VIDEO VG-TV.
Azienda visitata il 17 e 18 marzo 2008.
Non a tutti capita di arrivare ad un certo punto della propria vita e sentire la mancanza di un posto dove passare le belle giornate di riposo, magari andando a cavallo, a spasso per la propria tenuta. Fino a quando, quello che fino a quel momento era solo un bellissimo oggetto che si materializzava solo nei vostri sogni, diventa una splendida realtà. Stai per mettere le mani sopra ad una delle proprietà dei conti Patrizi e finanziariamente fai di tutto per averla. Ma poi ti accorgi che in questa tenuta dove volevi passare solo i momenti di relax, ci sono tutte le condizioni per fare un’ulteriore business. Quindi da quei bellissimi vigneti che ti ritrovi nella tua tenuta, ti metti a produrre degli ottimi vini, da quegli ulivi centenari incominci a realizze del buon olio, da quei casolari sparsi tra le vigne, li arrederai in modo di farci un agriturismo di lusso. E cosa potrebbe mancare in tutto questo, se non un Ristorante per “sfamare” i tuoi clienti e nello spazio rimanente sfruttarlo per farci una stalla per l’allevamento delle Chianine?
Abbiamo detto che tutto ciò non è da tutti, ma è in sintesi invece, quello che è capitato a Paolo Nodari, persona che si è presentato da sola nel nostro video di apertura. Famoso avvocato, di origini mantovane. Persona determinata ed entusiasta per ogni cosa che fa’ e che passa la sua vita diviso tra le sue abitazioni di Roma, Amelia e… Somma Lombardo in provincia di Varese.
Nel nucleo centrale, in posizione stupenda, si erge la struttura più grande, ristrutturata per farci la sua abitazione e che amorevolmente condivide con la moglie, la Dott.sa Livia Colantonio. Bellissima signora, donna di grande charme, da sempre molto vicina al marito, non avara nel prodigare consigli soprattutto quando si tratta di prendere le decisioni più importanti. Quindi, supponiamo, che abbia messo non poco di suo nella scelta di acquistare questa tenuta.
Prima di entrare nei particolari del racconto prettamente professionale, facciamo il solito ripasso “guidaiolo”:
A.I.S.: La guida capitanata da Franco M. Ricci giudica con il riconoscimento dei quattro grappoli, il Merlot ’05 ed il Princeps ’04. Seguono con i tre grappoli il Selezione del Fondatore ’02 ed il Bianco delle Regine ’06
Gambero Rosso: Massimo riconoscimento, come avviene regolarmente dall’annata 2001, ancora al Merlot ’05. Per un soffio, con due bicchieri rossi, non si aggiudica il massimo riconoscimento il Selezione del Fondatore ’02. Due bicchieri neri al Princeps ’04 ed al Rosso di Podernovo ’04.
Per arrivare in questo luogo magico è facilissimo, l’importante è NON seguire le indicazioni del vostro navigatore (!!!) e se doveste perdervi, evitate di chiedere alla gente del luogo, perchè avreste soltanto risposte vane in quanto non sanno manco cosa sia questo benedetto…Castello delle Regine!
Per arrivarci c’è una sola via, percorrere la Autostrada A1 sul tratto Firenze-Roma ed uscire al casello di Orte. Proseguite per 5 Km in direzione di Terni, prendere l’uscita di San Liberato e seguire infine le indicazioni Podernovo Houses & Country.
A riceverci sulla soglia della reception uno dei fanti a servizio della Regina, il “mitico” Giuseppe Bombara, che è stato per tutto il tempo il nostro Cicerone, al quale va’ una nostra nota di merito per essere stato generoso di aiuti nei nostri confronti, attento e solerte in ogni momento del nostro piacevolissimo soggiorno al Castello delle Regine…
Bene, incomincia il Tour! Avanti Savoia…
Per girare tutta la tenuta prendiamo la macchina aziendale, rigorosamente sponsorizzata…
Però non vi dico la sofferenza, girare i 400 ettari della Tenuta, fatta solo di strade sterrate, in sei persone, a “cavallo” di un Doblo’. “Se becco quelli che fanno la pubblicità a quest’auto…” 😀
Le strade sono state lasciate volutamente sterrate al fine di un progetto complessivo che ha lo scopo di limitare il più possibile l’impatto ambientale e rendersi autosufficienti anche per quanto riguarda le forme di energia, ampliando, ogni anno, il numero di impianti fotovoltaici ed arrivare, il prima possibile, al programma finale che prevede il fatto di rendersi completamente autonomi.
La tenuta, è immensa, pensate che sfiora i 400 ettari di grandezza. Il suo nome deriva da quello che originariamente era chiamata “vallata delle Regine”, per la sua splendida collocazione, situata tra Narni ed Amelia in quel lembo di territorio sul confine con il Lazio e la Toscana. In giornate limpide, come quella che abbiamo incontrato noi (per una volta tanto…) potete godere di una vista mozzafiato!!!
L’anno ufficiale della nascita della Cantina è il 2000. Nella parte “storica” vi sono circa 10 ettari di vigneto, soprattutto coltivati a Sangiovese, con viti che superano i quarant’anni di vita e piantati in occasione, dalla precedente proprietà. Questi sono stati “adattati” ad una produzione di scelta qualitativa fatta, alla base, di uve frutto di basse rese (anche se, vista l’età, lo fanno già di suo…), vendemmiate solo a completa maturazione e con le migliori che vengono destinate ai vini top aziendali.
I vigneti vengono lasciati volutamente inerbiti, la “produzione integrata” è una sorta di biologico che prevede la scelta di limitare i trattamenti solo per lo stretto necessario. La composizione del terreno è prevalentemente argilloso-sabbioso, quindi molto adatti anche per la buona riuscita dei vini ottenuti dal vitigno Merlot, che qui dimora da più di un secolo, quindi lontano da ogni pensiero di supposizione di utilizzarlo per inseguire l’immagine del vino “modaiolo”.
Accanto a questi 10 ettari di vigneti “storici” aziendali più vecchi, si aggiungono altri 70 ettari di nuovi piantati intorno agli inizi degli anni ’90 e tra qualche anno entreranno anche in produzione altri dieci ettari. I “nuovi” impianti derivano da una selezione massale e concepiti dopo anni di studio dei terreni fatti dall’enologo-consulente Franco Bernabei e dall’agronomo aziendale Fabio Massani. Impianti ad alta densità, che raggiungono un “encépagement” di vitigni bianchi fatto da Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio e Riesling per la produzione del Bianco delle Regine e di Trebbiano, Grechetto e Malvasia per la produzione del Poggio delle Regine Bianco. I vitigni rossi oltre ai già citati Sangiovese e Merlot, contiamo uve di Cabernet Sauvignon che rientra nel blend del Princeps (anche se la spettacolare versione targata 2007 potrebbe portare ad una vinificazione in purezza…), Montepulciano e Syrah.
Girare tutta la tenuta è talmente affaticante che ci fermeremmo volentieri a fare una pausa in uno dei casolari…
Ma la cantina ci aspetta! Atrezzata con le migliori tecnologie, con vasche d’acciaio tradizionali a temperature controllate, di varie dimensioni che vanno dai 25 ai 110 hl. Questo per poter seguire la tracciabilità di ogni singola parcella e poter effettuare la vinificazione separata di ogni singolo vitigno. Per i bianchi è prevista la fase di crio-macerazione, ovvero la permanenza a freddo del mosto a contatto delle bucce, con lo scopo di una più ampia estrazione aromatica. Mentre i rossi sono vinificati con un sistema di follatura automatica interna alle vasche al fine di evitare ai vini quello “stress” che è dovuto ai rimontaggi. Tutte le fermentazioni alcoliche sono svolte spontaneamente, senza l’uso di lieviti selezionati, così come per le malo-lattiche per i rossi sono svolte solo attraverso la regolamentazione delle temperature. Tutta la fase di vinificazione è seguita, oltre al più volte menzionato Franco Bernabei, dall’enologo aziendale Fabio Bussetti.
Solo i vini rossi passano poi alla fase successiva, quella dell’affinamento. Di recente inaugurazione, la nuova cantina copre una superficie di 1.200 mq. Gradevole la sala degustazione con “vista” sulla cantina di affinamento.
In un nostro post precedente vi abbiamo già parlato del Dott. Franco Bernabei (in foto) e della sua filosofia di produzione.
Mentre nel prossimo video inedito, sarà lo stesso Bernabei a parlarci di come è avvenuto l’incontro con l’avvocato Paolo Nodari e di come si è arrivati ad alcune scelte aziendali…
Ritorniamo ora a dare la parola all’avvocato Paolo Nodari (in foto) per la seconda parte dell’intervista. Approfitto anche per fare pubblica ammenda se la nitidezza delle immagini a tratti non è stata perfetta. Purtroppo non ci è stato possibile ripeterla.
Nel secondo video, l’avvocato Nodari ci parla di Guide e delle sue preferenze nel campo vinicolo. (n.b. : Attenzione al Fuori Onda perchè è partita ufficialmente la campagna di rottamazione delle Flutes!!!)
p.s.: Nella parte iniziale del video, l’avvocato Nodari ha parlato di un “ritiro” da parte del degustatore Alessandro Masnaghetti. Questo ritiro era da intendersi alla conduzione della Guida dei Vini de L’espresso. Mentre tuttora il buon Masnaghetti continua a scrivere di vino sulla sua rivista Enogea e presto farete la sua conoscenza, proprio su queste pagine, in uno dei prossimi post.
Bene ed ora all’assaggio!
Bicchiereeeeee!
La degustazione si è svolta in due momenti diversi.
Nel pomeriggio il Dott. Franco Bernabei ha condotto una degustazione verticale di quattro annate del vino Sangiovese Selezione del Fondatore. Mentre alla sera, durante la cena, abbiamo compiuto gli altri assaggi. Per quando riguarda la scheda tecnica la rimandiamo a più tardi, così come il giudizio e la valutazione descrittiva dell’annata 2001.
Selezione del Fondatore 2000.
-Giudizio EC 17/20.
Prima annata di questo vino ed esordio con il botto. Prodotto in 13.000 bottiglie. Un Sangiovese, come piace definirlo Bernabei, dal carattere terroso che “Brunelleggia”. Profilo olfattivo di buona ampiezza, abbastanza restìo nel concedersi, con tonalità calde ed avvolgenti che si portano sul gobbo i tratti tipici dell’annata 2000. Tonalità calde ma senza eccessi e senza cedere nessuna caratteristica all’ossidazione perchè il vigore del frutto è sostenuto da una spina dorsale molto forte data da una materia prima molto buona, raccolta al suo perfetto stato di maturazione e che discendono dall’energia che danno le vecchie vigne. Lo stato di maturazione delle uve lo si vede anche dal’assenza di ogni nota vegetale che viceversa potrebbe disturbare la nitidezza aromatica cosa che spesso e volentieri lo troviamo in alcuni vini che derivano da uve di Sangiovese “crude”. In bocca riscontriamo avvolgenza e calore, senza purtroppo avere quella profondità e quell’allungo che sono invece alla base del 2001.
-Selezione del Fondatore 2001.
Vedi dettaglio tecnico successivo.
-Selezione del Fondatore 2002.
Giudizio EC 16,5/20
Una versione tutto sommato positiva, quella che riguarda l’annata 2002, dove sono state prodotte solo 7.000 bottiglie ottenute da una rigorosa e necessaria selezione delle uve, a seguito di quella che molti si ricorderanno essere stata un’annata segnata dalle forti piogge. Il bouquet è caratterizzato da un frutto sorprendentemente croccante, sottile e nitido, con un profilo minerale molto piacevole. Il tutto in un quadro dove l’apporto aromatico del legno è fondamentale ma non eccessivo ed in perfetto equilibrio con il frutto. Non chiedetegli di mostrare muscoli che non ha, così come in bocca è distinto per essere un campione che dimostra di essere stato vinificato con cura certosina per mantenere questa eleganza ed equilibrio. Sottile, di buona acidità, dotato di un tannino che risponde “presente!” ma senza possedere il vigore dell’annata precedente.
-Selezione del Fondatore 2003.
Giudizio EC 17+/20
Ecco un’esempio di quando i grandi valori, che possono dimostrare le vigne vecchie, scendono in campo per lottare contro i “batteri” di una terribile annata siccitosa come lo è stata la 2003. Anticorpi che nascono soprattutto dall’apparato radicale molto profondo delle vigne e che hanno potuto dare il loro giovamento a uve che viceversa sarebbero state principalmente segnate da forti concentrazioni zuccherine e acidità molto basse. Quindi è vero che il vino non mostrerà mai il carattere che abbiamo trovato nella 2001, ma è altresì vero che abbiamo un campione con caratteristiche molto simili alla 2000, con un filo in più di spessore. Al Fotofinish però vince quest’ultima per essere fornita di una dote maggiore sul piano dell’allungo finale.
Finita la prima parte della degustazione, raggiungiamo i nostri appartamenti per prepararci per la cena dove ci hanno finalmente raggiunto i coniugi Nodari, appena rientrati dagli Stati Uniti e quindi con il jet lag che si faceva sentire. Di questo non possiamo che rimarcare e ringraziare per la loro gradita disponibilità, per essersi intrattenuti con noi durante tutta la cena, per poter svolgere la seconda parte della degustazione e l’intervista di rito.
Di seguito le note tecniche degli altri vini degustati durante la cena:
Bianco delle Regine 2006
-Tipologia vino: Bianco I.G.T.
-Vitigni utilizzati: 30% Chardonnay, 30% Sauvignon, 30% Pinot Grigio e 10% Riesling.
-Provenienza uve: dai vigneti siti all’interno della proprietà aziendale.
-Gradazione alcolica: 12,88%.
-Vinificazione: classica in vasche d’acciaio a temperature controllate, con macerazione a freddo e vinificazione separata delle uve. Assemblaggio prima dell’imbottigliamento.
-Affinamento: nessuno. Non viene effettuata, neanche parzialmente, la malo-lattica.
-Contenuto solfiti: 160 mg./lt di totale e 42 mg./lt di libera.
-Prezzo in enoteca: Euro 12,00.
Giudizio EC: 15,5+/20
Un giudizio sicuramente buono nel complesso per questa versione del Bianco delle Regine. Un vino corretto, ben eseguito, di estrema eleganza e pulizia, quel tocco di minerale che impreziosisce il naso in un quadro giocato ad armi pari tra le note fruttate e quelle floreali. La percentuale usata di Sauvignon compone la spina dorsale di questo vino dove ritroviamo al palato vivacità e freschezza. Non chiedetegli grassezza e articolazione ad un prodotto che è nato così e che oltre ad abbinarlo ad alcune preparazioni non troppo impegnative, serve a soddisfare la vostra sete.
Abbiamo assaggiato in anteprima anche l’annata 2007 che troverete in commercio adesso, ma che noi lo abbiamo assaggiato dalla vasca. E come impressione ci è sembrato un vino dotato di più spalla, rispetto alla 2006, con una maggiore incisività ma con un pizzico in meno di freschezza e rigore sempre rapportato all’annata precedente.
Rosso di Podernovo 2004
-Tipologia vino: Rosso I.G.T.
-Vitigni utilizzati: 80% Sangiovese, 10% Montepulciano e 10% Syrah
-Provenienza uve: il Sangiovese proviene dalle vigne trentennali mentre il Montepulciano ed il Syrah, dai nuovi impianti.
-Gradazione alcolica: 13,79%.
-Vinificazione: classica in vasche di acciaio a temperature controllate con follature giornaliere.
-Affinamento: in Tonneaux ed in botti di rovere da 15 e 25 Hl. Il periodo varia a seconda dell’annata.
-Contenuto solfiti: 60 mg./lt di totale e 34 mg./lt di libera.
-Prezzo in enoteca: Euro 10,00.
Giudizio EC: 15/20
Un vino che sicuramente non rientra nelle mie corde soprattutto se debbo confrontarlo al Podernovo Sangiovese, un vino, quest’ultimo, che amo molto di più. Faccio fatica ad entrare in sintonia con il bicchiere e lo valuto come un vino corretto, dall’ottima fattura se rapportato con il prezzo di uscita su uno scaffale, che gioca le sue carte migliori sul frutto con note speziate in rilievo date dal Montepulciano e dal Syrah e che troverete al vostro palato dotato di grande mineralità, equilibrato e piacevole in chiusura.
Umbria Merlot 2004
-Tipologia vino: Rosso I.G.T.
-Vitigni utilizzati: 100% Merlot.
-Provenienza uve: dai vigneti esistenti al Castello delle Regine dai primi del 1900 e da quelli piantati sui suoli argillosi, situati tra i 150 e i 280 mt s.l.m.
-Gradazione alcolica: 14%
-Vinificazione: in vasche di acciaio inox da 50 a 110 hl, con follature giornaliere a temperature controllate per 14-18 giorni.
-Affinamento: affinamento, comprensiva di malo-lattica, in barriques di Allier per 12 mesi e successivo affinamento in bottiglia di 24 mesi.
-Contenuto solfiti: 52 mg./lt. di totale e 19 mg/lt di libera.
-Prezzo in enoteca: Euro 32,00.
Giudizio EC: 17,5-/20
Quando ero piccolo mi arrabbiavo spesso perchè mi mancava sempre l’ultimo pezzo da incastrare per finire un puzzle. E’ la stessa cosa che mi succede ogni volta che degusto tutte le quattro annate prodotte di questo vino. Anche se questa 2004 si avvicina di più a quell’ideale di vino che potenzialmente può raggiungere questa cantina in questa tipologia. Bernabei giustamente diceva nel nostro video di aspettare quando alcune vigne, di recente impianto, raggiungeranno l’età giusta che occorre all’uva Merlot per arrivare a quello spessore e a quella concentrazione utili per dare vini di caratura superiore. In attesa beviamoci comunque questa ottima versione, che ha dato un vino con un frutto carnoso di grande maturazione, con una ciliegia ed una mora in rilievo e che impreziosiscono il vostro bicchiere. Il quadro olfattivo è di estrema eleganza, che supera di gran lunga, le seppur buone, prove precedenti. Mentre al palato è meno avvolgente rispetto alla 2003, più sottile, lungo e dinamico con un tannino rigoroso ma più dinamico. Ottima prova ma il “ci si aspetta di più” dalle versioni in affinamento, quì è d’obbligo.
Sangiovese Grosso Selezione del Fondatore 2001
-Tipologia vino: Rosso I.G.T.
-Vitigni utilizzati: 100% Sangiovese Grosso
-Provenienza uve: Da vigneti con un’età tra i 40 ed i 45 anni.
-Gradazione alcolica: 14%
-Vinificazione: in vasche di acciaio inox da 50 a 110 hl con follature giornaliere a temperature controllate per 14-18 giorni.
-Affinamento: maturazione, compresa di malo-lattica, in barriques per 12-14 mesi. Segue un’affinamento in bottiglia di 36 mesi prima della sua commercializzazione.
-Contenuto solfiti: 81,9 mg./lt di totale e 6,1 mg./lt. di libera.
-Prezzo in enoteca: Euro 24,00.
Giudizio EC: 18/20 ALTISSIMO CETO
Vigore e dinamismo sono caratteristiche che si ritrovano sempre nelle varie fasi degustative per questo vino che merita il nostro più alto riconoscimento. Se il Merlot rimane il punto di riferimento di questa azienda, noi siamo pronti a scommettere sulle potenzialità in prospettiva di questo vitigno che non tarderà a dare risultati ancora molto più importanti di quanto lo faccia scoprire adesso. Già dal colore avvertiamo che il vino ha forza da vendere e tanta voglia di crescere, il naso trasmette quel carattere terroso che abbiamo riscontrato anche nell’annata precedente ma esprimendolo, così come tutto il profilo olfattivo nel complesso, con grandissima eleganza e precisione. In bocca avvertiamo già da subito un carattere gagliardo, a tratti meno opulento della 2000, con una nota minerale a margine ed un tessuto tannico cucito addosso, di buona fattura che rende piacevole anche la chiusura.
Bene, terminata la cena, la degustazione e l’intervista, non ci resta che andare a dormire…
La mattina dopo è stata dedicata alla visita della stalla riservata all’allevamento delle Chianine…
Mentre i feroci animali addestrati per la Security fanno la guardia…
Il nostro Giuseppe Bombara ci fa’ notare che le altre tipologie di vacche sono state inserite con lo scopo di nutrire i “piccoli” di Chianina, perchè quest’ultima razza è notoriamente conosciuta per essere “avare” di latte.
Note positive.
-Di sicuro la qualità dei vini in costante crescita qualitativa e sempre con un occhio di riguardo al prezzo che potete trovare sullo scaffale della vostra enoteca e che li rendono indubbiamente ancor più valorizzati.
-L’azienda ruota a 360° sulla qualità delle materie prime, non solo fatta di vini ma anche di olio e di carni.
-La costante ricerca nel maggiore rispetto dell’ambiente per poter dare sempre di più valore ai propri prodotti.
Note negative e dettagli.
-Nulla da segnalare.
Conclusioni.
-Una “due giorni” al Castello delle Regine è sempre una bella esperienza, per la bellezza della tenuta, per la bontà qualitativa dei prodotti e, cosa assolutamente non da sottovalutare, la gentilezza e la disponibilità di tutto lo staff per rendere il vostro soggiorno unico.
(Cheeeeese!)
Altissimo Ceto! Per l’Avvocato Paolo Nodari e tutto il suo staff.
Castello delle Regine
Via di Castelluccio Amerino
05022 Amelia (TR)
Tel.: 0744 702005
Fax: 0744 702006
e-mail: info@castellodelleregine.com
sito: www.castellodelleregine.com
Un ringraziamento particolare è da indirizzare al “grande” Renzo Merli. Responsabile Clienti dell’azienda, nonché amico di lunga data. A lui un grazie per tutte le operazioni di coordinamento compiute per rendere possibile (e piacevole…) la nostra visita al Castello delle Regine.
Ivano Antonini alias EnoCentrico