, questo Fontanazza-Pissotta. I sentori di erba tagliata, hanno fatto spazio a note di sottobosco, muschio, sentori di felce, il tutto in condizioni di maturità di frutto davvero esemplari. Pronti a scommettere che, con qualche anno di maturazione in bottiglia, avremmo sfumature ricche e avvolgenti da grande Pomerol…
94/100 – Barolo Cerequio 2005 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Passano gli anni, ma il nostro Roberto Voerzio, propone sempre vini di classe infinita, con il medesimo rigore che li contraddistingue e portando sempre nuovi argomenti di discussione al momento dei loro assaggi. Discussioni che raccontano di ricchezze aromatiche e sensazioni che potrebbero essere tranquillamente sostituite da un ben più significativo: “Senza parole”. Questa volta, contrariamente a quanto fatto in passato sulle nostre “pagine”, ci siamo trovati nella bellissima situazione di degustarli a bottiglie coperte, in compagnia delle migliori interpretazioni territoriali. Proprio questo è servito per far(ci) capire che lo “stile Voerzio” è proprio l’opposto di quello raccontato da più parti, fatto solo da muscoli e concentrazioni e che potrebbe far intuire, solo in seguito, una volta conosciute le bassisime rese delle uve usate per ottenerli. Vi diremo ancora di più, sono davvero una cerchia ristretta, quei vigneron, capaci di imprimere un loro stile ed una loro personalità ai vini, senza modificare e forzare i tratti di quella comunicazione chiamati vigna e millesimo. Così, ogni anno, si può giocare sulla scommessa di quale cru, prenda l’alloro del migliore. Il Cerequio 2005, sfodera potenza, pur con meno cavalli rispetto alla 2004 in commercio dallo scorso anno o alla 2006 assaggiata in anteprima in cantina da lui. Dotato di grande dolcezza e fragranza di frutto, è il più caratteriale dei cru presentati. In bocca è avvolgente, di buona concentrazione, con una trama tannica di grande fattura ed un finale che non si scorderà mai.
93/100 – Barolo Brunate 2005 (Cat. H)
Il Brunate 2005 di Roberto Voerzio si mostra con la solita classe di sempre. Forse il cru aziendale dove il terreno di origine regala delle uve che si traducono in sintesi per essere quello più costante e meno incline a cambi di direzione. Rispetto al Cerequio si organizza con un frutto con dei caratteri più speziati non evoluti ed una trama tannica più integrata che lascia pensare ad una predisposizione alla stappatura più “precoce”, anche rispetto al La Serra.
91/100 – Barolo La Serra 2005 (Cat. H)
Il Barolo La Serra 2005 di Roberto Voerzio è risultato essere quello più “contratto”. Ci sono i presupposti e le caratteristiche del grande vino. Volume, spessore, equilibrio ed eleganza, ma in questo momento fatica ad uscire con la medesima distensione degli altri cru di Roberto.
95/100 – Barolo Ris. Vecchie Viti dei Capalot e delle Brunate 2004 (Cat. H)
Secondo voi, il Vecchie Viti di Roberto Voerzio poteva mancare all’appuntamento dell’eccellenza con il millesimo 2004? Certo che no. Infatti, si è fatto trovare pronto, in perfetto e lucido abito da sera, simbolo di un’eleganza ed una finezza estrema. Un frutto ricco, concentrato, complesso e molto variegato, ottenuto dalla ricchezza regalata dalle uve da vigne vecchie. Porta con se le caratteristiche della 2004, dando un profilo olfattivo che andrà in la’ con il tempo, ma risulta già molto aperto oggi. In bocca è suadente, lineare. Corre dritto senza sbavature verso un finale che non molla mai la presa.
91/100 – Barbera d’Alba Riserva Vigneto Pozzo dell’Annunziata 2005 (Cat. H – la magnum)
Che fosse riscontrabile la grandezza della Riserva Pozzo dell’Annunziata lo potevamo immaginare. Così come è facilmente intuibile che nel bicchiere, l’annata 2005 ha (è avrà per molto tempo) stoffa e carattere da vendere, pur non avendo la medesima complessità nelle sfumature aromatiche e la medesima profondità della versione che l’ha preceduta. La 2004 viaggia su altri pianeti e difficilmente sarà presto raggiunta (la 2006 non verrà prodotta…), ma la proverbiale cura maniacale che applica Roberto Voerzio nel lavoro in vigna, gli può garantire, quando ovviamente tutto fila per il verso giusto e si riesce ad andare in bottiglia con un vino senza “intoppi”, dei risultati che si attestano sempre a livelli altissimi e conservando quel doveroso appeal che viene regalato da madre natura, nelle diversità di ogni annata. Detto questo, per chi avrà impresso nella memoria quanto raccontato dall’annata 2004, la prima cosa che gli balzerà agli occhi, pardon al naso, è l’immediatezza aromatica che in questo vino risulta un po’ più frenata e che ha bisogno di più tempo per esprimersi, mentre il frutto si rivela ricco ed ampio, ma con un grado di maturità più “acerbo”. Caratteristiche, queste, che li accomuna nelle differenze, anche con i Barolo. Il corredo speziato si evolve più verso il piccante, mentre al palato si stampa con minore avvolgenza e un filo in più di nervosismo. Mentre la capacità di diversificarsi e di non giocare mai le stesse carte, rimangono invariate.
87/100 – Barbera d’Alba Vigneti Cerreto 2006 (Cat. E)
Sarà pure chiamata la “Barbera dei poveri”, ma non c’è poi tutta questa distanza rispetto alla sorella Pozzo. In quanto, la qualità è comunque quella che ci si spetta da un vino di Voerzio. La cura nel vigneto è la filosofia di base è la stessa, quello che cambia è il vigneto, la densità di viti per ettaro, un pizzico di resa per pianta in più e nell’affinamento. Per il resto troverete le dovute differenze sul piano dello spessore e della complessità/persistenza, mentre avrete la medesima percezione di una Barbera ben fatta, concentrata il giusto, precisa e definita nel dettaglio aromatico e nelle finalità al palato, compresa l’identica dolcezza del tannino.
86/100 – Dolcetto d’Alba Priavino 2007 (Cat. B) Recensito quì
Le nostre sessioni, come sapete, avvengono “alla cieca”. E come tutti i panel che si rispettino, c’è sempre qualcuno che mischia le carte. Di proposito. Tanto da inserire dei campioni che nulla hanno da spartire per origine e vitigno del tema in questione, ma che possono mostrare però delle somiglianze caratteriali. Un colore pieno, profondo e compatto che vira leggermente al granato e di una consistenza evidente. Naso ampio e articolato in cui emergono fiori secchi e cardamomo, ingresso disposto su densità e calore, dove la competenza del frutto sembra appartenere al Sud, mentre l’acidità e il tannino, caratterizzano le naturali provenienze nordiche… Tant’è che alla fine scopriamo che dietro a tutto questo, c’è la mano di uno dei più grandi nostri autori contemporanei.
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
Recapiti:
Az. Agr. Roberto Voerzio
Reg. Cerreto 7
12064 La Morra (CN)
Tel: +39 0173 509196
Fax: +39 0173 509196
Skype: –
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Indirizzo posta elettronica: voerzioroberto@libero.it
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