(SPAZIO PER VALUTAZIONE AZIENDALE)
Anno di Fondazione: 1920
Proprietà: Roberto Conterno
Enologo: Roberto Conterno
Agronomo: Albino Morando
Addetto al ricevimento: Erica Zanlorenzi
Ettari di proprietà e/o affitto:14 ha (Cascina Francia- Serralunga d’alba)
Produzione annuale in bottiglie: 50.000
Vendita diretta in Cantina: NO
Vendita dei vini On-line: NO
Visite i cantina: SI. Solo su prenotazione.
Caratteristiche principali di gestione nel vigneto: le uve provengono dal vigneto di Cascina Francia, a 400 metri d’altitudine, con esposizione a Sud-Ovest. Il terreno è calcareo di medio impasto con scheletro formato da sassi di arenaria. Il sistema di allevamento della vite è a Guyot.
Utilizzo di lieviti selezionati: SI
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2011/ 2012:
98/100 – Barolo Riserva Monfortino 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Sappiamo che la perfezione in campo enologico non esiste, ma abbiamo anche imparato quanto questa a volte, possa essere sfiorata da alcuni vini. Diciamo che anche noi ci mettiamo mentalmente del nostro e che ci facciamo facilmente suggestionare dal fascino magnetico di alcune etichette, anche quando le stesse vengono degustate alla cieca, come nel nostro caso, in comparazione con altri miti della denominazione. Però se il Monfortino si è guadagnato nel corso degli anni quell’alone di prestigio, ci sarà pur un motivo. La 2004 sprigiona energia da tutti i pori, fin dalle prime battute. Ha una capacità di essere talmente complesso, accattivante, suggestivo e appagante oggi, che appare quasi disarmante; ma dietro a ogni tonalità cromatica, a ogni sfumatura olfattiva, a ogni tratto gustativo, c’è nascosta la sua forte abilità di palesarsi giovane, “crudo” e con tanta voglia di vivere e di crescere insieme. Possiede una delle più belle sfumature balsamiche e mentolate di sempre, il frutto si manifesta con un grandissimo livello di maturità, polposo, ricco e caldo, ma fragrante e croccante al tempo stesso, ti viene quasi voglia di addentarlo e di morsicarlo. Vogliamo parlare delle dolci nuances di violetta e delle gradazioni speziate? Fascino, garbo ed un pizzico di sex appeal tutti racchiuse in una bottiglia. La bocca scorre con le medesime “magie”, uscite dalla bacchetta magica di Roberto Conterno, solo che al posto del cilindro ci sono le imponenti botti di rovere, solo che al posto del coniglio c’è la quintessenza del magico terroir di Serralunga. La trama tannica sembra cucita all’uncinetto, mentre la grande freschezza rende vigoroso il tutto, preparando un’uscita di scena sul tappeto rosso resa ancor più imperiosa dalla scia sapido-minerale. Preparategli una bella culla nel vostro angolino in cantina, rimboccategli le coperte e augurategli buon riposo perché ne ha bisogno. Perché è un grande vino. Perché è un Monfortino.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2010/ 2011:
96/100 – Barolo Cascina Francia 2006 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Proviamo per un attimo (e in poche righe) a tracciare quali sono i presupposti e le caratteristiche che ci dovremmo aspettare da un grande vino. Prima di tutto il grande vino dovrebbe nascere, almeno si spera, da una grande annata. La grande annata è data, quando anche l’asticella dei vini cosiddetti di medio-basso profilo, è anch’essa elevata. Il grande vino non nasce solo in Francia; si può fare anche nelle più grandi denominazioni italiane per esempio. Il grande vino è la sintesi, o meglio, è l’esaltazione di una serie di parametri che non sono patrimonio di tutti, ma solo fruibili da pochi eletti. La/le grande/i vigna/e, l’esposizione, il suolo… insomma tutto quello che i “seguaci” di Sarkozy chiamano: terroir. Questo darà una grande uva. La grande uva diventerà grande vino, quando a governare la loro regia, si ha come primo interprete un produttore che risulti essere capace, abile ed intelligente. Ed in grado di mettere a frutto tutto quanto gli è arrivato in dote, in beni tangibili e non, dalla generazione precedente. E se quella generazione ha contribuito a scrivere la storia di quella denominazione, ecco che il nostro cerchio si chiude. E non bisogna essere delle cime della sapienza della “santa critica enologica”, per capire che Roberto Conterno è uno dei nostri migliori vigneron e che il “suo” Cascina Francia 2006 è un grande vino. Ma la premessa è stata doverosa poiché a bottiglia ancora coperta, il vino tendeva a sovrastare e dare quel qualcosa in più nel bicchiere, anche all’interno di una sessione di tanti ottimi vini. Ed i componenti del panel si ponevano appunto degli interrogativi e cercavano di dare ciascuno la propria interpretazione sulla differenza tra un grande Barolo ed un ottimo Barolo. Ma la soluzione non era da ricercare nell’inchiostro delle nostre biro intente a scrivere descrittori, caratteristiche, elementi cromatici, olfattivi o gustativi, ma si potevano leggere solo sulla nostra pelle e nel nostro cervello, solamente sul filo delle emozioni che questo vino è stato capace di dare. Quelle stesse emozioni che il Cascina Francia porterà in dote per molto tempo e che riuscirà a regalare a chiunque affonderà il cavatappi nel suo turacciolo nei prossimi decenni. O che potrà essere lasciato tranquillamente in dono alla prossima generazione. La nostra questa volta…
97/100 – Barolo Riserva Monfortino 2002 (Cat. H)
Altissimo Ceto
I miti enologici crescono, si elevano e si consolidano. Sempre. Con il passare del tempo. Con il passare delle generazioni. Con il passare delle mode. I miti enologici rimangono tali, sempre. Si può passare con estrema naturalità negli apprezzamenti dei gusti, prima dai vinoni iperconcentrati per palati yankees, poi ai vinelli dealcolizzati per quelli anti-palloncino. Vigne che cambiano le loro generalità senza che queste vedano mai arrivare alla maggiore età. Vigne dove l’altro ieri trovavi piante di Cabernet, ieri c’erano quelle di Syrah e oggi qualsiasi cosa, purché sia rigorosamente autoctono. Ma i miti enologici sono sempre lì. Splendenti più che mai. Inflessibili. Così succede che in tempi dove i cambiamenti sono all’ordine del giorno e sono più rapidi di una connessione a banda larga, hai voglia di certezze, sicurezze, verità. Ed è proprio in questi momenti che ti accorgi che un certo Roberto Conterno sta facendo maturare il suo Nebbiolo “atto a divenire Barolo Riserva” proveniente dal millesimo 2002. E ti stupisci. Colto da una sindrome marzulliana incominci a farti delle domande e darti delle risposte da solo. Ma come? Proprio dalla 2002? Ma non ce l’avevano descritta come una delle annate…più piccole? Tanto per usare un termine che non sia censurabile. Così, la sete che ti prende è più forte della tua predisposizione mentale nel voler assimilare dei concetti e delle spiegazioni che vadano contro la naturalità di quanto ti è stato descritto di quell’annata. Non ti resta che fiondarti in cantina, perché vuoi toccare con mano la realtà delle cose. E ti accorgi che Roberto Conterno è distante anni luce da tanti Harry Potter del lievito selezionato o da tanti Silvan del concentratore. Niente magia, niente illusionismo, niente “prestigiribirizzazione”. Tutto naturale, tutto concreto, tutto terribilmente vero. Non c’è bisogno della telefonata a casa, per cercare la giusta risposta. Ce l’hai sotto gli occhi. E’ scontata. Poi arriva il momento che quel Nebbiolo vada in bottiglia e diventi finalmente un Monfortino ed infine scivolare beatamente nei nostri bicchieri. Ed è in quel momento che in mezzo a tanti altri, quel liquido incomincia a diventare qualcosa di magico. Spiritato? No, di “spiritato” ci sono solo i sentori di ciliegie, in un mare di complessità sconfinata. Unica. Balsamica, speziata e minerale. E così all’infinito… Il palato ha la soffice trama di un grande Vosne-Romanée, la terrosità di un grande Côte RotÎe, la mordenza tannica di un grande Madiran. Ma l’unicità, quella no. Quella è di un grande Monfortino. Perché e proprio di lui che stiamo parlando.
Per chiudere, ci sentiamo di affermare che non avrà magari la potenza della 2001, ma la lunghezza, la profondità e l’articolazione sono comunque degne di un grande Monfortino. Un mito enologico. Un’opera d’arte.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2009/ 2010:
93/100 – Barolo Cascina Francia 2005 (Cat. H)
Altissimo Ceto
E’ apparentemente difficile, valutare, giudicare e parlare di un Barolo di Roberto Conterno, quando questi ha alle spalle solo pochi mesi di bottiglia. Dobbiamo mettere in campo tutta l’esperienza, frutto anche di degustazioni di annate passate, alcune giovani, altre più mature, per capire che in questo vino c’è tutta la classe e la stoffa del grande vino. Un quadro olfattivo che sembra possedere un taglio più graffiante e mostra degli artigli più mordaci, se paragonato alla versione più “soffice” che era quella targata 2004. Un frutto ricco, concentrato, fragante, anche più “crudo”, rispetto a quest’ultima. Meno potente anche al palato, pur dimostrandosi molto vigoroso, grintoso e di carattere. Un vino che, come le migliori interpretazioni del Cascina Francia, avrà bisogno di (molto) tempo prima di trovare la giusta sinergia e di dire la sua anche a livello emotivo. Oggi possiede comunque tutte le carte per meritarsi un posto di rilievo nel panorama dei grandi Barolo e guardare dall’alto con la sua consueta personalità. Che va di gran lunga ben oltre, a quanto racchiuso in un “freddo” punteggio in centesimi.
90/100 – Barbera d’Alba Cascina Francia 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto.
A detta di Roberto Conterno, la Barbera d’Alba Cascina Francia 2007, è tra le più grandi che abbia prodotto. Come potremo dargli torto, se nel momento in cui, una volta messa in una degustazione coperta e comparativa, tira fuori tutto il suo carattere come poche altre? In più, lo fa mostrando un frutto più “caloroso” di altre versioni passate e con un temperamento speziato dai due volti. Uno più pungente fatta di pepe e chiodi di garofano che la portano ad assomigliare, in alcuni tratti, ai grandi Syrah del Rodano settentrionale ed uno più dolce e avvolgente, derivante sicuramente dalle caratteristiche dell’annata. Al palato la sensazione pseudo-calorica e la morbidezza che la contraddistingue vi potrà dare la sensazione di non possedere un notevole bagaglio tannico (cosa abbastanza usuale per il vitigno), il quale invece si rivelerà con una certa importanza nel prosieguo della beva, aiutato dalla consuetà spina dorsale acida che rimane integra di fronte anche ad un’annata dai toni caldi. Facile e anche scontato, oltre al rispettabile punteggio, dare anche la menzione speciale.
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
Recapiti:
Conterno Giacomo
Località Ornati, 2
12065 Monforte d’Alba (CN)
Tel: +39 0173 78221
Fax: +39 0179 787190
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